Ancora una volta, Gesù ci da la chiave di interpretazione della sua parabola, applicata ora alla vita di ciascuno (siamo un po’ buono e un po’ meno), alla vita e alla storia della Chiesa, chiamata a vivere immersa in un mondo di violenze e ingiustizie, ma sempre animata dalla speranza e dalla pazienza di Dio. In ogni tempo e luogo la Chiesa missionaria “deve proseguire il suo pellegrinaggio tra le persecuzioni del mondo e le consolazioni di Dio” (S. Agostino, De civitate Dei).

Il frumento, alla fine, avrà la meglio sulla zizzania

Sapienza 12,13.16-19; Salmo 85; Romani 8,26-27; Matteo 13,24-43

Riflessioni
Proibito mettere steccati e fare separazioni fra buoni e cattivi, fra santi e malvagi! Perché c’è il male nel mondo? Da dove viene la zizzania? Ce lo insegna Gesù. Nelle tre parabole del Vangelo (zizzania, granello di sènape e lievito), emergono gli insegnamenti della parabola del seminatore (vedi domenica XV): l’insignificante piccolezza del seme a confronto con la sua intima forza prorompente; il padrone che sparge nel campo grano buono, mentre il nemico vi semina zizzania; l’impazienza vendicativa dei servi e la tollerante pazienza del padrone… (v. 25.28-29). Alla fine, al tempo della mietitura, arriva il momento del bilancio definitivo: i risultati sono vagliati, con il conseguente premio o castigo (v. 30). Ancora una volta, Gesù ci da la chiave di interpretazione della sua parabola, applicata ora alla vita di ciascuno (siamo un po’ buono e un po’ meno), alla vita e alla storia della Chiesa, chiamata a vivere immersa in un mondo di violenze e ingiustizie, ma sempre animata dalla speranza e dalla pazienza di Dio. In ogni tempo e luogo la Chiesa missionaria “deve proseguire il suo pellegrinaggio tra le persecuzioni del mondo e le consolazioni di Dio” (S. Agostino, De civitate Dei).

Il Santo Papa Karol Wojtyla, in uno dei suoi ultimi libri, ci ha lasciato un commento autorevole sul mysterium iniquitatis che imperversa nel mondo e nella storia, e sulla coesistenza del bene e del male, con un riferimento esplicito alla parabola odierna: “Il modo in cui il male cresce e si sviluppa sul terreno sano del bene costituisce un mistero. Mistero è anche quella parte di bene che il male non è riuscito a distruggere e che si propaga nonostante il male, avanzando anzi sullo stesso terreno. È immediato il richiamo alla parabola evangelica del buon grano e della zizzania… In effetti, questa parabola può essere assunta a chiave di lettura di tutta la storia dell’uomo. Nelle varie epoche e in varia misura il grano cresce insieme alla zizzania, e la zizzania insieme al grano. La storia dell’umanità è il teatro della coesistenza del bene e del male. Questo vuol dire che, se il male esiste accanto al bene, il bene però persevera accanto al male e cresce, per così dire, sullo stesso terreno, che è la natura umana” (cfr. Memoria e Identità, p. 14).

La ricaduta di questo messaggio sul mondo missionario è immediata. Davanti al male che dilaga o alla chiusura e cattiveria di tante persone, il missionario e l’educatore sono tentati con frequenza di assumere il ruolo dei servi della parabola, che vorrebbero sradicare subito la zizzania (v. 28). Spesso ostentano il coltello dello ‘zelo’ per applicare l’aut-aut (o-o). Gesù, il divino seminatore del buon grano, invita ad aver pazienza e misericordia, concede tempo per la maturazione, rispettando i tempi di Dio, l’unico giudice che sa che cosa c’è nel cuore umano.

La missione, pur avendo la forza incontenibile del Vangelo (v. 31-32), inizia sempre in situazioni di piccolezza e di fragilità rispetto ai dinamismi poderosi del maligno. Il missionario è certamente portatore di un lievito che è capace di rinnovare il mondo dal di dentro (v. 33), ma che opera sui tempi lunghi della pazienza, della scarsa rilevanza, della momentanea sconfitta e della tolleranza. Lo aveva già prefigurato il libro della Sapienza (I lettura): o Dio, “il fatto che sei padrone di tutti, ti rende indulgente con tutti” (v. 16). A differenza dei potenti della terra, che spesso eccedono e abusano del potere, Dio è sempre “padrone della forza”, giudica “con mitezza”, ci governa “con molta indulgenza” (v. 18). Anzi il Dio cristiano manifesta la sua onnipotenza soprattutto perdonando e usando misericordia. Infatti, Egli dà ai suoi figli “la buona speranza” che, dopo i peccati, concede il pentimento (v. 19). Tale è lo stile di Gesù, che il discepolo e il missionario assumono come programma di vita e di azione. (*)

Il cuore umano è un campo di buon grano misto a zizzania, sotto la pressione del maligno e i furori dell’intolleranza. Proprio come dice una canzone, “dentro a tutti quanti c’è del bene e c’è del mal; ma in fondo ad ogni cuor è nascosto un capital”. C’è bisogno che lo Spirito (II lettura) venga in aiuto alla nostra debolezza (v. 26), ci sostenga nel tempo della coesistenza del bene e del male, dia animo alla nostra speranza, e ci educhi secondo il cuore misericordioso di Dio (v. 27).

