ࡱ > y T bjbj 8 { { 3 @ @ F 4 ) ) ) 8 a T D ) A C C C C C C $ n # P g g | 0 0 0 A 0 A 0 0 : ] , d - 0 R p# . p# p# H 0 g g 0 p# @ ! a : Relazione del Consiglio Generale allAssemblea Intercapitolare Roma, Settembre 2012 Cari Confratelli, Un saluto cordiale a tutti voi e i nostri migliori auguri di bene e pace per i lavori che stiamo iniziando in questa Assemblea Intercapitolare che ci permetter fare memoria del bene che il Signore ci ha fatto nella cammino missionario che abbiamo percorso in questi tre anni. Presentazione Questa relazione fa parte dellinformazioni e delle condivisioni che la Direzione Generale chiamata a mettere alla vostra disposizione e di tutto lIstituto per verificare e valutare il cammino percorso durante questi tre anni di servizio allIstituto e alla missione. E un momento importante per vedere come siamo stati fedeli allindicazioni del Capitolo Generale e una opportunit per cercare di capire in quale direzione ci sta spingendo la forza dello Spirito. Con la nostra relazione vogliamo condividere con voi lesperienza, il lavoro, il cammino andato, le bellezze scoperte nel avvicinarci alla missione vissuta da tanti comboniani che sono oggi autentici testimoni di fedelt al Carisma di San Daniele Comboni e grandi missionari, pieni di passione per lannuncio del Vangelo e innamorati dei pi poveri e abbandonati del nostro mondo. Come Consiglio Generale vogliamo anche aprirvi i nostri cuori per farvi vedere alcune delle nostre preoccupazioni, delle difficolt e degli ostacoli trovati in questo servizio che ci ha permesso di toccare con mano tante realt che parlano della nostra povert, ma che ci aiutano a capire che c un Altro che continua ad avere fiducia in noi e ci chiama a vivere la nostra vocazione con una grande speranza e una fede solida, sicuri che il nostro futuro nelle sue mani. Con San Daniele Comboni ci sentiamo di dire che l opera che abbiamo tra le mani tutta da Dio e vogliamo vivere la nostra consacrazione come risposta allora di Dio per lumanit e nel suo nome andiamo avanti. Il dono del Capitolo Generale Il XVII Capitolo Generale un dono che continuiamo a scoprire e ci accorgiamo che si tratta di una grazia che va aldil del testo che contiene la memoria del lavoro fatto durante i mesi di settembre e ottobre del 2009. Con il passo del tempo siamo stati testimoni della presenza dello Spirito che ci ha accompagnato in quella assemblea e che oggi ci sorprende in tanti modi. Ci fa scoprire ogni giorno cose nuove in quello che abbiamo considerato come la risposta che Dio si aspettava di noi in questora che la nostra come Istituto e, allo stesso tempo, lora della missione che ci stata affidata l dove sono presenti i comboniani. Momento particolare nella nostra storia umana In questa relazione non possibile consacrare molto tempo ad unanalisi approfondito della realt, ma bisogna dire comunque che durante questi tre anni il mondo sta passando per un periodo di grandissimi cambiamenti in tutti gli ambiti. Cambiamenti che hanno una ripercussione non indifferente sul nostro essere e il nostro fare missionario. Ci sono state crisi nella Chiesa, con grandi sofferenze, nelleconomia, con sistemi che non riescono a mettersi in piedi, nella politica, con governi che sono caduti, democrazie che sono state ignorate, guerre che hanno fatto migliaia di morti, violenza che ha seminato la paura e linsicurezza. Ricordiamo come esempi le ultime guerre nei paesi arabi, lindipendenza del Sud Sudan, la crisi economica negli Stati Uniti e nellEuropa, lo sviluppo nelle nuove tecnologie, la nuova coscienza nella societ al riguardo dei diritti umani e la difesa contro gli abusi sui minori, il problema dellindifferenza religiosa e le sfide per la Chiesa di fronte al bisogno di una nuova evangelizzazione, lurgenza di un impegno chiaro nel rispetto del creato e in favore della giustizia e della pace, la nuova realt delle migrazione e della diminuzione dei posti di lavoro. Bisogna tenere conto anche della nuova realt delle chiese locali che assumono un ruolo di maggiore responsabilit e protagonismo Il mondo in cui ci tocca vivere la nostra consacrazione alla missione non lo stesso che abbiamo lasciato alle nostre spalle alla fine del 2009. Siamo in un momento di transizione e di mutamenti cos profondi che difficile intuire fino a dove ci condurr questa pagina della nostra storia. La vita in molti posti non sembra avere nessun valore e