Mercoledì 25 luglio 2018
I corpi di bambini e adulti assorbono di continuo metalli pesanti a Cerro de Pasco, una città peruviana cresciuta intorno a un'enorme miniera. Situata sulle Ande, a 4.400 metri, con 70 mila abitanti, Cerro de Pasco è tra le città più alte del mondo. Un primato a cui però ne vanno aggiunti altri più tristi, legati alla contaminazione dell’ambiente e agli effetti sulla salute. Lo denuncia la ong Source International. [Osservatorio Diritti]

A Cerro de Pasco, nel cuore del Perù, una grande miniera a cielo aperto dà lavoro all’8% della popolazione. Ma tutti pagano il prezzo di un’attività che va avanti da decenni. Situata sulle Ande, a 4.400 metri, con 70 mila abitanti, Cerro de Pasco è tra le città più alte del mondo. Un primato a cui però ne vanno aggiunti altri più tristi, legati alla contaminazione dell’ambiente e agli effetti sulla salute.

Il dato che spicca su tutti è la concentrazione di metalli pesanti nell’organismo dei bambini: quelli che vivono a Paraghsa, quartiere vicino al sito, hanno tutti livelli di piombo superiori ai limiti di legge. In media, la concentrazione riscontrata da analisi condotte dalla ong Source International sui capelli dei ragazzini è quasi 40 volte più altadi quella misurata in un gruppo di bambini tedeschi e quattro volte più alta di quella dei bambini di Carhuamayo, a 50 chilometri dalla miniera.

Foto: Source International.

Dalla Cerro de Pasco Corporation al gruppo Glencore

Qui l’attività mineraria è iniziata nel XVI secolo: a Cerro de Pasco, infatti, si estraeva l’argento per la Corona Spagnola. In tempi moderni, poi, si è passati a zinco e piombo, con il succedersi di varie aziende: prima l’americana Cerro de Pasco Corporation, poi dal 1974 per 25 anni la società statale peruviana Centromin, acquisita nel 1999 dalla Volcan, oggi controllata dal gruppo Glencore.

Il gruppo Glencore, con sedi in Svizzera e nelle isole Jersey, ha tra i suoi maggiori azionisti il fondo sovrano del Qatar e l’amministratore delegato Ivan Glasenberg. Un gigante attivo nell’industria estrattiva, del petrolio e nell’agricoltura, con 150 siti produttivi in oltre 50 Paesi.

Montagne di detriti nella miniera del Perù

Nonostante i passaggi di mano, sul fronte dell’inquinamento e della salute dei cittadini, spiega il direttore e fondatore di Source International, Flaviano Bianchini, «non si sono visti miglioramenti». L’ong, con base in Italia e attività in 12 Paesi, è specializzata nel combattere le violazioni di diritti umani causate da attività estrattive e minerarie.

A Cerro de Pasco, per ogni tonnellata di materiale estratto meno di un grammo si trasforma in prodotto, mentre tutto il resto sono scarti. Rifiuti che oggi circondano la città e fanno da scenario ai pascoli di animali e ai giochi dei bambini.

«Le persone respirano la polvere che si alza da questi cumuli di rifiuti e quando piove i contaminanti finiscono nelle falde. Ogni cibo prodotto qui è pieno di metalli pesanti: piombo, arsenico, cadmio, cromo, zinco».

Uno studio condotto nel 2012 da un gruppo di ricercatori della Columbia University e pubblicato dall’Organizzazione mondiale della sanità, evidenzia che a Cerro de Pasco «solo 35 dei 74 campioni di suolo raccolti hanno una concentrazione di piombo sotto il livello massimo di 1.200 mg/kg raccomandato dall’Agenzia per la protezione ambientale degli stati Uniti per il suolo in aree residenziali dove i bambini non giocano».

Foto: Source International.

Violati i diritti umani basilari nella città peruviana

Secondo la ong e i cittadini, la contaminazione ambientale è ancora in corso, con la responsabilità della compagnia mineraria e la totale assenza dello stato peruviano nel garantire i diritti basilari ai propri cittadini. A partire dal diritto a vivere in un ambiente pulito e sano, godere di acqua potabile in quantità sufficiente, avere un’alimentazione sana e libera da sostanze tossiche, vivere in salute.

«In base alla legge del Perù n. 29236, si sta compiendo un crimine ambientale e un crimine contro le risorse naturali», si legge sul sito internet di Source International.

Dal canto suo, invece, il gruppo Glencore oggi rivendica i risultati della sua controllata: «Oggi Volcan ha forti politiche e programmi in atto sul fronte delle questioni ambientali a Cerro de Pasco. Rispetto all’acqua, Volcan ha migliorato l’infrastruttura idraulica e implementato un sistema di gestione ambientale completamente in linea con i limiti massimi permessi per la qualità dell’acqua. Per quanto riguarda l’aria, Volcan non ha superamenti sulla qualità dell’aria dal 2006. Riguardo al suolo, Volcan ha sviluppato una valutazione ambientale comprensiva del sito per capire e mitigare l’esposizione ai metalli pesanti. Rispetto alla comunità, Volcan dà accesso a diversi servizi sanitari e ha creato partnership strategiche per identificare e monitorare malattie chiave che colpiscono le comunità locali, sviluppando campagne per educare e attuare approcci preventivi».

