Venerdì 29 maggio 2015
Questa ‘Lettera aperta’ è specificamente diretta alla ‘Commissione Precapitolare’ – scrive P. Francesco Chemello – come argomento da riflettere e da tenere in considerazione in relazione alla ‘Prima Evangelizzazione’ nel nostro Istituto Missionario Comboniano. Essa, naturalmente, è ‘aperta’ anche alla riflessione e discussione di ogni confratello su tale tema che non sembra essere un ‘tema comboniano’ e nemmeno una sfida per noi, (probabilmente solo un tabù) sia nel campo pratico della missione che in quello della riflessione accademica.

 

P. Francesco Chemello,
Leer (Sud Sudan).

 

Presentazione

Sono certo che i nostri confratelli impegnati direttamente nella missione in situazioni di città, di baraccopoli, di giovani e in ospedali, questo tema è sicuramente cruciale. In quei posti e settori, tuttavia, essi probabilmente possono avvalersi di personale laico cristiano ben preparato o di congregazioni religiose, specialmente di suore, capaci di dare una risposta a questo quesito, per cui, essi possono essere portati a pensare che questo non è parte della loro missione ma di quella di altri.

Se questo problema esiste, perché “viene ignorato” nella nostra riflessione e nei nostri documenti ufficiali?

Questa è precisamente la ragione di questa “Lettera aperta” e spero che molti confratelli rispondano coi loro commenti e contributi di riflessione, specialmente alla “Commissione Precapitolare”. Non è forse questa una delle “nuove periferie della società” dove portare gioia di Gesù per noi Comboniani?

 

LETTERA APERTA AL XVIII CAPTITOLO GENERALE

PRIMA EVANGELIZZAZIONE, ABORTO E FORMAZIONE DELLE COSCIENZE
AL VALORE DELLA VITA DAL SUO INIZIO


P. Francesco Chemello, mccj

L'anno 2013, mentre riflettevo sulla "Ratio Missionis" e le numerose sfide presenti, molte questioni importanti sono passate sotto i miei occhi e molte sfide riguardo ai mali passati e presenti, come i vari tipi di schiavitù e abusi per la vita umana, che erano già lì al tempo del nostro fondatore San Daniele Comboni e, dal suo tempo, non solo si sono moltiplicati in numero ma anche in nuove forme. Poi, naturalmente, il tipo di missione adeguato a noi Missionari Comboniani in un mondo globalizzato e scristianizzato, con tutto il suo relativismo. Infine la questione dell "Ad Gentes o Inter Gentes", In Africa, in Asia, in Europa e in America.

Mentre leggevo e riflettevo, mi sono reso conto che c'era un argomento che non è stato mai affrontato come una sfida, ed è precisamente questo:

"NELLA NOSTRA PRIMA EVANGELIZZAZIONE come affrontiamo la questione della Formazione delle Coscienze al Valore della Vita fin dal suo inizio, di fronte ad una società' diffusamente 'ABORZIONISTA ?"

Sicuramente questo non è un argomento per noi "Comboniani", mi dissi! Il nostro fondatore San Daniel Comboni mai affrontò questo problema poichè aveva molti altri problemi più rilevanti da affrontare come quello di come sopravvivere all'interno dell'Africa, la proclamazione del Vangelo, schiavitù, paganesimo, oppressione di africani, "Salvare Africa con gli Africani" e una forte spiritualità capace di dare significato e supporto a tutte queste imprese.

Questo era completamente vero, ma era anche vero che, a suo tempo, "La vita non era minacciata fin dal suo inizio", tutti, Africani e non, credenti e non credenti, atei e persino i mercanti di schiavi, tutti loro avevano un profondo senso e rispetto per la vita umana alla sua nascita e nessuno lo avrebbe messo in  discussione nè si sarebbe coinvolto in pratiche abortiste. Ma ora, nella nostra epoca presente, questo problema è un argomento scottante, già messo in evidenza 20 anni fa da "Evangelium Vitae"[1] 1995, n. 3, 4, 13, 17 e ripreso nuovamente con forza dal nostro attuale papa FRANCESCO in Evangelii Gaudium e nelle sue omelie.

Sono allora andato a vedere i documenti del nostro ultimo capitolo e le relative lettere del superiore generale e suo Consiglio e anche le lettere congiunte con le Suore Comboniane (che hanno ancora un buon numero di sorelle nel campo dell'assistenza sanitaria e lavorano fianco a fianco con ONG laiche). Non ho trovato nulla su questo problema, tranne che, nell'ultimo capitolo, tra "Altri documenti"[2] della giustizia e della pace, è segnalato che il dottor Walley di MCI - Matercare International[3] fu invitato a condividere e dare una testimonianza su questo tema, ma tutto finì lì. Fu per noi solo “Una questione di passaggio e irrilevante, dato che i documenti del capitolo non l’hanno mai presa su? ”

DOMANDA

La mia conclusione fu questa: se questo non era un "problema di Comboni" al tempo del Comboni, è tuttavia una problema molto rilevante nel nostro tempo, perché esso non viene percepito come tale? Perché non siamo noi toccati affatto mentre altre società (religiose) rendono questo soggetto la ragione stessa della loro esistenza? È forse che non siamo specializzati in questo campo? Sì! È proprio questo!  La nostra specializzazione è sicuramente in altri campi, ma non in questo!

