Gesù fa un sondaggio d’opinione sulla sua Persona, ma va oltre i risultati del sondaggio (Vangelo). Chi è Gesù? Qual è la sua identità vera? Che ne pensa la gente? Ma voi, chi dite che io sia? Sono domande che ci rimbalzano dal passato e sono sempre attuali.
Pietro - pietra
che rende solida l’Unità e la Missione
Isaia 22,19-23; Salmo 137; Romani 11,33-36; Matteo 16,13-20
Riflessioni
Gesù fa un sondaggio d’opinione sulla sua Persona, ma va oltre i risultati del sondaggio (Vangelo). Chi è Gesù? Qual è la sua identità vera? Che ne pensa la gente? Ma voi, chi dite che io sia? Sono domande che ci rimbalzano dal passato e sono sempre attuali. L’affermazione centrale di questa domenica è la risposta di Simon Pietro, a nome anche degli altri, sull’identità di Gesù: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente” (v. 16). L’opinione della gente (v. 14) colloca Gesù al livello dei grandi profeti d’Israele (Elia, Geremia, Giovanni il Battista); il che è già una buona approssimazione, ma ancora a livello spettacolare. La gente coglie la grandezza di Gesù (miracoli, dottrina…), ma non arriva a conoscere pienamente la sua identità.
Per arrivarci, occorrono criteri interpretativi nuovi. Ci vuole un supplemento di fede. La risposta di Pietro, infatti, è frutto di una luce superiore, che viene dal Padre (v. 17); per questo va oltre l’intendere umano (da carne e sangue). Ma nonostante questa luce nuova, Pietro comprende solo parzialmente l’identità e la missione di Gesù: ne dà prova il testo del Vangelo di Matteo che segue riguardo alla croce. (Vedi Vangelo di domenica prossima). Questo dimostra la fatica del credere; è difficile per tutti. Cristiani non si nasce, ma si diventa. Credere in Gesù vuol dire “seguirlo”, cioè mettersi in cammino e ogni giorno cercare di assumere i suoi ‘sentimenti’ di totale fiducia nel Padre, “imitare” il suo stesso stile di vita attraverso gesti di bontà, misericordia, accoglienza, condivisione…
In uno scambio di confidenze reciproche, Pietro riconosce l’identità di Gesù (Tu sei il Cristo…), e Gesù rivela l’identità di Pietro (Tu sei Pietro…) e lo rende partecipe del Suo progetto per una nuova comunità: la sua Chiesa, che durerà nei secoli (v. 18). Nonostante le difficoltà e le resistenze storiche, opposte a questo testo di Matteo, il piano di Gesù riguardo alla sua Chiesa sussiste nel tempo. Secondo la tradizionale interpretazione cattolica, le tre metafore della pietra (v. 18), delle chiavi (v. 19) e il binomio legare-sciogliere (v. 19) si completano nel conferimento post-pasquale a Pietro del servizio di pascere, nell’amore, il popolo della nuova alleanza (cfr. Gv 21,15s). La fede di Pietro - e dei successori - è prioritaria e fondamentale: solo così nasce, si fonda, cresce la Chiesa. “Nell’umile testimonianza dell’apostolo Pietro” il Signore ha “posto il fondamento della nostra fede”, perché anche noi diventiamo pietre vive per l’edificazione della Chiesa (Orazione colletta).
