Lunedì 30 novembre 2015
Si è conclusa venerdì scorso l’86ª Assemblea semestrale dell’Unione Superiori Generali (USG). Il tema dell’assemblea è stato “Abbracciare il futuro con speranza. I consacrati con il popolo di Dio in cammino”. I partecipanti – tra cui il superiore generale dei Missionari Comboniani, P. Tesfaye Tadesse Gebresilasie –, riuniti dal 25 al 27 novembre al Salesianum di Roma, hanno riflettuto sul recente Sinodo sulla famiglia ed eletto il nuovo presidente dell’USG, nella persona di Fra’ Mauro Jöhri, ministro generale dei Frati minori cappuccini. Fra’ Jöhri succede a P. Adolfo Nicolás Pachón, preposito generale della Compagnia di Gesù. Foto: ANS.

Fra Mauro Jöhri [nella foto a destra], ministro generale dei Frati minori cappuccini, è il nuovo presidente dell’Unione superiori generali (Usg). Fra Jöhri è stato eletto il 26 novembre, nel corso della seconda giornata dell' 86ª Assemblea semestrale dell’Usg. Succede a padre Adolfo Nicolás Pachón, preposito generale della Compagnia di Gesù. Nato a Bivio nel 1947, nel Grigioni italiano (Svizzera), si è unito all’Ordine come novizio nel 1964 e ha studiato teologia al seminario cappuccino di Soletta. Ordinato sacerdote nel 1972, ha continuato gli studi diventando professore di teologia. Successivamente ha vissuto e insegnato nel santuario della Madonna del Sasso di Orselina nel Locarnese. È stato docente di teologia anche all’Università della Svizzera italiana. È stato eletto ministro generale dei Frati minori cappuccini nel 2006 e riconfermato nel 2012. Fra Jöhri ha accolto con “francescana disponibilità” l’invito della stragrande maggioranza dei superiori generali ad accompagnarli, come presidente dell’Usg, nel loro cammino per il prossimo triennio.

I lavori dell’86ª Assemblea semestrale dell’Unione Superiori Generali (USG) si è conclusa venerdì 27 novembre dopo l’elezione del vicepresidente e dei membri dei Consigli dei 16 e dei 18 e dopo aver riflettuto sulla sintesi che don Francesco Cereda e fr. Enzo Biemmi hanno redatto sulla base delle valutazioni emerse dopo la relazione svolta nella seconda giornata dei lavori dal segretario generale, P. David Glenday mccj, sul triennio “epocale” 2012-2015.
Di seguito pubblichiamo la sintesi presentata da don Francesco e fr. Enzo.


ASSEMBLEA USG
Roma, 25-27 novembre 2015

Vita e missione dell’Unione dei Superiori Generali.
Relazione del Segretario generale all’Assemblea”

Sintesi dei gruppi di lavoro

1. Aspetti positivi dell’USG

C’è grande interesse da parte dei Superiori per gli incontri semestrali; apprezzano la conduzione dell’aula nella tavole; esse permettono un miglior scambio, conoscenza e dialogo; con questo metodo dopo 3 anni c’è una maggior condivisione. Si rileva un grande progresso nell’interazione e conoscenza reciproca. La metodologia delle assemblee è buona: ci sono buoni relatori e un buon equilibrio tra relazioni e condivisione. Buona è la condivisione del lavoro nelle tavole e poi in gruppi più ampi. (9 gruppi)

Gli incontri dell’Unione sono un tempo ecclesiale di fraternità e corresponsabilità. La fraternità aiuta a favorire gli scambi e gli aiuti reciproci. Si è messa al centro delle Assemblee la relazione e l’incontro, che favorisce il sostegno reciproco. C’è la possibilità di scambi interpersonali tra Superiori. Incontrare persone che hanno gli stessi problemi con cui confrontarsi incoraggia nel proprio servizio di autorità. (7 gruppi)

I temi legati con l’esercizio del ministero di Superiori aiutano molto; esempio il tema della visita canonica, la conduzione del consiglio generale e altri temi di governo. (6 gruppi)

E’ ritenuto positivo il fatto che sono invitati solo i Superiori generali; in questo modo essi sono maggiormente responsabilizzati nei confronti dell’Unione. Una volta l’Assemblea era impostata come un simposio culturale; ora si svolge come una vera assemblea di soli superiori generali, che affronta tematiche concrete di pastorale e di governo, meglio aderenti al compito di Superiori. I temi trattati sono unitari e corrispondono ai problemi concreti vissuti dai singoli Istituti e dalla Chiesa oggi. (5 gruppi)

C’è uno sforzo della USG di camminare con la Chiesa, che è molto favorito dallo stile di Papa Francesco. La mattinata dell’incontro con il Papa Francesco è stato un evento storico, che ha sollecitato il nostro servizio di animazione come Superiori. (5 gruppi).

