[2214]
Se fino ad ora non ho giudicato opportuno di esporre a V. Em. R.ma il quadro generale sul movimento dell'Opera presieduta dall'Ill.mo e R.mo Monsig. Luigi Marchese di Canossa Vescovo di Verona, del quale io benché indegnissimo esercito le funzioni di Rappresentante, si fu perché dinanzi al tribunale supremo della Propaganda non bisogna presentarsi con semplici progetti, sieno essi lodevolissimi; sebbene l'esperienza mi ha istruito che è d'uopo venirvi con fatti reali e con cose positive. La fondazione di un Istituto, il suo Regolamento, la sua azione apostolica, le sue risorse, la sua stabilità è d'uopo che sia provata, esperimentata, assicurata; ciò che non si effettua che col tempo e colla maturità necessaria. Allora i capi supremi possono calcolare sul solido, deliberare con sicurezza, e disporre con fondamento senza compromettere l'autorità e dignità della Chiesa. Egli è per questo che, dopo aversi iniziata questa santa Opera, dopo fattene l'esperienza e la prova sufficienti a concepirne fondate speranze di buona riuscita, mi presento all'E. V. colla logica dei fatti, e con un serio fondamento.
[2215]
Quello che si è fatto sinora, fu compiuto attraverso a gravi ostacoli e difficoltà, malgrado gli scabrosissimi tempi che corrono, e militando il prudente riserbo della Propaganda, che nella sua saviezza giudicò opportuno di non prestarvi direttamente il suo morale e formale appoggio, per essere l'Opera in via di solo esperimento. La costante fermezza dei due zelantissimi Prelati che la presiedono in Verona ed in Egitto, e la felice corrispondenza dei membri degli Istituti sostennero coll'aiuto della grazia energicamente la santa Opera, la quale, confido, otterrà quindi innanzi l'appoggio tanto sospirato della S. C. di Prop.da Fide.
[2216]
Per dare un'idea del movimento di quest'Opera, che ha per fine di piantare stabilmente la fede nell'Africa Centrale, e condurre all'ovile di Cristo l'infelice Nigrizia, io parlerò:
Iº. Sui nascenti Istituti d'Egitto, che sorsero sotto i provvidi auspici di Monsig. Ciurcia.
IIº. Sulle piccole Opere di Verona presiedute da Mgr. Canossa.
IIIº. Sulla necessità che le nascenti Opere d'Egitto e di Verona camminino e prosperino simultaneamente, affine di raggiungere a poco a poco lo scopo a cui mirano.
I. Gli Istituti dei Neri in Egitto
[2217]
E innanzi tratto debbo dichiarare che, dopo ottenuta formalmente l'autorizzazione, con lettera autografa del Vicario Ap.lico al Vescovo di Verona in data 2 agosto 1867, di piantare nell'Egitto degli Istituti dei neri, sarebbe stato conveniente che pria di trasportare in Cairo missionarî, suore e morette, com'era mia prima intenzione, io solo mi recassi colà per assicurarvi due case; e poi tornato in Europa conducessi la carovana in Egitto, e la installassi nelle due case preparate. Ma l'episodio inaspettato, e le vicissitudini incalzanti ch'ebbi a sostenere col passato Vicegerente Mgr. Castellacci, com'è noto a V. E., per togliermi a funeste conseguenze che avrebbero potuto compromettere per sempre la mia persona e l'opera stessa, mi costrinsero a gettarmi in braccio alla Provvidenza, e a condurre tutta la carovana in Egitto. Spese straordinarie sostenute da me, sia in Roma per non aver potuto ricevere a tempo debito tutte le morette dal Monastero Viperesche, sia a Marsiglia per mantenervi per 40 giorni una parte della carovana ch'erasi colà trasportata, m'hanno impedito di prendere in Cairo due Case situate a considerevole distanza.
[2218]
Invece sull'esempio di molti Istituti di Francia, ho preso a pigione il Convento dei Maroniti in Cairo Vecchio, che è composto di tre Case separate; vi collocai in una i maschi, nella seconda le femmine, avendo riserbato la terza per sé i Padri Maroniti. Diedi severo ed opportuno regolamento alle due Case, le quali benché provate da lunghe e fiere malattie, camminarono abbastanza bene; e nulla vi sarebbe stato a ridire, se non avesse avuto luogo il doloroso incidente del quinquagenario P. Zanoni Camilliano, a cui per gravi e prudenti motivi, che ho spiegati a V. E. con mia lettera 22 sett. 1868 da Parigi, avea affidata l'ispezione immediata dell'Ist.o femminile. La Provvidenza vegliò con amorosa sollecitudine sui poveri Istituti; giacché, mercé la divina grazia, una vigilanza accuratissima, e la ben ferma e radicata virtù delle morette, non avvenne alcuno di quegli inconvenienti che provocato avea quell'incauto religioso. Piuttosto fu per noi tutti una solenne lezione, un avviso salutare per istar bene in guardia di noi stessi, diffidare di tutto, e camminare con somma cautela in avvenire.
[2219]
S. E. Mgr. Vicario Ap.lico avendo nella sua paterna saviezza deputato a rappresentarlo a riguardo di noi il M. R. Parroco di Cairo Vecchio, il P. Pietro da Taggia, vecchio ed esperto missionario francescano di singolare pietà e zelo apostolico, incaricandolo di sorvegliarci ed assisterci col suo senno ed autorità, d'intelligenza con questi ho preso un vasto casamento vicino al Nilo, e fatta colla sua approvazione e sotto a' suoi occhi una conveniente divisione, vi installai in due reparti separati i due piccoli Istituti, e vi stabilii un opportuno regolamento, che fu diligentemente praticato. Tale installazione non dovea essere che provvisoria, poiché ritornato dall'Europa, ove m'era condotto coll'autorizzazione del Vicario Ap.lico, ricercai una novella Casa pei missionarî; né per umilianti e replicate ripulse che m'ebbi dai turchi ed eretici, che o me la negavano o mi chiedevano fino a 9000 franchi di annua pigione, mai non mi arrestai finché non la rinvenni situata a 12 minuti dalla prima; e in essa installai l'Ist.o maschile. Allora vi promulgai il Regolamento Allegato A., la cui sostanza erasi bastevolmente osservata fin dai primordi della fondazione.
[2220]
Le Regole fisse di un Istituto sono sempre il frutto di lunghe osservazioni dell'esperienza. Le norme da me tracciate non sono che il sunto sostanziale della forma di condotta da seguirsi dai missionarî, avendo io ferma la massima e la determinazione di maturare con la pratica e lunga esperienza il più acconcio Regolamento dell'Istituto da sottomettersi alla S. C. per la suprema sanzione della Santa sede.