in tante circostanze sono sempre i pi poveri a pagare di persona. La paura unesperienza molto frequente in questa realt. La parola crisi ha acquisito una valenza molto forte in questo tempo e ha un significato sinonimo di sofferenza e incertezza per molti dei nostri contemporanei. Risulta difficile mantenere una visione positiva riguardo il futuro e in certo modo siamo testimoni di non pochi drammi umani, qui e aldil delle nostre frontiere. La crisi, che per molti dei nostri contemporanei significa morte e minaccia, bisogna dire che anche occasione di apertura alla novit e sicuramente opportunit per far apparire la verit che portiamo come uomini e donne nel profondo del nostro essere. Non c dubbio che questo tempo pu diventare uno spazio unico per far apparire quello che lumanit non pu offrirsi a s stessa e sicuramente sar tempo in cui il Signore scriver, ancora una volta, una delle pi belle pagine della sua e della nostra storia. In questo contesto, di sfide e di opportunit, a noi ci viene chiesto di diventare testimoni credibili, presenza che parla della fedelt di Dio verso la umanit e per questo un tempo in cui siamo chiamati a vivere senza fare ostacolo al Signore che vuole continuare a far tutte le cose nuove. La programmazione post-capitolare Il nostro servizio come Consiglio Generale cominciato con la programmazione per il periodo 2009-2015 e gi nel messaggio di presentazione dicevamo che durante lelaborazione delle linee programmatiche, abbiamo cercato di tenere in debita considerazione le priorit e le tante raccomandazioni che si trovano nei documenti capitolari. Limpresa era ardua e forse ambiziosa e sicuramente ci sono degli aspetti che non appariranno in modo esplicito nelle nostre proposte programmatiche. Arrivati alla met del nostro mandato di servizio, ci accorgiamo che il compito a noi affidato effettivamente non minore e sembra apparire aldil delle nostre forze umane. Questo ci ha obbligato a non dimenticare che i parametri fissati erano quelli dellumilt e della semplicit. Facendo cammino siamo consapevoli che non siamo da soli e che il Signore e Comboni continuano ad accompagnarci. Attraverso la programmazione abbiamo cercato di mantenere sempre presente il desiderio di andare verso uno stile di vita nuovo per il nostro essere missionari comboniani. In tanti modi (partecipazione alle assemblee provinciali e continentali, visite alle province e delegazioni, lettere e messaggi a tutti i membri dellIstituto) abbiamo offerto il nostro servizio di animazione e siamo stati vicini alle situazioni concrete vissute nelle province e delegazioni nello sforzo che stano portando avanti per vivere questa novit. Come avete visto nella guida che vi abbiamo condiviso come istrumento per lattuazione del Capitolo, la nostra programmazione ha cercato di non perdere di vista le 14 priorit, i temi trattati durante il Capitolo e le pi di 200 raccomandazione fatte al Consiglio Generale. Il nostro sforzo ci ha portato a concentrare tutto in quattro assi che ci sembrano portanti di tutto: la spiritualit, la missione, le persone e la riorganizzazione delle giurisdizioni. La Spiritualit Il tema della Spiritualit apparso durante la riflessione del Capitolo come uno degli aspetti essenziali per la nostra vita di uomini consacrati alla missione e espressione di un autentico desiderio di crescita a livello personale, comunitario e di tutto lIstituto. Questa esigenza vitale era gi emersa durante il cammino fatto durante il sessennio passato in particolare durante il processo vissuto nel discernimento fatto della Ratio Missionis. In quel processo si era arrivato alla consapevolezza che la nostra spiritualit appariva debole dando spazio a stili di vita non accordi con il nostro essere missionari. Il Capitolo facendo tesoro della Ratio Missionis ha detto Questo stesso processo ha evidenziato il forte desiderio di cambiamento e di conversione, non nella teoria, ma nel profondo del cuore. Ci sentiamo come terra secca e senzacqua (Sal 63,2), con una grande sete che ci spinge a ritornare alle fonti originali per affrontare le sfide del nostro tempo. Come Consiglio Generale abbiamo capito che uno dei principali servizi a noi chiesti era quello dellanimazione e la promozione di tutto quello che possa favorire una crescita a livello spirituale dei membri dellIstituto. Fin dallinizio ci siamo resi disponibili e abbiamo accettato collaborare attraverso