Si apprezza il lavoro del Padre David Glenday, Segretario generale, ed anche il fatto che saluti per nome; ciò significa che ci conosce; egli risponde subito agli emails. Si apprezza il lavoro del presidente, di Suor Chiarastella e anche il servizio del segreteria generale (5).

L’Assemblea valorizza meglio rispetto al passato l’apporto di esperienze dei Superiori generali. I temi hanno avuto una impostazione esperienziale , che favorisce lo scambio; ciò non significa sminuire il valore degli approfondimenti tematici. (3 gruppi)

Sono importanti le Assemblee USG, specialmente per coloro che vivono fuori Roma. Buone sono le sintesi presentate al termine dei lavori di gruppo. E’ apprezzato il sito "vidimusdominum". Positivo è stato l’incontro con il Card. Braz de Aviz non solo per le celebrazioni, ma anche per lo scambio di idee.

2. Aspetti deboli e lacune

Tra un’Assemblea e l’altra ci sono poche informazioni; c’è il sito “vidimusdominus”, ma sarebbe utile utilizzarlo per prendere conoscenza di notizie e novità. Come pure sarebbe utile comunicare meglio le informazioni che vengono dalle dalla CIVCSVA e varie commissioni e gruppi di lavoro. Si potrebbe usare anche una “mailing list” di Superiori. C’è poca comunicazione con coloro che vivono fuori Roma (7 gruppi).

La vita consacrata nel suo insieme è troppo discreta; è ripiegata su se stessa; è timida nel prendere il suo posto nella Chiesa; dovrebbe prendere più iniziativa e fare anche una informazione esterna; manca una suo voce pubblica. (3 gruppi)

Mancano momenti specifici di incontro per i nuovi Superiori generali. (3 gruppi)

Occorre migliorare il lavoro delle commissioni e la comunicazione delle loro riflessioni ai Superiori generali. Mancano informazioni sugli incontri dei 16 e dei 18. Sono carenti le informazioni da parte della segreteria; poche informazioni sono arrivate specialmente durante l’anno della vita consacrata. Ci sono avvenimenti che capitano qui a Roma che vengono conosciute solo all’ultimo momento. (2 gruppi)

Alcune assemblee sono state un po’ troppo collegate con la figura del Papa e alla leadership. Manca talvolta profondità e creatività nell’affrontare i temi. (2 gruppi)

Si auspica che i rapporti tra USG e CIVCSVA siano improntati a maggiore, fattiva e organica collaborazione e non si limitino solo ai buoni rapporti. (2 gruppi)

Manca una pubblicazione ufficiale degli atti delle Assemblee; essi potrebbero essere fatti circolare e creare maggior sensibilità negli Istituti. Abbiamo parlato molto del sinodo; costa invece parlare di temi concreti. In qualche occasione non abbiamo approfondito i temi. Abbiamo bisogno di parlare di più di temi di governo: stile di governo, organizzazione, … Talvolta ascoltare tante relazioni risulta un po’ impegnativo. Le sintesi finali nelle assemblee non aiutano molto. L’incontro è un po’ costoso.

3. Suggerimenti

L’USG può giovare al ministero dei Superiori, scegliendo di volta in volta tematiche significative da loro richieste, utili per illuminare e orientare la loro azione di governo. Devono perciò essere tematiche per l’orientamento e la prassi. (5 gruppi)

Sarebbe utile avere all’interno della USG opportunità di incontro e di scambio tra superiori di famiglie religiose affini secondo il carisma, la spiritualità, la missione. Occorre pure garantire il confronto tra tipologie di Istituti. Per coloro che sono interessati si propongano laboratori per temi. Bisogna studiare come far incontrare gruppi di interesse durante l’assemblea. (4 gruppi)

Occorre incrementare maggiormente l’informazione e la comunicazione interna alla USG con un bollettino o attraverso il sito web. Si deve utilizzare e valorizzare di più la pagina web; potenziare il sito “vidimusdominum”; facilitare la condivisione di materiali e lettere. Anche una newsletter potrebbe essere utile. Si chiede di mettere nel sito le date degli incontri e di pubblicare una breve sintesi di ogni incontro. (4 gruppi)