Fin da principio rilevai perfettamente la delicata mia posizione sia riguardo all'esterno, come rispetto all'interno de' miei piccoli Istituti.
[2221]
Quanto all'esterno contemplai me e gli Ist.ti sotto gli sguardi paterni e le provvide osservazioni del sagacissimo Rappresentante della Santa Sede, del quale intravidi e penetrai bene la delicata posizione in quell'importante e difficile apostolato, che abbraccia tanti e sì diversi elementi. Mi contemplai in faccia ai Reverendi Padri Francescani e agli altri corpi morali della Missione, come pure a fronte del Governo egiziano, alle autorità Consolari di Francia, Austria ed Italia, al Clero dei diversi riti orientali, alle sette protestanti ed eretiche, ai musulmani, e alla dominante framassoneria. Il capo di un nuovo Stabilimento deve aver l'occhio vigile ed attento su tutto questo e camminare coi calzari di piombo.
[2222]
Non tardai a comprendere altresì la mia delicata posizione in faccia agli individui componenti gli Istituti, dei quali mi vidi alla testa: religiosi Camilliani, la cui forma di istituzione non è identica a quella dei sacerdoti secolari, Suore francesi ed italiane, e morette riscattate da diversi benefattori, ed educate con norme differenti da diversi Istituti; tutti elementi eterogenei, che io dovea mettere in perfetta armonia, e ridurre colla prudenza ad un solo pensiero sotto una sola bandiera. Studiai quindi con diligente accuratezza il carattere, le tendenze, il grado di virtù e capacità di ciascuno affine di ben regolarlo, e servirmene di quelli che mi poteano giovare pel buon andamento dell'Opera.
[2223]
Fra questi studiai a fondo il P. Stanislao Carcereri, e trovai essere un uomo di coscienza, di carattere, di ordine e di fermezza, profondo conoscitore del Piano dell'Opera, zelantissimo e capace di regolar bene un Istituto. E siccome tutta la responsabilità degli Stabilimenti pesa sovra di me, siccome la malizia del mondo è somma e la perfidia del demonio suscita nemici fino dall'aria che si respira, e siccome io posso morire da un giorno all'altro, così ho creato questo degno Religioso Vice Superiore degli Istituti, e l'ho eletto a testimonio del mio operare, in guisa che ho praticata sempre la massima di comunicare tutte le mie cose di qualche importanza, ora al P. Carcereri, ora al degnissimo Rappresentante del Vic.o Ap.co, il M. R. P. Pietro, del consiglio dei quali ho profittato.
[2224]
Non trascurai di sottomettere anche al giudizio degli altri compagni sacerdoti molte cose di rilievo riguardanti gli Istituti, anche collo scopo di avviare ciascuno alla conoscenza ed alla pratica degli affari dell'Opera (ciò che tornerà molto utile in avvenire quando l'Opera piglierà maggiore sviluppo): per cui ogni passo, ogni azione, ogni cosa riguardante gli Ist.ti fu sempre prima da me ponderatamente meditata e riflessa, diligentemente consultata e discussa, e nel nome del Signore maturatamente da me risoluta e decisa. A questa provvida e salutare misura io debbo, dopo Dio e la rettitudine de' miei compagni, quell'unanimità, obbedienza, buon ordine ed armonia (pari a qualunque regolare Istituto d'Europa), che regna nel mio stabilimento: a questo debbo il vantaggio che i miei compagni sarebbero capaci di dirigere un Istituto. Io padroneggio l'intelletto ed il cuore dei miei compagni; ed essi posseggono tutta la mia stima ed affezione. Tutti siamo di un solo pensiero, disposti ed ardenti di sacrificare la nostra vita per amore di Dio, della Chiesa, e dell'infelice Nigrizia.
[2225]
Siamo tutti disposti, o Eminenza, di morire anche martiri della Fede; ma vogliamo morire con giudizio, e con sommo giudizio, cioè coll'operare saviamente per la salvezza dell'anime le più derelitte della terra, ed esporci per esse ai più grandi pericoli della vita con quella prudenza, discrezione, e magnanimità, che si addice ai veri apostoli e martiri di Gesù Cristo.
Premesse queste nozioni generali, vengo ora al particolare degli Istituti, ed ai loro mezzi di sussistenza.
Sono tre le piccole Case dell'Opera in Egitto, cioè:
1º. L'Istituto maschile.
2º. L'Istituto femminile.
3º. La Scuola femminile di Cairo Vecchio.
[2226]
1º. Istituto del S. Cuor di Gesù
per la Rigenerazione dell'Africa.
Così ho chiamato l'Istituto maschile, il cui Orario è esposto Allegato B.
Scopo primario di questo Istituto è il seguente:
1º. Educazione religiosa, morale, intellettuale ed artistica dei negri, affine d'informarli nella fede, morale, scienze ed arti, che sono necessarie nell'Africa centrale, affinché compiuta la loro educazione, ritornino fra le tribù della Nigrizia, per essere apostoli di fede e civiltà ai popoli negri sotto la direzione dei missionari europei.
[2227]
2º. Acclimatizzare i missionari e fratelli coadiutori europei, affinché si rendano più capaci di sostenere il clima e le fatiche apostoliche nella Nigrizia.
[2228]
3º. I missionari europei studiano l'arabo, le lingue dei negri, e gli altri idiomi necessari alla missione, pigliano conoscenza dei costumi orientali e delle abitudini dei musulmani, con cui avran sempre da trattare anche nella Nigrizia, si addestrano alla maniera di trattare col mondo guasto e corrotto, colle autorità governative e consolari, apprendono un po' di medicina e d'arti di prima necessità, e soprattutto studiano i mezzi più acconci e la pratica di guadagnar anime a Dio. In una parola l'Istituto è pel Sacerdote una scuola di esperienza e di prova per imparar bene a fare il missionario, per esercitarne convenientemente le funzioni e il ministero nell'Africa Centrale.
[2229]
4º. L'Istituto è una specie di tirocinio per assicurarsi se i missionari ed i fratelli coadiutori da inviarsi nella Nigrizia sieno forniti di quell'alto grado di castità a tutta prova, di quella fede, umiltà, abnegazione, costanza, carità, e di quelle virtù apostoliche, che sono necessarie per cimentarsi alle ardue e perigliose missioni dell'Africa centrale, affinché non corrano il rischio di essere convertiti.... invece di convertire.. ne cum aliis praedicaverint, ipsi reprobi efficiantur.