Ma se questo è il caso, che tipo di "Prima Evangelizzazione" stiamo noi portando avanti? Se è un "buon messaggio" che ha il potere di cambiare la vita delle persone, allora deve toccare le loro coscienze, se non lo fa, allora il messaggio è irrilevante, inutile. Molti possono dire: "L’Africa e molti paesi del sud del mondo apprezzano la vita" e, pertanto, non abbiamo bisogno di prenderci cura di questo problema! "

Che l'Africa e gli altri luoghi citati apprezzino la vita è vero, grazie a Dio, ma c'è una vasta gamma di aziende abortiste che stanno gettando miliardi in tale campo al fine di cambiare la coscienza delle persone secondo i loro schemi, del resto molto redditizi, sia in Africa che in altre parti del mondo, e fanno grandi affari distruggendo la vita col loro approccio relativistico. In questo settore essi sono preparatissimi professionalmente e riescono a convincere la gente che questo è pure "un bisogno ed un diritto da difendere" nella società e che nuove leggi in tal senso dovrebbero essere introdotte in ogni paese. Questo è precisamente il motivo che rende la questione urgente ma, purtroppo, "Noi non siamo specializzati in questo campo."

  1. È vero: "Noi Missionari Comboniani" non siamo preparati ad affrontare criticamente questo problema critico. Scienza e medicina si sono sviluppati velocemente in questo campo...
  2. Nelle nostre case di formazione noi possiamo formare studenti per tutti gli altri problemi, ma se facciamo qualche domanda su come affrontare questo specificamente, ne sono certo, la risposta sarebbe piuttosto vaga.
  3. I nostri esperti Comboniani e Teologi: hanno a che fare con una vasta gamma di questioni dalla spiritualità del Comboni alle nuove tendenze di Missiologia, psicologia e dei diritti umani ecc, ma questo problema è come un "tabù" non molto popolare. In realtà, non ricordo di aver visto alcun articolo su tale argomento, o altri correlazionati, adeguatamente trattati da un missionario comboniano recentemente.
  4. Aborto: se il relativismo ha influenzato il mondo (e lo ha reso pure schiavo) esso ha chiaramente colpito anche il nostro mondo cristiano. Possiamo noi dire che non ha colpito anche noi come Missionari Comboniani? Se la questione dell'aborto fosse indirizzata direttamente a ciasuno di noi personalmente, quante "sorprese" salterebbero fuori? Quanti Sì, No, Può darsi, Non io personalmente, ma però lascio ad altri libertà di scelta...  (Si lascerebbe "libera scelta" per la pena di morte o si lotterebbe per l'abolizione?)
  5. Se questo non è un argomento nelle nostre case di formazione, come pretendiamo che i nuovi confratelli, gettati nel lavoro (pastorale) missionario, possano essere in grado di illuminare le coscienze di altre persone, soprattutto dei giovani, ed essere in grado di affrontare l’ "alta professionalità" di tutte le migliaia di ONG nel campo medico che portano avanti "regolarmente" programmi  "di contraccezione artificiale , programmi abortivi e di sterilizzazione temporanea o permanente?
  6. I Giganti Farmaceutici, i Pianificatori della popolazione, le Ricche Fondazioni (come Rockfeller. Bill Gate, ecc.) i Contributi pubblici, l’ Associazione Planned Parenthood, le cliniche Mary Stoop e istituzioni simili, hanno lanciato da lungo tempo una guerra scientifica a vasto raggio su questo tema. Possiamo noi Comboniani ignorare che tutto questo colpisce al cuore il "MESSAGGIO EVANGELICO NELLA VITA DI OGNI PERSONA"? Di conseguenza, significa che esso tocca direttamente la "NOSTRA STESSA PRIMA EVANGELIZZAZIONE!"

Buon senso ed esperienza dicono che un cattivo seme darà frutti cattivi e uno buono darà frutti buoni, e che, quando un albero è storto/contorto da piccolo, è alquanto difficile a farlo diventare "diritto" una volta cresciuto. Quindi tale problema è importante per l’evangelizzazione.

"NELLA NOSTRA PRIMA EVANGELIZZAZIONE COME ABBIAMO AFFRONTATO IL PROBLEMA DELLA FORMAZIONE DELLE COSCIENZE AL VALORE DELLA VITA FIN DAL SUO INIZIO, di fronte ad una così diffusa "SOCIETÀ  ABORTISTA?"

Ecco i motivi per cui questo problema, a mio parere, non può essere trascurato nella nostra situazione presente, se vogliamo davvero essere «Missionari ben Preparati per la Prima Evangelizzazione», perché "la Prima evangelizzazione" ha a che fare con "il seme che seminiamo" e con ciò che rende la vita di una persona "Significativa e gioiosa" fin dal suo inizio. Non può essere "Buona Notizia" se il seme non è buono e se non apriamo (illuminiamo) le coscienze della gente che evangelizziamo sugli "inganni malvagi" della nostra società in questa fase della vita, soprattutto i giovani.

