In Pace Christi

Brunelli Adelino

Brunelli Adelino
Data di nascita : 23/03/1943
Luogo di nascita : Volta Montana/I
Voti temporanei : 17/05/1975
Voti perpetui : 29/04/1979
Data ordinazione : 03/09/1967
Data decesso : 15/03/2018
Luogo decesso : Brescia/I

Lunedì mattina, 19 marzo, la chiesa di Pozzolo era gremita per il funerale di P. Adelino, morto il 15 marzo nella comunità comboniana di Brescia. A salutarlo per l’ultima volta i tanti compaesani della frazione di Marmirolo e un folto gruppo di parrocchiani provenienti da Quistello. La cerimonia è stata officiata da don Gabriele Rubes e don Filippo Longobardi, che hanno messo in risalto l’operato di questo missionario: “ricordiamo la sua grande bontà e la fede. La sua attenzione è sempre stata rivolta verso i più poveri ed emarginati”. Alle esequie erano presenti quaranta tra parroci e comboniani: P. Adelino era stato parroco a Mantova, a Sant’Egidio e a Quistello (La gazzetta di Mantova, 19.03.2018).

In Centrafrica

P. Adelino era arrivato in Centrafrica il 9 luglio 1975. Dopo il suo stage di sango a Mongoumba, fu destinato a Obo, all’est del Paese, dove giunse il 27 novembre dello stesso anno. È lì che fece la sua professione perpetua il 29 aprile del 1979, essendo entrato dai Comboniani già come sacerdote della diocesi di Mantova.

Dopo sei anni di missione, soprattutto nella savana di Obo, fu sostituito da P. Juan-José Aguirre, attualmente vescovo di Bangassou, che, al momento della sua morte, ha fatto memoria di quei pochi mesi che aveva vissuto con lui prima che lasciasse Obo, sottolineandone la disponibilità, l’attenzione alle persone e lo spirito di preghiera.

Il 17 luglio 1981 rientrò in Italia, destinato al Liceo di Padova come superiore, un lavoro che non gli si addiceva troppo: era più un buon consigliere e padre spirituale che un organizzatore, come abbiamo sempre potuto constatare qui in RCA. Dopo sette anni vissuti a Padova con l’abituale disponibilità, P. Adelino ritornò in Centrafrica il 28 luglio 1988, destinato alla parrocchia di Notre Dame de Fatima di Bangui, dove i Comboniani lavoravano già dal 1967, e vi rimase fino al 1993, per passare poi al Seminario Maggiore di Bangui, dal 1987 affidato alla direzione dei Comboniani, occuparsi anche dell’economato e dare una mano al vicino Postulato comboniano. Nel 1994 andò al Postulato per aiutare P. Mandelli di cui prese il posto poco dopo, come superiore e formatore, fino al giugno 1998.

L’esperienza eremitica

Nel 1999 chiese di vivere un’esperienza di vita eremitica, al di fuori della comunità comboniana, nella proprietà delle Suore Benedettine, dove costruì una casetta con qualche stanza, dove poteva pregare e ricevere persone per la direzione spirituale.

Questo fatto dimostra la sua abituale inquietudine, la ricerca di una vita di preghiera e, nello stesso tempo, il desiderio di dedicarsi ai poveri, ai malati negli ospedali di Bangui e ai prigionieri, specialmente alle donne accusate di stregoneria, rinchiuse a Bimbo, non lontano dalla sua abitazione. Per le detenute, in particolare per quaranta di loro prossime alla liberazione, P. Adelino ideò un progetto per finanziare corsi di formazione di sartoria e produzione di sapone, pane e dolci.

Nel marzo 2003 fu destinato alla Maison Comboni (casa provinciale) come superiore anche se solo per un anno, poiché il 24 dicembre 2004 andò ad abitare nella casa della fraternità che aveva fondato nel 2002: la Piccola Fraternità degli Amici di Gesù compassionevole, per l’assistenza agli orfani, ai malati e alle donne carcerate. Il 15 aprile del 2007, i primi (e ultimi...) due membri della Piccola fraternità facevano la prima professione. Nel 2015, con la fondazione, aveva accolto papa Francesco in occasione della sua visita al Centrafrica.

Il 22 febbraio 2008, P. Adelino rientrò nella comunità comboniana per raggiungere la missione di Boda come superiore e parroco. Lasciò la missione nel 2014 (anche per motivi di salute) per ritornare al Postulato di Bimbo-Bangui e riprendere le sue occupazioni abituali: assistenza ai malati, ai poveri e ai prigionieri. Vi è rimasto fino alla sua ultima partenza per l’Italia nel 2017, per celebrare il suo giubileo sacerdotale (3 settembre), in attesa del suo incontro definitivo con il Padre il 15 marzo 2018.

L’ultima lettera di P. Adelino al Superiore di delegazione

Vorrei chiederti perdono per non aver scritto mie notizie a te e ai confratelli del Postulato. Sai che non mi servo di e-mail, ma che scrivo solamente a mano.

Qui a Brescia sono stato accolto molto bene e ho potuto fare tutti i miei molteplici esami: non mi resta che la visita diabetologica e il ricovero del 7 agosto per mettere il “pace-maker” che dovrebbe dare un po’ più d’energia al mio povero cuore indebolito. Spero sia l’occasione perché il Buon Dio aiuti il mio cuore a passare dalla mediocrità dell’abitudine a battiti più intensi di amore per Lui e per i miei fratelli poiché, come pregava Sant’Efrem, “la mia vita tramonta di giorno in giorno, ma i miei peccati aumentano”. Spero che le attività al Postulato, forse con i campi vocazionali e anche nella nostra delegazione, vadano bene. Vi accompagno con la mia preghiera e con il mio affetto fraterno.

Ogni giorno ho imparato a guardare su Internet le notizie del Centrafrica e, dato che non ne trovo di recenti, guardo quelle passate. Per esempio, questa mattina, mi sono attardato sulle immagini della guerra e ce ne sono di molto crudeli, che mi hanno molto impressionato. Dato che le piaghe di noi umani sono le piaghe di Gesù, prego: “Santa Madre fate che le piaghe del Signore siano impresse nel mio cuore”. Scusami, Médard, di essere caduto in un linguaggio clericale: ti prego di salutare i confratelli che incontri. Sarò contento di ricevere vostre notizie (da Brescia, 2 agosto 2017).
P. Godefroy-Médard Longba, mccj
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Da Mccj Bulletin n. 278 Suppl. In Memoriam, gennaio 2019, pp.35-38.