Padre Vittorio Farronato: “A me il Natale mi fa bene nell’anima”

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Natale, dicembre 2019
Adesso vi ho scritto solo per dirvi che a me il Natale mi fa bene nell’anima, tutti i giorni vivo fatti e situazioni che vorrei condividere, sì qui la vita è intensa e ha senso, la tavolozza del quotidiano è ricca di colori. Ripenso a tanti nomi, rivedo tanti volti, per me siete persone importanti. Buon Natale! (P. Vittorio Farronato).

“A me il Natale mi fa bene nell’anima”

Lo scorrere dei giorni ci porta avanti, e fra poco il Natale ci inviterà a fare contatto col Signore che viene. Non è solo ricordo di fatti antichi, ma un essere raggiunti dall’Amore di Dio che ci cerca. Fabrizio de André una volta cantava: “Se mi vuoi trovare, in un campo di grano mi verrai a cercare”. Gesù è il Sì di Dio alla nostra storia, alla nostra vita.

E’ per questo che mi sento fiducioso, vorrei dire coraggioso, in questo Congo dalla storia incerta e tribolata. Non sono venuto qui per conto mio: mi sono sentito trascinato dal movimento di Dio verso la gente che abita la Terra, mi sono buttato dentro il flusso potente di Dio che sceglie di stare tra noi, cominciando dai più poveri e abbandonati.

Yanonge si chiamava missione e adesso si chiama parrocchia. Comincia come villaggio centrale sul fiume Congo, con tante piroghe; poi le piste ci conducono ai villaggi della foresta. Da una parte il fiume ci porta a Kisangani, dall’altra noi entriamo verso il Congo profondo, sempre più interno, sempre più isolato. Yanonge è porta verso l’interno, e vorremmo essere un luogo che irradia luce e speranza ai villaggi meno serviti, cioè essere parrocchia missionaria che condivide e incoraggia. Percorrevo una strada di fango e buche e erosioni, e ho incontrato uno sfinito come me (no, più forte, più abituato: è congolese); mi dice: Vedi padre, questo è il Congo profondo.

“Eppur si muove!” Sono stupito dalla vitalità che Yanonge esprime. Anche nei villaggi “senza prete” c’è catecumenato e gruppi che vogliono conoscere e seguire il Signore; c’è preghiera domenicale con Parola di Dio e canti e partecipazione corale; ci sono nuclei di adulti e di giovani che si impegnano per la scuola, la salute, lo sviluppo, la condivisione del Vangelo. Magari sono orfani del prete ma non orfani del Signore. Non capisco bene quello che io faccio, ma vedo chiaro quello che Lui fa. Natale è garanzia che Dio si è messo dalla parte dell’Umanità, e ciò che è importante per la gente è importante per Dio: i nati da donna per Lui contano più degli angeli, perché quelli non conoscono i pensieri e le tribolazioni della gente.

Con me in comunità c’è P. Abilio, portoghese, persona mite che va spesso nei villaggi; c’è P. Franko, viene dalla Sicilia, “sputato dall’Etna e deve ancora raffreddarsi”; ci sono io P. Vittorio, e per fare confusione non mi batte nessuno; e adesso c’è Blaise, comboniano congolese, sarà ordinato prete l’anno prossimo, è l’animatore dei Giovani (qui ce ne sono tanti come le stelle in cielo): è lui il migliore della squadra. Sì siamo un gruppo forte, raro da trovare, e se l’età fa grado allora soltanto Blaise è soldato semplice. Ma la cosa importante è che noi missionari siamo in un bagno di gente, facciamo contatto con tanti, e la corrente passa.

Ma a Yanonge c’è un’altra realtà: Organismi dalle sigle diverse, un laicato professionista che si sporca le mani, e così il libro della vita si arricchisce di capitoli che non c’erano nel messale del prete. E’ come se avessero scoperto Yanonge, ci hanno dato fiducia, hanno detto che qui la gente sa incontrarsi e organizzarsi, che i missionari hanno animato anche la popolazione dell’interno, che c’è una rete di persone impegnate dando continuità al territorio, insomma qui si lavora meglio che altrove. Di solito gli Organismi hanno radici in Europa ma qui il personale è quasi tutto congolese. Dicono che non hanno mai trovato missionari così accoglienti e radicati sul territorio. Tra loro mica tanti vanno in chiesa, ma chi ama l’uomo è già dalla parte di Dio che ama l’uomo; dicono che dove ci sono i cattolici le cose vanno subito meglio (no non deludeteli, mica sanno tutto). Il viso pallido più conosciuto è Silvia, che viene dalle campagne di Rovigo ed è un motorino sempre acceso.

Adesso che a Yanone abbiamo Internet e possiamo comunicare col mondo che voi abitate, sarà più facile ricevere e mandare notizie.

Adesso vi ho scritto solo per dirvi che a me il Natale mi fa bene nell’anima, tutti i giorni vivo fatti e situazioni che vorrei condividere, sì qui la vita è intensa e ha senso, la tavolozza del quotidiano è ricca di colori. Ripenso a tanti nomi, rivedo tanti volti, per me siete persone importanti.

Buon Natale!

Con affetto P. Vittorio Farronato