Missionario Comboniano
Falzé di Campagna (Treviso) 20.5.1897
Ombacì (Uganda) 3.4.1983

Dati biografici

Il Servo di Dio padre Bernardo Erminio Sartori nacque a Falzé di Campagna (Treviso) il 20 maggio 1897 da Sartori Francesco e da Poloni Augusta. Battezzato il 23 ottobre 1897, fu cresimato il 5 ottobre 1906 da mons. Andrea Giacinto Longhin (1904-1936). Dalla mamma ricevette una profonda pietà eucaristica e mariana. Nel 1908 entrò nel seminario diocesano di Treviso e nonostante difficoltà di ordine economico, e un anno trascorso a casa per l’opposizione del padre, 1'8 dicembre 1914 fu ammesso alla vestizione clericale.
Lo scoppio della prima guerra mondiale lo vide con altri seminaristi sul fronte del Piave, infatti l’11° marzo 1917 fu chiamato alle armi. Assegnato a 113° reggimento di Fanteria, 7a compagnia, zona di guerra, alcuni mesi dopo fu trasferito alla 5a Compagnia di Sanità dell'ospedale militare principale di Padova. Durante il servizio militare il suo comportamento fu sempre esemplare tanto che fu durante questo tempo di grandi sofferenze che avvertì la vocazione missionaria. I1 26 agosto 1919 fu congedato definitivamente e lo stesso anno rientrò in Seminario dove frequentò regolarmente i primi due anni di Teologia.
In terza Teologia (1921-1922) però, risulta solo iscritto perché di fatto il 20 dicembre 1921 entrò nel noviziato missionario comboniano di Venegono Superiore (VA). Del tempo trascorso nel seminario diocesano porterà una traccia indelebile. Si può dire che i contenuti del suo mondo spirituale li ricevette proprio qui, nell’ambiente di Treviso, ambiente profondamente toccato dalle linee maestre tracciate dal Primo Sinodo Diocesano del 1911 promosso dal vescovo, mons. Andrea Giacinto Longhin. Anzitutto i capisaldi di una vera e profonda spiritualità sacerdotale: l’anelito alla santità come dinamica essenziale della vita del sacerdote, la devozione all’Eucarestia e una particolare devozione mariana. Poi una vera sensibilità pastorale, fondata nello zelo per le anime, attraverso vita di preghiera, contatto evangelizzatore ed empatia con le persone, e la valorizzazione dell’elemento laicale. Infine, quasi perla caratteristica dell’ambiente diocesano di Treviso, la sua vocazione missionaria. Emergenza questa di un ambiente, tra i primi in Italia, in cui la dimensione missionaria si era sviluppata attraverso l’adesione all'Unione missionaria del Clero.
Dunque, il 21 gennaio 1922, dopo aver lasciato il seminario con la benedizione del suo vescovo, P. Sartori vestì l’abito religioso a Venegono Superiore e il 21 gennaio 1923 emise i primi voti. Il 31 marzo ritornò in diocesi di Treviso per ricevere il Diaconato e per essere ordinato sacerdote da mons. Longhin che aveva voluto conferirgli l’ordine sacro come coronamento dell’appoggio incondizionato che sin dalla prima ora gli aveva manifestato per la sua vocazione missionaria. Tuttavia, a causa della salute cagionevole, dovette in un primo tempo rimanere in Italia. Fino al 1926 ricoprì l'ufficio di "Propagandista", così allora erano designati gli animatori missionari di base, poi il 28 febbraio 1927 i superiori lo inviarono a Valverde (Dioc. di Bovino) con il compito di iniziare la prima fondazione comboniana nel Meridione d’Italia. In seguito a un provvidenziale incontro con il vescovo di Troia, il Servo di Dio mons. Fortunato Maria Farina, precisamente in novembre dello stesso anno, P. Sartori cambiò il primitivo piano e si trasferì a Troia. Dai ruderi dell'antico convento delle Clarisse (1694-1726) fece sorgere la sede dell'Istituto Missionario Comboniano con annesso santuario, dedicato a Maria Mediatrice di tutte le Grazie. In quegli anni, padre Sartori coniugò l'attività costruttiva con una straordinaria vita di preghiera, di penitenza e una indefessa attività di predicazione. Il periodo si concluderà poi con la destinazione alle tanto bramate missioni di Uganda. I 7 anni trascorsi a Troia costituiscono, a detta di tutti, un periodo memorabile. Il padre, pur ancora giovane, godeva di un’immensa popolarità, Era passato per quasi tutte le città e i paesi delle Puglie, destando dovunque il più vivo entusiasmo con la sua predicazione. Calda facondia, zelo apostolico, amabilità di tratto, semplicità e smisurata devozione a Maria fecero di lui un autentico trascinatore di folle. In quei sette anni ebbe modo di approfondire le linee antiche di quella che sarebbe stata la sua spiritualità: amore a Cristo nell’Eucarestia, amore alla Madonna e ai fratelli; spirito di preghiera e di penitenza in funzione di uno zelo sempre più raffinato per l’espansione del regno di Dio; fiducia nella Provvidenza e nella Madonna che, come lui stesso ebbe a confidare, “non mi ha mai negato nulla”. Si può dunque affermare che a Troia visse gli anni della sua maturazione e ne uscì forgiato in vista delle future fatiche della missione.
Il 5 novembre 1934 infatti partiva per l'Uganda. Arrivato a Gulu, il 28 dello stesso mese si trasferiva ad Arua (West-Nile) dove, in qualità di coadiutore incaricato del ministero, sarebbe rimasto fino al 1937. Dopo l'apprendistato arrivò infine anche per lui il tempo delle fondazioni. L'8 novembre 1937 fu mandato a Lodonga, una missione tra i Logbara, considerata particolarmente difficile. La zona era contagiata dal musulmanesimo che addirittura, secondo il piano dei colonialisti, sarebbe dovuto diventare la religione di tutta la tribù. P. Sartori alzò la sua barriera: la Mediatrice. Il 22 giugno ci fu la posa della prima pietra del tempio, a Lei dedicato, che più tardi (26 maggio 1961) sarebbe stato insignito col titolo di Basilica Minore da Papa Giovanni XIII. Lì, il 6 agosto (sempre del 1961) tutte le missioni dell’Africa venivano consacrate alla Madonna Mediatrice. Comunque questa sua incrollabile certezza nella protezione di Maria fu premiata: la valanga islamica si bloccò come d’incanto. Trentamila erano allora i musulmani della zona; trentamila sono oggi, mentre i cattolici continuarono ad aumentare.
