Mercoledì 13 marzo 2024
Mercoledì 5 marzo, verso le ore 17:30, presso la nostra Comunità di Castel d’Azzano (VR) è tornato alla Casa del Padre, Fr. Abele Redaelli, di anni 88, membro della Comunità di Castel d’Azzano (VR). Fr. Abele si trovava in Italia già da alcuni anni, a causa dell’anzianità. In molti che lo hanno incontrato ha lasciato il ricordo di una persona buona, serena, sorridente e capace di esprimere gratitudine per le grandi e piccole cose, che lui vedeva come dono gratuito del Signore che lo amava.

Nell’ultimo periodo, alcuni problemi di salute si sono susseguiti, fino ad arrivare all’ospedalizzazione, per circa due settimane, grazie alla quale è stata messa in evidenza la presenza di un tumore in stato avanzato, che ha contribuito ad un importante deterioramento generale della sua salute, già molto compromessa. Riportato a casa, ci ha lasciati, mercoledì scorso amorevolmente assistito dai membri della Comunità di Castel d’Azzano e dal personale di servizio.

Fr. Abele Redaelli è nato il 01/04/1935 a Carate Brianza (I). Ha fatto il noviziato a Gozzano (1963-65). Il 09/09/1965 ha fatto i primi voti e il 09/09/1971 i voti perpetui. Ha esercitato il suo ministero missionario in Sudan (47 anni).

Venerdì 8 marzo, alle ore 10:00, abbiamo celebrato il suo funerale nella cappella della nostra comunità di Castel d’Azzano. Oltre la comunità, erano presenti alcuni familiari e dei confratelli e consorelle delle comunità vicine. P. Renzo Piazza, superiore della comunità, ha introdotto la celebrazione e P. Luciano Perina, suo compagno di missione in Sudan, ha presieduto la celebrazione. P. Luciano durante l’omelia ha sottolineato: la sua semplicità, la cordialità e bontà d’animo, la giovialità ed ottimismo, l’accoglienza della gente. Era stimato da tutti. Aveva una spiritualità solida che andava all’essenziale. Era un missionario immerso in Dio, ma anche nella realtà concreta. Era proverbiale la sua risposta quando gli chiedevano come stava: Fantastico! Gli operatori di Castel d’Azzano l’avevano sopranominato: “Fratel Abele, il Fantastico!”.
Dopo il funerale la salma è stata portata al suo paese dove, dopo una celebrazione della Parola, è stato seppellito.

Funerale di Fr. Abele Redaelli
8 marzo 2024

Carissimi,
Fr. Abele, in molti che lo hanno incontrato, ha lasciato il ricordo di una persona buona, serena, sorridente e capace di esprimere gratitudine per le grandi e piccole cose, che lui vedeva come dono gratuito del Signore che lo amava (Fr. Paolo Rizzetto MCCJ).

Un pensiero speciale per fr. Abele che nei due anni passati insieme a Milano mi è stato di esempio di semplicità, umiltà (mai falsa), disponibilità e di una gioia interiore incredibile (P. Mario Malacrida).

Ciao zio Abele: sei stato come un grande albero che ci ha dato tanti frutti. Veglia su di noi, il tuo ricordo rimarrà sempre nei nostri cuori (Maurizio Sanvito).

Quando muore un confratello, appare subito una sintesi della sua vita su Familia Comboniana. Dopo qualche mese, il Bollettino presenta un profilo più completo. Di qualche confratello viene addirittura stampato un libro per ricordarlo, a volte opera di parenti o amici.

Il libro su fr. Abele Redaelli è già pronto per la stampa, scritto da un autore molto conosciuto: Dio stesso. Ha un titolo: “Io sono vostro”. Un sottotitolo: “Adoperatemi come un pezzo di legno”. Un’introduzione: “Fr. Abele Redaelli, missionario comboniano per 59 anni, di cui 48 in Sudan”.

Il primo capitolo, redatto da S. Giovanni, dice: “Noi sappiamo che siamo passati dalla morte alla vita perché amiamo i fratelli”: una maniera diversa per dire: “Non c’è amore più grande di questo: dare la vita per i fratelli”.

Il secondo capitolo ha il re Davide come autore e recita così: “Che cos’è l’uomo perché te ne ricordi, il figlio dell’uomo perché te ne curi?” Ci presenta lo stupore di fr. Abele di sentirsi creato, amato e salvato da Dio. Chi sono io con tutta la mia piccolezza, la mia povertà? Chi è questo Dio che mi ha visitato e si è preso cura di me? Come posso io ricambiare questo suo ricordo per me?

Il terzo capitolo è redatto da una mano femminile e dice: “L’anima mia magnifica il Signore”, cioè vi racconto come sono contento di Dio, prendendo lo spunto dalle parole di Maria alla cugina Elisabetta.

Il quarto capitolo, è il capitolo delle lamentazioni, ma è composto da una pagina totalmente bianca. Il lamento è stato totalmente assente dalla vita di fr. Abele, che ha avuto parole solo per lodare, ringraziare e benedire e mai per lamentarsi.

Il quinto capitolo è il frammento di un’omelia, trovato a Khartoum, che recita così: “Il giorno e la notte, il sole e la pioggia, mi troveranno egualmente e sempre pronto ai vostri bisogni: il ricco e il povero, il sano e l’infermo, il giovane e il vecchio, il padrone e il servo avranno sempre eguale accesso al mio cuore. Io prendo a far causa comune con ognuno di voi, e il più felice de’ miei giorni sarà quello, in cui potrò dare la vita per voi”. Sono le parole di un Santo che fr. Abele ha incarnato alla perfezione.

C’è anche una postfazione, brevissima: “Vieni, servo buono e fedele”.

Caro Fr. Abele, questo è stato il tuo programma di vita, che hai svolto fino in fondo. Questo è il più felice dei tuoi giorni, perché la tua vita, spesa per i fratelli, viene offerta al Padre, in questa eucarestia, perché l’accolga, assieme al sacrificio del Figlio Gesù.

Questo libro in realtà non esiste, ma esiste il libro della tua vita, descritta dalla parola di Dio che tu hai incarnato, ed è aperto per tutti perché, vedendo le tue buone opere, glorifichino il Padre di tutti che sta nei cieli.

P. Renzo Piazza, MCCJ
comboni2000