E’ auspicabile che USG o la CIVCSVA aiutino la formazione dei superiori generali appena eletti, mediante laboratori o corsi specifici. Anche durante l’Assemblea si potrebbero avere momenti particolari per i nuovi superiori, magari un dopo cena o la sera prima dell’Assemblea. (3 gruppi)

Occorre riflettere sulla opportunità di avere una voce pubblica per la USG. (3 gruppi)

Il gruppo dei 18 dovrebbe rappresentare meglio tutti i continenti. Occorre avere più conoscenza e condivisione circa le strutture e attività della USG, in particolare circa il Consiglio dei 16 e il Consiglio dei 18. (2 gruppi).

Far intervenire a parlare anche rappresentanti della UISG; si auspica un loro maggior coinvolgimento, anche per conoscere meglio il loro cammino. (2 gruppi)

Favorire la intercongregazionalità e progetti comuni. (2 gruppi)

Rafforzare le relazioni con le conferenze continentali e nazionali di religiosi e animare i loro incontri di religiosi. (2 gruppi)

Invitare maggiormente la CIVCSVA; sembra che abbiamo poco appoggio da loro. E’ opportuno riflettere sulla fine dell'anno della vita consacrata. Abbiamo pochissime informazioni su cosa sia realmente successo e molte persone hanno avuto un'esperienza negativa, perché non c'era nessuna valutazione, abbiamo bisogno di una riflessione su come in ritardo CIVCSVA ha gestito questa esperienza. Forse abbiamo bisogno di scrivere una lettera sulle esigenze e le nostre speranze e le nostre delusioni. (2 gruppi)

L’Assemblea dovrebbe affrontare dei temi come i seguenti:

  • Gestione economica degli istituti, abusi finanziari e trasparenza (3 gruppi)
  • Abusi sessuali (2 gruppi) anche con la possibilità di laboratori
  • Invecchiamento degli Istituti e andamento demografico Nord-Sud
  • Disparità tra le “grandi” e le “piccole” Congregazioni a livello di forze dei religiosi
  • Congregazioni non clericali e il loro posto nella vita della Chiesa
  • Proposte per le “Mutuae relationes”
  • Diversità e unità
  • Affettività e sessualità
  • Inculturazione del carisma e situazione della vita religiosa nei vari continenti
  • Religiosi fratelli
  • Famiglie carismatiche
  • Laboratori sull’esperienza interculturale nelle comunità (Leadership)
  • Sinodalità a livello di parrocchia, diocesi, Chiesa
  • Relazione tra dottrina, disciplina e pastorale
  • Missione della Chiesa nel mondo contemporaneo
  • Riflessione teologica sul mondo attuale
  • V centenario della Riforma

Occorre studiare la possibilità che i religiosi fratelli diventino superiori negli istituti misti; elaborare una lettera indirizzata al Papa al riguardo. I drammi attuali dovrebbero entrare maggiormente nelle nostre assemblee e dovremmo fare anche gesti di solidarietà al riguardo. Offrire all’inizio di ogni assemblea una visione delle tendenze di attualità a livello mondiale, in particolare per il contesto socio politico.

Offrire workshop di buone pratiche. Introdurre il “question’s time” per libere interpellanze su questioni che preoccupano i Superiori. Ringraziare con un incontro dopo cena durante l’Assemblea i superiori che terminano il loro incarico.

I gruppi linguistici vanno bene, ma per la mancanza di una lingua comune, non si comunica con gli altri; si potrebbe ipotizzare una lingua comune; esempio l’italiano. Usare nella liturgia anche altre lingue e non solo l’italiano.

Riflettere se è necessario fare due assemblee all’anno. Alternare gli incontri dell’Assemblea in modo che se ne realizzi uno a Roma e uno in un continente; ciò permetterebbe di avere maggior coscienza dell’universalità della Chiesa. Avere l’opportunità in casi di imprevisti per il Superiore generale, di inviare il Vicario all’Assemblea. Abbiamo bisogno di un modello sinodale nei nostri incontri.

Pubblicare gli interventi dei partecipanti al Sinodo della USG e UISG. Informare sui documenti che si stanno preparando nella Santa Sede. Specificare meglio gli obiettivi delle diverse commissioni della USG. Offrire in ogni assemblea informazioni circa il lavoro di una commissione. Individuare nuove commissioni. Mantenere i collegamenti da parte della Segreteria generale della USG con le Segreterie generali degli istituti.