[2230]
Scopo secondario dell'Istituto è l'evangelizzazione della razza etiope dimorante in Egitto, che, secondo l'Annuario Ufficiale 1869-70 di Levernay, comprende nel solo Cairo 25000 individui. Di più l'Istituto presta il suo ministero nell'Egitto a misura dell'autorizzazione e facoltà che riceve dal Vic.o Apostolico in pro' della Colonia Europea o degli indigeni di qualunque rito e credenza.
[2231]
Quanto ai negri d'Egitto noi ci siamo finora limitati a procurare la conversione di quelli che sono nelle famiglie cattoliche, lasciando da una parte finora i negri degli eretici e musulmani, dei quali non siamo andati in cerca; ma solo giovammo a quelli che la Provvidenza ha guidati nei nostri Stabilimenti, o per essere infermi od abbandonati.
[2232]
I negri esistenti nelle famiglie cattoliche son quasi tutti o musulmani o pagani. Il motivo di questa piaga che nell'Egitto colpisce la razza etiope anche all'ombra del cattolicesimo è la secolare e tradizionale negligenza dei padroni cattolici, i quali, o non si curano punto della eterna salvezza della loro servitù etiope che riguardano come cosa, o non vogliono assolutamente che essa diventi cattolica; e ciò per due principali motivi, cioè, 1º. perché i neri fatti cattolici diventano liberi; e quindi temono che abbiano a sottrarsi dal loro servizio. E noi provammo invece col fatto che i neri fatti cattolici diventano più fedeli ai loro padroni; 2º. perché diventando cattolici, se i padroni si determinano a disfarsene per qualsiasi motivo, non possono venderli ai musulmani, per cavarne denaro. Ma su questo parziale apostolato del nostro Istituto mi farò un dovere di presentarle fra poco uno speciale e coscienzioso Rapporto, dal quale V. E. rileverà la condizione infelice della razza etiopie in Egitto, anche dei negri delle famiglie cattoliche di qualunque rito; comprenderà quali pene ed ostacoli v'incontri il più industre ed oculato ministero Sacerdotale, quanta prudenza e riserbatezza vi abbisogni per trarne vantaggio, e quali risultati positivi possa ottenerne la Chiesa; ne conchiuderà infine come l'apostolato dei neri in Egitto, che non forma che lo scopo secondario dell'Istituto, costituisce da sé solo un importante missione.
[2233]
L'Ist.o maschile comprende in piccolo:
1º. Il Corpo dei missionarî;
2º. Il corpo dei fratelli coadiutori;
3º. Il catecumenato e l'educandato dei neri;
4º. Una piccola infermeria pei neri.
[2234]
Ecco in breve il modo con cui vivono i missionari. La vita del missionario che ha rotto in modo assoluto e perentorio tutte le relazioni col mondo e colle cose più care secondo natura, deve essere una vita di spirito e di fede. Consacrato per sentimento di fede e di carità alla conversione dell'anime, è d'uopo che in lui, oltre ad un solido e schietto zelo, puro amore e timore di Dio e padronanza ben sicura delle proprie passioni, domini patentemente il fervore per le cose spirituali, e lo studio della vita interiore e della perfezione. Quindi è che sono prescritte ai missionari dell'Istituto dei neri le seguenti pratiche per l'acquisto della propria santificazione:
1º. Osservanza esatta del Regolamento ed Orario.
2º. Messa e divino ufficio quotidiano, e Confessione settimanale.
3º. Orazioni vocali mattina e sera in comune e Rosario.
4º. Meditazione mattutina in comune, un'ora.
5º. Esami di coscienza, Lezione spirituale, Visita al SS.mo Sacramento o alla cappella, e Comunione spirituale in privato.
6º. Atto di Consacrazione ad Iesum Apostolum delle proprie fatiche e della propria vita, che si fa in comune mattina e sera.
7º. Lezione quotidiana a tavola del Nuovo Testamento, e delle vite dei Martiri e dei Santi, o di celebri e distinti missionari.
8º. Esercizi Spirituali annuali di 10 giorni in Quaresima, e ritiro mensile il venerdì dopo la prima Domenica di ciascun mese.
9º. Mesi di marzo e di maggio con pratiche di pietà ogni sera, Novene, Ottavari, Tridui, sovente con prediche e panegirici al SS.mo Sacramento, a Gesù Bambino, al S. Cuor di Gesù, alla S. Famiglia, all'Imm.ta Concezione, ai VII Dolori, al S. Cuor di Maria, ai SS. Apostoli e Martiri, a' SS. Pietro e Paolo, a S. Giuseppe, a S. Francesco Saverio, a S. Fr. d'Assisi, a S. Antonio di Padova, a S. Luigi Gonzaga, a S. Camillo, a S. Teresa, ai Santi Africani, alla B. Alacoque, per la Chiesa, pel Sommo Pontefice, per la Prop.n della Fede, e soprattutto per la Rigenerazione dell'Africa.
10º. Esercizi particolari di pietà di ciascuno.
[2235]
Circa lo studio della santificazione dell'anime sono prescritti ai missionari i seguenti articoli.
1º. Studio frequente della S. Scrittura, Teologia Dogmatica, Morale, Canonica, Catechismo, storia della Chiesa, delle Missioni, e Controversia.
La Controversia forma uno studio speciale dei missionari, e versa:
a) sulle cose di prima necessità ed attualità del loro ministero Sacerdotale.
b) sugli errori e superstizioni pagane dell'Africa centrale.
c) sugli errori e superstizioni dell'islamismo in generale, e sui particolari dei musulmani d'Egitto, della Nubia, e degli arabi nomadi dell'Africa centrale.
d) sugli errori degli eretici e scismatici di tutte le specie e riti in generale, e sui particolari che esistono fra gli eretici e scismatici d'Egitto, cioè copti, greci, armeni, anglicani e protestanti etc.
e) sui perniciosi pregiudizi che dominano presso i cattolici di Egitto, anche Monaci orientali; pregiudizi che ponno essere di ostacolo al progresso del vero cattolicesimo di Roma.
f) sulle tendenze perniciose e sui vizi che dominano fra i cattolici d'Egitto.
Da questo studio accurato e coscienzioso se ne determina e stabilisce a poco a poco un sistema pratico, col quale procurare colla grazia di Dio e con tutta prudenza la salute dell'anime.
2º. Studio accurato della lingua araba, francese, e dinka, che è la più estesa dell'Africa centrale.
