Nella conclusione del “discorso missionario” (Mt 10), Gesù dispone l’animo dei suoi discepoli ad assumere due atteggiamenti necessari per chiunque è inviato ad annunciare il Regno: la vocazione con le sue esigenze e la missione come accoglienza. Un messaggio che tocca da vicino ogni cristiano, non soltanto i ‘missionari’.

Missione come accoglienza:
di Gesù e dei Suoi

2Re 4,8-11.14-16; Salmo 88; Romani 6,3-4.8-11; Matteo 10,37-42

Riflessioni
Nella conclusione del “discorso missionario” (Mt 10), Gesù dispone l’animo dei suoi discepoli ad assumere due atteggiamenti necessari per chiunque è inviato ad annunciare il Regno: la vocazione con le sue esigenze e la missione come accoglienza. Un messaggio che tocca da vicino ogni cristiano, non soltanto i ‘missionari’. Anzitutto, la vocazione vissuta nell’amore. Gesù parla chiaramente di amore (v. 37) e di vita (v. 39). È in gioco la scelta per un amore più grande. L’amore ai familiari - doveroso, legittimo e benedetto - va visto insieme e confrontato con l’amore per Gesù. Solo alla luce dell’amore e della vita hanno senso le esigenze di una vocazione di servizio alla missione di Gesù; solo per amore è possibile fare scelte ardue, che risultano incomprensibili per chi è fuori di questa logica. Davanti al bene supremo - che è sempre e solo Dio - si dà il giusto peso anche a valori umani importanti, quali gli affetti familiari o gli interessi professionali, riservando, però, a Dio il primo posto, la prima scelta.

Il linguaggio di Gesù (‘prendere la croce’, ‘perdere la vita’) è scandaloso, sembra addirittura crudele, ma è l’unica parola che libera dalle illusioni e che ci fa trovare veramente la vita (v. 39); la via della croce è l’unica che sbocca nella vita vera: la risurrezione. Sono sempre attuali le parole di San Giovanni Paolo II: “Non abbiate paura di Cristo! Egli non toglie nulla, e dona tutto. Chi si dona a lui, riceve il centuplo. Sì, aprite, spalancate le porte a Cristo e troverete la vera vita”. Questo messaggio riguarda sia il missionario che annuncia il Vangelo sia coloro ai quali egli lo annuncia. A questa radicalità fa appello anche S. Paolo (II lettura): per il Battesimo siamo chiamati a “camminare in una vita nuova” (v. 4), perché “siamo morti con Cristo” e  “vivremo con Lui” (v. 8.11).

Il secondo grande tema missionario di questa domenica è l’accoglienza. È esemplare l’ospitalità che la donna di Sunem e suo marito offrono al profeta Eliseo (I lettura), ma lo è anche la gratitudine di questo ‘uomo di Dio’ verso quella coppia sterile: dopo aver consultato il suo servo Giezi, Eliseo profetizza che presto avranno un figlio. Si tratta di uno scambio di doni, offerti nella gratuità. Gesù loda il gesto semplice, gratuito, di “chi avrà dato anche solo un bicchiere di acqua fresca” (Mt 10,42). Da notare il dettaglio dell’acqua fresca, particolarmente gradita nei paesi caldi. La missione come accoglienza ha il suo fondamento nell’identità che Gesù stabilisce tra Sé e i suoi: “Chi accoglie voi accoglie me” (v. 40); parole che riecheggiano il test del giudizio finale: “Avevo sete e mi avete dato da bere” (Mt 25,35).

Accogliere in casa o nel proprio paese chi è nel bisogno, o chi scappa da guerre, o è alla ricerca di condizioni più dignitose per sé e la famiglia, è sempre stata una meritevole opera di misericordia, ancora secondo le parole di Gesù: “ero straniero e mi avete accolto” (Mt 25,35). Oggi, purtroppo, il complesso problema dell’accoglienza ai migranti-rifugiati-profughi è diventato un acceso tema politico a livello nazionale, europeo e mondiale, materia di continui dibattiti pubblici, carichi spesso di ideologie contrapposte. Lo scarso coinvolgimento di privati, associazioni e governi nel cercare soluzioni adeguate alle migrazioni è, almeno in parte, alla base di numerose tragedie e morti in terra e in mare, anche di donne, mamme e bambini. (*)

Si apre qui il tema della cooperazione missionaria alle opere di evangelizzazione e di promozione umana, che è un diritto-dovere di ogni battezzato, sia nelle forme sempre valide della preghiera, sacrificio, offerte…, come nelle forme nuove: l’informazione, la formazione, l’impegno per la giustizia, diritti umani... per un mondo più fraterno e solidale.  

