Giovedì 2 marzo 2023
Dopo la presentazione della relazione dell’Ufficio Comunicazioni ai capitolari comboniani del XIX Capitolo Generale 2022, lo scorso giugno a Roma, uno dei capitolari ci ha chiesto: “Qual è lo stato di salute della comunicazione comboniana?”. [
Vedi la tabella in allegato]

La risposta a questa domanda ha reso evidente che non avevamo dati sufficienti su cui fare una valutazione adeguata e consistente. Questa lacuna ha dato origine a ciò che presentiamo qui. Innanzitutto, abbiamo raccolto i dati di ogni circoscrizione comboniana relativi alla comunicazione e li abbiamo trascritti nella tabella riportata alla fine dell’articolo. In un secondo momento, abbiamo esaminato i dati ottenuti e li abbiamo resi noti ai superiori e ai referenti della comunicazione di ogni circoscrizione, per esserne certi e sentirci più sicuri in ciò che di seguito diciamo. Un sincero ringraziamento a tutti coloro che hanno contribuito fornendo dati e suggerimenti.

Alle soglie del XXI secolo, la comunicazione – interna ed esterna – per noi Missionari Comboniani non si può più considerare un’opzione, una scelta possibile tra le altre, ma piuttosto una missione inevitabile, una necessità, un obbligo. San Daniele Comboni, se fosse vivo, sarebbe il primo a utilizzare tutti i mezzi disponibili per l’animazione missionaria, per raccontare il vissuto quotidiano della missione tra i popoli vicini e lontani più bisognosi e per cercare risorse umane, spirituali ed economiche, coinvolgendo tutti nella missione di Gesù e della Chiesa.

Conoscere l’attività missionaria di ieri e di oggi della Chiesa, e quindi dei Missionari Comboniani, è un diritto anzitutto degli amici e benefattori che ci conoscono e ci appoggiano a tutti i livelli. Inoltre, è anche un diritto degli attuali e soprattutto dei futuri comboniani che vorranno sapere che cosa stiamo facendo o abbiamo fatto come singoli missionari, come comunità e come Istituto.

Ogni missionario, quindi, ha il dovere inderogabile di comunicare, raccontare e rendere visibili le belle storie così come le difficoltà dell’evangelizzazione e della missione comboniana. Si tratta di una responsabilità che ricade in modo particolare sui superiori maggiori che, oltre a comunicare, per la natura delle loro funzioni, devono sforzarsi di tenere organizzati e aggiornati gli archivi storici sulla vita e la missione di ogni comboniano, comunità e circoscrizione.

Se non avessimo il libro degli Atti degli Apostoli, che cosa sapremmo oggi dell’attività della Chiesa nascente? Se non avessimo gli Scritti di Comboni, cosa sapremmo oggi dell’attività missionaria e del carisma primordiale del nostro fondatore?

Gli sforzi di tanti confratelli delle nostre province e delegazioni in questo settore della comunicazione sono encomiabili. Tanti comboniani, a tempo pieno o anche a tempo limitato o occasionalmente, affiancati da giornalisti, tecnici e personale laico nell’amministrazione, fanno ampio uso dei mezzi di comunicazione per il lavoro di evangelizzazione (Regola di Vita 59.3) e di animazione missionaria.

L’impegno maggiore è ancora oggi nel campo delle pubblicazioni stampate, cioè riviste, libri, calendari e giornalini, non tutti qui sotto menzionati. Seguono la presenza nel Web, inclusa la partecipazione significativa nelle reti sociali, e alcune iniziative di produzioni televisive, radiofoniche e di brevi video pubblicati soprattutto su YouTube. In Ecuador, per esempio, si trasmette settimanalmente un videoclip, intitolato “Píldora Misionera”, un messaggio spirituale e missionario di circa un minuto, seguendo i tempi liturgici, che viene inviato agli abbonati attraverso i media digitali. In questa raccolta di dati non si fa cenno ai corsi, online o in presenza, che le circoscrizioni stanno utilizzando come nuove forme di animazione missionaria.

