Mercoledì 1 luglio 2020
Il 18 giugno, nel tardo pomeriggio, si è tenuta nella Basilica di S. Maria in Trastevere a Roma una veglia ecumenica in ricordo dei migranti morti nel viaggio per raggiungere l'Europa. Organizzatori dell'iniziativa il Centro Astalli, S. Egidio, Caritas, Acli, Chiese evangeliche, Comunità S. Giovanni XXIII, Fondazione Migrantes, Caritas italiana, Scalabriniani e l'Acse (Associazione comboniana servizio emigranti). È intervenuto a presiedere la celebrazione il segretario generale della CEI Mons. Stefano Russo.

Sono 40.900 le persone morte, dal 1990 a oggi, nel mar Mediterraneo o nelle altre rotte dell'immigrazione verso l'Europa. Un conteggio drammatico, che si è ulteriormente aggravato nei primi mesi del 2020 quando, nonostante la situazione di emergenza causata dal coronavirus, sono state 528 – per metà donne e bambine – le persone che hanno perso la vita nel tentativo di raggiungere il nostro continente, soprattutto dalla Libia attraverso la rotta del Mediterraneo centrale.

Durante la veglia sono risuonati alcuni dei nomi dei migranti morti. “Ciascuno di loro, ha detto Mons. Russo, è prezioso agli occhi di Dio, e lui non dimentica nessuno. Aiuti la speranza di chi cerca un approdo di bene, di vita e di pace”. Alla veglia ha partecipato P. Venanzio Milani e una piccola rappresentanza dell'Acse, a causa degli spazi limitati per il coronavirus. P. Milani ha letto l'intenzione di preghiera per gli africani morti nelle migrazioni verso l'Europa e all'interno dello stesso continente africano.