della predicazione degli esercizi spirituali in quasi tutte le province che abbiamo visitato. Questo servizio ci ha permesso di vedere e constatare che veramente esiste un desiderio e una volont di lasciare spazi pi grandi a Dio nella nostra vita. Passando per le province ci siamo incontrati con tantissimi confratelli che possiamo dire che sono uomini di Dio, di preghiera e di grande fede. I provinciali e i loro consigli sembrano molto sensibili a questo aspetto e cercano di preparare il meglio possibile i momenti dincontro, di riflessione e di preghiera per tutti i membri della provincia-delegazione. In alcune province abbiamo visto che esiste una vera tradizione di preghiera. Da parte nostra, come Consiglio Generale, abbiamo fatto la scelta di offrire come temi per la riflessione annuale quelli che ci aiutino a approfondire in questa dimensione della nostra vita. Il primo anno ci sembrato necessario aiutare alla recezione del Capitolo, ma subito dopo, il secondo anno stato centrato sul tema della spiritualit considerando alcuni elementi essenziali per la nostra vita missionaria comboniana. In questo terzo anno ci sta aiutando la riflessione e la condivisione sul tema della Parola di Dio nel nostro essere e fare missionario. Possiamo dire con semplicit che la proposta dei temi stata accolta per molti confratelli con gratitudine e sappiamo che il materiale messo a disposizione stato utilizzato in momenti di formazione personale e comunitaria, nei ritiri comunitari e nella riflessione personale. Questo conferma la sette di Dio manifestata en vari modi e attraverso vari incontri nelle province-delegazioni. Si vero che a livello di tutto lIstituto esiste una buona disponibilit a vivere una Spiritualit forte, vero anche il fatto che ci sono alcuni confratelli che vivono in una certa superficialit spirituale. La fedelt e la creativit nel costruirsi una autentica esperienza spirituale non cos evidente in tutti. Ci sono alcuni che fanno fatica a vivere una regolare vita di preghiera, in certi posti la liturgia lascia molto a desiderare, il confronto con la Parola di Dio e la capacit di rimanere in ascolto del Signore non appare come un vero bisogno. Il lavoro e le tante attivit occupano la parte pi importante del nostro tempo e alle volte si da limpressione che lo stare col Signore dipenda del tempo libero di cui possiamo disporre. Lideale di mettere Dio al centro della nostra vita, alle volte sembra soltanto un desiderio, qualcosa che vediamo chiaro con la testa, ma che fa fatica a scendere al nostro cuore. La sfida dimparare a leggere la storia dalla prospettiva di Dio rimane sempre di fronte a noi e penso che tante volte la nostra incapacit di arrivare a dare risposte valide o coraggiose procede in parte di questa nostra miopia che ci impedisce vedere quello che Dio vede e vuole per noi. Lesigenza di una vita spirituale pi consistente continua ad essere un reclamo che ascoltiamo alzarsi da tante parti dellIstituto, soprattutto l dove stili di vita superficiali e borghesi continuano a obbligarci a consumere tante energie che non si trasformano in vita e in entusiasmo missionario, ma appaiono come tentazione ad installarsi in una vita comoda ma sterile. Durante questo triennio abbiamo creato la commissione per i lavori richiesti dal Capitolo sulla Regola di Vitae le indicazioni date per il lavoro hanno cercato di chiedere laiuto a questa commissione per riscoprire i filoni di spiritualit che si trovano nascosti nella Regola di Vita. Durante questa Assemblea ci sar presentato il risultato di questa riflessione. Daltra parte, ci stato chiesto di preparare e distribuire linee guide e sussidi per lutilizzo del discernimento come metodo nelle nostre scelte. Fino ad oggi non abbiamo ancora concluso il lavoro di raccolta e di elaborazione di questo materiale e speriamo arrivarci nei prossimi mesi. Come Consiglio Generale rimaniamo convinti che se non c una vera conversione e un approfondimento e miglioramento nella nostra qualit di vita spirituale, sar molto difficile rispondere alle esigenze che ci arrivano della missione e del mondo in cui siamo chiamati oggi a vivere la nostra consacrazione a Dio per la missione. Soprattutto in questi tempi sicuramente dovremmo imparare a lasciare uno spazio pi ampio al Signore al momento di agire e di cercare il nostro posto nel mondo, nella chiesa e nella missione. Cosa vuole Dio di noi in questo