Sabato 26 maggio 2018
Vita consacrata: la 90ª Assemblea dei superiori generali (Usg) sul “discernimento vocazionale” si è realizzata dal 24 al 26 maggio ad Ariccia, nei pressi di Roma. “Il discernimento vocazionale in un mondo interculturale” è stato il tema della 89ª assemblea semestrale dell’Unione superiori generali (Usg) che si è tenuta dal 24 al 26 maggio prossimo a Roma. Il tema, spiegano nella lettera di convocazione p. Mauro Jöhri e p. David Glenday, rispettivamente presidente e segretario generale Usg, “si allaccia strettamente anche con quello del prossimo Sinodo dei Vescovi: durante l’Assemblea, infatti, un tempo sarà dedicato a rispondere insieme agli interrogativi proposti nel Documento preparatorio del Sinodo” e l’Usg invita i superiori “a venire avendo già riflettuto su tale Documento con i vostri Consigli e collaboratori”.  [SIR]

Mercoledì 24 maggio p. Arturo Sosa, preposito generale della Compagnia di Gesù, terrà una relazione sul tema “La vita consacrata in un mondo interculturale oggi”. Il giorno successivo p. Mark Weber, segretario per la formazione della Società del Verbo Divino, interverrà su “Discernimento vocazionale in un mondo interculturale: visione globale”. La seconda parte del tema verrà sviluppata da tre superiori generali provenienti dall’Africa, Asia e America Latina che porteranno le esperienze degli Istituti.

Giovani: p. Perica (gesuita) ad assemblea Usg,
“testimoniare la gioia di essere cristiani” contro la “crisi delle vocazioni”

“Non ci si dovrebbe mai stancare di ascoltare i giovani e di offrire loro nuove prospettive”. Lo ha detto il gesuita padre Stanko Perica ai partecipanti alla 90ª assemblea semestrale dell’Unione dei superiori generali (Usg) in corso ad Ariccia.

Riferendosi al tema delle vocazioni, ha fatto notare come “i numeri dell’Europa centro-orientale siano notevolmente più alti rispetto a quelli dell’Europa occidentale”. A suo avviso, “non si tratta di un problema puramente demografico quanto piuttosto dell’elemento mistico rimasto più presente nelle Chiese più tradizionali”. Il gesuita ha osservato come “soprattutto nei paesi ex comunisti c’è oggi un urgente bisogno di testimoniare la gioia di essere cristiani”. E i religiosi, a suo avviso, hanno “le condizioni ottimali per fare questo, a patto di sentirsi più intensamente uniti fra loro”. “È un fatto che i giovani oggi apprendono più facilmente dall’esperienza che non dai concetti astratti. Se è vero che si può vedere e giudicare soprattutto agendo, allora questo dovrebbe essere un punto di non ritorno del lavoro dei religiosi con i giovani”.

Giovani: Esmeli (scuole cristiane) ad assemblea Usg,
“dare voce alle loro osservazioni e ai loro suggerimenti di innovazione”

“Non si può parlare e interagire con i giovani oggi ignorando il mondo digitale”. Lo ha detto Aikee Esmeli, fratello delle scuole cristiane delle Filippine, ai partecipanti alla 90ª assemblea semestrale dell’Unione dei superiori generali (Usg) in corso ad Ariccia. “I giovani hanno fatto della tecnologia e dei nuovi mezzi di comunicazione sociale una parte indispensabile della loro vita – ha aggiunto –. Trasparenza, autenticità, coerenza, sincerità, per le giovani generazioni di oggi passano attraverso il digitale”. A suo avviso, “senza social media e reti sociali online sarebbe oggi difficile arrivare a una conversazione o attrarre i giovani, fino a diventare anche un modo indiretto per promuovere vocazioni religiose”. Così Esmeli ha posto alcune domande su cui riflettere. “Come giovane religioso – ha detto il relatore – anch’io credo che le nostre comunità religiose abbiano bisogno di cambiamenti strutturali”. I giovani da sempre sono stati “voce di speranza e della coscienza contro strutture apparentemente logore create dalle generazioni che li hanno preceduti”. “Andrebbe data voce – ha concluso – alle loro osservazioni e ai loro suggerimenti di innovazione per continuare a crescere sia nella società che nella Chiesa”.