Dopo 14 anni di missione, nel giugno del 1949 ritornava per la prima volta in Italia. Memorabile nell’anno trascorso in Italia e impiegato, per ordine dei Superiori, nel visitare i seminari diocesani d’Italia, l’impulso dato all’animazione, infatti due anno dopo, molti seminaristi chiesero di entrare tra i comboniani. Continuava nel tempo e si ripeteva quello che era successo con il piccolo Seminario da lui fondato Troia e che era divenuto la fucina di ben 20 missionari.
Rientrato in missione, il 10 gennaio 1953 fu inviato a Koboko (Uganda) a fondarvi la missione. Naturalmente dedicò chiesa e missione alla Madonna di Fatima. Il 15 aprile 1961 fu trasferito a Otumbari (Uganda). Nuova chiesa dedicata alla Regina del mondo. Nella statua ivi collocata, volle che, a differenza delle molte che collocano il mondo nelle mani del Bambino, fosse la Madre a sorreggerlo al di sopra di un Gesù adolescente. Per P. Sartori questa, più che un’espressione scultorea di pregio, costituiva un atto di consacrazione di tutto il mondo a Maria.
Tuttavia le sue fatiche apostoliche e le sue visioni, di una sempre più vasta e profonda penetrazione del Vangelo, non conoscevano tregua. Il 17 giugno 1966 fu trasferito ad Arivu (Uganda) per fondarvi la sua ultima e quarta missione. Vi rimarrà per circa sette anni, fino a luglio del 1968, allorché rientrerà in Italia per la terza volta. Anche qui lasciò la sua inconfondibile impronta: la chiesa dedicata a Maria Madre della Chiesa, a significare l’intima gioia con cui aveva accolto il nuovo titolo conferito alla Madonna da Paolo VI e in generale l’adesione convinta ai contenuti del Vaticano II. Naturalmente a questa faticosa ed esigente fase costruttiva, p. Sartori abbinava una molto più impegnativa attività apostolica: interminabili visite alle comunità cristiane (a piedi, in bicicletta e con la sua famosa moto a monocarello), leggendarie maratone sacramentali, istruzioni, penitenze, preghiera e affabilità, per cui venivano di conseguenza numerose conversioni anche in ambiente musulmano. A luglio del 1969, all'età di 72 anni, ritornava di nuovo ad Arivu, ora non più come parroco e superiore, ma come coadiutore, dove sarebbe rimasto fino al 24 agosto 1978. Nel frattempo, il 21 maggio 1978, per esplicita volontà dei superiori, partecipava al 50° della fondazione della casa di Troia. Nell'occasione era insignito della cittadinanza onoraria. In tutti questi cambiamenti da Superiore-parroco a coadiutore a semplice aiutante, assolutamente singolari furono la sua obbedienza, la sua capacità di adattamento. Il cambiamento non lo sorprendeva perché viveva una sua stabilità e continuità di vita, scandita non dagli uffici più o meno lungamente ricoperti, ma dalla gioia interiore derivante dalla sua totale identificazione vocazionale, dalla disponibilità a qualunque servizio, specialmente pastorale (era assetato di anime) e dalla preghiera. Fin dagli anni della sua giovinezza infatti p. Sartori si era abituato a recarsi in chiesa alle quattro del mattino e non ne usciva che alle 8.00 per poi cimentarsi con gli uomini. Verso la fine della vita poi, trascorreva notti intere in preghiera.
Ad Arivu visse le vicende turbolente che seguirono la caduta di Amin, tanto che nel 1979 seguì la sua gente in Zaire, profugo tra i profughi. Nel 1980 venne inviato a Otumbari dove il 28 aprile rimase coinvolto in una sparatoria. Il 29 aprile 1981 dovette rientrare in Italia, la sesta volta, per curarsi l'udito. Il 14 o 15 dicembre 1981 rientrò in Uganda, ad Ombacì. Da giugno a luglio 1982, a 85 anni, fu di nuovo profugo in Zaire con la sua gente. Anche qui instancabile nel lavoro apostolico e nell’aiuto assistenziale alla gente abbattuta nel fisico e nel morale.
Il 3 aprile 1983, il mattino di Pasqua, fu trovato esanime davanti al tabernacolo. Un dispaccio da Kampala informava: "P. Bernardo Sartori è stato trovato morto questa mattina, alle ore 7, in chiesa a Ombacì, disteso a terra, davanti all'altare, con accanto la lampada a kerosene accesa”.
I funerali si svolsero il lunedì di Pasqua e il corpo fu sepolto nel cimitero di Ombacì, dove attualmente riposa.
P. Sartori ha fondato ex novo due missioni Koboko (1953) ed Arivu (1966). Altre due: Lodonga (1927) e Otumbari (1957) portano i segni incancellabili della sua presenza. Quattro belle e maestose chiese testimoniano l'inclinazione del suo spirito. Sono state tutte dedicate alla Madonna. I titoli da lui scelti dimostrano la sua straordinaria e profonda devozione alla Vergine: Maria, Mediatrice di tutte le Grazie-Sultana d'Africa (Lodonga); Madonna di Fatima (Koboko); Maria, Regina mundi (Otumbari); Maria, Madre della Chiesa (Arivu). Secondo le parole stesse di p. Bernardo in tutto questo c'era una logica soprannaturale: Maria era la porta dell'evangelizzazione (ad Iesum per Mariam) cosicché la chiesa materiale veniva ad essere il coronamento visibile dell'altra realtà primaria e fondamentale: la nascita della Chiesa viva. Dentro e fuori l'Istituto rievocare P. Bernardo Sartori significa ricordare l'intensa celebrazione delle sue Messe fino alle lacrime; la prolungata adorazione eucaristica, radice di tutta la sua azione pastorale; l'affidamento incondizionato di ogni sua opera alla protezione della Vergine Mediatrice; le straordinarie conversioni, specialmente di mussulmani; l’infuocata e instancabile predicazione e l’ininterrotta opera di promozione spirituale-umano-sociale fino alla veneranda età di 86 anni.
Un suo confratello affermò: “Con P. Bernardo Sartori scompare uno dei più arditi e santi pionieri non solo della Chiesa Ugandese, ma anche di tutta la Chiesa missionaria in quest’ultimo mezzo secolo”.

