Fr. Paolo Rizzetto: Voti natalizi dal Sud Sudan, tra speranza e delusioni

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Natale, dicembre 2019
La nostra gente ci spera ancora. Pieni di confidenza si avvicinano all’ Emmanuele, con le mani forse vuote (svuotate in realtà dai potenti Erode di turno), pronti però a riceverLo. Vi mando un caro saluto ed un abbraccio. Affido la Pace del Sud Sudan alla vostra preghiera, come mi affido anch’io. Buon Natale e Felice Anno 2020! (
Fr. Paolo Rizzetto)

Voti natalizi dal Sud Sudan,
tra speranza e delusioni

Carissimi, un saluto e un sorriso da Mapuordit, Sud Sudan.

L’anno se ne va ed è già Natale! Quest’anno 2019 sembra essere passato in fretta, forse perché ci sono stati molti avvenienti. E’ stato un anno di trepida attesa per la gente del Sud Sudan.

Arrivando a questo Avvento e facendo memoria del cammino fatto e dei volti incontrati, vorrei condividere un immagine che porto più nel cuore che in uno scatto digitale e che non posso allegarvi in questa lettera.

A volte partecipando all’Eucarestia, arrivando al momento dell’offertorio mi sono scoperto a guardare mentre alcuni fedeli, grandi e piccoli, si avvicinavano al cesto delle offerte, che per noi qui è tenuto in mano da una persona mentre i fedeli si avvicinano e lasciano la loro offerta. Ho visto alcune persone tendere ed aprire la mano vuota e lasciando cadere, evidentemente, niente.

Prima di tutto do ragione a chi mi chiedesse: “ma perché non ti fai i fatti tuoi?”. Si: non è opportuno sbirciare questo gesto, comunque molto intimo della nostra gente. Eppure, mi fa pensare. 

Vedo queste persone che si accostano per portare la lor offerta all’altare, riconoscendo la loro povertà, forse materiale ma rivelando la più grande umanità di chi si affida, completamente, a Dio- padre e Madre della Vita. 

Questo gesto mi dice qualcosa non solo sull’umiltà ma anche sul coraggio. Non so se in Europa saremmo in grado di una tale onestà. Penso che io , come molti altri, rimarrei tranquillamente seduto al mio posto: in fondo se non ho niente, non posso dare niente… 

Poi mi sono ricordato della strofa di quella canzone:

“[…] Ti offriamo, Signore, le nostre mani,
molte volte son vuote  … ma ricercano te[…]”. 

E così questa immagine mi accompagna verso il Natale. Gesù Emmanuele, Dio-con noi, viene. Viene ancora. Viene a chiederci di farli spazio. Il vuoto della nostra vita, le occasioni perse, la tristezza per una parola detta di troppo, che non ci doveva essere… tutto questo fallimento di cui non sappiamo sbarazzarci può diventare il posto che facciamo a Gesù 

Strano ma lui vuole venire proprio là. Perché è la che abbiamo bisogno di Lui. Il Natale ci ricorda che Dio viene nella nostra Vita e viene come un bambino, bisognoso di tutto ma soprattutto di una culla, fatta di mani, per essere con noi. Questa è la greppia che possiamo – sempre – preparare.

Ed eccoci tutti qui, con le mani vuote, pensando di non poter dare… talvolta non accorgendoci di quanto invece siamo nella condizione migliore per… ricevere un dono da Dio!

In Sud Sudan, l’inizio del 2019 era ancora marcato dalla speranza nata dall’accordo di Pace del settembre precedente. Tutti si aspettavano la formazione di un Governo di Transizione di Unità Nazionale, in cui i due schieramenti, responsabili della quinquennale guerra civile, cominciassero a lavorare assieme per la ricostruzione del Paese: questo era l’obbiettivo dell’accordo di pace firmato a Settembre del 2018.

Purtroppo non è successo. È vero che il cessate-il-fuoco è stato rispettato ma non si sono visti reali sforzi per riportare il paese alla Riconciliazione nazionale e allo sviluppo. I nodi dell’accordo (la formazione di un esercito veramente nazionale, il numero e i confini degli stati federali che compongono la repubblica e la garanzia della sicurezza personale del Vice presidente e del suo entourage, una volta rientrato in capitale) sono stati raggiunti solo parzialmente. Dopo tante promesse, niente di concreto è stato dato alla nostra gente: sono a mani vuote! 

A Novembre hanno deciso di darsi altri 100 giorni per fare quello che non erano riusciti a portare a termine. Nessuno sa se a febbraio, allo scadere dei 100 giorni, ci sarà il nuovo Governo di transizione oppure no. Molti sono scettici. 

Eppure avevano ricevuto: c’era stato in quaresima, quel gesto bellissimo di Papa Francesco, che li aveva invitati a dialogare, che si era impegnato con loro e per loro, arrivando a baciare i piedi di entrambi i leader, per mostrare loro che cosa veramente è la leadership. Perché, all’odio, o si risponde con l’Amore… o si odia a nostra volta. Il gesto di papa Francesco aveva riempito tutti di stupore e sembrava che avesse commosso i cuori più duri. 

C’è come una polarità tra l’umiltà della gente comune che si avvicina all’altare con l’offerta consapevole della propria povertà e l’arroganza di questi politici che a dispetto dell’impegno preso, si auto-assolvono dalla responsabilità mancata di guidare il paese verso la pace. 

A Mapuordit stiamo chiudendo un altro anno di attività. Anche quest’anno, il numero di pazienti che hanno chiesto i nostri servizi, in cerca di cure mediche, ha superato il numero dell’anno scorso (e le cifre sono aggiornate a Novembre!). Ci sentiamo umili di fronte alla fiducia della nostra gente e possiamo assistere, insieme a situazioni di grande bisogno, anche ad una grande generosità da parte del personale dell’ospedale e dai numerosi volontari che sono venuti nella nostra struttura. Speriamo di aver ricevuto la nostra gente a braccia aperte. 

Abbiamo sperimentato anche il dolore della perdita, a causa della morte improvvisa del nostro amato farmacista Matthew, all’inizio dell’anno. 

Eppure accadono piccoli – ma grandi – miracoli: come per Rebecca che ha superato una terribile meningite; o per Maliat, che è sopravvissuto a una ferita da arma da fuoco, alla testa. E per Teresa, una ragazza epilettica che durante un attacco è caduta nel fuoco, riportando gravi ustioni su gran parte del suo corpo. È stata con noi per 8 mesi, con la sua famiglia sempre intorno a lei, dandoci testimonianza di cura amorevole e fedele. L’elenco potrebbe essere più lungo di questo. Perché la misura dell’amore di Dio è l’amore senza misura! 

Poiché un bambino è nato per noi,
ci è stato dato un figlio.
Sulle sue spalle
è il segno della sovranità
ed è chiamato:
Consigliere ammirabile, Dio potente,
Padre per sempre, Principe della pace 
(Is, 9,5) 

La nostra gente ci spera ancora. Pieni di confidenza si avvicinano all’ Emmanuele, con le mani forse vuote (svuotate in realtà dai potenti Erode di turno), pronti però a riceverLo.

Vi mando un caro saluto ed un abbraccio. Affido la Pace del Sud Sudan alla vostra preghiera, come mi affido anch’io. Buon Natale e Felice Anno 2020! 

Fr. Paolo Rizzetto MCCJ 
Mapuordit, Dicembre 2019