Non qualunque modo di esercitare l’autorità è accetto a Dio e fa bene al popolo, come lo conferma la rimozione di Sebna, funzionario intrigante del palazzo (I lettura, v. 19), perché il Signore vuole “un padre per gli abitanti di Gerusalemme” (v. 21). Secondo Gesù, che è “il Signore e il Maestro” (Gv 13,14), che “non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la sua vita” (Mt 20,28), l’autorità (le chiavi) è data a Pietro e alla Chiesa per un servizio al popolo di Dio in una diaconia senza fine. Quanto più ampia è l’autorità tanto più intenso deve essere l’amore e generoso il servizio. Perché nel mondo tutti abbiano vita e la famiglia umana viva unita! È questo l’obiettivo della missione che Papa Francesco ripropone ogni volta che parla della Chiesa. (*)
Il Concilio ci dà la dimensione teologica e missionaria del progetto di Gesù: “La Chiesa pellegrinante è missionaria per sua natura” (AG 2). Perché “essa esiste per evangelizzare” (Paolo VI, in EN 14). È significativo il fatto che Gesù parli del suo progetto di Chiesa trovandosi in un territorio pagano (v. 13: regione di Cesarèa di Filippo), in un contesto geografico ed etnico simile a quello della donna cananea (vedi il Vangelo di domenica scorsa). Questi due fatti (la cananea e Pietro), narrati da Matteo, mettono in luce due valori importanti per capire l’identità di Gesù: la fede e la missione. Due valori necessari! Anzitutto, Gesù elogia la fede di ambedue, anche se diversa nel modo di esprimersi. Inoltre, i due fatti rivelano il carattere universale della missione di Cristo e della Chiesa. Una missione di salvezza aperta a tutti i popoli, vicini e lontani!
Un sondaggio d’opinione circa l’identità di Gesù, fatto ai nostri giorni, ci darebbe risultati approssimativi e riduttivi. È un fatto che una elevata proporzione di fedeli battezzati si sono allontanati dalla Chiesa, dal Vangelo e da Cristo, anche se non si può mai misurare il livello della fede di una persona. Per essi è necessaria una nuova evangelizzazione, con i contenuti e i metodi della missione ad gentes, cioè la prima evangelizzazione (cfr. RMi 33). Per molti occorre ripartire dai fondamenti della fede cristiana e far uso di ogni buon metodo pedagogico.
Il Vangelo odierno ed altre ricorrenze di questo periodo estivo ripropongono tre elementi tipici dell’identikit del cattolico. Tali valori sono: Eucaristia-Madonna-Papa, tutti e tre insieme. I molti anni di vita missionaria in vari continenti mi hanno portato a questa ferma convinzione. Sono valori che sostengono e rafforzano la fede del cristiano, illuminano il senso di appartenenza alla Chiesa, chiariscono la sua identità, lo aiutano ad essere sale e luce in seno al confuso universo religioso del nostro tempo. In particolare, di fronte a non cristiani, o protestanti, ortodossi, evangelici e altri gruppi. Non si tratta di fare polemiche o confronti odiosi. Per il cattolico, questi sono tre amori irrinunciabili, da condividere e da proporre ad altri con umiltà e rispetto; sono valori che riempiono di gioia la vita e la missione dei cristiani in qualunque parte del mondo.
Nel professare la nostra fede, diciamo: Credo la Chiesa una, santa, cattolica e apostolica; potremmo anche aggiungere una quinta nota: perseguitata, perché questa è una realtà costante nella storia, fino ai nostri giorni in varie parti del mondo. “Essere uomini-donne di Chiesa vuol dire essere donne-uomini di comunione”, ci ricorda Papa Francesco. Appartenere alla Chiesa è un valore grande, un dono prezioso del Signore, che postula il nostro ringraziamento costante e l’impegno a custodirlo e condividerlo con umiltà e rispetto. Preghiamo che il Signore ci conceda, come a santa Teresa di Ávila, la gioia di vivere e di “morire, come figli-figlie della Chiesa”.
Parola del Papa
(*) “Devo anche pensare a una conversione del papato. A me spetta, come Vescovo di Roma, rimanere aperto ai suggerimenti orientati ad un esercizio del mio ministero che lo renda più fedele al significato che Gesù Cristo intese dargli e alle necessità attuali dell’evangelizzazione. Il Papa Giovanni Paolo II chiese di essere aiutato a trovare «una forma di esercizio del primato che, pur non rinunciando in nessun modo all’essenziale della sua missione, si apra ad una situazione nuova». Siamo avanzati poco in questo senso. Anche il papato e le strutture centrali della Chiesa universale hanno bisogno di ascoltare l’appello ad una conversione pastorale”.