Leggendo la tabella qui sotto, in un totale di 28 circoscrizioni, incluso Polonia e Curia/Direzione Generale – pur non essendo circoscrizioni –, vediamo che praticamente ogni provincia o delegazione ha almeno un bollettino di comunicazione interna. Solo due non ne fanno menzione (Ecuador e Polonia). In Italia, l’ultimo “Notiziario” pubblicato è stato il 2/2020 ed è fino a oggi sospeso. Le pubblicazioni interne in generale non hanno una periodicità fissa. Comunque ricordiamoci che la Regola di Vita comboniana dice che a livello di circoscrizione, “si pubblica periodicamente un bollettino, allo scopo di informare tutti i membri e interessarli alle attività e allo sviluppo della provincia” (RV 128.2).

Riguardo alla comunicazione esterna, sono 20 le circoscrizioni che pubblicano una o più riviste, in proprio o in collaborazione con altre circoscrizioni confinanti, della stessa lingua – “New People”, per le circoscrizioni dell’Africa anglofona (APDESAM: Egitto/Sudan, Eritrea, Etiopia, Sud Sudan, Uganda, Kenya, Malawi/Zambia, Sudafrica e Mozambico) e “Afriquespoir” per le circoscrizioni dell’Africa francofona (ASCAF: RD Congo, Repubblica centrafricana, Ciad e Togo/Ghana/Benin) – o con altri Istituti – “Kontinente”, nella Germania. In Mozambico, la rivista “Vida Nova” è stata rilevata dai Comboniani poco dopo la sua fondazione, il 1° gennaio 1960 ed è, a tutt’oggi, l’unica rivista cattolica stampata e distribuita a livello nazionale.

Attualmente le riviste comboniane sono 17: Africa (5), America (5), Asia (l), Europa (6). Più altre 7 per giovani e adolescenti: America (3) ed Europa (4). Inoltre, anche se non è sempre indicato, le principali testate comboniane dell’Europa e dell’America hanno una loro casa editrice per la pubblicazione di libri destinati all’animazione missionaria e alla promozione vocazionale. Ogni rivista invia sempre almeno una copia del numero alla Biblioteca della Curia Generalizia a Roma. L’eventuale abbonamento viene addebitato alla stessa Biblioteca, attraverso l’Economato Generale.

Nel mondo del Web, 4 circoscrizioni (Asia, Eritrea, Etiopia e Centrafrica) non hanno ancora un loro sito Web. I siti delle province del Kenya e del Perù non sono al momento attivi, anche se siamo stati informati del fatto che stanno cercando di risolvere alcuni problemi tecnici. Quattro circoscrizioni (Eritrea, Etiopia, Centrafrica e Malawi/Zambia) non sono presenti sulle reti sociali. Le altre 21 province o delegazioni, oltre ad avere uno o più siti web, per destinatari diversi, sono anche presenti sui social network, addirittura su una o più piattaforme come, per esempio, Facebook, Twitter, YouTube e Instagram.

È inoltre importante rilevare che, oltre all’edizione cartacea, molte riviste offrono già abbonamenti in versione digitale (per esempio, Portogallo, Spagna, Italia...), inviando il PDF per mail agli abbonati o leggendolo/scaricandolo direttamente dal sito web della rivista (o entrambe le possibilità).

Osservando la ricchezza di pubblicazioni cartacee, siti web e presenza sulle reti sociali, si può concludere che i Missionari Comboniani fanno un buon uso dei mezzi di comunicazione, anche attraverso Internet, per farsi conoscere e dare visibilità all’attività missionaria nei paesi in cui operano.[1] Tuttavia, visitando alcuni dei nostri social network e siti web, ci accorgiamo che le informazioni non sono sempre aggiornate con regolarità.

Una novità tra le nostre pubblicazioni è l’uso delle App per i telefonini (alcune solo per Android), scaricabili su Google Play o AppStore. Per adesso, da ciò che sappiamo, le hanno già create le circoscrizioni di Brasile, Colombia, Curia Generalizia, Germania (DSP) e Portogallo.

