Padre Albanese: L’Africa, «depredata delle sue risorse» ma ricca e viva

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Lunedì 30 giugno 2025
Nel nuovo libro del missionario comboniano padre Giulio Albanese “Afriche, inferno e paradiso”, l’analisi di “un continente dai mille contrasti”, come recita il sottotitolo. «Un continente del quale l’Europa si ritiene benefattore ma del quale in un futuro molto prossimo potrebbe dipendere». [Foto: diocesi di Roma/Gennari]

Con l’Africa nel cuore, anzi le Afriche, perché si tratta di un continente tre volte più grande dell’Europa. Un continente erroneamente ritenuto povero ma in realtà depredato delle sue risorse naturali e sottostimato per la sua ricchezza e vivacità culturale. Un continente del quale l’Europa si ritiene benefattore ma del quale in un futuro molto prossimo potrebbe dipendere, considerando che l’età media lì è di 20 anni. Mille sfaccettature analizzate nel libro di padre Giulio Albanese “Afriche, inferno e paradiso. Viaggio in un continente dai mille contrasti”, edito da Libreria Editrice Vaticana con la prefazione del cardinale Francesco Montenegro, presentato il 18 giugno, nella sede della Cittadella della Carità “Santa Giacinta”.

Il volume mette in risalto che le Afriche non sono povere «ma impoverite», ha detto l’autore, missionario comboniano, direttore dell’Ufficio per la cooperazione missionaria tra le Chiese del Vicariato di Roma, oltre che di quello per le comunicazioni sociali. Riferendosi al piano Mattei ha spiegato che «se l’Italia vuole aiutare le Afriche», in qualità di missionario può solo esserne «felice», così come lo è «se il business delle aziende italiane viene fatto nel rispetto delle regole». Padre Giulio però auspica che «il governo italiano e l’Europa adottino un atteggiamento diverso nell’affrontare e risolvere le questioni sistematiche e strutturali, altrimenti si procrastineranno i problemi. Bisogna essere corresponsabili e non guardare alle Afriche con logica paternalistica. Gli aiuti servono ma la sfida è l’informazione, prima forma di solidarietà».

L’Africa è un «pianeta straordinario» e padre Giulio, pensando al futuro, ritiene che «possa rappresentare un’autentica benedizione». A chi gli chiedeva un approfondimento sulla presenza cinese, Albanese ha spiegato che la Cina «è riuscita a ottenere la simpatia dell’Africa, al contrario di molti Stati europei, portando avanti una politica di business che la rende oggi presente in tutti i Paesi del continente. Anche se questo non significa che non sia invasiva», ha chiraito.

La serata, moderata dalla giornalista di Roma Sette Giulia Rocchi, è stata aperta dal direttore della Caritas Giustino Trincia per il quale il libro «contiene una coraggiosa e innovativa riflessione geopolitica. Una rappresentazione che tra le mura della Cittadella della carità si traduce nelle storie di tante persone accolte. Il libro può aiutare gli operatori e gli animatori della carità rispetto all’urgenza dell’educazione delle comunità per decostruire stereotipi e leggere le radici profonde della mobilità umana. Uno strumento per rinnovare il servizio caritativo che non deve essere solo risposta all’emergenza ma testimonianza che denuncia l’ingiustizia e promuova la dignità».

Jean-Léonard Touadi, docente di Geografia dello sviluppo dell’Africa all’Università di Roma Tor Vergata, parlando dell’economia africana si è chiesto «chi ripagherà i popoli africani dopo tre decenni in cui hanno dovuto subire i diktat del Fondo monetario internazionale e della Banca mondiale, cancellando la possibilità della scuola, le infrastrutture di base e la sanità. Il libro parla di una nuova architettura economico-finanziaria, un capitolo che interpella i cristiani portatori di un tesoro: la Dottrina sociale della Chiesa». Per il giornalista Vincenzo Nucci, il testo è «un vademecum da affidare a chi vuole occuparsi di Africa, di cui si parla sempre come un continente scosso da conflitti etnici, dimenticando le sue ricchezze. È un continente che fino ad ora ha giocato un ruolo importante nei conflitti russo-ucraino e in Medio Oriente».

Roberta Pumpo – ROMA Sette