Martedì 10 marzo 2015
Ci sembra utile informare i confratelli circa alcune attività della Postulazione riguardanti l’inserimento della memoria del Comboni nel Calendario Romano generale, l’apertura del Processo di Canonizzazione di Fr. Giosuè Dei Cas (nella foto) e lo stato attuale della Cause di P. Giuseppe Ambrosoli e di P. Bernardo Sartori. [P. Arnaldo Baritussio, mccj - Postulatore].

 

 

Apertura
della Causa di Canonizzazione
di Fr. Giosuè Dei Cas.

 

Memoria del Comboni

I vescovi comboniani già nel 2004 avevano inoltrato una richiesta formale per inserimento della memoria di San Daniele Comboni nel Calendario Romano generale; tuttavia alla Congregazione vaticana per il Culto divino e la Disciplina dei Sacramenti sembrava ancora una richiesta limitata all’ambito comboniano e quindi di relativo significato ecclesiale. Ora invece, su sollecitazione dell’Arcidiocesi di Milano e per interessamento dei nostri confratelli P. Maurizio Balducci e P. Livio Tagliaferri, che hanno fornito i testi liturgici da noi editi, il Card. Scola ha chiesto ufficialmente alla Congregazione vaticana della Liturgia che il nome del Comboni sia inserito a pieno titolo nel Calendario Ambrosiano dell’Arcidiocesi di Milano. La Congregazione ha molto apprezzato l’iniziativa e ha fatto capire che questa è la via per ottenere quello che da molto tempo abbiamo sollecitato, cioè l’inserimento della memoria del Comboni nel Calendario Romano generale. Un segno dunque che la memoria del Comboni non è semplicemente un fatto interno all’Istituto, ma è anche realtà significativa per la Chiesa dove i comboniani operano. Quindi, sarebbe auspicabile che nelle diocesi in cui operiamo, il superiore della casa, avvalendosi anche dell’appoggio del provinciale, sollecitasse il vescovo perché sia lui stesso a inoltrare, presso il Dicastero vaticano, la richiesta dell’inserimento della memoria del Comboni nel Calendario proprio e poi nel Calendario Romano generale. Il vescovo dovrebbe inoltrare la richiesta a S.E. Card. Robert Sarah, Prefetto della Congregazione per il Culto divino e la Disciplina dei Sacramenti - 00120 Città del Vaticano. Se facciamo un piccolo conto delle diocesi in cui siamo presenti, non sarebbe certo insignificante un’iniziativa del genere. La Postulazione gradirebbe essere tenuta informata circa questa iniziativa.

Apertura della Causa di Canonizzazione di Fr. Giosuè Dei Cas

Finalmente possiamo annunciare che l’apertura del Processo di Fr. Giosuè è alle porte. Il 7 maggio 2014, con lettera indirizzata a Mons. Rudolf Majak Deng, vescovo di Wau, la Postulazione chiedeva si procedesse all’apertura della Causa di Giosuè. Il 10 luglio 2014 Mons. Rudolf rispondeva manifestando parere favorevole. Due mesi più tardi, in data 25 settembre 2014, per ragioni di opportunità e di difficoltà oggettive dipendenti dalla situazione di violenza generalizzata nella regione e dall’impossibilità di reperire Censori teologi e di costituire una Commissione storica, dava la sua disponibilità a cedere la competenza del foro al vescovo di Como, Mons. Diego Coletti. Al contempo chiedeva di poter essere autorizzato a condurre una Rogatoria a Wau per escutere i testi ivi esistenti. Il Vescovo di Como, nel novembre 2014, inoltrava la richiesta alla Congregazione delle Cause dei Santi, la quale, in data 5 dicembre 2014, gli concedeva la competenza del foro. Ora il Processo principale potrà essere svolto a Como e il Rogatoriale a Wau, in data ancora da definire. Devo dire che ho trovato in Diocesi a Como un clima favorevole e una generosa disponibilità da parte dei sacerdoti e laici che interverranno nelle varie mansioni. Così l’inizio è stato fissato per il 20 marzo alle 16.00 nella casa arcipretale di Sondrio.