Un’esperienza su cui si potrebbe riflettere un po’ di più, e magari applicarla ad altre circostanze simili, è quella delle edizioni pubblicate e diffuse in comunione e collaborazione con varie circoscrizioni. Ci riferiamo, ad esempio, alle riviste “Afriquespoir” e “New People”, editate in Africa e “Iglesia sin Fronteras” e “Aguiluchos”, in America. La redazione di “Afriquespoir” ha sede a Kinshasa, nella Repubblica Democratica del Congo (RDC), ma è contemporaneamente sostenuta e distribuita nelle circoscrizioni comboniane dell’ASCAF. Di “Afriquespoir” vengono stampate 4.000 copie in Congo, 800 delle quali sono inviate in Centrafrica (RCA) e 2.500 in Togo, distribuite fra Togo, Ghana, Benin e Ciad. Lo stesso vale per il “New People Media Centre” e la rivista “New People” che è pubblicata a Nairobi, in Kenya, ma è sostenuta e distribuita nelle circoscrizioni dell’APDESAM. Le province del Malawi/Zambia e del Sud Sudan preparano anche un inserto locale che è aggiunto alla rivista “New People” che viene distribuita nella loro provincia. Le riviste “Iglesia sin Fronteras” e “Aguiluchos” della Delegazione di Colombia vengono anche inviate in PDF alla provincia dell’Ecuador.

Da un lato, è vero che le pubblicazioni cartacee dei Missionari Comboniani sono molto apprezzate dalle Chiese locali dei paesi in cui vengono distribuite. Lo dimostrano i frequenti premi ricevuti per la qualità e l’attualità dei loro contenuti informativi. D’altra parte, comunque, è anche vero che negli ultimi due decenni c’è una diminuzione continua e significativa del numero di abbonati, tanto che, se si continua così, alcune riviste dovranno seriamente interrogarsi sulla possibilità di proseguire o meno.

Coniugando i costi di produzione e le entrate degli abbonati alle nostre pubblicazioni, si osserva che la stragrande maggioranza delle riviste, di per sé, non è sostenibile. Tuttavia, sono proprio queste pubblicazioni a dare visibilità all’Istituto e alla sua attività missionaria nel mondo e, proprio per questo motivo, è attraverso di esse che non solo si crea nei lettori un vero spirito ecclesiale e missionario ma anche un canale di condivisione economica per il nostro operato missionario. Inoltre, le circoscrizioni comboniane utilizzano ogni anno queste pubblicazioni per lanciare progetti missionari e campagne di raccolta fondi come, per fare solo qualche esempio, la campagna Passare i mari, le Borse di Studio e l’Opera del Redentore. Nel loro complesso, quindi, le nostre pubblicazioni sono necessarie non solo per l’evangelizzazione e l’animazione missionaria della Chiesa, ma anche per la sostenibilità stessa delle circoscrizioni che le pubblicano.

Per le pubblicazioni – non solo dell’Africa – che hanno maggiore difficoltà a sostenersi e quindi chiedono spesso aiuti economici, tra l’altro, anche al Fondo Riviste dell’economato generale a Roma, siamo del parere che si potrebbe fare molto di più riguardo alla raccolta fondi, prima di rivolgersi fuori dal paese o dalla circoscrizione, incrementando la diffusione sul proprio territorio e cercando più benefattori localmente. Un problema riportato da alcune circoscrizioni, soprattutto dell’Africa e dell’America, è la difficoltà della distribuzione delle pubblicazioni per Posta, aggravata ancora di più dalla crisi derivante dalla pandemia del covid-19. Questa realtà – come nel caso di Ecuador e Perù – costringe gli editori a trovare nuove forme di diffusione come, ad esempio, la spedizione in formato digitale, via Internet.

