Lunedì 19 febbraio 2018
Il giorno 15 febbraio, nell’aula capitolare dei Missionari Comboniani di Roma, è iniziato un ciclo di tre conferenze sui giovani dal titolo “I giovani alla ricerca della felicità”. La conferenza è stata tenuta da Sr. Caterina Cangià, salesiana e docente di Pedagogie e Comunicazione Mediale all’Università Salesiana. Sr. Caterina ha parlato su “I giovani e i social media: influssi sulle scelte di vita”. In maniera chiara e brillante Sr. Caterina ha esordito affermando che l’uso dei media da parte dei giovani rivela che essi sono «passati dal reale al virtuale, e dagli amici visibili agli amici ‘invisibili’»; la tendenza dei giovani europei, e italiani in particolare, è di dare sempre più spazio alla realtà virtuale con delle ricadute negative sulla qualità della relazione e alimentando una tendenza verso l’isolamento, l’individualismo e il soggettivismo. [Vedi allegati]

Certamente, il bisogno che soggiace all’uso della rete è quello della comunicazione, ma, d’altra parte, un uso esagerato dei social media fa rilevare la difficoltà che molti giovani hanno di comunicare.

Le reti sociali, in particolar modo il telefono cellulare, sono molto ambite per la facilità d’uso, la portabilità e la possibilità di comunicare istantaneamente con qualsiasi persona. Certamente, ha sottolineato sr. Caterina, i social media hanno anche degli influssi positivi – possono favorire la collaborazione, la condivisione, la cooperazione, l’accoglienza, l’amicizia – ma solo se, alla base, vi è una relazione interpersonale e, al centro di tutto, si colloca la persona umana reale con le sue emozioni e la sua identità e non un avatar virtuale che si può spegnere a piacimento. “Abbiamo voglia di un nuovo umanesimo – ha concluso la relatrice – che riconosca il vertice della verità nella PERSONA, ‘luogo’ in cui si manifesta un’inesauribile fonte di valore e di senso”.

È ormai tradizione dal 2014 ritrovarsi ogni Quaresima per riflettere su alcuni temi di attualità sociali ed ecclesiali. Il tema è molto vasto e, senza dubbio, non si risolverà nel giro di tre conferenze. La ‘pretesa’ è di indagare l’animo dei giovani, i loro sogni e le loro speranze, le paure, i loro punti di riferimento ma anche le domande che rivolgono al mondo degli adulti. Secondo un recente rapporto sulla condizione giovanile in Italia, pubblicato dall’Istituto Toniolo, il sistema di valori proposto da varie agenzie, in particolar modo dalla Chiesa, non intercetta la domanda di vita e la sensibilità dei giovani. La Chiesa trova difficile entrare in questo ‘universo’, comprenderne l’animo, le aspirazioni, i sogni, e formulare delle proposte effettive che incontrino desideri profondi del mondo giovanile.

La scelta del tema è stata occasionata dalla scelta dell’argomento del prossimo Sinodo dei Vescovi il cui titolo è ‘I giovani, la fede e il discernimento vocazionale’. L’Instrumentum Laboris che prepara i lavori del Sinodo, chiarifica chi siano i giovani di cui si parla: sono “le persone di età compresa all’incirca tra 16 e 29 anni, nella consapevolezza che anche questo elemento richiede di essere adattato alle circostanze locali”. Il mondo giovanile è una realtà complessa che sfugge ad ogni tentativo di semplificazione.