Martedì 7 aprile 2020
Il missionario comboniano P. Janvier Kabeya Mbinze, congolese, reagisce alla proposta di un medico e di un ricercatore francesi, di sperimentare in Africa i test per il vaccino anticoronavirus. Sostenendo che l'Africa ha l'occasione di contribuire con gli altri paesi del mondo alla ricerca della soluzione. “Per me il problema non consiste nelle dichiarazioni razziste ma si posiziona sul versante di noi africani”, dice il missionario. [Nigrizia]

Tempo di solidarietà globale

Riguardo la polemica sui test per il vaccino anticoronavirus nei confronti della popolazione africana vorrei cominciare da una semplice osservazione. Esiste un laboratorio africano in cui viene prodotto un vaccino africano? Questo vaccino sarebbe il primo testato in Africa? Perché allora questa notizia dovrebbe causare tutto questo trambusto tra gli africani?

Le reazioni a questa proposta fatte da professionisti francesi mi sono sembrate francamente esagerate anche se l’iniziativa dei due é certo da biasimare. Inoltre, ho l’impressione che si sono intrappolati da soli. Per me il problema non consiste nelle dichiarazioni razziste ma si posiziona sul versante di noi africani.

Se i test sono stati fatti finora in terra africana, perché vietarli adesso? Inoltre, noi africani ci arrabbiamo perché abbiamo sentito queste proposte in televisione o sui social, ma conosciamo molte altre cose probabilmente ben più mortali che sono taciute nella complicità di noi africani e spesso delle nostre stesse autorità.

Noi africani dobbiamo approfittare di questa provocazione per mostrare di cosa siamo capaci, non a parole ma con le azioni. Quando saremo pronti porteremo i nostri vaccini per testarli in Europa, Asia e America.

Considero quello che é successo come una provocazione positiva in questo tempo di Covid-19. Mi fa molto riflettere il fatto che con questa pandemia tutti debbano rimanere a casa per le cure. Vedremo di cosa sono capaci le nostre autorità africane che, a 60 anni dalle indipendenze, continuano ad andare in Occidente o in India per farsi curare. Coronavirus, sei venuto a svegliarci! Vogliamo vedere se siamo davvero intelligenti e in grado di prenderci cura di noi stessi rimanendo a casa.

Le nostre autorità africane, spesso molto corrotte, hanno riempito i loro paradisi fiscali con fondi deviati dai nostri stessi paesi e si mettono ora a costruire ospedali in tempi brevissimi per salvare le vite dei loro concittadini! Non desideriamo la morte di nessuno ma é un crimine privare la popolazione delle cure perché i soldi per salvarli sono stati sottratti proprio da coloro che dovrebbero garantirne la sicurezza!

In definitiva, a mio avviso, questo dibattito è inutile e vano. Le reazioni viscerali sono inutili. E’ ora che noi africani assumiamo le nostre responsabilità e rispondiamo con fatti concreti alle provocazioni. Non con polemiche. Altrimenti faremo sempre le vittime.

D’altra parte, se gli occidentali vorranno sfruttarci ancora troveranno sempre altri mezzi subdoli per farlo. Senza troppo rumore, magari di nascosto.

Tutti gli uomini sono uguali e dobbiamo anche dimostrarlo attraverso la solidarietà umana globale partecipando insieme a questa grande lotta contro la pandemia. Ognuno con il suo piccolo o grande contributo. Noi africani dobbiamo fare la nostra parte qui e ora. Abbiamo molti prodotti naturali e piante nelle nostre foreste e nelle nostre savane che possono contribuire a portare un valore aggiunto nella ricerca globale ad una soluzione per questa pandemia.

Solo così possiamo rendere concreti il sogno e le parole di un grande profeta dell’Africa, san Daniele Comboni: “Liberare l’Africa con l’Africa”. Che oggi possiamo anche tradurre come il sogno di “Liberare il mondo con l’Africa”.
[Nigrizia]