In Pace Christi

Hierons Christopher

Hierons Christopher
Date de naissance : 19/06/1924
Lieu de naissance : London
Premiers vœux : 09/09/1949
Vœux perpétuels : 19/09/1952
Date de l’ordination : 04/06/1953
Date du décès : 17/12/1996
Lieu du décès : Slough/GB

Alla nascita di Christopher AIbert John Hierons il 19 giugno 1924, nessuno avrebbe sognato di vedere in lui un futuro sacerdote missionario comboniano in Africa! I genitori, Christopher Robert e Amelia May Blaney erano Protestanti, e Christopher era il loro primo - ed unico - figlio. Abitavano nella zona sud di Londra, lontani da possibili influssi comboniani. Insomma, aveva in comune con la Chiesa cat-tolica soltanto il fatto che la diocesi dove abitava si chiamava Southwark, sia per gli anglicani, sia per i cattolici. Sia detto per inciso, però, che il nome di ragazza della madre indica delle radici cattoliche; e Christopher frequentò scuole cattoliche, prima a Gravesend e poi quelle dirette dai Salesiani a Battersea Park, Londra, e a Cowley, Oxford. Suo padre, un imprenditore edile, morì nel 1934, e due anni più tardi, CAJ (usava sempre i suoi tre nomi, firmandosi "CAJ" oppure "Christopher AJ") e la madre si convertirono al cattolicesimo. Secondo l'usanza di allora, fu ribattezzato sotto condizione il 13 novembre 1936 da don Joseph Morley nella parrocchia di Nostra Signora a Gravesend, e cresimato due giorni dopo da Mons. Peter E. Amigo, arcivescovo di Southwark. Sua Eccellenza aveva conosciuto i Verona Fathers anni prima, quando servivano la parrocchia di Sidcup, ed egli era Cancelliere della diocesi. Era rimasto molto male quando i padri erano stati ritirati dai superiori quasi senza una parola nel 1911. Al tempo della cresima di Chris (lo chiamavamo così) stava trattando con P. Cotta - che aveva lavorato a Sidcup - riguardo al ritorno dei missionari alla diocesi, a Sunningdale. Dati gli avvenimenti che chiusero la prima permanenza dei nostri nella diocesi, sarà stato una faccenda molto delicata ...

Primi contatti con i comboniani

Esiste una sola pagella degli anni di scuola con i Salesiani, quella del primo trimestre nella Classe IIIA, dicembre 1939. Il Principale, F.V. Couche, notò che era una pagella "eccezionalmente bella", e l'accompagnò con una lettera alla signora Hierons, scrivendo: " ... ci dispiace perdere Christopher, ma siamo molto contenti che senta di avere la vocazione al sacerdozio e alla vita religiosa". La mamma" sapientemente - mise i due documenti tra il corredo di Christopher quando partì per Sunningdale nel 1940. Il redentorista P. Oliver Conroy, parroco di St. Mary, Clapham, scrisse una breve dichiarazione: " ... riguardo a Christopher Hierons, posso dire che apprezzo molto la sua persona e le sue qualità. Può diventare un ottimo sacerdote e missionario". Purtroppo, rimase poco tempo a Sunningdale. Con l'entrata in guerra dell'Italia, il personale italiano fu internato nell'Isola di Man, e i ragazzi tornarono a casa. Christopher trovò un lavoro in un ufficio delle ferrovie fino a raggiungere i 18 anni, quando poté entrare nelle forze armate. Si arruolò nella Marina Reale in settembre 1942: una nota in matita nella sua cartella dice: "Gruppo di età e di servizio: 49. Coder" (uno che mette i messaggi in codice).