Parola del Papa

(*) “Non è il potere che redime, ma l’amore! Questo è il segno di Dio: Egli stesso è amore. Quante volte noi desidereremmo che Dio si mostrasse più forte. Che Egli colpisse duramente, sconfiggesse il male e creasse un mondo migliore. Tutte le ideologie del potere si giustificano così, giustificano la distruzione di ciò che si opporrebbe al progresso e alla liberazione dell’umanità. Noi soffriamo per la pazienza di Dio. E nondimeno abbiamo tutti bisogno della sua pazienza. Il Dio, che è divenuto agnello, ci dice che il mondo viene salvato dal Crocifisso e non dai crocifissori. Il mondo è redento dalla pazienza di Dio e distrutto dall’impazienza degli uomini”.
Benedetto XVI

Omelia nell’inizio solenne del Pontificato, Roma, 24 aprile 2005

Sui passi dei Missionari

20   S. Apollinare (sec II), martire, primo vescovo di Classe-Ravenna (Italia), evangelizzatore dell’Emilia Romagna.

·     S. Frumenzio (inizio IV sec. -385 c.), nativo del Libano, evangelizzatore e fondatore della Chiesa in Etiopia. Fu il primo vescovo di Axum (odierna in Eritrea), ordinato da S. Atanasio.

21   S. Lorenzo da Brindisi (1559-1619), sacerdote francescano cappuccino, percorse molte regioni d’Europa predicando il Vangelo e realizzando missioni di riconciliazione. È dottore della Chiesa.

·     S. Alberico Crescitelli (1863-1900), martire, sacerdote italiano del Pime, missionario in Cina, ucciso in modo atroce nella rivolta dei boxers.

·     Ricordo di Albert John Lutuli (1898-1967), sudafricano, grande guida tribale, maestro, politico, pastore laico di una chiesa cristiana. In qualità di presidente generale dell’African National Council, optò per la nonviolenza attiva contro il sistema dell’apartheid sudafricano. Forgiò una compatibilità filosofica tra due culture – quella Zulu della sua patria e quella cristiano-democratica d’Europa. Ricevette il Premio Nobel della Pace nel 1960. Nel 1968 Nationi Unite gli attribui, a titolo postumo, il Premio per i Diritti Umani.

22   S. Maria Maddalena. Guarita da Gesù, lo seguì fino al Calvario. Fu la prima testimone della risurrezione di Gesù e ad annunciarla agli apostoli (cfr. Gv 20, 2.15-18).

·     B. Maria Inés Teresa Arias Espinosa (1904-1981), messicana, fondatrice delle Missionarie clarisse del SS.mo Sacramento e dei Missionari di Cristo per la Chiesa universale, due istituti per l’evangelizzazione ad gentes.

23   S. Brigida di Svezia (1302-1373), madre di famiglia, poi religiosa, mistica e fondatrice dell’Ordine del Santissimo Salatore. Andò in pellegrinaggio in Terra Santa e in vari santuari d’Italia. È compatrona d’Europa.

·     B. Margherita Maria López de Maturana (1884-1934), religiosa spagnola, fondatrice dell’istituto delle Mercedarie missionarie di Bérriz.

·     B. Basilio Hopko (1904-1976), martire. Fu vescovo ausiliare greco–cattolico di Presov (Slovacchia), incarcerato (1950-1964) e torturato sotto il regime comunista.

24   S. Charbel (Giuseppe) Makhluf (1828-1898), sacerdote e monaco maronita del Libano, poi eremita dedito alla preghiera e ad austere privazioni. La devozione popolare verso questo santo si è diffusa dovunque.

·     Bb. Giovanni Solórzano e Diego Martínez, martiri mercedari. Furono tra i primi missionari spagnoli nel Nuovo Mondo. Solórzano, compagno e consigliere di Cristoforo Colombo, fu ucciso a Cuba, divenendo il primo martire dell’America; Martínez fu ucciso in Perù, nel 1536.

·     SdD. Ezechiele Ramin (1953-1985), sacerdote comboniano di Padova, ucciso in Rondônia (Brasile), dopo aver compiuto una missione di pace tra un gruppo di contadini che reclamavano giustamente le loro terre. In una lettera indirizzata a una classe elementare, scrisse: «È bello sognare di rendere felice tutta l’umanità. Non è impossibile!».

25   S. Giacomo, apostolo, figlio di Zebedeo e fratello Giovanni. Fu il primo martire tra gli apostoli, ucciso (anni 42- 44) a Gerusalemme da Erode Agrippa (Atti 12,1-2). È patrono della Spagna.

·     Bb. Rodolfo Acquaviva, italiano, e 4 compagni gesuiti (Alfonso Pacheco, Pietro Berno, Antonio Francesco e Francesco Aranha), martirizzati nel 1583) a Salsette, presso Goa (India).

·     Nella Prima Conferenza generale dell’Episcopato latinoamericano (Rio de Janeiro, 1955) si creò il Celam (Consiglio episcopale latinoamericano), con sede a Bogotá (Colombia). Le successive Conferenze generali si tennero a Medellín (Colombia, 1968), Puebla (Messico, 1979), Santo Domingo (Rep. Dominicana, 1992), Aparecida (Brasile, 2007). Il Celam coordina le 22 Conferenze episcopali dell’America Latina.

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A cura di: P. Romeo Ballan – Missionari Comboniani (Verona)

Sito Web:   www.euntes.net    “Parola per la Missione”

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