L’impegno di Talitha Kum in tutto il mondo: “Non lasciare nessuno indietro”

Immagine

Domenica 30 luglio 2023
Ogni anno, il 30 luglio, si tiene la Giornata mondiale delle Nazioni Unite contro la tratta di esseri umani, per sensibilizzare sul tema e promuovere la dignità umana. Reach Every Victim of Trafficking. Leave no One Behind (“Raggiungere ogni vittima della tratta. Non lasciare nessuno indietro”) è il tema di quest’anno. [L’Osservatore Romano]

I trafficanti operano sfruttando le situazioni di vulnerabilità: mirano a persone che sono alla ricerca di una nuova vita, per migliorare la loro situazione economica o trovare un luogo dove vivere in sicurezza. Molte persone sono costrette a fuggire dal proprio Paese alla ricerca di sicurezza o di lavoro. Come quei bambini che sono fuggiti disperati, senza sapere dove sarebbero finiti. «Voglio vedere la mia mamma» è la supplica di una bambina che è stata separata dal fratellino quando sono fuggiti dal conflitto in Sudan. Spesso i trafficanti di esseri umani mirano alle persone vulnerabili come questi bambini. I bambini vittime della tratta molte volte non vengono identificati e non hanno quindi accesso alla protezione e ai servizi.

Dobbiamo fare di più per porre fine a questo orribile crimine della tratta degli esseri umani, non lasciando nessuno indietro, soprattutto i più vulnerabili. Talitha Kum, la rete internazionale gestita dalle suore contro la tratta di esseri umani, istituita nel 2009 dalla Unione internazionale delle superiore generali ( uisg ), è cresciuta considerevolmente e continua nel suo impegno per produrre cambiamenti che portino a un mondo migliore. Talitha Kum crea reti in tutto il mondo facendo sì che tali cambiamenti avvengano per continuare a lottare contro la tratta e lo sfruttamento attraverso la prevenzione, le vie legali, l’azione e la preghiera.

Nel 2022 la crescita dell’organizzazione è stata importante dal punto di vista sia qualitativo sia quantitativo. Talitha Kum è diventata una rete di reti che finora ha raggiunto 560.606 persone in tutto il mondo. C’è stato un aumento del 40% rispetto al 2021. Ciò è stato possibile grazie alle nostre sorelle e ai nostri fratelli — presenti in 5 continenti in 58 reti inter-congregazionali in 97 Paesi — che lavorano incessantemente nei principali campi di azione di Talitha Kum: la prevenzione, l’assistenza alle vittime, le vie legali, la creazione di reti.

Tre nuove reti di Talitha Kum sono state create nel 2022: in Mali, Costa d’Avorio e Bolivia. Inoltre, Talitha Kum è in contatto con diversi altri Paesi che stanno sviluppando reti potenziali, soprattutto la Mauritania, la Tunisia, l’Angola, il Malawi, il Togo, la Repubblica Democratica del Congo, la Malesia, Hong Kong, il Nepal, Portorico e il Nicaragua.

Lo scorso anno è stato uno dei momenti più difficili per le molte crisi interconnesse, tra le quali l’impatto della pandemia di covid-19, i conflitti in molti Paesi (Myanmar, Sri Lanka, Siria, Burkina Faso, Venezuela, etc.), la guerra in Ucraina che ha provocato tanta sofferenza a milioni di persone, le devastanti catastrofi naturali conseguenza del cambiamento climatico. Tutte queste crisi stanno avendo un forte impatto sulla tratta degli esseri umani a livello mondiale.

Nel 2022 il numero dei componenti di Talitha Kum nel mondo è sceso del 9% perché molte congregazioni religiose femminili si stanno confrontando con un calo del numero dei propri membri. Questo si traduce in una sfida alla loro partecipazione attiva e al loro impegno nella rete Talitha Kum. La partecipazione delle congregazioni religiose maschili è invece crescita del 13%. Inoltre, quando riflettiamo sulla complessità dei tempi che stiamo vivendo, vediamo che la rete Talitha Kum continua a dedicarsi alla sua missione, camminando insieme nell’assistere persone ferite dallo sfruttamento e nel lottare contro il traffico di esseri umani.

La rete Talitha Kum risponde alla sua chiamata all’azione, assistendo, curando, emancipando e partecipando alla vita delle vittime e dei sopravvissuti, così come a quella delle popolazioni che rischiano di diventare vittime della tratta e dello sfruttamento. Come ha detto Papa Francesco, non sono statistiche ma persone reali. Se le incontreremo, sapremo di più di loro. E se conosceremo le loro storie, saremo capaci di capirle.

