In Pace Christi

Fr. Georg nacque nell'anno in cui è cominciata la prima Guerra Mondiale. Ricevette il nome di suo padre, che aveva un piccolo podere a Auernheim vicino a Neresheim, distretto di Heidenheim nella diocesi di Rottenburg-Stuttgart. Il padre lavorava anche in una cava di pietra per cercare di arrotondare i poveri introiti dal podere. La madre Anna morì quando Georg aveva appena nove anni.

Georg fu battezzato il 21 giugno nella parrocchia di Auernheim, e cresimato a Neresheim il 9 maggio 1926. Il 1 aprile 1928 completò gli studi nella scuola primaria cattolica, con un unico voto: "Bene". Le circostanze economiche degli anni venti non permettevano al quattordicenne di passare a studi professionali. Per 9 anni lavorò nel podere di famiglia e aveva un lavoro stagionale in una ditta di legname, tagliando assi. Dal 1937 al 1944 fu boscaiolo nelle foreste intorno a Auernheim, per conto del comune di Neresheim.

In gennaio 1944 fu arruolato nelle forze armate, ma fece oltre 2 anni (28.04.45 - 03.05.47) come prigioniero di guerra in Francia.

Tornato ad Auernheim, scrisse al superiore degli MFSC ad Ellwangen il 7 novembre 1948, chiedendo di essere accettato come contadino: "Ho compiuto 34 anni in giugno, e bisogna prendere una decisione chiara. Devo rischiare, una volta in vita! Perciò vorrei iniziare il mio lavoro da voi, cominciando il 1 dicembre. Ogni inizio è difficile, ma con la buona volontà e la grazia di Dio si può combinare tanto!"

Fu ammesso al postulato a Ellwangen/Josefstal il 28 dicembre. Il parroco aveva scritto:

Nel giugno 1949 iniziò il noviziato, facendo i Primi Voti il 29 giugno 1951. Pronunziò i Voti Perpetui il 29 giugno 1957.

E' interessante notare che Fr. Georg voleva continuare come contadino a Josefstal, ma i superiori l'hanno ammesso al postulato e poi al noviziato. Non sembra che ci sia stato un discernimento molto profondo della sua vocazione missionaria. Forse è stato "assunto come mano d'opera"; nel 1951 il Superiore Generale scrisse una sola riga:

Fr. Georg è stato Missionario Comboniano per 45 anni, alternando tra le due comunità di Mellatz ed Ellwangen/Josefstal come addetto della campagna e "ad omnia": addetto a Josefstal (1948-54), Mellatz (1954-55) e Josefstal (1955-65); ad omnia, Josefstal (1965-67); distribuzione della rivista "Kontinente", Josefstal (1967-72); ad omnia, Mellatz (1972-95); in pensione ad Ellwangen, 1995 fino alla morte.

Le fredde statistiche nascondono la sua vita. Era uno dei piccoli, che lavorano senza applausi, e sono in qualche modo messi da parte. I confratelli lo ritenevano un po' cocciuto nel seguire il proprio stile di pietà. Ma il Signore non vede le cose come gli uomini.

Per cinque anni ha avuto un lavoro "diverso". Girava in lungo e in largo con la moto, divulgando la rivista "Kontinente" Molti ricordano ancora i fatti che raccontava, per convincerli ad abbonarsi - e aveva tanto fiato per insistere finché cedessero!

La sua vita semplice potrebbe essere una lezione per noi che pensiamo e lavoriamo troppo con la testa. Tutte le ultime teorie e tendenze teologiche e pastorali diventano piuttosto secondarie alla luce della vita semplice. Lui ci offre, infatti una vita di semplicità, non di grandi successi. Spesso i confratelli lo prendevano in giro; a molti veniva la tentazione di fargli qualche scherzo...

Il 1 aprile 1995 fu messo in pensione ad Ellwangen. Era un colpo duro per Fr. Georg. Con gli auguri per il suo compleanno il 16 giugno, il provinciale gli scrisse.

Fr. Georg rispose: "Oggi devo muovermi, e ringraziarti di cuore per i molti sacrifici e per l'amore e la pazienza mi hai dimostrato ultimamente. Grazie degli gli auguri per il mio compleanno. Ogni giorno mi occorrono le benedizioni abbondanti di Dio, e la salute. Prometto di pregare per tutti. Se per caso mi dimentico, il Signore non dimenticherà.

Non ho mai risposto alla lettera di destinazione. Mi dispiace. Non era per cattiva intenzione, ma per grande debolezza. Ero completamente sfinito, e non mi importava più di niente. Sì, avrei preferito morire... Credevo di non poter fare nemmeno 100 km. - così, come facevo ad viaggiare da Mellatz ad Ellwangen? Voglio ringraziare il padre NN che mi ha fatto le valigie in così poco tempo; io ci avrei messo due giorni.

