Roma, domenica 4 marzo 2012
“Per la difesa dell’ambiente missionari comboniani in prima linea.” Questo il titolo del testo pubblicato sul quotidiano L’Osservatore Romano – ieri 3 marzo 2012, pagina 6 – in riferimento al documento finale dei Comboniani all’Assemblea europea tenutasi a Pesaro dal 7 al 17 febbraio scorso.

In vista della conferenza internazionale delle Nazioni unite a Rio de Janeiro il prossimo giugno

Per la difesa dell’ambiente missionari comboniani in prima linea

«Una grande sfida che ci deve vedere tutti uniti». Così i missionari comboniani d'Europa invitano ad affrontare la grave crisi ecologica che incombe sul pianeta. Lo hanno fatto, durante un loro raduno svoltosi a Pesaro, con un documento redatto in vista di “Rio+20”, la conferenza internazionale delle Nazioni unite sull'ambiente che si terrà in Brasile, a Rio de Janeiro, dal 20 al 25 giugno prossimi. «Se siamo chiamati in tutto il mondo a proclamare il Dio della Vita, allora dobbiamo impegnarci in difesa della Madre Terra. È un problema teologico, etico e morale».

I religiosi invitano a superare il clima di generale indifferenza che circonda una problematica così importante per il futuro dell'umanità e suggeriscono alcune «piste concrete di impegno», sia a livello personale che comunitario e di Stati. Purtroppo — osservano i missionari — «questa gravissima crisi ecologica sembra quasi che non ci tocchi, non ci interroghi, non ci preoccupi. L’umanità, in questi anni non ha fatto altro che ignorare o sottovalutare il dramma ecologico». Dramma che ha ormai superato il livello di guardia, nonostante i continui ammonimenti della comunità scientifica internazionale e in particolare dell'International Panel for Climate Change. E tutti i tentativi fatti fin qui dai governi per arrivare a un accordo sono falliti. «Purtroppo anche la conferenza di Durban (2011) è finita senza accordi vincolanti. Dovremo aspettare il 2015 o addirittura il 2020 per nuovi trattati ». Tuttavia, «non abbiamo dieci anni a disposizione per salvarci. La comunità scientifica ritiene che la temperatura potrebbe salire di 3-4 gradi entro la fine del secolo se continuiamo su questa strada». E per evitare un tale disastro occorrerebbe tagliare l’80 per cento delle emissioni di gas serra entro il 2050.

Le resistenze, però — denunciano i missionari — sono molto forti. «Purtroppo i governi sono oggi prigionieri dei potentati economico-finanziari, come dei potentati agro-industriali che traggono enormi profitti da questo sistema. La finanza poi, che è il vero governo mondiale, vuole guadagnare anche sulla crisi ecologica con la cosiddetta green economy, l’economia verde. È la finanziarizzazione anche della crisi ecologica».

La gravità della situazione, insomma, interpella nel profondo. «Che dobbiamo fare?» è l'interrogativo che i missionari si sentono ripetere. «Rispondere a questa domanda significa fare seria animazione missionaria», sostengono i comboniani, che suggeriscono anche alcune concrete linee d'azione.

In primo luogo, occorre «rimettere in discussione il modello di sviluppo e lo stile di vita che costituiscono la causa del disastro ecologico ». Il che significa «impegnarci con uno stile di vita più sobrio, riducendo la dipendenza dal petrolio e potenziando il solare e le energie rinnovabili». A livello locale occorre «rispondere al problema dei rifiuti con il “riciclaggio totale” opponendoci agli inceneritori». A livello europeo urge «sostenere il piano della Commissione europea che prevede la riduzione dell’80 per cento di emissioni di gas serra entro il 2050». E, infine, su scala mondiale bisogna «chiedere la costituzione di un Fondo per aiutare i Paesi impoveriti a far fronte ai cambiamenti climatici. Anche noi missionari comboniani europei saremo presenti a Rio de Janeiro e la nostra presenza vuol significare un rinnovato impegno a far rispettare non solo i diritti dell’uomo, ma anche i diritti della “madre terra”. È proprio la nostra passione per il Dio della Vita che ci deve spingere a impegnarci per salvare uno dei grandi doni che il Padre ci ha fatto: “la madre terra”».