Degna di menzione a livello d’Istituto è la Comboni Press, ufficio stampa della Curia Generalizia, a Roma, che ha avuto la sua origine da un’intuizione di P. Cirillo Tescaroli e che ha dato continuità all’Aimis (Agenzia informazioni missionarie) fondata sempre da lui nel 1964. La Comboni Press si è consolidata negli anni come un’agenzia di notizie missionarie, diffondendo soprattutto testi e foto. In tutti questi anni sono stati incaricati della Comboni Press i padri Cirillo Tescaroli (1969-1981), Ezio Sorio (1981-83), Gaetano Nazzareno Contran (1984-90), Giuseppe Bragotti (1990-94), Manuel Augusto Lopes Ferreira (1995), Giovambattista Antonini (1996-2007), Gian Paolo Pezzi Trebeschi (2008-2009), Jorge Oscar García Castillo (2009-2010) e Arlindo Ferreira Pinto (dal 2011 a oggi). Tuttavia, da una quindicina di anni, con lo sviluppo delle tecnologie delle comunicazioni e del mondo digitale, la Comboni Press è un punto di riferimento quasi esclusivamente per le testate comboniane[2].

Oggi non è più una novità affermare che i mezzi di comunicazione digitali – senza ancora scartare del tutto i mezzi cartacei – sono degli areopaghi più privilegiati per l’evangelizzazione, l’animazione missionaria e vocazionale, in particolare tra le nuove generazioni. Quindi, bisogna dargli tempo e spazio nelle nostre circoscrizioni, come lo diamo ad altri ministeri ecclesiali e sociali.

Insomma, le pubblicazioni delle circoscrizioni e dell’Istituto, pur adattandosi alle situazioni che mutano con i tempi, sono chiamate a favorire la comunione nell’Istituto ad intra e ad extra, a rendere un servizio adeguato e sempre più qualificato all’evangelizzazione e all’animazione missionaria e vocazionale, alla formazione delle coscienze a livello religioso, sociale e ambientale, all’impegno per la proclamazione dei valori del Regno, tra i quali l’incontro tra le Chiese e il dialogo interreligioso, la Gpic (giustizia, pace e integrità del creato), la cooperazione tra i popoli, i migranti, la formazione all’interculturalità e al rispetto delle culture.

Della storia dell’Istituto comboniano e della Provincia d’Italia – ci sembra importante ricordarlo – hanno fatto parte almeno due impegni significativi nel settore della comunicazione. Primo, la casa editrice EMI, Editrice Missionaria Italiana, nata nel 1973 in collaborazione con gli istituti missionari presenti in Italia, tra cui Comboniani, Pime, Consolata e Saveriani. L’EMI è entrata in una crisi amministrativa profonda dal 2008 al 2016, anno in cui è passata a essere amministrata (fino a oggi) da laici professionisti[3]. Secondo, l’agenzia di notizie online MISNA (Missionary International Service News Agency), nata nel dicembre del 1997 per iniziativa di alcuni istituti missionari italiani e chiusa il 1° gennaio 2016, a causa delle difficoltà economiche e di personale per continuare a gestire il servizio. Valutare il ruolo o le decisioni dei Comboniani in entrambi i casi – EMI e MISNA – non è nello scopo di questa ricerca.

Il XIX Capitolo Generale e i media comboniani

La quarta priorità del XIX Capitolo Generale è stata “Ministerialità al servizio della riqualificazione”. Nella Guida all’implementazione del XIX Capitolo Generale – Avere sogni e fare piani per realizzarli, p. 29, si chiarifica che «la riqualificazione passa anche per un rilancio della animazione missionaria, che, a sua volta, richiede riflessione e approfondimento in vista di una sua contestualizzazione in questa nuova epoca che stiamo vivendo e nei contesti specifici in cui operiamo».

Per questo, dice la Linea guida 4 (AC ’22, 32): «Valorizziamo l’animazione missionaria, il contatto personale e la comunicazione sociale e digitale, quali mezzi privilegiati per raggiungere la gente, nel nostro sforzo di far uso di nuove forme di annuncio della Parola di Dio».