Ma oggi, posso dire "Grazie". Il Dio onnipotente e misericordioso ti benedica, ti tenga in salute e ti dia la forza per il tuo compito così impegnativo. Mi sento veramente felice qui. C'è pace e silenzio. Ho fatto un pellegrinaggio al santuario di Schönenberg. La chiesa è bellissima. Potrei passarvi mezza giornata. Ma purtroppo, non riesco ad arrivarci a piedi. Calorosi ossequi. Fr. Georg Schmid".

Il 29 giugno, giorno di S Pietro e S. Paolo, Fr. Georg fece un altro pellegrinaggio a Schönenberg, dove celebrò per l'ultima volta il sacramento della Riconciliazione, ed affidò la sua vita missionaria alla Madre Celeste. Il giorno seguente, domenica 30 giugno, morì. Il 4 luglio fu sepolto vicino ad altri confratelli con i quali aveva condiviso il cammino in questa valle di lacrime; ora è con loro nella Casa del Padre.      P. Anton Maier, mccj

Da Mccj Bulletin n. 194, gennaio 1997, pp. 107-109

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Bro. Georg was born in the year World War I started. He was given the name of his father, who had a tiny farm at Auernheim near Neresheim in the district of Heidenheim (diocese of Rottenburg-Stuttgart). His father also worked in a quarry, to add to the meagre income of the farm. His mother Anna, née Schwarz, died when Georg was only nine.

Georg was baptised on 21 June, in the parish church of Auernheim, and confirmed at Neresheim on 9 May 1926. On 1 April 1928 he finished his education in the Catholic primary school with a single mark: "Good". Because of the economic of the late twenties, the 14-year-old had no chance of getting professional training. For nine years he worked on the small family farm, and did seasonal work in a timber firm, planing planks. From 1937-44 he was employed as a woodsman in the forests around his home village and in the forestry department of Neresheim.

In January 1944 he was conscripted into the army, and was a prisoner of war for over two years (28.04.45 - 03.05.47) in France.

When released he returned to Auernheim, from where he wrote to the superior of the MFSC at Ellwangen on 7 November 1948, asking to be accepted as a farm labourer: "I turned 34 in June; it is high time to make a clear decision. For once in my life I must take a risk. Therefore I would like to try to begin working at your place as from December 1. Any beginning is difficult, but with good will and the grace of God one can achieve a lot!"

He was admitted to the postulancy at Ellwangen/Josefstal on 28 December. His Parish Priest wrote in his recommendation:

In June 1949 he began the Novitiate, and made his First Vows on 29 June 1951. His Perpetual Vows came on 29 June 1957.

It is interesting to note that Bro. Georg wanted to continue as a farm labourer at Josefstal, but that the superiors just put him in the Postulancy and then the Novitiate. It seems doubtful that a deep discernment of his missionary vocation was done. Maybe he was taken on as "cheap labour". The Superior General wrote just one line in 1951 when he admitted Bro. Georg to the First Vows:

Bro. Georg served as a Comboni Missionary for 45 years, between the two communities of Mellatz and Ellwangen/Josefstal as either farmer or "ad omnia": farmer at Josefstal (1948-54), Mellatz (1954-55) and Josefstal again (1955-65); ad omnia at Josefstal (1965-67); circulation of the magazine "Kontinente" from Josefstal (1967-72); ad omnia, Mellatz (1972-95); retired to Ellwangen, 1995 until his death.

His life is hidden behind these cold statistics. He was one of the little ones who work without applause, put to one side in many ways. Confreres felt that his piety was rather unusual, and that he stuck to it a bit stubbornly. But God does not see as man sees...

And for almost five years he had a different job. With his moped he travelled far and wide propagating the magazine "Kontinente". Many people recall the stories he would tell when he visited and persuaded them to subscribe - and he had plenty of wind to keep on pushing until they gave in!

The life of that simple Brother could be a witness and a lesson for us who think and work too much with the head. All theories and latest trends in pastoral and mission theology become rather secondary in the light of that simple life. He does not offer a success story, but rather one of weakness and simplicity. At times his confreres made him a laughing stock; and many were tempted to play rather cruel tricks on him.

On 1 April 1995 he was transferred to Ellwangen to retire. It was a very hard blow for Bro. Georg. On a birthday card a few weeks later (16 June) the Provincial wrote:  Bro Georg replied: "Today I must make an effort to write and thank you cordially for the many sacrifices, for the love and patience you have shown me recently. Thank you for the birthday greetings and good wishes. Each day I need God's abundant blessings and health... I promise to pray for you. If I should forget, the Lord does not forget.

I never answered the letter of transfer. I am sorry. There was no bad intention, just a great weakness. I was totally exhausted and did not care any longer. I would have preferred to die... I thought I would never manage to travel more than 100 km., so how could I make it from Mellatz to Ellwangen? Thanks to Fr. X for packing my case in such a short time: it would have taken me two days.

But today I can say "Thank you". May the Almighty and merciful God reward you and keep you healthy and give you the strength for your challenging task. I feel very happy here. There is peace and silence. I made a pilgrimage to the Schönenberg. Shrine. The church is really beautiful. I could spend half a day in it. But I cannot reach it on foot. Cordial greetings. Bro. Georg Schmid."