Attaccato alla vocazione

Durante gli anni della guerra mantenne il contatto con P. Guido De Negri, scrivendo con entusiasmo e pietà semplice della sua vocazione missionaria, sospirando il tempo di poter continuare. In una lettera del 1944, mandata per via aerea da "HMS Racehorse, Londra", scrive: "Il Superiore Generale intende riaprire il collegio in Inghilterra? Quanto desidero tornare ai miei studi per il sacerdozio e per aiutare a continuare il lavoro del Ven. Daniele Comboni in Africa (Signore, ascolta la mia preghiera)!" E aggiunge: "Perdoni la brutta calligrafia. Sto scrivendo in una posizione molto scomoda, e la temperatura è di 110 gradi" (Farenheit, naturalmente). Il 14 settembre 1945, scrivendo dall'indirizzo di casa a Clapham, informa P. De Negri che è tornato in Inghilterra. "Non posso esprimere quanto brami il giorno in cui posso ricominciare i miei studi per il sacerdozio, e prepararmi per la mia vita in Africa!" Prevede di dovere rimanere in marina ancora per un anno o due, sperando che la riapertura del collegio a Sunningdale affretti il suo congedo. Manda i saluti ai padri Sina, Cerea, Stellato ed altri. Lo stesso giorno scrive una nota chiedendo scusa per aver dimenticato il francobollo sulla lettera precedente; sotto le armi non aveva dovuto pensarci ... Il processo veloce di congedo anticipato richiese tempo! Chris stava cercando di essere congedato in fretta come studente, sotto lo "Schema Classe B •  Per iniziare il processo, lasciò una dichiarazione al cappellano della base navale di Devonport, vicino a Plymouth. Dalla parte dei comboniani, i pp. De N egri e Bresciani si misero in contatto con varie autorità. L'abate di Downside era incaricato dei processi per gli Istituti religiosi in Inghilterra. Un altro nome che apparse sarebbe diventato molto conosciuto tra i missionari in Sudan e Uganda: Mons. David Mathew, futuro Delegato Apostolico, che in quel periodo curava i congedi sotto lo Schema Classe "B". Il 15 febbraio 1946, Chris poté finalmente informare p. De Negri che aveva ricevuto il congedo: "ora voglio riprendere i fili della vita anteriore, e con l'aiuto dell'Onnipotente, cominciare a tessere il futuro ... " Raggiunse la comunità a Ganthorpe Hall, nello Yorkshire il14 marzo 1946, vestendo la divisa di marinaio per l'ultima volta. Poco dopo, la comunità si trasferì a Londra, dove tutti passarono un anno di grande scomodità a Elm Park Gardens, Chelsea (da non confondersi con la nostra parrocchia a Elm Park, Essex). Verso la fine del 1947 venne il momento di prepararsi ad entrare in noviziato a Sunningdale. Ancora una volta il passato causò qualche problema: il cappellano che aveva intervistato Christopher a Devonport si trovava ora a Hong Kong, e nessuno poteva rilasciare un attestato di libertà per la vestizione. Il 17 gennaio, Christopher stesso fece due giuramenti solenni: che non era incorso in nessun impedimento, né durante gli anni di scuola né durante il servizio sotto le armi.

