Orlando nasce a Rescaldina, provincia di Milano, il 25 ottobre 1944. Frequenta le scuole elementari in paese. Ogni giorno, trascorre ore e ore nell’oratorio parrocchiale, sempre pronto a dare una mano al parroco e al curato.
Nel 1955 si iscrive alla scuola di avviamento professionale a indirizzo industriale di Rescaldina, situata nei locali dell’oratorio. Nel 1957, un missionario comboniano, insegnante nello scolasticato di Venegono Inferiore, è a Rescaldina per una settimana di animazione missionaria. Orlando ne rimane affascinato. Va dal parroco e gli dice che vuole diventare missionario.
Il 10 ottobre 1967, entra nel noviziato a Gozzano. Il 9 settembre 1969 fa i primi voti religiosi e si sposta a Roma per i corsi di teologia.
L’8 dicembre 1972, nella lettera in cui comunica al Consiglio Generale la sua “opzione missionaria”, Orlando scrive: «Desidererei partire subito per la missione. Sono disponibile per ogni terra di missione, di lingua spagnola, inglese e francese; se vorrete mandarmi in una missione di lingua portoghese, non precluderò questa via: mi impegnerei nei prossimi mesi a studiarla a fondo. Nel caso la vostra decisione fosse diversa da ciò che profondamente desidero e mi venisse chiesto di trascorrere un periodo nella provincia italiana, sono disponibile anche a questo, sebbene con un pizzico di rammarico».
Il 2 aprile 1973 Orlando fa la professione religiosa perpetua e il 15 settembre dello stesso anno è ordinato sacerdote nella cattedrale di Como, per le mani del vescovo Teresio Ferraroni.
Ha già in tasca la lettera che gli comunica che è stato destinato alla provincia italiana per l’animazione missionaria e la promozione vocazionale. Quel “pizzico di rammarico” dura poco: gli basta raggiungere la comunità di Troia, dove c’è anche il seminario con 71 studenti, per recuperare tutto l’entusiasmo di cui è portatore. Vi trascorre quattro anni, stimato e amato da tutti, anche nelle parrocchie che visita per incontrare futuri missionari.
Nel marzo 1977, è destinato alla provincia comboniana del Messico: il Vicario Apostolico di La Paz (Bassa California) ha chiesto un missionario giovane che possa interessarsi della gioventù di quel vicariato.
Pochi mesi dopo, padre Orlando è viceparroco della parrocchia “Cuore Immacolato di Maria”, a La Paz, e nel 1979, è parroco a Bahía Tortugas, sempre nella Bassa California del Sud. Nel contesto missionario e pastorale in cui si trova a operare, padre Orlando si sente finalmente nel mondo e nell’ambiente che ha sempre sognato. Nel 1982 gli chiedono di andare a Tuxtepec, prima come superiore della comunità comboniana, poi anche come parroco della missione, e lui scrive ai familiari, amici e parrocchiani: «Mi sento in Paradiso».
A luglio 1987 accetta di trascorrere un anno sabbatico a Roma. Si iscrive a corsi di aggiornamento sia offerti in casa che in altri istituti teologici della capitale. Poi torna in Messico, assegnato al postulato di Xochimilco, a Città del Messico, come formatore dei postulanti studenti.
In postulato rimane solo due anni. Nel 1990 è di nuovo libero di dedicarsi alla pastorale parrocchiale, a La Paz, nella parrocchia del Corazón de María. Scrive a casa: «Qui è talmente bello che ci starei per tutta la vita, se solo me lo consentissero». Il “paradiso” di La Paz dura fino al giugno 1997, quando è destinato alla parrocchia di Nuestra Señora de Guadalupe, a Guerrero Negro. Anche qui padre Orlando è accolto a braccia aperte, e lui sa farsi voler bene da tutti.
Arriva, comunque, anche per padre Orlando la richiesta di un ritorno in patria per un servizio alla provincia d’origine. A malincuore accetta e il 1° gennaio 2002 è superiore della comunità comboniana di Casa Madre a Verona.
Dopo tre anni e mezzo trascorsi a Verona, nel settembre 2005 può tornare in Messico, nella comunità di Guadalajara, capitale dello stato di Jalisco, incaricato della pastorale e dell’animazione missionaria. La comunità locale è numerosa. In questi anni, il seminario viene chiuso e si dà inizio alla costruzione dell’Oasis, un centro per missionari anziani e malati. Padre Orlando si prende a cuore la costruzione della grande cappella dedicata San Daniele Comboni. Ma, attorno, vuole saloni, salette e uffici per la catechesi dei bambini, ragazzi e adulti (uno dei saloni oggi porta il suo nome).
Nel 2009, trascorre cinque mesi a Roma, per il corso di rinnovamento, e a settembre dello stesso anno, parte di nuovo per la missione, assegnato all’allora Delegazione del Centro America. Risiede per lo più a San Salvador (El Salvador), un luogo che diventa la sua seconda casa. Qui si dedica al recupero dei ragazzi di strada, costruisce chiese, oratori, strutture per corsi di formazione dei laici, centri di promozione vocazionale… Come già hanno fatto durante gli anni che ha trascorso in Messico, i parrocchiani di Rescaldina gli sono di nuovo al fianco, pronti ad aiutarlo in ogni modo.
Nel 2020 torna a San Salvador deciso a non muoversi più. Ma accetta di tornare in Italia per celebrare, domenica 17 settembre 2023, festa patronale della parrocchia di Rescaldina, il suo 50° di sacerdozio. Ai primi di novembre, è di nuovo a San Salvador. La sua salute, però, all’improvviso, comincia a cedere; a dicembre si sente debolissimo. Gli viene diagnosticato un tumore. Dice: «Che grazia! Se mi fossi ammalato in Italia, non mi avrebbero lasciato ritornare. Invece sono qui… Ho sempre desiderato morire “in missione”». La salute si deteriora rapidamente. I confratelli lo vedono andarsene a poco a poco. I fedeli delle parrocchie di San Tommaso e di San Daniele Comboni si danno da fare per prendersi cura di lui. Tutti pregano per lui.
Padre Orlando muore a San Salvador il 15 gennaio 2024. Ci sono due notti di veglia, la prima nella chiesa di San Tommaso e la seconda in quella di San Daniele Comboni. Dopo il funerale, la salma è sepolta nella chiesa parrocchiale di San Daniele Comboni. Il giorno 20, a Rescaldina, si celebra una messa esequiale per lui, in una chiesa stracolma di persone che l’hanno conosciuto, amato e sostenuto. (Padre Ramón A. Orendáin C., mccj, e padre Franco Moretti, mccj)