 


Segretario
generale
dell'USG,
P. David Glenday,
missionario
comboniano.

 

 

 

 

“Proposte per il prossimo Sinodo”
Sintesi dei lavori di gruppo

 

- I 10 gruppi (3 di lingua italiana, 3 di lingua inglese, 3 di lingua spagnola e 1 gruppo francofono) si sono sostanzialmente ritrovati nel testo scritto dal gruppo dei 10 superiori generali che hanno partecipato al Sinodo. Ne approvano a grandi linee i suggerimenti riguardanti i temi e il metodo suggeriti per il prossimo Sinodo.

- L’apporto dei gruppi consiste essenzialmente nel privilegiare alcuni dei punti suggeriti e nel precisare meglio il loro contenuto.

- La base della proposta da inviare alla Segreteria Generale permanente del Sinodo può dunque rimanere quella del testo dei 10, con alcune integrazioni e sviluppi, di cui diamo qui il resoconto.

I. Il tema

Sono stati confermati i 4 temi indicati (sinodalità del popolo di Dio; rapporto tra dottrina e disciplina; la nostra casa comune e Laudato sii; ministeri e processi decisionali nella Chiesa), ma con accentuazioni diverse e nuovi temi proposti.

A. Il tema scelto da tutti i gruppi: La sinodalità nella Chiesa, popolo di Dio

- Il tema della sinodalità nella Chiesa è un tema ecclesiologico di importanza decisiva. La sinodalità manifesta il volto di una Chiesa “conciliare” che si organizza nella modalità “consiliare”.

- Il tema va affrontato per chiarire la nozione di sinodalità, ma soprattutto per metterla in atto a tutti i livelli. Oggi nella Chiesa le strutture sono atte ad applicare bene il sub Petro, ma poche sono atte ad applicare il cum Petro. Esistono strutture Sinodali di partecipazione al discernimento e alla presa di decisione, già previste dal codice, ma poco attuate. Altre vanno incrementate, dando accesso ai laici e tra di essi alle donne nei luoghi di governo. Si tratta dunque di portare a termine la figura di Chiesa promossa dal Concilio Vaticano II, onorandone l’intenzionalià profonda.

- Si auspica che si rifletta sul funzionamento Sinodale messo in atto a tutti i livelli ecclesiali, in modo che diventi uno stile: a livello parrocchiale, regionale, diocesano, nazionale e continentale.

- Il tema della sinodalità della Chiesa come popolo di Dio porta così a interpretare ed attuare diversamente l’esercizio dell’autorità, una autorità “partecipata” nel rispetto e nell’articolazione dei differenti ministeri e carismi (ognuno è portatore di una “autorità” a servizio di tutti) . Una chiesa Sinodale ha un funzionamento “consiliare” in senso forte (un discernimento condiviso nella ricerca di un consenso che l’autorità “conferma”), e non in senso debole (una serie di “propositiones” che l’autorità costituita accoglie nella misura in cui lo ritiene opportuno). Si tratta quindi di confermare e rafforzare lo stile dell’ultimo Sinodo, che ha avviato questo cambio di registro.

- Due gruppi hanno sottolineato un possibile limite nella scelta del tema della sinodalità. Si tratta di un tema intraecclesiale, e quindi potenzialmente autoreferenziale, a differenza di quello della famiglia. Il tema della famiglia ha obbligato la chiesa a guardare fuori da se stessa, a considerare le cose dalla periferia e non dal centro. Il tema della sinodalità potrebbe essere trattato come un tema di semplice funzionamento interno, togliendo respiro alla Chiesa. Si suggerisce pertanto di scegliere il tema della sinodalità, ma di affrontarlo nella prospettiva di quella riforma missionaria delle strutture auspicata da Evangelii gaudium, in modo che ogni espressione di Chiesa sia in se stessa parola e luogo di Vangelo. La partecipazione di tutti nella Chiesa la rende infatti aperta, abitabile, missionaria. La rende una Chiesa popolo in cammino nella storia.

- La ricorrenza dei 500 anni della chiesa riformata suggerisce che il tema sia affrontato in prospettiva ecumenica, perché le altre chiese sorelle hanno al loro interno un diverso stile di esercizio dell’autorità e possono dare un apporto significativo per ripensare il funzionamento Sinodale della Chiesa cattolica.