La tratta di esseri umani è cambiata e si è diffusa. Viviamo in un mondo dove le relazioni umane sono valutate in base a quello che le persone “hanno”, piuttosto che a quello che “sono”. Questa seconda dimensione è spesso ignorata e dimenticata, lasciando il posto alla prima: per essere ho bisogno di avere, a ogni costo. L’instancabile lavoro di Talitha Kum a livello locale dovrebbe essere utilizzato come un strumento legale per costringere quanti hanno il potere ad affrontare la situazione attuale e a cambiarla. Una vera trasformazione comporta un cambiamento di paradigma nella società e nella mentalità degli individui. Il cambiamento spesso nasce dalla consapevolezza e dalla presa di coscienza degli individui.

Abbiamo bisogno di un posto dove cominciare a compiere passi concreti per continuare a muoverci nella giusta direzione. In quest’ottica, la chiamata all’azione di Talitha Kum è diventata uno strumento utile e una guida affinché seguitiamo a muoverci verso azioni concrete. Continuiamo ad esortare tutti gli attori importanti e le parti interessate a unirsi al nostro cammino per rendere reale la forza del cambiamento.

È una chiamata all’azione per noi come Chiesa, insieme alla società civile, alle ong con gli stessi obiettivi, e ad altre organizzazioni, per lavorare con i governi, le organizzazioni internazionali e altre agenzie. Ciò viene richiesto a ogni individuo, nelle famiglie e nelle comunità, e ancor di più ai responsabili politici, agli agenti delle forze dell’ordine, etc. Insieme, c’imbarchiamo in un viaggio sinodale per avere gli occhi e le orecchie aperti a ciò che sta accadendo nelle comunità attorno a noi.

Fin dall’inizio, il rafforzamento della rete con diverse organizzazioni e religioni partner all’interno della rete Talitha Kum è stato cruciale. Essere una rete di reti ci dà più forza. Camminare e lavorare insieme, il coordinamento e la cooperazione, sono strumenti essenziali nel combattere la tratta.

Il coinvolgimento dei giovani — attraverso il ruolo dei “giovani ambasciatori anti-tratta” di Talitha Kum — è cresciuto e si è diffuso ovunque. Abbiamo iniziato in Asia, poi siamo passati all’Oceania, all’Africa e all’America latina. I “giovani ambasciatori” si sono assunti l’impegno di essere protagonisti tra i loro coetanei nel far sentire la voce dei giovani con coraggio e speranza. Svolgeranno un importante ruolo in vista del 10° anniversario della Giornata mondiale di preghiera e di riflessione contro la tratta di persone, che si tiene ogni anno l’8 febbraio.

Il messaggio di Papa Francesco ai giovani di tutto il mondo dell’8 febbraio 2023 ha ispirato questo impegno per il cambiamento: «Mi auguro che siano in tanti ad accogliere il vostro invito a camminare insieme contro la tratta: camminare insieme a chi è distrutto dalla violenza dello sfruttamento sessuale e lavorativo; camminare insieme ai migranti, agli sfollati, a chi è in ricerca di un luogo dove vivere in pace e in famiglia. Insieme a voi giovani, per riaffermare con coraggio il valore della dignità umana».

Un altro frutto importante della forte collaborazione di Talitha Kum con altre religioni o gruppi interreligiosi è costituito dalla sua crescita del 31% nel 2022, a livello locale, regionale, e internazionale, in particolare in Asia, Africa e Oceania. L’impegno di Talith Kum nell’accrescere la consapevolezza dei sopravvissuti e nel favorire la loro emancipazione è particolarmente evidente nei continenti americano e africano. Inoltre, non dobbiamo sottovalutare il lavoro realizzato nell’ambito legale a livello nazionale. E qui risalta in particolare l’attività svolta dalle reti europee, americane e oceaniche. A livello internazionale, abbiamo continuato a collaborare con organizzazioni e agenzie internazionali per un coordinamento e supporto reciproci nell’affrontare la questione, portando le società non solo a condannare la tratta di persone, ma anche a denunciare le sue cause.

Continuiamo a camminare insieme verso la dignità e verso il 15° anniversario di Talitha Kum nel 2024: l’amore si è manifestato in azione e vera trasformazione.

