Comboniani di Lisbona promuovono incontro fra comunità religiose vicine

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Roma, mercoledì 27 febbraio 2013
A Lisbona, i rappresentanti di quattro istituti religiosi missionari, con sede provinciale nella stessa zona della città, si sono incontrati nella casa dei Comboniani il 4 febbraio, per far memoria del grande missionario e martire portoghese, san Giovanni de Brito. I religiosi hanno riflettuto sulla collaborazione e sulla testimonianza missionaria che i religiosi devono dare, oggi, nella Chiesa locale.

I missionari Comboniani, Vincenziani, Spiritani e le Serve di Nostra Signora di Fatima, che hanno le sedi provinciali vicine le une alle altre nella città di Lisbona, in Portogallo, si sono riuniti il 4 febbraio – festa di san Giovanni de Brito – nella casa dei Comboniani. I religiosi hanno celebrato l’Eucaristia e hanno cenato assieme.

L’incontro – il primo che si ricordi – aveva i seguenti obiettivi: favorire la conoscenza reciproca; promuovere l’avvicinamento fra le comunità religiose; condividere e riflettere sulle sfide dei consacrati, oggi, nei rapporti fra loro e con la Chiesa locale. Come vivere e testimoniare i diversi carismi, come agire in comunione e collaborazione tra gli istituti inseriti nella Chiesa locale, sono state alcune delle questioni che i missionari si sono posti. “Nel rispondere a queste sfide – ha detto il comboniano P. Carlos Alberto Nunes (che presiede l’Eucaristia nella foto) – tutti sentiamo la necessità e l’importanza di rimanere uniti nell’annuncio di Cristo e di collaborare e lavorare assieme nell’attività missionaria della Chiesa. In questo senso, abbiamo deciso di tenere trimestralmente questi incontri e di invitare le comunità religiose e i parroci nostri vicini”.

Affinché questa comunione e collaborazione non rimangano solo parole, è già stato fissato il prossimo incontro, il 20 maggio, nella casa delle Serve di Nostra Signora di Fatima. I temi da affrontare, secondo P. Carlos Nunes, saranno: “l’animazione missionaria, giovanile e vocazionale, e il servizio di carità, soprattutto in relazione agli immigranti e ai senzatetto della città di Lisbona”.