3º. Studio della storia, geografia, agraria, e costumanze della Nigrizia.
4º. Studio della medicina, flebotomia, botanica, farmaceutica ed altre scienze ed arti necessarie per la Nigrizia.
5º. Pratica di assistere spiritualmente e corporalmente gli infermi.
6º. Esercizio di predicazione, ed amministrazione dei Sacramenti negli istituti dei negri.
[2236]
La direzione generale degli Istituti in omnibus et quoad omnia, e la pertrattazione degli affari esterni, specialmente coi Consolati e col Governo egiziano, e la corrispondenza coll'Europa e Società benefattrici, l'ho riserbata a me solo. La sorveglianza immediata dell'Ist.o maschile, in mia assenza, è devoluta al P. Carcereri a cui ho pure affidato l'economia particolare delle tre Case, e l'amministrazione dei Sacramenti alle Suore e morette, che sanno l'italiano. D. Bortolo Rolleri, uomo di gran pietà, esattezza, ordine, sodo criterio, ed ottimo spirito, è incaricato della scuola di 4 ore al giorno ai moretti, la cui sorveglianza fuori di scuola è ripartita fra lui, il P. Franceschini, il fratel Rossi e l'ottimo moro quarantenne Domenico. Al P. Franceschini è devoluta la cura della cappella, l'economia minuta dell'Istituto maschile, le spese generali, e la scuola delle arti e mestieri ai moretti. Franceschini è giovane missionario di belle speranze. A lui fa scuola di S. Teologia il P. Carcereri. Il P. Pietro Parroco fa scuola di arabo ai missionari, ed io la fo di francese e di dinka.
[2237]
L'Ist.o maschile assiste alla parrocchia di Cairo Vecchio in tutte quelle cose che vengono ingiunte dal degnissimo Rappresentante del nostro veneratissimo Mgr. Vic.o Ap.co, il P. Pietro da Taggia, al quale siam debitori della più caritatevole e paterna sollecitudine. I caritatevoli e buoni Padri di Terra Santa altresì usano molte attenzioni per noi, e specialmente il Guardiano di Cairo, uomo di consiglio, di molto senno e prudenza; e quello di Alessandria ci è prodigo di molta carità e di generosa affezione.
[2238]
La Casa dell'Ist.o maschile è l'intero Convento dei Maroniti, composto di tre reparti separati ed una Chiesa la più vasta e bella di Cairo Vecchio; l'ho presa ad affitto per tre anni al prezzo di 700 franchi all'anno, coll'obbligo di qualche riparazione. Dista circa dieci minuti dai due Istituti femminili, i quali egualmente son situati a dieci minuti di distanza l'uno dall'altro.
[2239]
2º. Istituto del S. Cuor di Maria
Così ho chiamato l'Ist.o delle morette affidato alle Suore di S. Giuseppe dell'Apparizione, il cui Orario è esposto all'Allegato C.
Tanto lo scopo primario di questo Ist.o come il secondario è conforme a quello dell'Ist.o maschile, salve quelle variazioni che spettano alla natura e alla missione speciale della donna cattolica destinata a coadiuvare l'Apostolato delle povere morette sia nell'Egitto, sia nella Nigrizia.
[2240]
Questo Ist.o comprende:
1º. Il Corpo delle Suore:
2º. Il Corpo delle morette Missionarie.
3º. " " " aspiranti a missionarie ed assistenti.
4º. Catecumenato.
5º. Piccolo ospitale pelle nere.
Siccome le Suore nostre e le missionarie nere per adempiere al loro apostolato sono esposte a grandi pericoli, così ho ferma in cuore la massima di porre ogni studio perché lo spirito di esse sia fornito di tutte le virtù che sono proprie di ciascuna specie d'Ordine regolare di perfetta osservanza; cioè, per l'attività esse debbono essere altrettante perfette figlie di S. Vincenzo de Paoli, per l'orazione e distacco altrettante Salesiane, per l'istruzione altrettante Orsoline e figlie del S. Cuore. A poco a poco si riuscirà a questo.
[2241]
Ad ottenere la propria santificazione, le Suore, di cui io sono il Superiore ordinario, sono tenute ad osservare esattamente le Regole del proprio Istituto.
Oltrediché esse dirigono ed assistono le morette di qualsiasi classe, e specialmente le missionarie, nelle seguenti pratiche, che tendono a procurare la propria santificazione:
1º. Osservanza esatta del Regolamento.
2º. Orazioni vocali (di cui una parte sono composte da noi in ordine alla missione) in comune la mattina, fra il giorno, e la sera.
3º. Meditazione in comune alla mattina, mezz'ora.
4º. Esami di coscienza, Visita al SS.mo Sacramento o alla cappella, Comunione spirituale, lezione spirituale tra il giorno ed a tavola a colazione, pranzo e cena. Tutto ciò in comune. Poi il Silenzio a certe ore determinate.
5º.Confessione settimanale, e Comunione ad arbitrio del Confessore.
6º. Spiegazione del Vangelo in Chiesa alla mattina, e catechismo al dopopranzo delle domeniche e feste di tutto l'anno fatta da un Sacerdote.
7º. Un'ora di pubblica adorazione al SS.mo Sacramento ogni mercoledì con messa pro conversione Nigritiae.
8º. Esercizi spirituali annuali dal 10 marzo alla Festa di S. Giuseppe, e ritiro mensile all'ultimo giovedì del mese.
9º. Pratica del mese di marzo e di maggio con predica ogni sera, preghiere speciali, ed esposizione della Pisside.
10º. Pratica della Guardia d'onore del S. Cuor di Gesù con predica il primo venerdì del mese.
11º. Novene, Ottavari, e Tridui al divin Salvatore, alla S. Famiglia, alla B. Vergine Maria etc. ed ai Santi di special divozione dell'Opera, come sopra ho enunciato.
12º. Pratiche di pietà di ciascuna secondo la particolare divozione.
[2242]
Le Suore e morette procurano la salute dell'anime, e si preparano all'Apostolato della Nigrizia colle seguenti pratiche:
1º. Studio amplo del catechismo. A questa scuola presiede di tanto in tanto un missionario, che espone le idee e gli argomenti di prova, che si sono già discussi e triturati nell'Ist.o maschile. A seconda delle materie v'ha una scuola di piccola controversia, in cui si insegna alle Suore e morette missionarie la maniera più efficace di convertire le morette di qualunque credenza, e si accennano i motivi e le similitudini più pratiche e piane per combattere e distruggere gli errori e le superstizioni delle donne pagane e musulmane.