tempo di cos profondi cambiamenti? Da dove vogliamo dare una risposta? La Missione Uno dei doni pi belli che ci stato concesso durante questo triennio stata la possibilit di toccare con mano e vedere con gli occhi la nostra realt missionaria comboniana. Attraverso le visite alle province e delegazioni abbiamo potuto avvicinarci a la vita missionaria come conosciuta ed esperimentata dai nostri confratelli. Limmagine che portiamo con noi nei nostri cuori e nella nostra memoria quella dun Istituto dove la missione continua a essere la passione dei suoi membri. Il desiderio di partire e di rimanere nella missione stata una bella testimonianza e una vera consolazione. La volont di dare la vita per i pi poveri e il fare causa comune con le persone trovate nella missione una costante che abbiamo trovato in tutte le parti. Certo, no mancano anche le ombre nel paesaggio e alle volte ci siamo trovati con qualcuno dei nostri fratelli che, per diversi motivi, ha perso lentusiasmo e si lasciato prendere per la fatica che uccide la passione e condanna alla frustrazione. Ci sono altri purtroppo che rischiano di fare dellIstituto il posto dove si sta bene e dove si pu fare come piace e secondo e propri interessi. Questi ci fanno soffrire e ostacolano la missione affidata a tutti. La missione ci sta obbligando a fare un discernimento non facile e molto esigente. Nel mondo che cambia in fretta e con una realt dove i punti de riferimenti non sono gli stessi di poco tempo fa, anche noi siamo chiamati a metterci in discussione e a diventare consapevoli che la missione chiede una mentalit nuova, delle disposizioni nuove, un modo di fare nuovo, uno stile di vita nuovoe qui dove si sente pi forte la chiamata a una profonda conversione nostra. La comprensione e laccoglienza della missione nel suo nuovo volto richiede la conversione del cuore e delle mente, affermava il Capitolo proprio nella introduzione al tema della missione. Nella nostra programmazione dicevamo che vogliamo perci essere attenti, nei prossimi anni, alla verifica e riqualificazione delle nostre presenze secondo i criteri gi indicati dal Capitolo per ogni continente. Abbiamo cercato di far capire in molti modi la situazione che ci tocca vivere come missionari e di fronte a tutti glimpegni che abbiamo come Istituto, ma sembra che il nostro linguaggio fino ad oggi non sia stato capito. Se continua a parlare di necessarie aperture di nuove missioni, si chiude una comunit e si aprono due, se parla sempre usando il linguaggio della sostituzione del personale, il modello di missione sempre lo stesso, dove quasi sempre noi siamo i protagonisti, i padroni e i responsabili. La missione nostra sembra andare sempre sul registro del fare che richiede soldi e strutture che difficilmente potranno essere mantenute al momento della nostra partenza. Limmagine del missionario benefattore ci accompagna ancora con il rischio di tensioni tra i quelli che possono fare e quelli che sfortunatamente non contano con i sostegni che arrivano da lontano. La tentazione di continuare a fare come sempre si fatto ancora troppo presente nel nostro immaginario di missione e facciamo grande fatica a riconoscere i nostri limiti e la nuova realt de la missione che ci vuole pi collaboratori e meno imprenditori. Come stato gi detto in altre occasioni, anche noi dobbiamo affermare che c una grande resistenza a vivere un processo di riqualificazione delle nostre presenze e facciamo grande fatica ad arrivare a delle scelte che implicano necessariamente delle rinunce. Questo sta diventando un serio problema non soltanto perch ci mette di fronte allimpossibilit di rispondere a tutte le urgenze che emergono in tutte le province-delegazioni, ma corriamo il rischio di trovarci in una situazione che pu soffocare la missione. Daltra parte, il Capitolo ci ha chiesto di nominare una commissione cui affidare il compito di fare una rilettura sistematica e organica del materiale della Ratio missionis. Questa commissione ha fatto il suo lavoro e durante questa Assemblea ci presenter il frutto del suo lavoro. Crediamo che ci siano degli orientamenti che possono aiutarci a continuare alla ricerca e alla qualifica del nostro essere e del nostro servizio missionario. Nella nostra programmazione c lindicazione di assegnare il personale necessario per mantenere gli impegni nella delegazione dellAsia. Dopo la nostra visita abbiamo cercato di