Nel frattempo, il 17 febbraio, il vescovo aveva fatto le seguenti nomine.

OFFICIALI DEL PROCESSO erano stati designati: MAZZOLA don Attilio (guanelliano - Delegato vescovile); NOGARA Don Marco (Promotore di Giustizia); TAGLIAFERRI P. Livio (comboniano - Notaio attuario); BRACELLI P. Pietro (comboniano - Notaio aggiunto); MAZZA P. Piercarlo (comboniano - Cursore); GENEROSO P. Luigi Stefano (comboniano - Copista);: SANGIANI Don Fausto (Cancelliere Notaio “ad casum”).

MEMBRI TECNICI-TEOLOGI CENSORI: BRACCHI P. Remo (salesiano); DOMINGUES P. Fernando (comboniano).

COMMISSIONE STORICA: Xeres mons. Saverio (presidente) e MASA dott.ssa Saveria.

Per il Processo di Como si prevedono in totale 43 testimoni di cui 18 locali della Valtellina e 26 comboniani. Il Processo dovrà affrontare due questioni cruciali: il rifiuto a procedere, espresso a suo tempo, da un Padre Generale e dalla Postulazione precedente. Inoltre, si dovrà dimostrare che la fama di santità di Giosuè non è mai scomparsa nell’Istituto. Perciò riveste particolare importanza la ricerca storica per contestualizzare la figura e l’opera di Giosuè soprattutto nel campo della missione.

La Postulazione tuttavia crede che, con documenti alla mano e attraverso prove testimoniali, si possa provare che Fr. Giosuè è stato un missionario comboniano tra i più fedeli a Cristo, allo spirito del Comboni e marcato da un incredibile amore per gli africani. Non solo, ma ha anche una parola da dire alla Chiesa di oggi che si vuole totalmente missionaria e in permanente uscita verso le situazioni umane estreme.

Anzitutto Giosuè sollecita a dotarsi di una capacità di cambiare affrontando coraggiosamente le situazioni che evolvono (La mia missione, come la intendeva Monsignore, è finita, finita. – scrive Giosuè – Iddio ha disposto così, e, mi creda pure, Padre Bertenghi, sono contento, contentissimo). Inoltre ricorda che le distanze culturali devono essere superate attraverso non un semplice interesse conoscitivo, ma con il rischio della vicinanza, dell’amicizia e della solidarietà (Se oggi ancora fossi dal Parroco, e mi obbiettasse: guarda che dopo 20 anni prenderai la lebbra; se resti qua non la prendi. Oggi, mi pare, dovrei dire: anche dopo 10 anni, anche dopo 1, vado lo stesso). Ricorda poi che la credibilità di una Chiesa missionaria la si misura dalla sua capacità di servire (Pure non fosse altro – scrive – che per provvedere un poco di insalata o qualche anitra a chi fa [cattechismo e squola sic], oggi direi: vado in Africa.). Infine per lui il valore alto è sempre Gesù Cristo, amato, predicato, comunicato attraverso i sacramenti (Per esempio un anno fa moriva un giovanotto a Tonga, senza battesimo, ragazzetto che era stato più anni mio aiutante in cucina, mi voleva bene. Se io, che lui chiamava amico, fossi stato presente e gli avessi detto “Auo! non morir così”, certo avrebbe presa l’acqua di Dio. Sono ricordi di missione…). Sì, anche oggi, sono le esperienze ad essere decisive.

