Roma, lunedì 18 giugno 2012
In vista del Forum Comboniano sull’Integrità del Creato (FCIC) – che si terrà dal 20 al 25 giugno 2012 a Rio de Janeiro – la Commissione di preparazione del FCIC ha inviato un questionario a tutti i responsabili del settore di Giustizia, Pace e Integrità del Creato (GPIC) delle circoscrizioni comboniane. Qui di seguito, presentiamo una sintesi delle risposte inviate dalle 21 province e delegazioni.

 

Risultati delle risposte al questionario
per il Forum Comboniano sull’Integrità del Creato (FCIC)
dal 20 al 25 giugno 2012 a Rio de Janeiro

Introduzione

In vista del Forum Comboniano sull’Integrità del Creato (FCIC) – che si terrà dal 20 al 25 giugno 2012 a Rio de Janeiro – la Commissione di preparazione del FCIC ha inviato un questionario a tutti i responsabili del settore di Giustizia, Pace e Integrità del Creato (GPIC) delle circoscrizioni comboniane, con un triplice obiettivo: conoscere concretamente le attività e i progetti che si stanno portando avanti o che sono stati pianificati nell’ambito dell’Integrità del Creato (IC) a livello di Istituto; pianificare i lavori del FCIC sulla base della nostra realtà e facilitare la programmazione delle future attività in comune.

Delle 29 circoscrizioni comboniane, 21 hanno risposto al questionario. Non hanno risposto: Asia, Centrafrica, Congo, Togo-Ghana-Benin, Tchad, Colombia, DCA e Messico. I responsabili di GPIC dell’Europa, riuniti a Coimbra il 12 maggio 2012, hanno sinteticamente presentato ciò che si sta facendo in ciascuna delle sei province comboniane nell’ambito della IC e hanno suggerito le aree prioritarie per le future attività come Continente. Il totale delle circoscrizioni che hanno risposto al questionario corrisponde al 71,4%. Se consideriamo il numero delle risposte delle province per continente, otteniamo i seguenti risultati: le 6 circoscrizioni dell’Europa hanno risposto, il che vuol dire 100%; delle 14 dell’Africa, hanno risposto in dieci (71%); delle 9 di America/Asia, hanno risposto in 5 (55,5%). Sulla base di questi numeri, non è possibile trarre conclusioni a livello di Istituto.

Qui di seguito, presentiamo una sintesi delle risposte inviate dalle 21 province e delegazioni. Si tratta di una sintesi generale, incentrata in particolare sul tema e sulle attività strettamente legate alla IC. Tutte le altre attività menzionate nelle risposte, relative a Giustizia e Pace, sono state escluse da questa sintesi finale. Nelle considerazioni finali, troverete delle conclusioni e le raccomandazioni che ci sembrano più evidenti e pertinenti.

I – Sintesi delle risposte

1. Quali sono le principali sfide socio-ambientali nel territorio della tua provincia? Quali di queste sono le più urgenti, che i Comboniani devono assumere e affrontare?

  • Lo sfruttamento sfrenato del sottosuolo (industria mineraria, sfruttamento di combustibili e metalli preziosi, oro, carbone, coltan...).
  • Lo sfruttamento del suolo attraverso coltivazioni intensive che portano all’infertilità dei terreni (monoculture di soia, eucalipto, uso di pesticidi…).
  • L’inquinamento generale delle acque sotterranee, dei fiumi, delle spiagge, dei mari, dell’aria, della terra… (provocato dall’estrazione e trasporto di petrolio, gas, olio, industria mineraria, uso di prodotti chimici…).
  • L’industrializzazione e la produzione di rifiuti tossici.
  • La deforestazione e desertificazione del suolo (appropriazione della terra, vendita illegale di legname…).
  • La diminuzione delle terre coltivabili (pastorizia, urbanizzazione…).
  • Il consumo eccessivo di energia e soprattutto di energia proveniente da combustibili fossili. S’investe ancora poco in fonti di energia alternativa.
  • I mutamenti climatici che causano secche o piene.
  • Gli immigranti rifugiati come conseguenza dei mutamenti climatici.
  • La mancanza di demarcazione dei confini e l’invasione delle terre dei popoli indigeni, land-grabbing (appropriazione, accaparramento delle terre).
  • La costruzione in zone marittime e paludose, soggetta a distruzione in seguito a uragani e tempeste, mettendo a rischio la vita umana e animale.
  • La guerra e le attività militari che devastano l’ambiente (narcotraffico, terrorismo, armamento e rifiuti nucleari…).
  • Caccia alle specie a rischio di estinzione (rinoceronte, elefante …).