2º. La morette missionarie istruiscono le assistenti e le malate nelle cose della fede e morale cristiana, e preparano le catecumene al santo battesimo.
3º. Studio delle lingue araba e dinka.
4º. Esercizio pratico sul modo di assistere spiritualmente e corporalmente le inferme, e un po' d'istruzione di medicina, di farmaceutica, applicare rimedi, preparare medicamenti etc.
5º. Scuola di lavori femminili di prima necessità, cucire, tessere, pratica di guardaroba etc. etc.
6º. Esercizio di cucina, far pane, confezionare vivande con elementi e prodotti, che si ponno avere nella Nigrizia coll'industria agricola locale, o da introdurvisi.
[2243]
Del resto le Suore presiedono alle morette nei lavori di finezza e valore commissionati dagli esterni e specialmente da magazzini europei, come pure pei vestiti e biancheria degli Istituti. Gli uffici di cucina, bucato e infermeria, sono disimpegnati dalle morette settimanalmente per turno.
L'istruzione a domicilio in qualche famiglia cattolica di provata riputazione ov'è qualche catecumena, si effettua sempre da due morette accompagnate da una Suora.
Tanto il medico che il missionario fanno visita delle inferme nel piccolo Ospedale dell'Ist.o accompagnati sempre dalla moretta infermiera, e dalla Superiora o da una Suora.
Il piccolo Ospedale è provveduto di una piccola farmacia di 2000 franchi, che somministra medicamenti alle altre Case, ed ai poveri.
[2244]
Fra le more missionarie ve ne sono 10 di provata moralità e capacità, che sarebbero pronte ad esercitare convenientemente il loro ministero nell'Africa centrale, e sarebbero mature per l'apostolato della Nigrizia. Tutte poi le morette missionarie sono abilissime nell'arte e maniera di tirar negre sia pagane sia musulmane al cattolicesimo. Un gran numero di pagane e musulmane avrebber potuto essere guadagnate alla fede, se la prudenza non ci avesse guidato ad esser cauti coi padroni, che sono contrari alla conversione dei negri.
[2245]
L'esperienza ci ha convinti che la presenza di un Istituto di negre è un importante elemento di apostolato in favore della razza etiope in Egitto. Dal conversare insieme colle nostre morette, dal vederle pregare e dal sentirle cantare, moltissime altre pagane e musulmane s'invogliarono di farsi cattoliche. Tutte le morette e moretti convertiti fino ad ora si conservarono fedeli alla fede, nessuna eccettuata, tanto quelle che rimasero nell'Ist.o, come quelle che furono collocate in oneste famiglie cattoliche. Taluna ha conservato, si può dire, l'innocenza battesimale, da essere bell'esempio alle altre.
[2246]
Le Suore sono di provato spirito e moralità. Non si è nulla trascurato da noi per renderle tali, ed uniformarle allo spirito della nostra ardua ed importante missione. La Superiora è Suor Veronica Pettinati ed è veramente all'altezza della sua missione.
[2247]
Fino ad ora ho tenuto io l'amministrazione di questo Ist.o, mandandogli il necessario in ogni cosa, e accordando alla Superiora l'economia minuta della Casa. Ciò fu un'esperienza per constatare i bisogni dell'Istituto, ed il tornaconto dell'Opera. Dal gennaio p.p. ho convenuto colla S.ra Euphrasie Assistente Generale di sbarazzarmi di questo impiccio, e di cedere l'amministrazione totale alle Suore sulle basi del Contratto Allegato D; ciò che darà maggiore impegno alla C. di S. Giuseppe di assistere l'Opera. Ma finora la Madre Generale non si è ancor pronunciata, aspettando di venire a Roma per la conclusione. La Casa di questo Ist.o è un vasto locale con piccolo giardino e cappella, che ho preso ad affitto dal Sig.r Bahhari Abut greco cattolico al prezzo di 1600 franchi all'anno. E' a dieci passi dal Nilo.
[2248]
3º. Casa della Sacra Famiglia
ossia Scuola femminile della Parrocchia di Cairo V.
Questa piccola Casa fu aperta nel giugno 1869 dietro speciale mandato di S. E. il Vic.o Ap.co, che me ne ha incaricato col seguente Documento emanato da Alessandria il 23 maggio precedente in seguito a mia domanda, e desiderio di quel M. R. Parroco:
N. 110
"M. R. D. Comboni,
Preso in considerazione quanto Ella mi esponeva col suo foglio 10 corr. trovo di autorizzarla ad aprire in via di esperimento una Scuola Succursale nel Vecchio Cairo affidandone la direzione a Sr. Maria Caterina Rosa Valerio Terziaria Franc.na di Verona, in modo che sempre restino salvi i diritti di quel M. R. Curato, al quale scrivo contemporaneamente per invitarlo a prendere tutta la maggior possibile cura onde si ottengano i desiderati effetti.
Non potendo, almeno per ora, essere disponibili i locali dell'antica Scuola, sarà di Lei cura pensare ad un altro, che riunisca possibilmente le richieste condizioni.
C F. Luigi Arciv.o Vic.o Ap.lico
[2249]
Questa Scuola è tenuta esclusivamente dalle morette missionarie sotto la direzione di Sr. Valerio, che io condussi da Verona, ove fu Maestra delle Novizie del soppresso Monastero delle Terziare francescane. Vi si insegna la fede e la Morale cattolica, gli elementi d'istruzione primaria, le lingue araba, italiana, francese e tedesca, oltre ai lavori femminili di ogni genere dalla calzetta al ricamo in seta ed oro.
[2250]
L'Orario speciale è esposto all'Allegato E. La scuola è frequentata ordinariamente da 20 a 30 allieve orientali e da tre europee tedesche. Causa di numero sì limitato è il divieto che il testè defunto Patriarca Copto Scismatico fece alle fanciulle e ragazzi suoi correligionari di frequentare le scuole cattoliche. Molte sono le famiglie copte eretiche in Cairo Vecchio.
Questa Casa è come un piccolo tirocinio per le morette missionarie. Essa è situata accanto alla Chiesa Parrocchiale.
La Casa della S. Famiglia, o Scuola, mi è affittata da Terra Santa per tre anni al prezzo di 360 franchi all'anno.
[2251]
L'Elenco personale dei tre piccoli Istituti dei neri in Egitto dall'epoca della loro fondazione in dicembre 1867 fino al marzo 1870 è all'Allegato F.