Quando una mentalità abusiva è presente, "come un normale stile di vita", fin dall'inizio della vita stessa, essa porterà, nella vita adulta, altri tipi di abusi come frutti, dato che la coscienza è portata a pensare che "non esiste alcun problema". Gli altri fattori come il profitto, l’interesse, la pressione, la timidezza, l’incapacità di battersi per i valori umani, condizioneranno più tardi la vita della gente e della società stessa. "Se noi evangelizzatori dormiamo", il lato opposto "non dorme affatto!"

Noi Missionari Comboniani abbiamo molte iniziative profetiche che, come lo è stato con il nostro fondatore, San Daniel Comboni, ci tengono in "prima linea", ma non possiamo essere in prima linea senza prenderci cura e notare che, in questo campo, la società e il mondo hanno cambiato completamente e che riguardo a questo argomento, può essere, ci troviamo ancora a vivere “nel mondo passato" , dove questo problema non esisteva. Noi possiamo essere presi con molta passione per "abolizione della pena di morte", un vero problema umano e di giustizia, anche se i casi possono ammontare a poche migliaia (molti altri casi, invece, sono l'esecuzione extragiudiziale fatta regolarmente), ma possiamo noi passare oltre alla premeditata "pena di morte ed esecuzione", per legge, di più di un miliardo (1.000.000.000) bambini abortiti[4] in meno di 70 anni di storia mondiale, con tutti i suoi precedenti e sviluppi (Metodi artificiali di contraccezione pianificata, sterilizzazione e aborto).

SOGNO FINALE

Sarei davvero molto felice di vedere questo punto veramente affrontato nel prossimo capitolo, aggiungendo alla "Evangelium Vitae" anche la "Evangelii Gaudium"[5] di Papa Francis e le sue omelie sul tema, poiché il tema principale del Capitolo porta la sua nota distintiva "DISCEPOLI MISSIONARI COMBONIANI: CHIAMATI A VIVERE LA GIOIA DEL VANGELO NEL MONDO DI OGGI.."  Una gioia, anche e soprattutto, per quelli senza voce, che sono i più poveri e abbandonati. Infine, vorrei richiamare nuovamente l'argomento principale e lasciare a ciascuno di noi e al capitolo XVIII, (attraverso la Commissione Pre-Capitular) cinque domande per la riflessione.

"NELLA NOSTRA PRIMA EVANGELIZZAZIONE COME ABBIAMO AFFRONTATO IL PROBLEMA DELLA FORMAZIONE DELLE COSCIENZE AL VALORE DELLA VITA FIN DAL SUO INIZIO, di fronte ad una così diffusa "SOCIETÀ  ABORTISTA?"

  1. Come aiutiamo i nostri studenti in formazione ad essere sensibili a questo problema?
  2. Come possiamo rendere questo tema un "foro aperto" di discussione, dato che l'argomento sembra essere un "tabù" e che è mai stato discusso adeguatamente a livello di Missionari Comboniani?
  3. Possiamo noi includere anche questo argomente tra i "Temi profetici Comboniani"?
  4. Dove stà l’ "inizio" della nostra spiritualità? (Non è forse il Buon Pastore con il cuore trafitto per la vita dell'umanità?) … Una vita a partire da dove e quando...?
  5. Possiamo noi tralasciare questo punto dalla nostra "prima evangelizzazione"? Perché?

P. Francesco Chemello, MCCJ [Leer - Sud Sudan].


[1] Papa Giovanni Paolo II, nella sua enciclica del 25 Marzo 1995, (EV.= Evangelium Vitae).

http://w2.vatican.va/content/john-paul-ii/it/encyclicals/documents/hf_jp-ii_enc_25031995_evangelium-vitae.html

[2] Infatti è tra gli "altri documenti" di GPIC che si trova l'unico riferimento alla Lettera Enciclica del Papa Giovanni Paolo II e si trova nella presentazione del Dott. R. L. Walley di Matercare, quando dice: "MCI mira ad essere una testimonianza profetica riflettendo sui valori del Vangelo della vita e dell'amore, come ci viene presentato nell’enciclica del precedente Santo Padre ‘Evangelium Vitae’ e più recentemente nella prima enciclica ‘Deus Caritas est’ del presente Santo Padre.

[4] Comboni Missionaries’ First Evangelisation, Abortion, The Gospel of Life. Formation of People’s Conscience - (2013) http://segretariato-evangelizzazione-mccj.over-blog.com/archive/2013-08/; http://data.over-blog-kiwi.com/0/51/25/32/201308/ob_1eb3b2_first-evengelisation-abortion-gospel-of-life.pdf (Part I – a reflection; Part II – references); http://data.over-blog-kiwi.com/0/51/25/32/201309/ob_68bef9_mccj-first-evangelisation-abortion-the-gospel-of-.pdf (Part III - World Abortion Statistics); Life and Abortion: http://francischemello.simplesite.com/189720233.