mandare alcune persone, ma riconosciamo che ci siamo trovati con grande difficolt per rispondere ai bisogni specifici, come stato il caso nella ricerca di un direttore per la rivista. Vista la situazione del personale e in particolare dei fratelli vediamo molto difficile rispondere al mandato di creare una OCPU in Africa francofona entro il sessennio. Sempre nellambito della riflessione sulla nostra missione, ci siamo impegnati in accompagnare e appoggiare le iniziative nella ricerca duno stile di vita pi vicino alla gente e nella misura del possibile in aree marginalizzate. Alcune province-delegazione hanno cominciato o continuato con alcune esperienze significative in alcun caso non abbiamo potuto dare le risposte che si aspettava di noi. Si fatto anche lo sforzo per promuovere tutto quello che ci pu aiutare a vivere la missione come un progetto affidato alla comunit e portato avanti per la comunit, cercando di fare capire che la missione oggi non pu essere vissuta in solitario. In questo contesto si ha lavorato anche per offrire istrumenti che aiutino a entrare nellesperienza del fondo comune totale. Leconomato generale ha pubblicato e messo a disposizione di tutte le province-delegazioni le linee guide per la comprensione e gestione del FCT. Sicuramente una novit in questo campo specifico nostro che la missione si sta rivelando il discernimento che le province dellEuropa stano portando avanti nella ricerca de una risposta alla questione di come essere missionari oggi in questo contesto dove siamo presenti come tali e non soltanto come persone che arrivano alla fine della carriera. Questa riflessione ci implica tutti e sicuramente ci obbligher a chiederci cosa fare per favorire linternazionalizzazione delle nostre province, non soltanto nei paesi detti tradizionalmente di missione, ma ovunque siamo presenti, senza perdere il nostro specifico Ad gentes. Le persone Tante volte abbiamo sentito dire che le persone sono la ricchezza dellIstituto e questa affermazione la facciamo nostra con tutto il cuore dopo lesperienza di questi anni. Le persone sono la realt che ha occupato di pi il nostro lavoro e dove abbiamo vissuto i momenti pi belli, ma anche quelli che hanno consumato non poche energie. La situazione de personale in numeri la seguente, ma i numeri non riflettono in questo caso quello che contengono perch aldil dei numeri ci sono delle storie di vita uniche che non possono essere quantificate. Ogni confratello, con la sua storia, rappresenta un dono per la nostra famiglia e per la missione e non pu essere giudicato soltanto sotto i criteri dellutilit. Le cifre Situazione del personale nellIstituto al 1 giugno 2012: Siamo 1.645 (calo di 124 rispetto ai 1.769 del 2006): Vescovi: 19 Padri: 1.228 Fratelli: 259 Scolastici: 139 145 confratelli sono di Voti Temporanei (28 Fratelli e 117 Scolastici) Let media dei membri di 55,1 anni - fino a 50 anni: 603 confratelli - oltre i 50 anni: 1.042 confratelli I confratelli sotto i 40 anni sono 293 La fascia del ventennio da 40 a 60 anni conta 562 membri La fascia del ventennio da 60 a 80 anni conta 644 membri I confratelli sopra i 90 anni sono attualmente 31 (2 dei quali hanno passato i 94 anni, classe 1917) Il numero delle prime professioni negli ultimi 5 anni stato in media di 33 per anno. Le professioni perpetue si aggirano intorno alle 20 per anno. Le ordinazioni sacerdotali sono state in media 15 per anno La media dei confratelli che anno lasciato listituto negli ultimi 5 anni stata di 27 per anno. I confratelli defunti sono stati in media 26 per anno. Da parte nostra abbiamo cercato di stare vicini al lavoro che si fa nella formazione di base. Alcuni confratelli sono stati chiamati a prepararsi per questa missione, sempre con il desiderio di garantire tutto il necessario per vivere la missione come dono che porta verso la vera felicit. Il Segretario Generale della formazione ci offrir i dettagli del lavoro fatto. C stato chiesto di avviare il centro per la Formazione Permanente e grazie allequipe che da alcuni anni assicura questo servizio nellIstituto si cominciato a Roma con i corsi di rinnovamento e lAnno Comboniano in questa sede. Allo stesso tempo la commissione incaricata della FP sta mettendo a disposizione di tutto lIstituto dei sussidi di aiuto per lavorare nelle province-delegazioni. Abbiamo fatto lo studio e cercato diniziare lesperienza di un centro di formazione permanete