Risulta da questo che
1º. I Neofiti degli Ist.ti sono Nº. 19
2º. " Catecumeni attuali sono " 15
3º. " Totale del personale " 72
L'attual personale degli Ist.i è il seguente:
1º. Ist.o del S.C. di G. Nº. 11
2º. " " " " " M. " 26
3º. Casa della S. Famiglia " 9
Totale 46
[2252]
Economia e mezzi di sussistenza
degli Ist.i d'Egitto.
Venendo ora ai mezzi pecuniari e materiali per sostenere i nascenti Ist.ti d'Egitto, ho mille motivi di ringraziare la Provvidenza, perché quantunque sieno scabrosissimi i tempi che corrono, e fierissime sieno state le procelle, a cui per disposizione adorabile della Provvidenza l'Opera soggiacque, benché abbiasi ristretta a piccola sfera la sollecitudine dell'economia, tuttavolta gli Istituti non hanno mai mancato del necessario, e furono in molte cose anche provveduti dell'utile e del comodo.
[2253]
Un grave inconveniente dell'Opera in Egitto è il non possedere almeno una casa propria. Ma coll'aiuto di Dio, e qualora vi intervenga l'appoggio della Propaganda, non tarderò a fare l'acquisto di una Casa in Cairo; al quale oggetto la Società di Colonia mi destinò 10,000 franchi con lettera Allegato G., il cui contenuto mostra quale impegno nutra questa pia Associazione per aiutare con generose oblazioni le piccole opere attuali dell'Egitto, e le future dell'Africa Centrale.
[2254]
La spesa necessaria a mantenere le tre piccole Case d'Egitto col numero degli individui che attualmente le compongono, come risulta dall'esperienza dei due primi anni, è da circa quindicimila a sedicimila franchi.
[2255]
La rendita di cui gli Istituti ponno disporre annualmente, oltrepassa la somma di 20,000 franchi. Le fonti da cui zampillano tali sussidi, son le seguenti:
1º. Società di Colonia pei neri Fr. 10,000
2º. Propagazion della Fede di L. " 7,000
3º. Elemosine di messe dei miss.ri " 2,000
4º. Opera delle Scuole d'Oriente " 500
5º. Offerte agli Ist.i e lavori delle morette 3,000
Totale 22,500
Le tre Case sono attualmente fornite di oltre a 25,000 franchi in biancheria, letti, mobilie, medicinali, oggetti di culto, arnesi domestici, di arti e mestieri etc. Posso esibire nota di tutti e singoli gli oggetti a richiesta di V. E.
Risorse ed attivo degl'Ist.ti
nei due primi anni della lor fondazione.
In denaro
1º. Società di Colonia pei neri Fr. 28,300
2º. Propagazione della F. di Lione e Parigi " 12,000
3º. Ludwigverein di Monaco " 1,500
4º. Società dell'Imm.ta Concezione a Vienna " 1,000
5º. Opera delle Scuole d'Oriente " 700
6º. Società del S. Sepolcro di Colonia " 500
7º. Ist.o delle Cisterciensi di Landshut " 2,000
8º. Ist.o delle Salesiane di Beuerberg " 1,260
9º. Duca di Modena " 800
10º Ricavato dei lavori delle more,
ed offerte agli Ist.i in Cairo " 3,000
11º. Elemosine di Messe ai Missionari " 4,000
12º. Elemosine di insigni e ordinari benefattori
privati dell'Opera, tra cui delle Maestà e
Altezze etc. come le LL. MM. l'Imp.re
Ferdinando
e l'Imp.ce Marianna d'Austria, il Principe
Giorgio di Sassonia, il Principe
di Löwenstein, Barone di Havelt,
predicazioni etc. in Francia etc. " 17,000
72,060
Somma retro F r.chi 72,060
In oggetti e provvigioni
1º. M.me Maurin Bié, Dephies, Berthod et. a Lione
in camicie, vestiti etc. del Valore 500
2º. Famiglia del Missionario Rolleri
in grano, commest.li etc. 350
3º. Mio padre Luigi Comboni 9 barili d'olio 750
4º. Da molti in cacio, vino, zucchero,
commestibili e comb.li 3,500
Risparmi straordinari procurati
coll'industrie e relazioni particolari
1º. Per viaggi fino al Cairo di morette e fratelli laici,
per trasporti gratuiti di 274 colli da Marsiglia
ad Alessandria (Il Governo francese non accorda il
gratis che ai missionari e Suore, e anche questo non
sempre) ottenuti dal Ministero degli affari Esteri di
Parigi e dal Governo egiziano 12,000
2º. M.r Talabot, Rotschild, Pointu e Capi di diverse
Società ferroviarie, mi accordarono il gratis sulle
Str. Ferr. di Francia, Germania, ed Italia per
diversi viaggi 1,600
Totale 90,760
Spese e Passivo degli Istituti
nei due primi anni della loro fondazione.
1. Spese di viaggi di 30 individui e trasporti
di colli dall'Europa al Cairo Fr. 15,000
2. Miei viaggi in l'Europa " 2,000
3. Affitto di tre Case, e piccole riparazioni 5,500
4. Posta, ricevere e spedire " 1,500
5. Spese di culto, candele, olio, vino, farina,
panche, etc. " 2,000
6. Farmacia, medici, piccolo Ospitale,
infermeria et. " 4,000
7. Vitto, vestito, carriaggi, carrozze, asini,
barche, cammelli etc. compera
di qualche moro e mora, elem.ne 30,000
8. Letti, biancheria, mobilie,
arti e mestieri, culto etc. 25,000
Totale Fr. 85,000
[2256]
Ho un debito di 5000 franchi coll'onesta famiglia A. Laurent di Marsiglia negoziante per molte Case Religiose, che restituirò solo a poco a poco dopo fondati gl'Istituti, o quando potrò, secondo i patti.
Restano in Cassa attualmente
1. nelle mani del P. Carcereri Fr. 2000
2. nelle mie mani 1000
3. Sig.r Zachman mio Banchiere di C.ro 1500
4. Complemento del 1869 della Propagaz.ne
della Fede 5600
5. Crediti esigibili 800
Totale Fr. 10,900
Dunque
Attivo
Risorse ricevute Franchi 90,760
Passivo Spese fatte Fr. 85,000
Cassa attuale 10,900
Totale 95,900
Debito Laurent 5,000
90,900
[2257]
II. - Piccole Opere di Verona.
Affinché gli Ist.ti d'Egitto e le opere che si fonderanno nella Nigrizia abbiano il sigillo della stabilità, S. E. R.ma Monsig. Canossa aperse in Verona un piccolo Seminario per allevarvi dei Sacerdoti, e provvedere di missionari e fratelli coadiutori gl'Istituti d'Egitto e le missioni dell'Africa centrale, e gli diede l'impronta canonica per mezzo del Documento Allegato M, preponendovi a Direttore il pio e dotto D. Alessandro Dalbosco, che fu già mio compagno nell'Africa Centrale.