Parola del Papa

(*) “Ieri le Nazioni Unite hanno celebrato la Giornata mondiale del Rifugiato. La crisi provocata dal coronavirus ha messo in luce l’esigenza di assicurare la necessaria protezione anche alle persone rifugiate, per garantire la loro dignità e sicurezza. Vi invito ad unirvi alla mia preghiera per un rinnovato ed efficace impegno di tutti a favore della effettiva protezione di ogni essere umano, in particolare di quanti sono stati costretti a fuggire per situazioni di grave pericolo per loro o per le loro famiglie”.
Papa Francesco
Angelus domenica 21-6-2000

Sui passi dei Missionari

28   giugno   S. Ireneo (135-202 c.), martire, nato a Smirne (odierna Turchia), discepolo di S. Policarpo. Divenne vescovo di Lione e grande evangelizzatore della Gallia. È uno dei Padri della Chiesa.

·     Compleanno di Muhammad Yunus, nato nel 1940 in Bangladesh, imprenditore sociale, banchiere, economista, leader della società civile. A lui e alla sua Grameen Bank fu attribuito il premio Nobel per la pace 2006, «per i loro sforzi diretti a promuovere lo sviluppo economico e sociale dal basso».

29   Ss. Pietro e Paolo, apostoli, martiri, missionari e fondatori della Chiesa di Roma e di altre località nel mondo ellenistico di allora. Furono uccisi a Roma sotto l’imperatore Nerone (64-67 c.). Fin dai primi secoli, la storia e la liturgia della Chiesa li ricordano, li venerano e li invocano assieme.

30   B. Basilio Velyckovskyj (1903-1973), martire, vescovo greco-cattolico ucraino. Perseguitato duramente in patria, fu espulso e morì a Winnipeg (Canada), per una dose di veleno a lento effetto, somministratagli prima della partenza per l’esilio nel 1972.

·     Ven. Pierre Toussaint (Haiti 1766-1853 Usa), nato ad Haiti da una famiglia di schiavi africani a servizio di una famiglia francese, che lo educò e lo fece battezzare. Trasferitosi negli Stati Uniti e divenuto un noto barbiere di qualità, si arricchì e aiutò la famiglia francese caduta in disgrazia. Acquistò la libertà per la sorella e la futura moglie, e soccorse orfani e appestati.

1     luglio        S. Oliviero Plunkett (1629-1681), martire irlandese, studiò a Roma e insegnò teologia nel Collegio romano di Propaganda Fide. Arcivescovo di Armagh (Irlanda), fu arrestato e ucciso a Londra.

·     B. Antonio Rosmini (1797-1855), sacerdote, teologo e filosofo italiano. Nel 1828 fondò al Sacro Monte Calvario di Domodossola l’Istituto della Carità (detto poi dei Rosminiani). Fu uomo di straordinaria profondità di pensiero e di vita cristiana. Per alcuni scritti fu incompreso e ingiustamente condannato dalla gerarchia della Chiesa, verso la quale, però, egli serbò sempre obbedienza e amore.

·     B. Assunta Marchetti (1871-1948), missionaria italiana in Brasile, esemplare nel servizio agli orfani degli emigrati. Fu cofondatrice delle Suore missionarie di S. Carlo (Scalabriniane).

·     Bb. Tullio Maruzzo (1929-1981), francescano di Vicenza, e Luis Obdulio Arroyo, suo catechista, ambedue martirizzati in Guatemala. Maruzzo fu uomo mite, ma deciso nella formazione e promozione dei campesinos. In quegli anni molte persone caddero vittime della violenza del regime in Guatemala, tra cui il vescovo Gerardi, sacerdoti, suore, numerosi catechisti e altri laici. (Vedi 13/2; 26/4; 4/6; 28/7).

3     S. Tommaso, apostolo, professò la sua fede in Cristo risorto (Gv 20,24-29). Secondo la tradizione, dopo la Pentecoste, annunciò il Vangelo in Mesopotamia e dopo l’anno 50 arrivò in India, dando vita alle ferventi comunità dei cosiddetti “cristiani di san Tommaso”. Distribuiti nel sud-ovest dell’India, specialmente nello stato del Kerala, rimasero uniti nella fede e nella comunione con Roma, fino al sec. XVII, quando alcuni gruppi passarono a Chiese cristiane ortodosse o evangeliche, mentre molti altri perseverarono nella fede delle origini.

4     S. Elisabetta di Portogallo (1271-1336), figlia del re di Spagna Pietro III, a 12 anni fu data in sposa a Dionigi, re del Portogallo, con il quale ebbe due figli. Rimasta vedova, donò i suoi averi a poveri e monasteri e divenne terziaria francescana. Fece opera di pacificazione e riconciliazione nella sua famiglia e, come consigliera del marito, tra Portogallo e Spagna.

·     Ricordo di P. François Xavier Gautrelet (1807-1886), gesuita francese, fondatore nel 1844 dell’Apostolato della Preghiera, rete mondiale di preghiera del Papa, per offrire azioni e preghiere al Cuore di Cristo, in riparazione dei peccati e per le intenzioni del Papa. Nel 1944, Pio XII definì questo apostolato «uno dei mezzi più efficaci per la salvezza delle anime». Oggi gli iscritti sono più di 40 milioni.

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A cura di: P. Romeo Ballan – Missionari Comboniani (Verona)

Sito Web:   www.euntes.net    “Parola per la Missione”

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