Mercoledì 19 febbraio 2020
«Lo zelo missionario possa rinnovare tutte le Chiese, unite nella comunione universale»: è l’auspicio dell’arcivescovo Giovanni Pietro Dal Toso, segretario aggiunto della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli e presidente delle Pontificie opere missionarie (Pom), per il sesto Congresso americano missionario, Cam 6, che si celebrerà a Porto Rico nel 2023. Per la prima volta uno di questi congressi si tiene nei Caraibi. Il primo Cam si è tenuto in Messico nel 2004, l’ultimo in Bolivia.

VI Congresso americano missionario
nel 2023 a Ponce (Porto Rico)

«Lo zelo missionario possa rinnovare tutte le Chiese, unite nella comunione universale»: è l’auspicio dell’arcivescovo Giovanni Pietro Dal Toso, segretario aggiunto della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli e presidente delle Pontificie opere missionarie (Pom), che domenica scorsa, con una messa solenne presieduta nel santuario di Santa Maria di Guadalupe, a Città del Messico, così importante per l’evangelizzazione di tutto il continente americano, ha dato ufficialmente inizio al cammino di preparazione al sesto Congresso americano missionario, Cam 6, che si celebrerà a Porto Rico nel 2023.

Cammino che impegnerà tutte le diocesi del continente, come ha sottolineato il presule nell’omelia, «in modo che il Congresso missionario sia veramente un evento ecclesiale, cioè condiviso da tutte le Chiese, da tutti i cattolici del continente». Il presule, riferisce l’agenzia Fides, si è soffermato sul tema della sapienza, prendendo spunto dalla liturgia della parola del giorno. «Abbiamo bisogno di una sapienza che illumini, ispiri, accompagni, perfezioni l’impulso missionario, vero obiettivo del Cam», ha detto richiamando il libro del Siracide.

Per monsignor Dal Toso, «preparare il Cam significa essere illuminati da una sapienza che viene dall’alto e non è nostra; lasciamoci interrogare senza paura e senza pregiudizi da questa sapienza divina, senza la quale tutta la realtà eco-logica, umana, sociale, ecclesiale, rimane nell’oscurità». Nella parte conclusiva dell’omelia, l’arcivescovo ha riba-dito che «Cristo, sapienza eterna del Padre, ci manda tutti, ad gentes, fino ai confini della terra.

La Chiesa è portatrice di questa sapienza e una Chiesa missionaria, come desidera Papa Francesco, non può non rispondere a questa chiamata universale; nessuno può essere escluso dalla conoscenza e dalla comunione di vita con Dio Padre, con suo Figlio Gesù Cristo, con lo Spirito Santo». Infine, il presule ha ricordato che il continente americano ha ricevuto il Vangelo «per farlo proprio, per interiorizzarlo e per donarlo» e «il discepolo missionario è un discepolo per-ché riceve la fede ed è un missionario perché la offre», ha concluso esortando tutti ad aprirsi «affinché il mondo intero trovi la chiave per l’interpretazione della vita, della storia, dell’intero essere, nella sapienza di Cristo, in cui tutto è stato creato».
[L'Osservatore Romano, mercoledì 19 2020, p. 7]