[2258]
Ma siccome nei tempi che corrono non si può calcolare sopra rilevanti risorse di grandi benefattori, perché i redditi degli enti morali che appartengono alla Chiesa sono sempre minacciati dalle violenze e dagli incameramenti delle autorità laicali, così si è pensato di appoggiare il Seminario sulla carità cattolica, e sul diritto di Associazione riconosciuto da tutte le forme di governi anche rivoluzionari; e perciò si è eretta canonicamente la pia Associazione del B. Pastore, che ha per oggetto di provvedere di mezzi pecuniari il detto Seminario, e quelli che si fonderebbero coll'aiuto di Dio in altri centri della Cattolicità. Quest'Opera, alla quale il Vescovo di Verona accordò 40 giorni d'Indulgenza, venne in seguito arricchita da S. S. di 6 Indulgenze Plenarie Allegato N, mediante un Autografo Rescritto Pontificio, che io ebbi l'onore di mostrare a V. E. R.ma il giorno dopo ottenuta la grazia.
[2259]
Quest'Opera avea cominciato a camminare assai bene, ed era favorita da molti Vescovi d'Italia e fuori, che ne aveano approvato lo stabilimento nelle rispettive Diocesi, ed aveano assicurato Monsig. Canossa della loro protezione con lettere speciali, di cui potrei esibir copia a V. E. Col prodotto del primo anno si potè iniziare il piccolo Seminario, e provarvi la vocazione al Sacerdote D. Rolleri, ed al fratel laico Rossi, che fin dal principio del 1869 condussi meco in Cairo.
[2260]
Una circostanza permessa da Dio arenò alquanto la santa Opera. Nel luglio del 1868 essendomi io recato a Lione con ispecial Commendatizia del Vic.o Ap.co per implorare soccorsi dalla Propagazion della Fede, ho presentato a quel Consiglio, dietro sua dimanda, un quadro delle piccole Opere d'Egitto e di Verona, tra cui l'Associazione del B. Pastore. M.r Meynis Seg.rio del Consiglio di Lione non comprendendo bene, o mostrando di non comprendere l'Opera, credette che l'Associazione del B. Pastore avesse per oggetto di raccogliere elemosine per gl'Ist.i d'Egitto, e che quindi portasse nocumento alla Prop. della Fede. Il perché riferì a quel Presidente ch'era d'uopo di scriverne in proposito alla S. C. di Prop.da Fide. In seguito a tale comunicazione V. E. R.ma giudicò nella sua saviezza di dare alla nostra Associazione di Verona la medesima interpretazione, e quindi nel Settembre del 1868 emanò una Circolare ai Vescovi d'Italia, in cui vietava di ammettere nelle loro Diocesi qualsiasi Associazione tendente a soccorrere una speciale Missione, eccetto la Propagazione della Fede. Il Vescovo di Verona ebbe qualche timore che una tal circolare colpisse indirettamente l'Opera del B. P.
[2261]
Ignorando io questo fatto, e forte della pontificia approvazione, cercai di fondare a Parigi un Consiglio dell'O.B.P. Io giudicai di basarmi sul solido consultando prima ed invocando l'appoggio della Prop. della Fede. Il perché rivoltomi a parecchi membri del Consiglio di Parigi, spiegai loro la natura della novella associazione, che ha per oggetto di mantenere un Seminario in Verona, e non una missione speciale in partibus infidelium, e che quindi non è della natura dell'Opera generale della Prop. della Fede, la quale assiste direttamente le missioni straniere: aggiunsi come in seguito al buon avviamento della medesima si avrebbe iniziato col tempo un piccolo Seminario nella stessa Parigi per formar missionari pella Nigrizia sulle basi di quel di Verona. L'illustre Nicolas fu l'interprete delle mie idee nel Consiglio.
[2262]
Il Sig.r Baudon Presidente generale delle Conferenze di S. Vincenzo di Paoli e Consigliere della pia Associazione del B. P. mi disse: "Si tratta di circa 50,000 franchi all'anno che occorrono per mantenere questo Seminario, ove si formerebbero missionari per l'Africa; do il mio nome, ed accetto di essere membro del Consiglio diocesano di Parigi dell'Opera del B. P." Senz'altro intrapresi e riuscii a costituire un Consiglio Diocesano della pia Associazione, ed ottenni di farvi entrare come Consiglieri dodici dei più illustri personaggi di quella capitale, fra i quali quattro dei più attivi Consiglieri della Prop. della Fede. Coll'autorizzazione del Vescovo di Verona vi stabilii altresì un Comitato di Dame patrocinatrici delle più ricche ed illustri di Parigi.
[2263]
Sennonché alcuni giorni pria di tenere la prima seduta del Consiglio Diocesano già invocata nei saloni del Barone di Havelt, ricevetti da Verona l'annunzio della Circolare di V. E. R.ma. Quantunque questa Circolare non colpisse niente affatto le Associazioni speciali che hanno per iscopo un bene locale di una Diocesi d'Italia, e per conseguenza non colpisse l'Opera del B. P. destinata a soccorrere il piccolo Seminario di Verona, tuttavia leggendo nel cuore di V. E., per sommissione e rispetto al Capo supremo delle Sante Missioni, ho deciso di sospendere tutto fino a nuovo ordine; mi accomiatai con rossore dai membri del novello Consiglio di Parigi, annunziando loro che dovendo partir per l'Egitto avea deciso di sospendere ad tempus l'azione dell'Opera del B. Pastore in Parigi; e ciò dopo aver esposto schiettamente ai membri più importanti il fatto e la realtà della causa.
[2264]
Quindi lasciai la Francia rassegnato alle disposizioni della Provvidenza, e pieno della fiducia, che più tardi il Signore avrebbe avviato l'Opera santa. Incurvando la fronte alle venerate intenzioni di V. E., si procedette a passo misurato altresì in Italia; e Mgr. Canossa giudicò prudente di non ammettere nuovi soggetti nel piccolo Seminario; e l'Opera in Verona rimase stazionaria.