2. Qual è la sensibilità della Chiesa locale rispetto a questi temi? Vi sono iniziative interessanti?

  • Dipende molto da paese a paese e da provincia a provincia.
  • Vi è maggiore sensibilità per settori di Giustizia e Pace piuttosto che per la IC (si vedano le lettere pastorali).
  • Vi sono conferenze episcopali e diocesi sensibili ai problemi e ai temi ambientali e alle conseguenze che questi hanno sulle popolazioni (Brasile, NAP, Sudafrica) e altre poco o per niente sensibili (Ecuador, Perù/Cile, Polonia).
  • La maggior parte delle iniziative di IC sono locali o di qualche vescovo o di qualche comboniano o di una singola comunità religiosa.
  • Nella NAP, vi è buona sensibilità e collaborazione con la Chiesa locale, con altri istituti religiosi, con altre Chiese e con le ONGs.

3. Nella tua provincia vi sono comunità comboniane o confratelli direttamente coinvolti nell’affronto di tali sfide? Con quale tipo di attività?

  • In quasi tutte le province che hanno risposto, ci sono pochi comboniani e poche comunità direttamente impegnate e coinvolte in attività legate alla IC. Alcuni appoggiano individualmente e indirettamente, altri collaborano con la Chiesa locale e le organizzazioni civili.
  • In varie province, questo coinvolgimento avviene attraverso pubblicazioni stampate (Italia, Spagna, Portogallo, Sudafrica, Kenya, NAP, DSP, LP…), pagine Web, blog, ecc.
  • Nella NAP, abbiamo alcuni confratelli impegnati e altri che lavorano a tempo pieno (P. John Converset e P. Gian Paolo Pezzi) con VIVAT International, all’ONU. P. Converset è anche membro del Consiglio di Direzione di AFJN a Washington. Anche Cindy Browne lavora attivamente con varie organizzazioni nell’area di Cincinnati (USA).
  • In Italia, alcuni comboniani sono stati coinvolti nei referendum sulla privatizzazione dell’acqua e dell’energia nucleare e continuano a essere impegnati in attività legate al riciclaggio dei rifiuti, nuovi stili di vita, consumo critico, ecc. Merita una particolare menzione P. Zanotelli che lavora quasi a tempo pieno nella sensibilizzazione verso questi problemi.
  • In alcune province, vi sono confratelli coinvolti in azioni collegate alla IC (le discariche, l’estrazione dell’oro a cielo aperto…).
  • In Brasile, le comunità di Açailândia, Piquiá, affrontano i conflitti causati dalla catena di produzione minerario-siderurgica, denunciano le violazioni di diritti provocate dalla multinazionale mineraria VALE (visitare il sito internet www.justicanostrilhos.org); e Boa Vista si impegna nella difesa dei diritti dei popoli indigeni di Roraima.

4. Queste attività sono realizzate esclusivamente da Comboniani o esistono collaborazioni con altri movimenti ecclesiali e sociali? Com’è nata questa collaborazione?

  • In generale, i Comboniani lavorano in collaborazione con le diocesi, altri istituti, ONGs, università, movimenti e associazioni ecclesiali, sindacali, indigene e altre Chiese a livello nazionale e internazionale.
  • Varie province hanno fatto osservare che da soli si può fare poco o niente, per cui hanno insistito sul fatto che il lavoro deve essere fatto in collaborazione con gli altri istituti, con la Chiesa locale e con le organizzazioni della società civile.

5. Che tipo di preparazione stanno avendo o potranno ricevere i nostri confratelli riguardo a questi temi, nella tua provincia?