Quindi, i tre impegni assunti dai capitolari a questo proposito devono essere ora attuati nel corso del prossimo sessennio 2022-2028:

  • Accogliere la sfida della trasformazione digitale, che ci spinge a ricercare nuove strade per raggiungere la gente in modo sostenibile e a influenzare le comunità cristiane e l’opinione pubblica, collaborando con le reti esistenti e con i territori (AC ’22, 32.1);
  • realizzare piani di comunicazione che ci aiutino a programmare il nostro lavoro in questo campo (AC ’22, 32.2);
  • preparare gli animatori missionari per promuovere nuove modalità di animazione missionaria nei diversi contesti continentali (AC ’22, 32.3).

«Alla fine del sessennio – si legge ancora sulla Guida all’implementazione del XIX Capitolo Generale, p. 30 –, ci aspettiamo di vedere percorsi consolidati di riqualificazione del nostro servizio missionario, attraverso (…) una rinnovata animazione missionaria…».

In linea con quanto proposto dal XIX Capitolo Generale e pensando già all’Assemblea generale dell’Animazione Missionaria, che si terrà nell’aprile 2024, tra le grandi sfide che dobbiamo affrontare, ne vediamo almeno sei:

1) Accogliere la sfida della trasformazione digitale, che ci spinge a ricercare nuove strade... (AC ’22, 32.1);

2) la realizzazione di un Piano di comunicazione adeguato a ogni testata (cartaceo e digitale) e circoscrizione – nello spirito e secondo le finalità della Regola di Vita n. 78 –, un documento guida indispensabile per chi lavora nelle redazioni e amministrazioni, e soprattutto per la continuità nel momento del cambio di personale (AC ’22, 32.2);

3) la specializzazione di personale comboniano in questo settore[4] (AC ’22, 32.3);

4) una seria riflessione sulla possibilità di aprire redazioni continentali che servono diversi paesi/circoscrizioni, per risparmiare risorse economiche e umane, come è già il caso di Afriquespoir per l’Africa francofona;

5) la necessità di ipotizzare nuove modalità di raccolta fondi per assicurare la sostenibilità di ogni mezzo di comunicazione, in particolare delle pubblicazioni cartacee, che richiedono sempre nuovi miglioramenti, sia in termini di qualità e che di personale specializzato;

6) la ricerca di modalità alternative di diffusione, soprattutto laddove non esiste un servizio postale realmente rapido ed efficace, ed, eventualmente, la scelta di un fratello a tempo pieno incaricato della diffusione delle riviste – un’esperienza che si sta già attuando con successo, ad esempio, in Portogallo e in Spagna.

P. Arlindo Ferreira Pinto, MCCJ
(Ufficio Comunicazioni della Direzione Generale)
Marzo 2023

 


[1] Questo significa che stiamo mettendo in pratica ciò che la Regola di Vita raccomanda: “Ogni comunità può divenire un centro di animazione missionaria in diversi modi: mantenendo contatti con i benefattori, facendo conoscere la vita e il lavoro dell’Istituto attraverso i mezzi di comunicazione sociale, in particolare con la diffusione della stampa, e con la presentazione dell'attività e della vocazione missionaria in incontri, celebrazioni liturgiche, gruppi di studio, giornate vocazionali e ritiri” (RV 75.1).

[2] MCCJ Bulletin, dicembre 1994, n° 185, pp. 52-56; MCCJ Bulletin, gennaio 1995, n° 186, pp. 40; MCCJ Bulletin, ottobre 1996, n° 193, pp. 17-18; MCCJ Bulletin, ottobre 1999, n° 204, pp. 19-20; P. Antonini Giovambattista, “Comboni Press 1996-2000”, in MCCJ Bulletin, ottobre 2001, n° 212, pp. 33-37.

[3] P. Munari Giovanni, “EMI: un nuovo inizio” (https://www.comboniani.org/?p=19320).

[4] Cfr. Regola di Vita: “L’Istituto da ad alcuni suoi membri la possibilità di specializzarsi nei metodi e mezzi da utilizzare nella proclamazione del Vangelo” (RV 59.4).