[2265]
Aspettammo con impazienza l'epoca del Concilio Vaticano per presentarsi dinanzi a V. E. e pregarla caldamente a coprire collo scudo della sua protezione tutta l'Opera. Un Seminario in Europa che formi missionari pella Nigrizia è di assoluta necessità. Una pia Associazione ben organizzata è il mezzo più sicuro per sostenerlo e perpetuarlo nei tempi nostri. D'altro lato questa Associazione, che ha per unico oggetto di aiutare lo Stabilimento di Verona, non offende, né ha alcun contatto coll'Opera della Prop. della Fede di Lione e Parigi, le cui risorse hanno per oggetto di aiutare le missioni in partibus infidelium. Di questo ne sono convinti i membri dei Consiglio centrali di Lione e Parigi, molti dei quali vedono anzi che l'Opera del B. P. sarà utile alla Prop. della Fede, la quale avrà maggiore incremento dai buoni risultati delle missioni dell'Africa centrale, che sarebbero le più interessanti, essi dicono, perché rigenerano popoli nuovi.
[2266]
Se non esistesse il Seminario delle Missioni Estere di Parigi, vi sarebbero forse nell'Asia ventidue Vicariati, e due Prefetture Apostoliche, tutti sostenuti e condotti da quel celebre Seminario? Ora una tale Associazione (del B. P.) mantenendo il Seminario di Verona per l'Africa Centrale, dà missionari alla Nigrizia, e promuove l'incremento della fede in quelle infocate regioni, sulle quali pesa ancora tremendo l'anatema di Canaam. Dunque io supplico umil.te la S. C. di Propaganda a secondare i desideri santissimi di Mgr. Vescovo di Verona, ed a esser larga e generosa del suo prezioso appoggio in favore di questa Associazione, la quale tende a dare apostoli all'infelice Nigrizia.
[2267]
Il Signore avendo chiamato a sé il zelante missionario D. Ales. Dalbosco, Mgr. Vescovo Canossa nominò il pio e zelante D. Tommaso Toffaloni (1) a Capo del piccolo Seminario, che è degno dell'importante ministero, a cui è chiamato; e ciò fino a tanto che ci sia dato di destinarvi uno, che sia stato già missionario nell'Africa Centrale, essendo noi profondamente convinti che quando il Seminario abbia preso durevole consistenza, e conti già molti anni di esercizio di missione, è opportunissimo che il Superiore ed i direttori di spirito sieno prescelti fra gli allievi stessi, cioè, richiamando in Europa alcuni dei più provetti e più meritevoli soggetti che siansi distinti nel sacro ministero in missione, ai quali tale incarico gioverà ad onorato riposo, nel tempo che la loro opera tornerà a maggior vantaggio ed istruzione dei novelli aspiranti all'apostolato della Nigrizia.
[2268]
III. - Armonia delle Opere di Egitto e Verona
Dall'esposto deesi conchiudere come necessaria illazione, che è di somma necessità che i nascenti Istituti d'Egitto e le piccole Opere di Verona si dieno la mano e camminino e prosperino simultaneamente, aiutandosi l'una l'altra reciprocamente, affine di raggiungere lo scopo ultimo, che è di piantare stabilmente la fede nell'Africa Centrale. Io parto dal principio giustissimo e basato sulla pratica esperienza, che come nell'ordine temporale quattrini fan quattrini, così nell'ordine spirituale opera fa opera. Se le piccole Opere di Verona prospereranno, esse daranno agl'Istituti d'Egitto e della Nigrizia dei buoni e valenti operai evangelici, i quali installati nel campo della loro azione apostolica, coll'aiuto divino opereranno delle conversioni, e faran prosperare gl'Ist.i d'Egitto e le missioni della Nigrizia. Prosperando questi sotto l'egida della Propaganda, si animerà lo zelo dei generosi cattolici d'Europa, che concorrerano allo sviluppo ed incremento dell'Opera del B. Pastore, la quale si renderà forte, e potrà promuovere vocazioni e mantenere maggior numero di candidati nel Seminario di Verona. In tal guisa queste sante Opere raggiungeranno il loro ultimo fine, cioè, la fondazione stabile ed il trionfo della Fede nella Nigrizia, ove non brillò giammai né si piantò il glorioso vessillo della Croce.
[2269]
Conclusione
Nella mia picciolezza e indegnità imploro caldamente l'Apostolica carità di V. E. a coprire collo scudo della sua protezione la nascente Opera della Rigenerazione della Nigrizia. L'Em. V. non abbia nessun riguardo alla costanza e tante pene e sacrifizi sostenuti per la Nigrizia dal povero sottoscritto, il quale non altro domanda per sé che la misericordia di Dio per l'anima sua, che è, e sarà sempre come il servo più inutile della Chiesa: ma abbia a cuore soltanto la condizione infelice di tanti milioni di anime che vanno a perdersi. I protestanti Baker, Livingstone, Selim musulmano e tanti altri s'avanzano coraggiosi nel cuore dell'Africa per un bene materale, e forse per abbrutirla di più: e il cattolicesimo l'abbandonerà, e non si muoverà per salvarla?..
[2270]
Io confido che la nascente Opera della Rigenerazione della Nigrizia piglierà ferme radici, e riuscirà al suo scopo, ove intervenga l'appoggio immediato della S. Congregazione. Fino a che nessuno corre a salvare i negri dell'Africa centrale, essi andranno in perdizione...
[2271]
Io non ho che la vita per consacrare alla salute di quell'anime: ne vorrei aver mille per consumarle a tale scopo. Dunque non cesserò mai fino all'ultimo respiro di supplicare l'E. V. e questa Cattedra di Pietro, ove ha sede la verità, la carità, e la preziosa eredità dell'adorato nostro G. C. Salvatore del genere umano, a rivolgere pietoso lo sguardo sopra cento milioni d'anime che popolano le immense regioni dell'Africa centrale, e sulle quali pesa ancora il terribile anatema........... Nel caso che avessi omesso dei punti importanti in questo Rapporto, e l'E. V. credesse di fare delle osservazioni in proposito, mi esibisco pronto a rispondere a tutto. La sapienza e perspicacia dell'E. V. comprende bene le gravi e molteplici difficoltà sostenute, e la somma importanza della Santa Opera, che tende all'apostolato della parte del mondo la più derelitta la cui buona riuscita dipende dall'appoggio prezioso della S. C. di Propaganda Fide.
D. Daniele Comboni
(1) Toffaloni introdusse in tutte le Diocesi del Veneto l'Opera della Propagazione della Fede, ed educò missionari, fra i quali il def.to R.mo Ambrosi Procuratore della S. C. a Hong Kong.