 

Causa Giuseppe Ambrosoli

Dobbiamo segnalare il voto favorevole dei Teologi per la Positio depositata in Congregazione delle Cause dei Santi il 18 maggio 2009. Come si legge nel verbale: il giorno 4 dicembre 2014, alle ore 17.00, si è riunito il Congresso Peculiare della Congregazione delle Cause dei Santi, costituito – a norma del Regolamento del medesimo Dicastero – dal Rev.mo Mons. Carmelo Pellegrino, Promotore della Fede, come Presidente, dalla Dott.ssa Annarita Ragni, che funge da Attuario, e dai previsti Consultori Teologi, per discutere sulla eroicità delle virtù del Servo di Dio Giuseppe Ambrosoli, Sacerdote professo della Congregazione dei Missionari Comboniani (1923-1987). In sintesi il Congresso così si esprime: La Positio fornisce adeguatamente il materiale probatorio. I numerosi testi escussi, sia in Uganda che in Italia, fra cui molti laici, fanno emergere una figura interessante. I Consultori hanno individuato la peculiarità del Servo di Dio nella coniugazione fra la missione sacerdotale e la professione medica, che si realizzò in una vita esemplare. Seppe applicare i valori cristiani all’arte medica, mettendo in pratica un’attività caritativa fuori dall’ordinario, coadiuvata dall’alta professionalità. Alla base della sua vita c’era una profonda fede che animava l’attività missionaria con l’intento di portare Cristo agli altri. Nutrito anche dagli scritti di Charles de Foucauld, era convinto che il medico fosse colui che è chiamato a prestare la sua opera a Cristo sofferente; soleva ripetere: “Dio è Amore e io sono il suo Servo per la gente che soffre”. L’amore per l’Eucaristia lo riversava sui malati che venivano da lui accuditi, con la stessa attenzione. Quando mancava il sangue per le trasfusioni, non esitava a salassarsi. L’intensa attività ospedaliera non lo distoglieva dalla preghiera assidua, nella quale coinvolgeva anche altre persone. Portò avanti questo progetto di “Vangelo incarnato” con grande fiducia nella Provvidenza. Si distinse per la carità attuata in prima linea, ma nel nascondimento e senza vanagloria. Obbediente e docile alla volontà dei superiori, fu loro grato per avergli permesso di realizzare ciò che aveva desiderato. È stato osservato che una Suora, nella sua deposizione, ha parlato di “personalità invasiva” di P. Ambrosoli. Si tratta di una voce isolata che i Consultori hanno letto alla luce delle responsabilità che il Servo di Dio si assumeva ogni giorno, sia come sacerdote che come medico. Al termine del dibattito, tutti i Consultori Teologi hanno ritenuto di poter dare voto pienamente affermativo (9 su 9). I Rev.mi Teologi del Congresso, al momento del congedo, hanno auspicato che il Servo di Dio Giuseppe Ambrosoli possa giungere presto, se così piacerà al Santo Padre, alla desiderata Beatificazione (Città del Vaticano, 4 dicembre 2014).

Ora non ci rimane che attendere il parere dei Vescovi e dei Cardinali cui seguirà il decreto della venerabilità. Solo in seguito sarà valutato l’evento prodigioso, avvenuto all’ospedale di Matany (Karamoja). Se approvato, porterebbe alla Beatificazione di P. Giuseppe.

 

Causa Bernardo Sartori

La Positio del Servo di Dio Bernardo Sartori è stata consegnata nel giugno dello scorso anno 2014. Ora attende il suo turno per essere sottoposta al giudizio dei Teologi censori, che costituisce il primo passo nell’iter verso la venerabilità e la beatificazione. La Positio è un’opera che consta di quasi 900 pagine e si fonda sulle deposizioni di 129 testimoni, di 24 quaderni di Esercizi spirituali che variano da 12 a 36 pagine, di spunti di prediche per un totale di 325 pagine e di 2520 lettere che ripercorrono la lunga e stupefacente vita missionaria di P. Sartori. Si spera, pur con tutte le precauzioni del caso, di mettere a disposizione parte del materiale, in luoghi protetti nostri, come Postulati, Noviziati e Scolasticati.

Forse vi si potranno trovare elementi che aiutino ad accrescere il senso di appartenenza all’Istituto e soprattutto a identificare alcuni atteggiamenti di vita e di missione capaci di generare una testimonianza evangelizzatrice più efficace e di condurre ad una maggiore consistenza personale e comunitaria.
Febbraio 2015
P. Arnaldo Baritussio, mccj
Postulatore