Foto: Source International.

Numeri per combattere gli effetti dell’attività mineraria

Per produrre numeri a supporto della battaglia delle comunità locali, Bianchini dal 2009 va regolarmente a Cerro de Pasco. «Quando sono arrivato, la popolazione denunciava la situazione molto grave in cui viveva, ma nessuno aveva dati a supporto. Oggi stiamo conducendo studi sull’inquinamento e sulla contaminazione fisica delle persone per avere una base solida su cui basare le nostre rivendicazioni anche in sede giudiziaria. Il punto fondamentale sta nel riuscire a dimostrare che l’inquinamento è proseguito anche dopo il 1999, anno in cui è appunto subentrata la Volcan a Centromin».

I prelievi di campioni biologici della popolazione vanno avanti, ma i risultati di una prima ricerca condotta tra il 2016 e il 2017 sono già allarmanti:

«Il 100% della popolazione dovrebbe essere ricoverata per l’alto livello di metalli pesanti che ha nel sangue. I tassi di tumori sono estremamente alti, così come le malformazioni congenite e gli aborti spontanei».

Cerro de Pasco: livelli di piombo fuori norma

Attraverso l’aria e l’acqua, i metalli pesanti contenuti nelle montagne di detriti che circondano la città penetrano nell’organismo delle persone. I dati più impressionanti riguardano i bambini. Lo studio condotto dai ricercatori della Columbia University citato più sopra, aveva evidenziato che già nel 2007 l’88% dei bambini dell’area di Ayapoto, vicino alla miniera, avevano livelli di piombo nel sangue di 62 microgrammi per decilitro, contro il limite di 10 μg/dL.

A Paraghsa, quartiere in prossimità della miniera, come detto, il team di Source ha trovato livelli di piombo oltre soglia nei capelli del 100% dei bambini esaminati. La concentrazione media è di 3,6 milligrammi per chilo, contro gli 0,9 mg/kg dei bimbi di Carhuamayo, lontano dal sito, e addirittura gli 0,1 mg/kg di quelli tedeschi.

L’esposizione al piombo causa disordini mentali negli adulti e ha conseguenze gravissime per i bambini: secondo l’Associazione dei Medici per l’ambiente (Isde) l’esposizione a piombo è particolarmente pericolosa, tra gli altri, per lattanti, bambini, donne in età fertile e «provoca effetti neurologici, cardiovascolari, renali ed ematologici».

«Particolare preoccupazione desta l’esposizione prenatale perché può compromettere lo sviluppo neurologico con conseguenti deficit intellettivi, disturbi dell’attenzione, aumento dell’aggressività e riduzione della performance scolastica».

E poi si sono riscontrati eccessi di manganese e alluminio rispettivamente nel 97% e 96% dei piccoli, e di arsenico nell’86% dei casi.

Foto: Source International.

Malattie e silenzio in una delle città più alte al mondo

In un posto come Cerro de Pasco, la gente arriva per andarsene il prima possibile. Rimane solo il tempo necessario per fare un po’ di soldi e andare poi a goderseli altrove. D’altra parte, il lavoro in miniera è duro ma molto ben pagato.

«Questo fa anche sì che la gente non voglia più fare altri lavori peggio retribuiti, come il muratore o il commerciante. A Cerro le strade sono vuote, è desolante», aggiunge Bianchini.

In una città fantasma, così inquinata e depressa, sono morte anche attività prima fiorenti, come l’allevamento delle trote, mentre pesa il ricatto occupazionale: per proseguire le ricerche, il team di Source International cercava 100 malati cronici disponibili a mostrare la loro cartella clinica, ma in due settimane nessuno ha accettato.

«Sebbene la miniera oggi sia solo la quinta fonte di guadagno per gli abitanti di Cerro de Pasco, la gente non vuole esporsi perché teme che se lo fa, nessuno della sua famiglia potrà più avere un lavoro nel sito». Gli stessi attivisti locali non hanno vita facile: Bianchini anni fa ha ricevuto minacce di morte e il lavoro della ong è spesso reso difficile.

Foto: Source International.

Ospedale della regione di Pasco ridotto a centro vaccini

A giugno 2017, le madri dei bambini malati di Cerro de Pasco si sono incatenate sotto il ministero della Salute a Lima, per chiedere la dichiarazione dell’emergenza sanitaria a Cerro de Pasco e la costruzione di un ospedale regionale specializzato nella cura di patologie legate ai metalli pesanti. Grazie a queste proteste e alle prime ricerche della ong, il governo peruviano ha dichiarato lo stato di emergenza di tre mesi, ma al momento niente è cambiato.

«Lo stesso ospedale di Cerro de Pasco, nonostante la città abbia 70 mila abitanti, assomiglia piuttosto a un centro vaccini. Mancano servizi sanitari e l’edificio è circondato dai detriti. D’altra parte, quando la gente si ammala per prima cosa lascia la città. Chi vuole rimanere qui?».

Per dirla tutta, ci sarebbe un progetto statale di spostare l’intera città in un’area più salubre. Se ne parla da 10 anni, ma Cerro de Pasco è ancora lì, sull’orlo della miniera.

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