Noviziato

Il P. Maestro era P. V. Albertini. In giugno osservò che il novizio era molto attaccato alla vocazione, il che l'aveva aiutato ad inserirsi. Nel dicembre stava insegnando la matematica ai connovizi (più giovani): "Lavora sodo, e riesce meglio quando lo si tiene occupato". L'anno seguente, il 30 luglio, scrisse l'applicazione per l'ammissione alla prima professione, con l'appoggio del P. Maestro. Una riga scritta a Verona in matita rossa dice semplicemente: "Ammesso, 17-8- 49". Chris fece i primi voti a Sunningdale il 9 settembre, assieme agli studenti Giuliano Chisté, Stan Woods, G.B. Corti e Dominic Morley, e i fratelli E. Biscaro, G. Coppini, A. Ferrari e A. Pioloco. Sul formulario in italiano il nome è inserito male: "Hierons Albert John Baptist"; una nota in fondo dice che i Voti furono pronunciati in inglese, e la versione in quella lingua porta i nomi: "Christopher Albert John Baptist Hierons, con la firma "CAJB Hierons". Durante la vacanza a casa, scrisse al superiore chiedendo il permesso di portare gli scolastici Chisté, Corti e Vaccari a visitare la città di Londra - alle spese di sua mamma - aggiungendo che sperava di ricevere l0 sterline da un benefattore che avrebbero permesso al Superiore e i 10 scolastici di fare un pellegrinaggio al santuario nazionale della BVM a Walsingham. Colpisce il fatto che, durante quegli anni, la posta arrivava in brevissimo tempo. Anche in seguito, e più volte, il Superiore Generale avrebbe scritto la risposta ad una lettera di P. Christopher appena 3-4 giorni dopo che l'aveva imbucata in Inghilterra: oggi sarebbe necessario usare un corriere per un servizio simile! Ho sperimentato personalmente l'attaccamento di P. Christopher alla vocazione e le sue qualità di animatore. Nel mese di giugno 1949 si tenne una "mostra vocazionale" nella città di Birmingham; la seconda volta che si tentava l'iniziativa in Inghilterra. Ragazzi e giovani da tutta la città andarono a vedere, girando meravigliati tra le decine di "edicole", ciascuna con qualche sacerdote o fratello o suora che dava spiegazioni e distribuiva depliant... Facevo il primo anno di scuola secondaria. Un pomeriggio, saltate le lezioni, tutta la classe andò alla mostra, e mi trovai infine con Chris, dopo aver raccolto una pila di "pubblicità" dalle altre "edicole". Parlò con tanto entusiasmo delle Missioni e della vocazione missionaria che ero ancora là ad ascoltarlo quando arrivò l'ora di chiudere il salone e ... il 4 settembre, tramite il "reclutatore" P. Polato, entrai alla Scuola Apostolica di Stillington, cinque giorni prima della Professione religiosa di Chris a Sunningdale.

 Scolastico in Italia

Dopo i voti passò a Venegono per lo studio della Teologia. Il superiore, p. Medeghini, notò il suo sforzo costante, anche se qualche volta si faceva prendere dallo scoraggiamento. Nel 1952, scrisse sulle 'notizie informative': "Siamo tutti d'accordo nel dargli voto favorevole per l'emissione dei voti perpetui". Ma c'era ancora un ostacolo dal passato: per ricevere gli Ordini Maggiori, dovette chiedere di essere dispensato dall'impedimento e l'irregolarità di essere nato ed educato "in eresia": il documento fu rilasciato dalla Suprema Sacra Congregatio Sancti Officii il 30.08.1952. Fu ordinato Suddiacono dal Card. Schuster nel Duomo di Milano il 20 settembre. Alla fine della Teologia, l'opinione del superiore era: "se verrà guidato con amore, sarà di grande utilità alla Congregazione".

Finalmente sacerdote

Essendo soltanto il secondo sacerdote inglese nell'Istituto (il primo era P. Eric Grace, ordinato in Italia nel 1944), P. Christopher tornò in Inghilterra per l'ordinazione sacerdotale, che avvenne nella chiesa dell'Assunta, Englefield Green (la parrocchia nella quale si trova la nostra casa di Sunningdale) il 4 giugno 1953, Festa di Corpus Domini. Così, fu ordinato nella sua diocesi di Southwark, e dal suo vescovo, Mons. Cyril Cowderoy (il quale, secondo una voce, era stato battezzato a Sidcup da P. Cotta, FSCJ). Era la stessa settimana dell'incoronazione della Regina Elisabetta II, e la recente conquista dell'Everest era ancora fresca nelle nostre menti - ed era quest'ultima l'immagine che si usò più di una volta durante l'accademia a Sunningdale il giorno seguente. Nell'omelia alla prima Messa solenne, P. Christopher si servì di un'altra immagine che commosse tutti: mise la mamma sotto la protezione di una Signora che era vedova anche Lei quando offrì a Dio l'unico suo Figlio!