Tappe del processo canonico in corso

1.Apertura Processo principale ad Arua (UGANDA) il 25 marzo 1998.
2.Apertura della Rogatoria di Troia (FG) l’11 febbraio 1999.
3.Apertura della Rogatoria di Treviso l’8 marzo 1999.
4.Chiusura Processo ad Arua il 14 marzo 2000.
5.Chiusura Rogatoria di Troia il 3 giugno 2001.
6.Chiusura Rogatoria di Treviso il 12 giugno 1999.
7.Apertura del Processo nella Congregazione delle Cause dei Santi il 12 giugno 2001.
8.Dichiarazione validità del Processo il 4 giugno 2004.


Preghiera per la Beatificazione

0 Dio nostro Padre,
il cui disegno di salvezza
si estende su tutti i popoli,
accogli la nostra umile supplica.

Concedi che l'Amore ardente,
che consumò il tuo servo Bernardo Sartori
nell'infaticabile annuncio del Vangelo agli africani
e lo rese appassionato e tenerissimo devoto di Maria,
trasformi anche noi in missionari del tuo amore misericordioso.

Fa che per sua intercessione
possiamo ottenere la grazia che fiduciosi imploriamo ...
così che Tu, o Padre, sia in lui glorificato
e la tua Chiesa Lo veneri tra i beati del cielo. Amen.

Padre nostro ... Ave Maria
Maria, Madre della Chiesa. Prega per noi.

con approvazione ecclesiastica
† Francesco Zerrillo Vescovo di Lucera-Troia

Chi ricevesse grazie per intercessione di P. Bernardo Sartori è pregato di notificarle a:
Postulazione Generale Missionari Comboniani Via Luigi Lilio, 80 (00142 ROMA) Tel. 06 /519451