- Nella riflessione sul tema della sinodalità e sulla sua effettiva attuazione, la vita religiosa nella sua lunga tradizione e nelle sue differenti figure può dare un contributo importante. La vita religiosa, infatti, è al suo interno strutturata secondo una modalità Sinodale a tutti i livelli, sia per il discernimento, sia per le prese di decisione, sia per l’attuazione delle decisioni prese. Ogni membro della comunità religiosa, a partire dai più giovani e dai più deboli, ha il suo spazio di parola e la sua “autorità” sugli altri. Lo stile del governo della vita religiosa, che non si è mai irrigidito in forme gerarchiche neppure nei periodi storici più clericalizzati (si vedano i capitoli), può aiutare tutta la Chiesa a vivere diversamente l’esercizio dell’autorità.

B. Gli altri temi suggeriti

- I gruppi hanno confermato l’interesse per gli altri 3 temi indicati dallo scritto dei 10 (rapporto tra dottrina e disciplina; la nostra casa comune e Laudato sii; ministeri e processi decisionali nella Chiesa), aggiungendone altri.

1) Legame tra dottrina, pastorale e disciplina (6 gruppi). Si suggerisce di porre attenzione a tematiche morali quali il rapporto tra coscienza e libertà personale oppure a problematiche propriamente extra-ecclesiali, quali la pace nel mondo, la giustizia, la globalizzazione, la salvaguardia del creato, che intercettino l’interesse comune dei popoli.

2) Vivere con i giovani, annunciare loro il Vangelo, ascoltare con loro il Vangelo (2 gruppi). Dopo il tema sulla famiglia, si sente importante affrontare il tema dei giovani, con una presenza significativa di giovani al Sinodo. Famiglia e giovani sono infatti i due temi pastorali più urgenti in molte comunità ecclesiali. La vita religiosa in molte sue espressioni è a servizio della famiglia e dei giovani e può dare un suo apporto significativo.

3) Il ripensamento della pastorale nella Chiesa (1 gruppo). La postorale è ridotta spesso alla sacramentalizzazione. Essa va ripensata in prospettiva missionaria e nella maggiore valorizzazione dei differenti ministeri (anche in situazione di scarsità di missionari e presbiteri).

4) Il dialogo e la riconciliazione (1 gruppo). È un tema profondamente attuale e urgente, vista la situazione di conflittualità dentro un mondo segnato dalle guerre e dalle lacerazioni.

5) Gli altri temi indicati nello scritto dei 10 sono evocati da molti gruppi, ma senza aggiungere nessun approfondimento.

Possiamo dire in sintesi che c’è unanimità sul tema della sinodalità, un buon consenso su quello del rapporto dottrina-pastorale-disciplina (con l’invito a coniugarlo su temi concreti), due interessanti suggerimenti che riguardano i giovani e la riconciliazione.

II. Il metodo

I gruppi esprimono un apprezzamento globale del cambiamento di metodo operato dall’ultimo Sinodo, chiedono che si continui in questa direzione, sottolineano ancora alcuni limiti evidenti, dando suggerimenti per migliorare la partecipazione in stile Sinodale.

1) Ne dibattito sull’allargamento della presenza al Sinodo di altre componenti ecclesiali, si sono espresse sensibilità diverse, che portano a ricercare il seguente equilibrio:

- Il Sinodo rimanga “Sinodo dei Vescovi”. Non si ritiene opportuno insistere o forzare oltremisura per avere una più grande rappresentatività del popolo di Dio, trattandosi di un’assemblea per sua natura pensata e predisposta per il discernimento del collegio dei Vescovi a servizio del ministero petrino. Più che un Sinodo dei Vescovi con più laici, abbiamo bisogno di più Sinodi ecclesiali.

- Il Sinodo dei Vescovi sia però il punto di arrivo di un percorso sinodale di tutto il popolo di Dio, che faccia confluire il sensus fidelium e il vissuto dei credenti sul tema affrontato. Infatti i Vescovi con il Papa prendono decisioni che riguardano tutto il popolo di Dio. Tali decisioni non possono essere prese senza il popolo di Dio. È il loro Sinodo, ma per il popolo di Dio e con il popolo di Dio.

- Si ritiene importante che la rappresentanza della vita religiosa sia maschile e femminile, e che siano presenti laici (uomini e donne) che hanno esperienza e competenza sul tema trattato. In particolare si ritiene che vada allargata la presenza femminile. Infatti le donne che hanno meno potere decisionale e di opportunità sono quelle che soffrono di più quando le decisioni su di loro sono prese senza di loro.