in Africa francofona con la possibilit di diventare anche luogo dappoggio ai confratelli che hanno bisogno di essere accompagnati, ma in questo momento non sappiamo se riusciremo a aprire le porte a questo progetto. I confratelli in situazioni particolari Una preoccupazione non indifferente labbiamo vissuto in questo tempo accompagnando i confratelli che si trovano in situazioni di difficolt a vivere la loro consacrazione e il loro servizio missionario. Il numero di confratelli che lasciano lIstituto o che si trovano costretti a lasciare la missione non vogliamo dire che aumentato o diminuito, ma ci troviamo di fronte a una situazione che diventa non facile di gestire. In certi casi, quando si presentano i problemi, si pensa che il Consiglio Generale ha la soluzione e la risposta pronta e non cos. Prevediamo che nel futuro alcune province-delegazioni dovranno occuparsi di pi dei loro confratelli e crediamo sia necessario trovare delle strutture locali su cui possiamo rivolgerci per chieder aiuto, visto che si tratta di un servizio che richiede anche una qualifica professionale. Ma pi che pensare alle cure da offrire, ci sembra necessario che nelle province-delegazioni si sviluppi di pi un lavoro di prevenzione che pu essere assicurato attraverso un rinforzo della formazione permanente e de la cura della qualit di vita fraterna nelle nostre comunit. Gli anziani e ammalati LIstituto nel suo complesso continua a prendersi cura dei confratelli anziani ed ammalati, come indicato dalla tradizione e dal Capitolo. Al momento ci sono nelle nostre circoscrizioni 18 case definite dal compito precipuo dellassistenza agli anziani e ammalati, con 5 di queste localizzati in Italia e 5 nella DSP, con una trentina di confratelli impegnati a diverso titolo nel servizio, di cui pi della met in Italia. I confratelli ospitati in queste case sono circa 150, con l80% di essi nella Provincia Italiana. E chiaro che la situazione pi critica al momento in Italia, dove vengono presi in carico, oltre ai confratelli anziani ed ammalati cronici, anche la maggioranza dei confratelli che rientrano per cure in vista di ritornare alle provincie di appartenenza. Il Capitolo aveva chiesto al Consiglio Generale di assicurare una adeguata rotazione del personale dei centri ammalati, in modo che a nessuno fosse chiesto un servizio pi lungo di cinque anni. Almeno quattro dei confratelli attualmente in servizio avrebbero gi dovuto essere sostituiti e altri sei lo dovrebbero essere nel prossimo triennio. Dobbiamo ammettere la nostra grande difficolt nellattuare il mandato del Capitolo, difficolt che continuer se non arriviamo a liberare alcuni dei nostri confratelli dagli impegni critici che essi hanno in altre Provincie, come diremo pi avanti. Non ci parso invece opportuno perseguire lopzione di stabilire un centro di assistenza per gli ammalati in Africa: non ci sono pervenute sollecitazioni in questo senso dal Continente e ci sembra anche che le problematiche logistiche, di costi, di qualit dei servizi sanitari, di spostamenti oltre frontiera rendano questa opzione impercorribile almeno per il prevedibile futuro. La distribuzione del personale Su questo punto pensiamo che voi avete fatto lesperienza della difficolt che viviamo in questo momento nel mantenere i criteri che funzionavano per la distribuzione del personale e che oggi non rispondono pi. I criteri della rotazione o lidea della sostituzione del personale in questo momento non ci aiutano e bisogna rendersi allevidenza. In questi tre anni siamo riusciti a mantenere quasi un equilibrio nel personale delle province-delegazioni, ma basta andare a vedere i numeri sulla situazione del personale in questa relazione per arrivare ad una conclusione. Nei prossimi tre anni sicuramente ci saranno delle province-delegazioni che non riceveranno il personale di cui hanno bisogno e questo non sar frutto della nostra cattiveria. Questa situazione continua a sfidarci tutti e ci obbliga a fare delle scelte che implicano sicuramente delle sofferenze nel dover rinunciare ad opere che da ogni punto di vista possono essere considerate necessarie, urgenti e indispensabili. Ancora una volta dobbiamo dirci e accettare che non possiamo fare tutto e riconoscere che la missione non dipende soltanto di noi. La riorganizzazione delle nostre presenze. Frutto della riflessione fatta durante il Capitolo sul bisogno di trovare modi di