Mercoledì 2 ottobre 2024
“Siamo comunità”. Questa è una delle parole che ci dice il Papa nel mese di ottobre. Francesco ci ricorda l’importanza di camminare insieme e di “condividere la responsabilità della missione della Chiesa”. Sottolinea anche che i sacerdoti non sono “i capi dei laici, ma i loro pastori” e che “Gesù ci ha chiamati, gli uni e gli altri: non gli uni sopra gli altri, né gli uni da una parte e gli altri dall’altra, ma completandoci reciprocamente. Siamo comunità”. [Nella foto: Missione comboniana di Kitelakapel in Kenya. Video del Papa]
Perciò tutti noi cristiani – consacrati, laici, sacerdoti – dobbiamo “dare testimonianza con le nostre vite”, offrendo sempre il meglio di ciò che sappiamo fare. Nel Video del Papa – prodotto dalla sua Rete Mondiale di Preghiera in collaborazione con la Diocesi di Brooklyn e la Segreteria generale del Sinodo, e con il supporto della Fondazione Pro Rete Mondiale di Preghiera del Papa – Francesco riassume questo messaggio di grande importanza in una breve frase: “siamo corresponsabili nella missione, partecipiamo e viviamo nella comunione della Chiesa”.
“Preghiamo perché la Chiesa continui a sostenere in ogni modo uno stile di vita sinodale, nel segno della corresponsabilità, promuovendo la partecipazione, la comunione e la missione condivisa tra sacerdoti, religiosi e laici”.
«Noi sacerdoti non siamo i capi dei laici»
«Tutti noi cristiani siamo responsabili della missione della Chiesa», per tale motivo insieme, bisogna percorrere «il cammino della sinodalità». È l’invito di Francesco nel videomessaggio con l’intenzione di preghiera per il mese di ottobre diffusa attraverso la Rete mondiale di preghiera del Papa, che esorta: «Preghiamo perché la Chiesa continui a sostenere in ogni modo uno stile di vita sinodale, nel segno della corresponsabilità, promuovendo la partecipazione, la comunione e la missione condivisa tra sacerdoti, religiosi e laici».
Il Pontefice spiega che tutti i cristiani — laici, sacerdoti, religiosi — sono «corresponsabili nella missione», perché «partecipiamo e viviamo nella comunione della Chiesa». I presbiteri non sono «i capi dei laici, ma i loro pastori», specifica Francesco, aggiungendo che «Gesù ci ha chiamati, gli uni e gli altri», che «siamo comunità» e per questo ci completiamo «reciprocamente». Non importa se si è “autista di autobus”, “contadini” o “pescatori, perché per tutti la missione è la stessa: «dare testimonianza con le nostre vite, ognuno contribuendo con ciò che sa fare meglio».
«I laici, i battezzati, sono nella Chiesa a casa propria e devono prendersene cura — sottolinea il Papa —. Lo stesso vale per noi, i sacerdoti, i consacrati».
Le immagini che accompagnano il messaggio di Francesco mostrano la ricchezza del popolo di Dio: i vari ministeri all’interno e al di fuori delle parrocchie, i diversi carismi, i momenti di vita comune. A raccontarli la diocesi di Brooklyn, che conta 200 chiese dove vengono celebrate messe in 26 lingue diverse, data l’ampia presenza di immigrati. Coinvolgendo un gruppo di professionisti laici della comunicazione religiosa, quello della diocesi americana è proprio un esempio di missione condivisa. La produzione del video che accompagna le parole del Papa è stata infatti curata da DeSales Media, realtà attiva nella comunicazione e nei media nella Chiesa di Brooklyn, con il sostegno della Fondazione Pro Rete mondiale di preghiera del Papa e la collaborazione della Segreteria generale del Sinodo dei vescovi. «Attraverso la nostra partnership con DeSales Media, abbiamo messo in evidenza i contributi dei laici nella nostra diocesi e sfidato i fedeli a creare una comunità di fede e di servizio audace, gioiosa e accogliente» ha detto monsignor Robert John Brennan, vescovo di Brooklyn, aggiungendo che il team «si impegna ogni giorno a fare la propria parte nel condividere la missione».
«Come professionisti della comunicazione, siamo stati chiamati a mettere i nostri talenti e la nostra esperienza al servizio della Chiesa» ha affermato Dominic Ambrosio, direttore dei programmi e della produzione di DeSales Media, auspicando che questo lavoro possa ispirare «altri a condividere ancora di più i propri talenti e la propria fede».
Questo di ottobre, in cui viene celebrata l’assemblea sinodale a Roma «culmine di un cammino iniziato tre anni fa e carico di aspettative, desideri e speranze», è un «momento cruciale» riflette padre Frédéric Fornos, direttore internazionale della Rete mondiale di preghiera del Papa, opera pontificia il cui scopo è di mobilitare i cattolici attraverso la preghiera e l’azione di fronte alle sfide dell’umanità e della missione della Chiesa. «È un tempo per ascoltare, in mezzo alla lotta spirituale che inevitabilmente sarà presente, ciò che lo Spirito del Signore dice alla Chiesa».
Il sacerdote gesuita evidenzia che nel video «Papa Francesco mette l’accento su ciò che è essenziale: “Siamo corresponsabili nella missione”». Un approccio, come rimarca il Pontefice, che «dovrebbe essere naturale, poiché tutti siamo battezzati in Cristo. Tuttavia, il fatto che siano necessari tre anni per prendere coscienza della sua necessità conferma la portata della sfida che la Chiesa si trova davanti nel suo cammino verso una vera sinodalità» prosegue padre Fornos, che richiama le parole ripetute più volte da Francesco: «Senza preghiera non ci sarà Sinodo».
«Solo la preghiera può trasformare i cuori attaccati a tradizioni umane e interessi personali e rendere la Chiesa più fedele al Vangelo» conclude il direttore internazionale della Rete mondiale di preghiera del Papa, che nelle intenzioni del Pontefice per il mese di ottobre scorge un incoraggiamento «a unirci in preghiera per il Sinodo, perché sia un vero momento di incontro, ascolto reciproco e discernimento comunitario, guidato dallo Spirito Santo».
[Tiziana Campisi – L’Osservatore Romano]