  • In generale, pochissimi confratelli hanno avuto una formazione specifica nel campo della IC.
  • Vi sono confratelli che hanno partecipato a corsi o workshop offerti localmente (CIMI, CPT…) e altri, che hanno seguito corsi di formazione a distanza, in gestione dei diritti umani e in politiche ambientali (BNE).
  • Nella NAP vi è una grande offerta di corsi, seminari e workshop a tutti i livelli.
  • Alcune province approfittano delle assemblee o di altri incontri provinciali per fare formazione continua nel settore di GPIC.
  • Le nostre pubblicazioni e pagine Web sono spazi di formazione, riflessione e condivisione.
  • Paradossalmente, se, da un lato, si sente la necessità di formazione, dall’altro, si parla di mancanza di tempo e persino d’interesse da parte di molti confratelli verso i temi di GPIC.

6. Nel 2012 realizzeremo un Forum Comboniano tematico sul tema specifico della IC, allo scopo di definire alleanze e strategie operative comuni. Nel 2013, si terrà il Forum Sociale Comboniano, in occasione del Forum Sociale Mondiale. Sarà un’opportunità per fare formazione permanente e definire le priorità della GPIC per individuare “una nuova missione comboniana”. Che tipo di collegamento e di continuità può esserci fra questi due incontri?

  • Il FCIC di Rio è una buona occasione per sensibilizzarci e scambiarci idee su temi specifici della IC (ecologia, giustizia ambientale, sviluppo sostenibile, mutamenti climatici…); chiarire la complementarità fra le attività di Giustizia e Pace e quelle legate alla IC e all’ambiente; e definire strategie comuni per lavorare in rete.
  • Il Forum Sociale Comboniano, in occasione del Forum Sociale Mondiale, permetterà di affrontare una gamma più ampia di questioni di GPIC; scambiare esperienze e fare una valutazione del lavoro dei diversi forum finora realizzati.
  • Si dovrebbe lavorare sulle conclusioni di questi incontri in modo da poterle applicare alla nostra pratica pastorale e missionaria concreta e non restare a livello di discorsi troppo teorici.
  • Gli incontri dovrebbero seguire una linea di riflessione continua, valutare e accompagnare l’implementazione degli impegni assunti in precedenza, e definire una strategia operazionale di linee operative comuni per la nostra attività pastorale.
  • Alcuni delegati che hanno partecipato agli incontri precedenti hanno trovato difficoltà nell’implementazione degli impegni e delle conclusioni nelle loro province.

7. Chi della tua provincia parteciperà al FCIC dal 20 al 25 giugno 2012, a Rio?

I Comboniani iscritti a partecipare al FCIC sono 26. Quattordici provengono dal Brasile (Nordest 8; Sud 6) e dodici dalle altre circoscrizioni (America 4; Africa 2; Europa 6). Essendoci anche 3 comboniane, 1 assistente, 1 giornalista e 1 avvocato, il totale previsto dei partecipanti al FCIC è di 32 persone.

II – Considerazioni finali

1. Prendendo in considerazione le 21 circoscrizioni che hanno risposto, si può concludere dicendo che Europa e Africa anglofona/Mozambico (APDESAM) hanno riposto al 100% e che nessuna delle quattro circoscrizioni dell’Africa francofona ha risposto (0%). Ciò significa che si possono trarre conclusioni parziali sull’Europa e la regione dell’APDESAM, ma non conclusioni a livello di Istituto.

2. Tutte le circoscrizioni hanno risposto più a lungo e dettagliatamente alla prima domanda che non a tutte le altre. Da un lato, questo mostra che i Comboniani hanno visione e coscienza della realtà e allo stesso tempo riconoscono l’urgenza di affrontare le sfide socio-ambientali laddove svolgono la loro azione missionaria. Dall’altro, le attività realizzate o da realizzare sembrano in proporzione molto di meno, se legate ai problemi e alle sfide presentate. In base a questo, si può concludere che siamo più capaci di “vedere” e di “giudicare” che di “agire”.

3. Le Chiese locali e le circoscrizioni, oltre a manifestare una certa sensibilità per i problemi legati alla IC, fanno ancora molto poco di concreto in questo settore. È necessario rivedere lo stile della nostra presenza nelle istanze decisionali della Chiesa locale, nelle istanze governative, nelle imprese multinazionali e nella società in generale.