Papa Francesco
Esortazione apostolica Evangelii Gaudium (2013), 32
Sui passi dei Missionari
23 S. Rosa da Lima (1586-1617), laica peruviana, terziaria domenicana, dedita alla preghiera e alla penitenza per la conversione dei peccatori, per la salvezza degli indigeni oltre le Ande e dei popoli del lontano Oriente. È patrona del Perù, Filippine, India e altri paesi. (In Perù e in altri paesi si celebra il 30 agosto).
· Giornata internazionale per ricordare il commercio degli schiavi e la sua abolizione, istituita dall’Unesco nel 1998, nel 150° dell’abolizione della schiavitù da parte di Parigi.
24 S. Bartolomeo (Natanaele), apostolo. L’amico Filippo lo condusse da Gesù, che lo definì «un israelita in cui non c’è falsità» (Gv 1,47). Da allora Bartolomeo seguì il nuovo Maestro. Secondo la tradizione, fu evangelizzatore in India e in Armenia, dove morì martire.
· S. Emilia de Vialar (1797-1856), francese, ardente missionaria per la diffusione del Vangelo nelle regioni lontane e fondatrice delle Suore di S. Giuseppe dell’Apparizione, che nel 1856 erano già presenti con 42 case in quattro continenti (Europa, Africa, Asia e Oceania).
· B. Maria Incarnazione Rosal (1820-1886), nata in Guatemala, fondatrice e itinerante in varie nazioni americane. Morì durante una fondazione a Tulcán (Ecuador). È la prima beata guatemalteca.
· B. Miroslav Bulešić (1920-1947), sacerdote e martire della Croazia. Dopo essere scampato a vari attentati contro la sua vita, Miroslav accompagna un confratello, monsignor Jakob Ukmar, ad amministrare le Cresime nella parrocchia di Lanišće, nell’Istria settentrionale. I miliziani comunisti li minacciano di morte se non annulleranno la funzione. Ma la cerimonia prosegue. Subito dopo, un gruppo di miliziani lo bastonano a morte, finendolo poi a coltellate. Nel 1945, aveva inviato ai suoi nemici un messaggio: «La mia vendetta è il perdono! Oh Dio, perdonali».
25 S. Giuseppe Calasanzio (1558-1648), sacerdote spagnolo. Per soccorrere i ragazzi poveri e abbandonati, iniziò a Roma nel 1597 la prima scuola popolare, quotidiana e gratuita, secondo un modello che poi si sviluppò (le cosiddette Scuole Pie). Fondò, a questo fine, la congregazione degli Scolopi.
· Bb. Michele Carvalho, gesuita, e altri 4 martiri (1 domenicano e 3 francescani), furono bruciati vivi, per la loro fede in Cristo, a Scimabara (Giappone) nel 1624.
* Oltre ai 26 Martiri di Nagasaki nel 1597, nei primi decenni del 1600 ci furono, in vari luoghi del Giappone, diversi gruppi di martiri più o meno numerosi: missionari gesuiti, francescani, domenicani, agostiniani e altri, martirizzati assieme a moltissimi laici cristiani: terziari associati ai vari Ordini religiosi, singoli giapponesi e anche intere famiglie. La scarsità di documenti non permette un’identificazione certa, e ciò impedisce la beatificazione della maggioranza di questi laici.
· B. Maria del Tránsito (1821-85), argentima, religiosa del Terz’Ordine di san Francesco, lavorò con grande spirito missionario e fondò le Missionarie terziarie francescane.
· B. Maria Troncatti (1883-1969), salesiana di Brescia, infermiera della Croce Rossa durante la I Guerra mondiale. Nel 1922 partì per l’Ecuador, dove lavorò 44 anni tra gli indios Shuar per la loro evangelizzazione e promozione umana. Morì in un incidente aereo a Sucúa (Ecuador), mentre faceva da mediatrice tra i coloni e gli indios.