Concludo citando le parole di un sopravvissuto che si è rialzato con coraggio e speranza: «Era giunto il giorno in cui ero pronto a tornare a casa. Avevo la forza per ricominciare, volevo riprendere il lavoro nel mio piccolo chiosco, come faceva anni prima. Le suore di Talitha Kum hanno reso questo sogno possibile. Sono passati due anni. Ora vivo in Uganda, ho un mio chiosco e continuo a ricevere accompagnamento spirituale e sostegno nel proseguire il mio cammino di guarigione e di ricostruzione di una vita dignitosa».
Abby Avelino,
Suora domenicana di Maryknoll
Coordinatrice internazionale di “Talitha Kum”

[L’Osservatore Romano]

Mai più calpestate

Comprate, vendute, sfruttate, in altri termini: calpestate. Sono le vittime del traffico di esseri umani, oltre 27 milioni nel mondo. Un «affronto alla dignità e al benessere» di tante persone, ricorda Caritas Internationalis nel richiamare la complessità di un fenomeno, quello della tratta, che «perpetua» lo sfruttamento e la schiavitù. Una piaga che muove un giro d’affari criminale stimato ogni anno in oltre 30 miliardi di dollari, con un mercato illecito tra i più diffusi a livello planetario, assieme al traffico di droga e di armi.

Nell’edizione 2023 della Giornata internazionale contro la tratta di esseri umani, istituita nel 2013 dall’Assemblea generale dell’Onu che ha fissato nel 30 luglio la ricorrenza annuale, le Nazioni Unite puntano a «Raggiungere ogni vittima di tratta, non lasciare indietro nessuno», contrassegnando tutte le iniziative con #EndHumanTrafficking. Un tema che il segretario generale, António Guterres, legge come una chiamata a raddoppiare gli sforzi, per «individuare, proteggere e sostenere» le vittime di quella che, nel suo messaggio, definisce un’«atroce» violazione dei diritti umani e delle libertà fondamentali.

La tratta di esseri umani, osserva, prospera in tempi di conflitto e instabilità. Ad incidere, le disuguaglianze crescenti, la crisi climatica e gli sfollamenti record. A cadere nelle reti dei trafficanti sono soprattutto donne e bambini, sottoposti a «violenze brutali, lavori forzati, terribili abusi e sfruttamento sessuale». Nel mondo 1 bambino su 3 è vittima di sfruttamento, rivela un rapporto di Save the Children. In Europa i “nuovi volti” di chi rimane intrappolato nella tratta sono di persone provenienti da Asia, Africa e Paesi balcanici, 2 su 3 sono donne e ragazze, riferisce la Comunità Papa Giovanni xxiii , che riporta come l’uso delle nuove tecnologie aggravi il quadro.

I trafficanti «continuano a operare impunemente», denuncia il segretario generale delle Nazioni Unite: i loro crimini «non ricevono abbastanza attenzione». Una situazione che «deve» cambiare, investendo maggiormente nell’individuazione e nella protezione di chi è fatto oggetto di tali traffici e rafforzando l’impegno delle «forze dell’ordine per consegnare alla giustizia i criminali che mercificano» le persone.

Perché di ignobile mercificazione si tratta. Un turpe fenomeno che «sfigura la dignità» di individui forzatamente destinati ad essere «oggetti da usare e scartare», ha sottolineato Papa Francesco nel videomessaggio per la Giornata mondiale di preghiera e di riflessione contro la tratta di persone, celebrata a febbraio. È stato proprio il Pontefice a ricordare come i sistemi criminali approfittino di «ingiustizie e iniquità che obbligano milioni di persone a vivere in condizioni di vulnerabilità». Le crisi globali hanno di fatto aumentato i rischi: dalla guerra nel cuore dell’Europa a quelle in Africa, dall’emergenza climatica a quella migratoria. L’Onu evidenzia che «obiettivo dei trafficanti» rimane chi non ha uno status legale, chi vive in povertà, chi ha un accesso limitato o negato ai servizi di base, chi subisce discriminazioni.

Le risposte nazionali, si fa notare, «sembrano deteriorarsi». I tassi di individuazione sono diminuiti dell’11% nel 2020 e le condanne sono crollate del 27%, segnala l’Ufficio Onu per il controllo della droga e la prevenzione del crimine (Unodc). «La pandemia da covid-19 ha modificato le caratteristiche della tratta, spingendola sempre più nella clandestinità», denuncia il Palazzo di Vetro. «Politiche come l’applicazione e il rafforzamento delle leggi e la risoluzione delle cause che portano alla tratta» rimangono fondamentali, sottolinea il segretario generale di Caritas Internationalis, Alistair Dutton. Per non lasciare indietro nessuno, per non abbandonarsi all’indifferenza.

di Giada Aquilino
[L’Osservatore Romano]