Intermezzo africano

"La mia vita missionaria in Africa", di cui aveva scritto a P. De Negri con tanto entusiasmo, iniziò nel Sud Sudan. Fu assegnato alla parrocchia di Rumbek, dove era cappellano della scuola secondaria. Nel 1955 fu trasferito al seminario minore di Bussere come Vice Rettore; il Rettore era P. Umberto PasquaIone. Avrebbero lavorato insieme per molti anni, anche altrove ... Dopo un inizio tanto promettente, le cose non andarono nel verso desiderato. Nel 1958 fu destinato alla provincia d'origine, e vi rimase per il resto della sua vita, a parte un brevissimo periodo come membro della Regione degli Stati Uniti nel 1963.

A casa .. definitivamente

I quasi 38 anni di lavoro nella Regione dell'Inghilterra (London Province) si è svolto in due settori molto importanti: formazione di base ed animazione missionaria; e in un settore poco meno essenziale: l'amministrazione economica. Per sette mesi, dal novembre 1958 al giugno 1959, fu direttore spirituale dei ragazzi della Scuola Apostolica a Stillington. Durante le vacanze estive fu nominate Superiore e Rettore, e iniziò quindi il nuovo anno con un "cappello" assai diverso - e anche in una casa più grande e più moderna, perché il seminario era stato trasferito a Mirfield, vicino a Leeds e Huddersfield, durante l'estate.  In dicembre ricevette la nomina a "Secondo Consigliere" della Regione (nomina rinnovata più volte); continuò il suo lavoro come Rettore a Mirfield, ma nel 1962 diede le dimissioni, e P. G. Ambrogio prese il suo posto alla fine dell'anno scolastico. Seguì un lungo periodo a Londra nel Missions Office: amministrazione, giornate missionarie, contatti con amici e benefattori. Aveva il grande dono di scrivere lettere brevi ma "personalizzate" per ringraziare quelli che mandavano offerte per le missioni. Nell'agosto del 1969, poco prima dell'inizio dell'anno scolastico, venne nominato Rettore della Scuola Apostolica una seconda volta. Nello stesso anno è stato "facente funzione" del Superiore Regionale durante l'interim tra P. Bresciani e P. Grace. Nel 1971 era di nuovo nel Missions Office, e superiore della casa a Dawson Place; rimase in questo ufficio fino al 1978.

Mai incarichi ... maggiori

Èfacile notare che, a parte questi anni a Da wson PIace, non è mai rimasto superiore per molto tempo, e di solito si dimetteva. Inoltre, non ha mai accettato la nomina o l'elezione a Superiore Provinciale, si ritirò almeno due volte quando era uscito primo nel sondaggio per il Delegato al Capitolo - e nel 1968 declinò anche l'invito a far parte della Commissione Preparatoria per il Capitolo del 1969. L'impressione potrebbe essere che non si fidava delle qualità che tutti vedevano in lui. Per quasi tutti noi era un grande dispiacere. Ma dallo stile della sua corrispondenza, emerge un'altra possibilità: era molto schietto con i superiori, e non poteva sopportare l'ipocrisia e la pretenziosità. Forse credeva che, se fosse diventato superiore maggiore, sarebbe stato sempre ai ferri corti con i Superiori di Verona o Roma. Infatti, alcune lettere che scrisse come Rettore di Mirfield o Consigliere Provinciale avranno lasciati allibiti più di uno (eccetto P. Gaetano Briani: si volevano veramente bene, e i loro scambi andavano avanti all'insegna della ... franchezza!). Un'altra possibilità: forse pensava che sarebbe sempre stato frainteso! Fu assegnato alla Regione USA per qualche mese nel 1963-4: dopo un periodo di riposo e cure in Italia per esaurimento, aveva chiesto di essere destinato alle missioni, dicendo che non voleva assolutamente tornare a Londra, all'amministrazione avrebbe accettato perfino un lavoro in una parrocchia negli Stati Uniti, pur di ministrare nella pastorale diretta. Fu preso alla lettera! E quando finalmente fu costretto ad accettare l'elezione a Delegato al Capitolo, fu molto attivo, prendendo la parola varie volte con osservazioni acute e "ad hoc"; introduceva gli interventi più "sferzanti" con una battuta, per non urtare troppo ... e sfortunatamente molti capitolari ridevano per l'ennesimo esempio di "umore inglese", e non coglievano il vero senso di ciò che stava dicendo. Forse i suoi timori erano più che giustificati ... Nelle sue lettere non c'era né ostilità né acredine. Scrisse con passione delle cose che lo preoccupavano: il bene della Provincia (anche richiamando l'attenzione sulle mancanze o gli abusi che stavano recando danni), la provvisione di personale adatto per la Scuola Apostolica... Esprimeva la sua frustrazione che non si stava facendo abbastanza per il successo dell'opera e della provincia, e per il bene dell'Istituto e della missione. Criticava le persone senza animosità personale, e riconosceva spesso di avere tanti difetti propri!

