Talitha Kum: In Asia 26.000 donne salvate dall’inferno della tratta

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Sabato 27 agosto 2022
Oltre 26.000 donne asiatiche sono state salvate dalla rete infernale della tratta di essere umani nel 2021 grazie all’azione di Talitha Kum, federazione di suore cattoliche impegnata da anni a combattere e a sradicare questa forma moderna di schiavitù, che mina nel profondo la dignità della persona privandola della libertà. [L’Osservatore Romano]

Talitha Kum aumenta le azioni di contrasto e prevenzione

Oltre 26.000 donne asiatiche sono state salvate dalla rete infernale della tratta di essere umani nel 2021 grazie all’azione di Talitha Kum, federazione di suore cattoliche impegnata da anni a combattere e a sradicare questa forma moderna di schiavitù, che mina nel profondo la dignità della persona privandola della libertà. Malgrado l’aumento delle vittime del traffico di essere umani — alimentato da povertà, sfruttamento lavorativo, un’economia basata sull’avidità, corruzione e un sistema giudiziario spesso inadeguato — e nonostante la pandemia di covid-19, la rete internazionale di religiose è riuscita a rinvigorire le sue azioni di contrasto e prevenzione, continuando ad affrontare le cause sistemiche che mettono gli individui a rischio di cadere nelle mani dei trafficanti.

«La prevenzione era la priorità» di Talitha Kum Asia ed è stata promossa attraverso «campagne di formazione e sensibilizzazione nelle scuole, parrocchie e comunità locali, rivolte in particolare alle donne, ai giovani, alle comunità religiose, tribali e ai lavoratori migranti», afferma suor Abby Avelino, direttrice dell’organizzazione nel continente asiatico, nel rapporto annuale Talitha Kum 2021 pubblicato di recente. Secondo la religiosa, la piaga della tratta di esseri umani in Asia è cresciuta in maniera esponenziale a causa dell’attuale situazione socio-economica. Molti paesi asiatici hanno dovuto affrontare gravi crisi economiche esacerbate dall’impatto della pandemia di covid-19 e dai conflitti politici, come è avvenuto in Myanmar, Sri Lanka e Pakistan.

«Crisi come queste — spiega suor Abby — rendono le persone più vulnerabili alla tratta» e a pagarne il prezzo più alto sono soprattutto donne, ragazze, giovani, migranti e rifugiati. La religiosa indica che «lavoro forzato, matrimonio coatto e sfruttamento sessuale» sono le forme predominanti della tratta di esseri umani, sia interna sia internazionale. Con l’aggravarsi dei problemi economici gli individui più vulnerabili rimangono intrappolati nelle maglie dello sfruttamento per poter sopravvivere. Una delle aree di reclutamento è il traffico informatico e lo sfruttamento sessuale on line dei bambini, dichiara la religiosa, che fa parte della congregazione dei missionari di Maryknoll.

Nonostante la pandemia abbia reso più complesse le azioni di contrasto alla tratta, nel 2021 Talitha Kum ha registrato comunque una crescita numerica e qualitativa delle sue attività rispetto all’anno precedente, si legge nella relazione, che ripercorre le azioni intraprese e traccia le linee di impegno per il futuro. Nel 2019, durante la sua ultima assemblea generale, Talitha Kum — con l’obiettivo di far crescere e rafforzare la rete nonché potenziare il suo impatto per il periodo dal 2020 al 2025 — ha stabilito nuove priorità interne: educazione, prevenzione, riabilitazione dei sopravvissuti, advocacy. Proprio l’Asia, oltre all’Africa, è una delle aree preminenti di intervento. Nel continente asiatico la rete internazionale di religiose ha continuato le sue campagne di prevenzione. All’inizio della pandemia alcune attività sono state sospese mentre altre sono state realizzate on line per garantire la costante condivisione delle informazioni sulla lotta alla tratta. Il supporto on line è stato fornito a 82 religiosi in cinque nazioni (Bangladesh, Pakistan, Taiwan, Vietnam e Cambogia). Le reti Talitha Kum in Asia hanno ospitato dunque webinar mensili sulla tratta di esseri umani per rafforzare la prevenzione, la protezione, lo sviluppo delle capacità e il networking, nonché la collaborazione e la difesa. L’impatto di questo programma ha dato maggiore visibilità alle reti dell’organizzazione. Non a caso Talitha Kum Bangladesh e Talitha Kum Vietnam sono state fondate nel 2021 proprio grazie alla crescente visibilità del loro lavoro.

Talitha Kum Asia collabora attualmente con 61 organizzazioni cattoliche, 56 ong, 18 organizzazioni nazionali e 42 agenzie governative e intergovernative. Nella regione asiatica l’organizzazione conta 3521 membri provenienti da 205 congregazioni religiose di venti Paesi. Nel 2021 Talitha Kum Asia ha fornito assistenza e sostegno a 3972 vittime della tratta di esseri umani. Inoltre ha organizzato 3909 corsi di formazione e workshop. Tra le diverse iniziative avviate nel 2021 spicca il Sufficiency Economy Program: il progetto ha aiutato donne e giovani nei villaggi e nelle zone montuose a gestire le risorse alimentari naturali, come erbe e verdure, che si trovano nelle foreste. Questa iniziativa ha avuto un impatto soddisfacente sulla comunità locale, poiché ha promosso il rafforzamento delle capacità di autosostentamento, osserva Avelino.

Un’attenzione particolare è stata dedicata al coinvolgimento di un numero sempre più consistente di giovani nella visione e nella missione di Talitha Kum. Mediante il programma Anti-Trafficking Youth Ambassadors nel 2021 ragazze e ragazzi, in rappresentanza di dieci stati asiatici, sono stati formati per diventare “ambasciatori” contro la tratta tra i loro coetanei a livello di base; 71 giovani leader hanno così sviluppato le proprie capacità nel promuovere il lavoro di Talitha Kum, in modi creativi e innovativi, con il coordinamento delle religiose che operano nella rete. Grazie a questo programma è cresciuta la consapevolezza di molti giovani in merito al tema della tratta di persone: «Un fenomeno — rimarca il rapporto — complesso e multidimensionale che colpisce decine di milioni di individui» nel mondo.

[Alicia Lopes Araújo – L’Osservatore Romano]