Giovani: p. Henao López (salesiano) ad assemblea Usg,
“continuare il cammino” con “dose di fede e amore”

“La Chiesa è buona per definizione ed è estremamente giovane e santa. Se a volte il rapporto (con i giovani, ndr) si deteriora non è né per colpa sua né per colpa di Dio, ma per colpa nostra. Allora è necessaria una forte dose di fede e di amore per continuare il cammino”. Lo ha detto il colombiano Victor Manuel Henao López, carmelitano scalzo, ai partecipanti alla 90ª assemblea semestrale dell’Unione dei superiori generali (Usg) in corso ad Ariccia. Rifacendosi all’invito di Papa Francesco a “uscire” incontro a “un futuro anche se sconosciuto”, si è soffermato sulla figura della Chiesa come “madre e dei giovani come figli”. Più concretamente ancora ha configurato “la relazione tra la madre e i figli in tre momenti concreti”: quello dell’impulso giovanile, quello della sapiente pazienza, quello dell’amore-fede.

Giovani: all’assemblea Usg
le testimonianze dalle “periferie” di Siria e Brasile

Non potevano mancare le testimonianze di giovani e di chi li affianca quotidianamente nelle periferie come contributo significativo ai lavori della 90ª assemblea semestrale dell’Unione dei superiori generali (Usg), in corso da ieri ad Ariccia sul tema dei giovani. Particolarmente sofferta l’esperienza condivisa dal fratello marista Georges Sabe sulla Siria di oggi. Parlare dei giovani oggi in Siria significa parlare di “tutto un Paese, tutto un futuro, tutta una realtà, tutta una speranza”, ha evidenziato. Fin dagli inizi del conflitto in corso non poche famiglie hanno preso la via dell’esilio. Sabe ha raccontato come i primi ad andarsene sono stati i giovani. Di fronte a tante famiglie divise, destrutturate, anziani abbandonati dai figli, non è difficile parlare di una vera e propria catastrofe umana e demografica. Anche di fronte all’avvento dello Stato islamico, ha osservato il marista, le urgenze fondamentali oggi sono quelle di ristabilire relazioni millenarie, difendere la vita in comune, rifiutare lo scontro delle culture, superare i pregiudizi, imparare a perdonare e a riconciliarsi, evitando che si vada radicando nella memoria comune cristiana del Medio Oriente una rappresentazione negativa dell’islam.
Un altro spaccato, non meno drammatico, è stato offerto dalle voci brasiliane di fra Diego Atalino de Melo e di Mariana Rogoski. Di fronte ai superiori generali, fra Diego, minore francescano, ha cercato di fornire un quadro sintetico relativo ad uno straordinario e coinvolgente lavoro sviluppato con la gioventù della provincia francescana dell’Immacolata Concezione in Brasile nel corso di questi ultimi cinque anni. Mariana, trentenne, con alle spalle una vita di complessi problemi personali e familiari, li ha potuti definitivamente superare inserendosi attivamente, dal 2015, nelle missioni francescane della gioventù nella città di Concórdia. Dopo il suo incontro con i francescani, la sua vita, ha detto, è diventata un’altra; come una “santa in jeans” (Giovanni Paolo II), vorrebbe realmente poter vivere e diffondere soprattutto tra i giovani la gioia del Vangelo.

Giovani: frére Timothée (Taizé) ad assemblea Usg,
“essenziale che si sentano liberi, non monopolizzati né pastoralmente, né emotivamente”

Accogliere, testimoniare, lasciare liberi i giovani. È l’indicazione rivolta da frére Timothée, della comunità di Taizé, ai partecipanti alla 90ª assemblea semestrale dell’Unione dei superiori generali (Usg) in corso da ieri ad Ariccia. Per il monaco, proprio l’ultimo atteggiamento – quello di lasciare liberi i giovani – è oggi forse la più grande sfida quando ci si confronta con loro. È infatti essenziale, ha rilevato, che i giovani “si sentano liberi, che non siano monopolizzati in alcun modo, né pastoralmente, né emotivamente”, lasciando loro uno “spazio libero per avanzare verso Dio”. Durante i lavori, dedicati ad una riflessione sui giovani anche in vista del prossimo Sinodo dei vescovi, è intervenuto anche il gesuita Giacomo Costa, segretario speciale del Sinodo. Costa ha illustrato il percorso fatto fino ad oggi nella preparazione e le tematiche di fondo dell’imminente “Instrumentum laboris”. Ha sviluppato in particolare le sue tre parti centrali: “I giovani e il contesto odierno, il discernimento vocazionale, la Chiesa nel solco della Evangelii gaudium”. “Essere giovani oggi nella cultura dello scarto, di fronte alle sfide antropologiche e culturali” del nostro tempo, ha osservato, “è una prospettiva di vita quanto mai aperta. Proprio in un contesto come questo i giovani oggi chiedono alla Chiesa di aiutarli a trovare una più ampia comprensione della ‘vocazione’, ben al di là delle vocazioni di speciale consacrazione”. Anche questo manifesta il desiderio di una Chiesa più autentica, più relazionale e meno istituzionale.