arrivare ad un equilibrio tra i nostri impegni e il personale stato chiesto di procedere a una nuova organizzazione delle nostre presenze con la possibilit di una nuova configurazione delle giurisdizioni. Questo mandato stato affidato alle circoscrizioni e ai Continenti. Come Consiglio Generale abbiamo accompagnato e incoraggiato questo discernimento, ma dobbiamo dire che vediamo che ci sono non poche resistenze e opposizione. Sono poche le province-delegazioni che stano facendo un camino verso una possibile unificazione. Si pensa che unificare significa soltanto rinunciare e perder e non si riesce a pensare in termini di migliorare o di riqualificare le nostre presenze e la nostra missione. Bisogna dire che con i cambiamenti approvati dal Capitolo in quello che tocca il Governo, sicuramente una nuova immagine delle province-delegazioni dovr emergere a partire di Giunio del prossimo anno. Noi prevediamo che ci sar lunificazione de alcune giurisdizioni, lerezione di alcuna delegazione a provincia e il passo di alcuna provincia a delegazione. Verso il futuro Guardando verso il futuro pensiamo che ci aspettano tempi non facili, ma allo stesso tempo dellopportunit uniche per vivere la nostra vocazione, il nostro carisma e il nostro impegno nella costruzione duna umanit nuova. Consapevoli che la nostra missione innanzi tutto unopera voluta dal Signore, vogliamo vedere il nostro futuro con una grande speranza e fondata nella fiducia che sono frutto della fede. Certo, ci saranno sicuramente dei cambiamenti che ci porteranno verso uno Istituto diverso di quello che abbiamo conosciuto fino ad oggi, ma la missione non cambia. Pensiamo che nei prossimi anni dovremmo scoprire uno Istituto pi piccolo e sicuramente con meno possibilit di grandi opere, ma questo non vuol dire che la nostra responsabilit di essere sale e luce nel nostro mondo diminuir, anzi, la nostra luce dovr risplendere pi forte attraverso il nostro impegno discreto, umile, ma sempre deciso in favore dei pi poveri e abbandonati. Come potete immaginare, ci sono delle priorit che non possiamo perdere di vista se vogliamo rispondere a quello che Dio ci fa vivere in questora del suo progetto per lumanit. A noi sembra che tra queste priorit non possiamo dimenticare tra tante altre le seguenti: Bisogna non tramandare pi una seria riqualifica dei nostri impegni con la conseguente rinuncia a certe opere, in particolare quelle che oggi non ce la facciamo a sostenere con il necessario personale. In questo discernimento abbiamo bisogno del vostro aiuto e della vostra volont di cooperare nellanimazione delle province-delegazione perch diventino consapevoli della realt che viviamo come Istituto. Pensiamo che una priorit quella di concentrare tutti i nostri sforzi nella promozione delle vocazioni, non soltanto in Europa, ma in tutto lIstituto, perch l che ci stiamo giocando il nostro futuro. Questo implica una domanda che tocca tutti, la domanda sul come aiutare quelle province-delegazioni che in questo momento hanno delle vocazioni, ma mancano di personale per garantire un lavoro di qualit nella formazione. Ci troviamo di fronte ad una situazione non nuova, ma con esigenze diverse, che quella dei confratelli in situazioni particolari che hanno bisogno del nostro aiuto e accompagnamento. Prevediamo che nel prossimo futuro le province-delegazioni saranno chiamate a occuparsi di pi di questi confratelli. Crediamo che lIstituto continuer sulla strada di cercare tutto quello che ci aiuter a vivere la missione in comune e questo vuol dire favorire tutto quello che ci aiuti a vivere il valore della fraternit, della collaborazione, della condivisione. Per questo pensiamo che devano essere appoggiati tutti gli sforzi che ci conducano allunificazione e allunione di forze. Il cammino verso la riorganizzazione delle nostre giurisdizioni sicuramente conoscer degli sviluppi e questo non vuol dire semplici unificazioni o chiusure, ma possibilit di aprirsi a delle esperienze nuove come risposta alle esigenze della missione oggi. Conclusione Arrivati alla fine del terzo anno del nostro servizio ci sembra ci siano tanti motivi per ringraziare il Signore per la sua fedelt, il suo protagonismo nella vita del nostro Istituto e la sua pazienza di fronte alle nostre fragilit. Questo ci incoraggia a continuare come ha fatto san Daniele Comboni e tanti comboniani che vivono oggi il suo dono con semplicit e una