4. Le circoscrizioni che hanno un’attività più sistematica, organizzata e continua, nell’ambito della IC, sembra siano la NAP (P. John Converset e P. Gian Paolo Pezzi), il BNE (justiça nos trilhos – sui binari della giustizia) e l’Italia (soprattutto P. Zanotelli). Si può affermare che vi è scarsa comunicazione e condivisione interprovinciale sul lavoro concreto di ogni provincia nel settore di GPIC. Si sente la necessità di un maggiore scambio di informazione e pianificazione fra i responsabili di GPIC, potendo contare sull’esistenza di un incaricato di GPIC a livello di Istituto, nominato nel gennaio 2011.

5. In generale, tutti i comboniani affermano di lavorare nel settore di GPIC in collaborazione con altri istituti e movimenti religiosi (dimensione ecumenica e intercongregazionale) e civili o con altre organizzazioni ecclesiali e sociali. Oltre a questo, sarebbe bene rivedere il nostro stile di vita e di presenza, i nostri impegni e le nostre strategie pastorali di GPIC nell’evangelizzazione e animazione missionaria a livello locale.

6. In generale, i confratelli responsabili di GPIC non hanno o hanno una informazione molto carente in questo campo e meno ancora nel settore della IC. Ciononostante, manifestano il desiderio di una maggiore formazione nel settore di GPIC. Si dovrebbe quindi pensare – come ha fatto di recente l'APDESAM al Cairo – ad una maggiore e migliore formazione dei confratelli dal punto di vista teologico, biblico, etico, spirituale, scientifico (ricerca), giuridico e pastorale della GPIC, in vista di una più alta qualità ed efficacia del nostro lavoro. Si tratterebbe di dare continuità alle riflessioni fatte da P. Francesco Pierli e da Fr. Alberto Parise e Fr. Gilbert Petersen. Partendo dall’attualità del tema e volendo andare più a fondo dell’argomento e con maggiore serietà, una parte di questa formazione dovrebbe essere inserita nel curriculum formativo dei candidati alla vita missionaria comboniana.

7. La maggior parte dei responsabili per il coordinamento delle attività di GPIC nelle circoscrizioni ritiene che il FCIC, il Forum Sociale Comboniano e il Forum Sociale Mondiale siano momenti utili e privilegiati di formazione e allo stesso tempo d’informazione su quanto si fa a livello di Istituto nel settore di GPIC. Quanti non partecipano a questi incontri sperano di ricevere un buon feedback per utilizzare i contenuti in essi affrontati come formazione permanente dei confratelli nelle varie circoscrizioni. S’insiste sulla necessità di valutare il cammino fatto (nei forum di Belém 2009, Nairobi 2010, Dakar 2011, Rio 2012) e di verificare i risultati o l’impatto che essi hanno avuto sulla programmazione o sulle attività concrete delle circoscrizioni. Questo, in vista del prossimo Forum Sociale Mondiale, a marzo 2013, in Tunisia, e, allo stesso tempo, del Forum Sociale Comboniano.

8. La partecipazione di 26 comboniani al FCIC di Rio, giugno 2012, si può considerare abbastanza significativa e rappresentativa a livello di settore di GPIC dell’Istituto. Solo l’Africa francofona non sarà rappresentata.

9. Sembra si possa affermare che a livello di Istituto si osserva una crescente consapevolezza dei problemi relativi alla IC, anche se vi sono alcune attività dei comboniani delle quali è difficile misurare l’efficacia e l’impatto pastorale e sociale. Ci riferiamo, per esempio, alle attività legate a “lobby and advocacy” e a tutta l’informazione pubblicata sulla stampa oppure online nelle pagine Web delle circoscrizioni.

10. Sembra si possano individuare, come suggerimento, alcune aree prioritarie per future attività e strategie d’interazione continentali e intercontinentali:
Europa (e NAP): ecologia (energie rinnovabili, inquinamento), privatizzazione dei beni pubblici (acqua), rifiuti domestici e industriali (separazione, incenerimento, residui tossici).
America: giustizia ambientale (industria mineraria, inquinamento e preservazione di suolo e sottosuolo).
Africa: land-grabbing (appropriazione, accaparramento e conflitto di terre), deforestazione e agricoltura organica (monoculture).
P. Arlindo Ferreira Pinto
Giugno 2012