Roma, martedì 25 settembre 2012
Per sabato 13 ottobre 2012 è prevista una manifestazione nazionale presso l’Alenia Aermacchi di Venegono Varese, Italia – contro le produzioni belliche e in particolare contro la vendita degli aerei Alenia Aermacchi M346 a Israele. Parteciperanno e interverranno all’evento, tra gli altri, padre Alex Zanotelli, Claudia Berton, Massimo De Santi, Mauro Cristaldi, Mario Agostinelli, Luisa Morgantini.

Alla domanda sul perché di questa manifestazione, gli organizzatori di Varese spiegano nel Comunicato stampa:
“Perché noi varesini, che il problema l’abbiamo in casa – buona parte delle produzioni aeronautiche belliche italiane sono insediate nella nostra provincia –, ci sentiamo in dovere di far emergere e denunciare questa realtà.

Già negli anni scorsi avevamo denunciato la cronica dipendenza del nostro territorio dalle produzioni belliche indicendo manifestazioni attorno ad AgustaWestland (elicotteri) e Alenia Aermacchi (aerei) e, più recentemente, anche iniziative e convegni contro l’F35, il nuovo supercacciabombardiere americano (prodotto e revisionato a Cameri, provincia di Novara, Piemonte, ma sempre da Alenia Aermacchi – Finmeccanica –, che ha sede centrale a Venegono, Varese).

Inoltre nella sua recente visita in Italia, il ministro degli esteri israeliano, Avigdor Lieberman, ha fatto una tappa del suo tour semisegreto proprio qui all’Alenia Aermacchi di Venegono a cui è seguita la firma dell’accordo. Un accordo che non è stato scalfito neppure dall’‘Operazione piombo fuso’ del dicembre 2008-gennaio 2009, che ha visto Israele colpire con il suo ‘potere aereo’ la popolazione palestinese civile inerme (1400 morti, di cui circa 400 bambini). Un’azione militare brutale, senza giustificazioni, nella quale sono state usate anche armi sconosciute o già vietate dalle Convenzioni internazionali (fosforo bianco, bombe D.I.M.E., uranio impoverito) e nella quale Israele ha commesso crimini di guerra e contro l’umanità (come documentato all’ONU dal ‘Rapporto Goldstone’).

Questa manifestazione è contro la pratica bellica, affermatasi negli ultimi 20 anni, che chiama ‘pace’ la guerra e la vorrebbe giustificare come strumento di ‘sicurezza preventiva’ e di ‘esportazione di democrazia’, sino a definirla ‘umanitaria’.

Ma ‘guerra umanitaria’ è un ossimoro: la guerra provoca solo morti, feriti, distruzioni e genera odio, rancori e vendette; essa è quanto di più disumano si possa immaginare. Non ci sarà mai pace fin quando l’affare più redditizio sarà la produzione delle armi e di tutti gli strumenti di morte. Per questo, dopo averne discusso ampiamente a livello locale, abbiamo deciso di indire questa manifestazione”.