grande generosit e amore per la missione. Il Capitolo ha detto e deciso tante cose, ma noi ci accorgiamo che non sempre il nostro volere coincide con il volere di Dio e i nostri sforzi non sempre sono arrivati alle mete fissate e rimane ancora tanto da fare. Abbiamo fatto il nostro miglior sforzo per rimanere fedeli alle indicazioni dateci nei documenti e in questo tempo abbiamo cercato di non perdere di vista i compiti e le priorit che ci sono state affidate. Il cantiere sembra ancora molto aperto e ci sono vari lavori in corso con la speranza nostra di arrivare a portare a termine il pi possibile. Nellaccettare i mandati dal Capitolo ci siamo resi conto che ci sono tante cose da fare, da iniziare, da promuovere, da cambiare, da compiere o da inventare che sicuramente non sar possibile di rispondere nel tempo tra un Capitolo e laltro. Allinizio ci siamo sentiti quasi con lobbligo di rispondere a tutto e al pi presto possibile, ma lesperienza ci va insegnando che i valori della modestia e dellumilt sono le gambe per camminare in questo servizio senza intrappolarsi nello scoraggiamento. Fino ad oggi possiamo dirvi che Il Capitolo continua ad essere la nostra guida e la luce che ci illumina nel cercare delle risposte alla situazione che viviamo come Istituto chiamato a servire la missione con tutte le nuove sfide che nascono da un mondo che cambia cosi in fretta e nel quale troviamo difficolt a vedere chiaro il nostro posto. Come Consiglio Generale possiamo dire che abbiamo vissuto e viviamo con un chiaro desiderio di mettere il Signore e la sua Parola al centro delle nostre scelte e delle opzioni in modo che possano diventare una risposta ai bisogni dei pi poveri. Non ostante questo, costretti in alcuni momenti a reagire sotto la pressione dellurgenze, deglimprevisti e delle sorprese, abbiamo fatto lesperienza di scoprire che ci manca ancora quella fiducia totale nel Signore che allontana la paura e ci fa scoprire il nostro tempo e la nostra realt come lopportunit che lui ci offre per diventare suoi veri missionari. Al termine di questa relazione, vogliamo ringraziare tutti voi, i vostri consigli e quanti ci hanno aiutato a portare avanti il nostro servizio in questi anni. Siamo contenti della vostra collaborazione con il Consiglio Generale e riconoscenti per la vostra comprensione, la vostra pazienza e il vostro lavoro. Chiediamo perdono se non sempre abbiamo potuto rispondere alle vostre attese e alle urgenze vissute sul terreno della missione. Sapete bene che abbiamo fatto il nostro meglio. Siamo convinti che San Daniele Comboni cammina insieme a noi e ci chiama a non perdere lentusiasmo e la gioia per andare avanti, sicuri che il Signore ci riserva ancora tante sorprese, belle sorprese. Grazie al Dio delle misericordie il mio Vicariato, e le sue Opere camminano secondo lo spirito di Ges Cristo, e si riesce a fare non poco bene, ma molto, malgrado enormi difficolt, e croci che mi vengono da chi dovrebbe cagionarmi invece consolazioni. Ma le Opere di Dio sono sempre state cos. Confidato in Dio, io vo innanzi nella via mia, tento di morire per Ges e per la Nigrizia. P. Enrique Snchez G. Superiore Generale P. Alberto Pelucchi, Vicario Generale P. Antonio Villarino R. Assistente Generale Fr. Daniele Giovanni Giusti, Assistente Generale P. Tesfaye Tadesse Gebresilasie, Asistente Generale RdV 144 L'assemblea intercapitolare la riunione dei membri del consiglio generale con i superiori provinciali insieme agli incaricati dei segretariati generali. Essa si svolge tra un capitolo generale e l'altro, allo scopo di verificare l'esecuzione delle decisioni capitolari e studiare nuove vie per continuarne la realizzazione. L'assemblea convocata dal superiore generale con il consenso del suo consiglio ed di natura consultiva. Scritti 3615 Guida allattuazione del XVII Capitolo e programmazione del Consiglio Generale. Messaggio del Consiglio Generale. Atti Capitolari No. 18 Atti Capitolari, 31.1ss e 142.1 Atti Capitolari 36 Atti Capitolari, 42 Guida allattuazione del Capitolo, 15 e Atti Capitolari 62.4 MCCJ BULLETIN, No. 232 Numero Speciale sullIntercapitolare 2006 (a pagina 82-83) Si pu consultare quello che stato detto nella relazione allIntercapitolare del 2006 ai numeri 42-50 dove si parla del Divario tra personale ed impegni. Atti Capitolari No. 127, 128 Scritti 6956 PAGE \* MERGEFORMAT1 ? @ U X e f 2 ˻˪mm\H7\ !h'o 5CJ OJ QJ aJ mHsH'h