Preciso e generoso

Negli anni passati nell'amministrazioni si mostrò molto attivo. Rispondeva meticolosamente a tutte le lettere e ringraziava per qualsiasi offerta - con un effetto molto positivo, come abbiamo già notato. Ma faceva anche giornate missionarie in tutti gli angoli del paese. Lungo gli anni, avrà visitato qualche parrocchia almeno 4 volte (in Inghilterra le diocesi sono assegnate agli Istituti a turno, per cui si può chiedere una giornata missionaria soltanto ogni 4-5 anni). Faceva tanti chilometri in macchina, e qualche volta si serviva dei mezzi pubblici; ma preparava dettagliatamente ogni viaggio, ed arrivava sempre con un buon anticipo. E giudicando dai risultati ... contabili, anche le prediche erano preparate molto attentamente!

Sembrava grande e robusto, ma aveva problemi di salute, alcuni dovuti senz'altro alla lunga lotta contro i chili superflui. Nel 1979 scrisse al Superiore Generale per parlare di un intervento chirurgico che doveva subire all'anca destra, colpita da artrosi. Doveva essere ricoverato il 24 settembre, e voleva assicurarsi che il Capitolo si sarebbe concluso prima di quella data. P. Agostoni rispose, dicendo che lui stesso sperava che il Capitolo fosse finito almeno dieci giorni prima. Varie cadute negli anni seguenti non miglioravano la situazione delle anche: una volta dovette essere ricoverato d'urgenza per rimpiazzare la protesi piegata! In tutto, sarà stato sottoposto ad un intervento per inserire una protesi 4 o 5 volte. Il problema gli pesava, e influiva molto sulla sua "qualità di vita": lo deprimeva, e riduceva i suoi contatti con la comunità, perché spesso evitava il refettorio all'ora dei pasti, e così perdeva l'occasione di incontrare e chiacchierare con gli altri membri della comunità. P. Christopher rimase più di 17 anni a Sunningdale, a servizio della Provincia e dell'Istituto nell'amministrazione e facendo giornate missionarie. Fino al 1986 era Segretario Provinciale di A.M., e poi Economo Provinciale. Nel 1993 gli vennero dei problemi seri agli occhi, e rimase parzialmente cieco; non ricuperò sufficientemente la vista da poter guidare la macchina. Ma continuò il suo lavoro con il solito spirito, adoperando delle lenti d'ingrandimento ed una calcolatrice parlante, più la devota assistenza di una suora e di una signora, che lo aiutavano a turno nel lavoro dell'Economato. Per le giornate missionarie si arrangiava con i mezzi pubblici, riducendone un pochino il numero. La morte arrivò inaspettata. Dopo un piccolo intervento, cominciò a perdere le forze velocemente, e morì nell'ospedale di Wexham Park vicino a Sunningdale, pochi giorni prima di Natale, 1996. Fu sepolto ad Englefield Green, dove aveva iniziato la sua vita e ministero di sacerdote. La sua morte è una grandissima perdita per la Provincia. Preghiamo che stia già godendo, nella Pace del Signore, il premio di molti anni di servizio costante, impegnato e generoso e - a volte - pesante. P. J. M. Troy, mccj

Da Mccj Bulletin n. 197, ottobre 1997, pp. 30-36