· B. Alessandro Dordi (1931-1991), sacerdote diocesano, membro della Comunità Missionaria Paradiso di Bergamo, missionario coraggioso e martire, ucciso in odio alla fede da terroristi di Sendero Luminoso a Rinconada (Chimbote, Perù). Fu beatificato a Chimbote nel 2015.
26 S. Teresa di Gesù Jornet Ibars (1843-1897), religiosa spagnola, cofondatrice delle ‘Hermanitas de los Ancianos Desamparados’ (Piccole sorelle degli anziani abbandonati), che oggi hanno 204 centri in 19 Paesi.
· S. Maria di Gesù Crocifisso Mariam Baouardy (1846-1878), nata non lontana da Nàzaret (allora nella Siria ottomana) da una famiglia greco-cattolica. Fu monaca delle Carmelitane scalze, fondatrice del Carmelo di Betlemme, dove visse fino alla morte.
· B. Lorenza Leucadia Harasymiv (1911-1952), religiosa e martire dell’Ucraina, arrestata per la sua fede e imprigionata in un campo di concentramento a Kharsk, presso Tomsk (Siberia russa), dove morì per tubercolosi e lavori forzati.
27 S. Monica (331-387 a Ostia-Roma), nata a Tagaste (odierna Algeria), ‘missionaria’ con la preghiera di intercessione per implorare, fra le lacrime, la conversione del figlio Agostino, che, grazie a lei, si avvicinò a Dio e divenne un grande santo.
· Ricordo di Hélder Pessoa Câmara (1909-1999), brasiliano, arcivescovo di Recife, promotore carismatico del rinnovamento ecclesiale e sociale voluto dal Concilio Vaticano II e la dottrina sociale della Chiesa. Fautore della opzione preferenziale per i poveri, ha integrato la dimensione spirituale e politica della fede. Affermava: «Se aiuto i poveri, mi dicono che sono santo; se chiedo perché sono poveri, mi dicono che sono comunista».
28 S. Agostino di Ippona (354-430), nativo di Tagaste (odierna Algeria). Dopo essere passato per varie correnti di pensiero filosofico e religioso, si convertì alla fede cristiana, fu battezzato a Milano da S. Ambrogio (Pasqua 387) e divenne vescovo di Ippona (oggi Annaba, in Algeria). Fu un fecondo scrittore di testi biblici, teologici e pastorali. È dottore della Chiesa, maestro universale di esperienza spirituale.
· S. Junípero Serra (1713-1784), sacerdote francescano spagnolo, pioniere delle missioni in Messico e fra le popolazioni amerinde della California.
29 Martirio di S. Giovanni Battista, precursore di Cristo “nella nascita e nella morte” e testimone del Vangelo “per la verità e la giustizia”, ucciso per ordine del re Erode Antipa nel 29/30 (Mc 6,17-29).
* Intorno a questa data, il Martirologio Romano fa memoria di numerosi martiri (vescovi, sacerdoti, religiose, laici) uccisi in luoghi e tempi diversi: persecuzioni in Inghilterra, Rivoluzione francese, guerra civile in Spagna, campi di concentramento, e altri. – È un’altra data significativa per fare memoria di tutti i missionari martiri di ogni tempo e luogo.
· B. Flaviano Michele Melki (1858-1915), vescovo siro-cattolico, martire del genocidio assiro. Fu ucciso a Djézireh, nell’odierna Turchia, durante i massacri perpetrati contro gli armeni e altri cristiani, su istigazione dei ‘Giovani turchi’ (movimento politico della fine del sec. XIX, responsabili anche del genocidio dei greci del Ponto e di quello degli assiri).
· S. Eufrasia del S. Cuore di Gesù Rosa Eluvathingal (1877-1952), suora carmelitana dell’India. Per la sua vita di unione con Dio, la gente le diede il soprannome di ‘Madre orante’.
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A cura di: P. Romeo Ballan – Missionari Comboniani (Verona)
Sito Web: www.comboni.org “Parola per la Missione”
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