2) Per questo motivo il Sinodo potrebbe essere strutturato secondo due momenti: la fase di ascolto del popolo di Dio nelle sue varie componenti (una forma di Sinodo del popolo di Dio) e poi la fase di discernimento da parte dei Vescovi in base agli stimoli accolti dalla base. Occorre pensare come ascoltare coloro che non hanno voce. Può essere utile la predisposizione di una piattaforma per coloro che non sono preti e non hanno voce nella Chiesa.

3) Concretamente la preparazione può essere fatta partendo da assemblee Sinodali regionali, nazionali e continentali, che fanno confluire i loro risultati ai Vescovi.

4) Va confermato che il Sinodo sia celebrato in due sessioni, con l’intervallo di un anno. Questo permette di approfondire quanto emerge con un secondo coinvolgimento della base.

5) Circa il funzionamento interno, un punto nodale è quello di una migliore articolazione tra l’ascolto della realtà ecclesiale e la riflessione teologica. Un vero discernimento, infatti, richiede i due ascolti. La povertà dell’apporto teologico nelle sue varie competenze (storiche, dottrinali, giuridiche…) va a scapito del discernimento e delle decisioni. Si auspica pertanto una maggiore valorizzazione degli esperti, non consultati soltanto nei circoli minori, ma anche nei momenti assembleari. I dibattiti in assemblea potrebbero essere preceduti dall’ascolto di alcuni teologi ed esperti che illustrino convenientemente le questioni dibattute e favoriscano un migliore discernimento a livello pastorale.

6) Ci si interroga sull’opportunità dell’intervento di ogni singolo “padre sinodale”, mentre sarebbe più fecondo ascoltare i contributi di gruppo preparati prima a livello locale (di Conferenze episcopali e gruppi ecclesiali).

7) Dopo ogni Sinodo e prima del successivo va messa in atto una verifica del Sinodo realizzato, in particolare sulla sua ricezione presso il popolo di Dio e sull’attuazione messa in atto dai Vescovi.

8) Si desidera un Instrumentum laboris breve, consegnato per tempo.

9) Deve essere conservato e incrementato il lavoro nei piccoli gruppi (circoli), nei quali è possibile un vero dialogo e un ascolto reciproco.

10) Un migliore utilizzo delle nuove tecnologie può favorire la comunicazione, sveltire i tempi, evitare le ripetizioni.

Conclusione

L’apporto dell’USG sembra avere trovato il proprio focus attorno alla figura di una Chiesa Sinodale. Nel tema suggerito (la sinodalità) metodo e contenuto vengono a coincidere. Il prossimo Sinodo potrebbe affrontare il tema della sinodalità dandosi uno stile e un metodo realmente sinodali, valorizzando l’apporto di tutte le componenti del popolo di Dio. Il Sinodo sarebbe in questo modo un allenamento per una Chiesa tutta sinodale. È bene che continui ad essere il Sinodo dei Vescovi, ma attraverso un discernimento realmente partecipato, imparando a guardare le cose non dal centro ma dalla periferia e superando una certa autoreferenzialità nell’esercizio del magistero.

Anche se il tema trattato sarà un altro, non bisognerà abbandonare questo obiettivo. È in gioco un volto di Chiesa, allo stesso tempo discepola, missionaria, compagna di viaggio delle donne e degli uomini di oggi. È in gioco anche una forma di esercizio del ministero episcopale, seconda la figura di vescovo vissuta da S. Agostino: “Per voi io sono vescovo, con voi sono cristiano”.


Nuovo Consiglio USG. Presidente è fra Mauro Jöhri, ministro generale dei Frati minori cappuccini, e vice-presidente Michael Brehl, superiore generale dei Redentoristi. Membri del Consiglio sono: p. Heinz Kulüke, superiore generale dei Verbiti, don Ángel Fernández Artime rettor maggiore dei Salesiani, p. Heinrich Wilmer, superiore generale dei Dehoniani, p. Mario Aldegani, superiore generale dei Giuseppini del Murialdo, p. Jeremias Schröder, arciabate presidente della Congregazione benedettina di Sant’Ottilia, fratel Robert Schieler, superiore generale dei Lasalliani, p. Ferruccio Brambillasca, superiore generale del Pime, p. Saverio Cannistrà, preposito generale dei Carmelitani scalzi, p. Thomas Handgrätinger, abate generale dei Canonici regolari Premonstratensi, p. Pedro Aguado Cuesta, padre generale degli Scolopi. Eletti anche i membri del Consiglio dei 16, che ha il compito di approfondire i rapporti con la Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica, e quelli dei Consiglio dei 18, che mantiene le relazioni con la Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli nel campo delle missioni.