On 29 June, the day of Sts. Peter and Paul, Bro. Georg made another pilgrimage to Schönenberg, where he celebrated the Sacrament of Reconciliation for the last time, and entrusted his missionary life to his heavenly Mother. The next day, Sunday 30 June, he passed away. On 4 July he was buried next to confreres with whom he had travelled through this valley of tears; now he is with them again in the House of the Father. R.I.P.

Br. Schmid Georg (19.06.1914 – 30.06.1996)

  1914, im Geburtsjahr von Br. Georg, brach der Erste Weltkrieg aus. Die Familie besaß in Auernheim bei Neresheim/Baden-Württemberg einen kleinen Bauernhof. Sein Vater arbeitete nebenbei in einem Steinbruch, um die Einnahmen der Familie etwas aufzurunden. Im Alter von neun Jahren verlor Georg seine Mutter Anna.

  Georg wurde am 19. Juni in Auernheim geboren und 21. Juni getauft. Am 9. Mai 1926 wurde er in Neresheim gefirmt. Am 1. April 1928 schloss er die Volksschule mit der einzigen Note „gut“ ab. Die schwierige wirtschaftliche Lage der zwanziger Jahre erlaubte es dem Vierzehnjährigen nicht, eine Berufsschule zu besuchen. 9 Jahre lang arbeitete er auf dem Heimathof und gleichzeitig auch bei einer Holzfirma. Von 1937 bis 1944 war er im Auftrag der Gemeinde Neresheim als Waldarbeiter rund um Auernheim beschäftigt.

  Im Januar 1944 wurde er zum Militärdienst einberufen. Anschließend verbrachte er mehr als 2 Jahre (28.04.45 - 03.05.47) als Kriegsgefangener in Frankreich. Bald nach seiner Freilassung schrieb er am 7. November 1948 an den Generaloberen der „Missionare Söhne des Heiligsten Herzens Jesu“ von Ellwangen und bat um Arbeit in der Landwirtschaft. „Im Juni bin ich 34 Jahre alt geworden und es ist nun an der Zeit, eine klare Entscheidung zu treffen. Wenigstens einmal im Leben muss ich etwas riskieren.  Ich möchte am 1. Dezember bei euch meine Arbeit beginnen. Jeder Anfang ist schwer, aber mit Gottes Hilfe und Gnade kann man viel erreichen!"

  Am 28. Dezember 1948 wurde Georg ins Postulat von Josefstal aufgenommen. Im Juni 1949 begann er das Noviziat und legte am 29. Juni 1951 die ersten Gelübde ab. Am 29. Juni 1957 weihte er sich endgültig Gott mit den Ewigen Gelübden.

  Es ist interessant, dass Br. Georg als Arbeiter in der Landwirtschaft von Josefstal bleiben wollte, aber seine Vorgesetzten ihn ins Postulat aufnahmen und dann ins Noviziat. Es scheint, dass seine missionarische Berufung in keiner Weise gründlich geprüft wurde. Vielleicht wurde er nur "als Arbeitskraft aufgenommen". Br. Georg war 45 Jahre lang Comboni Missionar und arbeitete in den Landwirtschaften der Hausgemeinschaften von Mellatz und Josefstal und verrichtete nebenbei auch viele andere kleine Dienst im Haus: Josefstal (1948-1954), Mellatz (1954-1955), Josefstal (1955-1965); Josefstal (1965-72); Mellatz (1972-95); Ellwangen, 1995 bis zu seinem Tod am 30. Juni 1996. Fünf Jahre lang hatte er einen "anderen" Job. Er besuchte auf dem Motorrad viele Dörfer und warb um Abnehmer für die Zeitschrift "Kontinente". Viele erinnern sich noch an die Geschichten, die er erzählte, um sie als Abonnenten zu gewinnen. Er  war dabei recht erfolgreich.

  Hinter den kalten Statistiken verbirgt sich sein Leben. Er war einer der Kleinen, die ohne Applaus arbeiten, unbeachtet bleiben und irgendwie zur Seite geschoben werden. Die Mitbrüder hielten ihn für einen sturen, eigensinnigen Menschen mit einer ganz eigenen Art von Frömmigkeit. Aber der Herr sieht die Dinge nicht wie wir.

    Sein einfaches Leben könnte eine Lehre für uns sein, die wir hauptsächlich mit unserem Kopf arbeiten. Die neuesten theologischen und pastoralen Theorien und Tendenzen werden im Licht des einfachen Lebens eher sekundär. Er hat uns ein einfaches Leben vorgelebt, ohne große Erfolge aufweisen zu können. Die Mitbrüder neckten ihn oft und machten Witze über ihn.

   Am 1. April 1995 wurde er ins Seniorenheim von Ellwangen versetzt. Zu seinem Geburtstag am 16. Juni hatte ihm der Provinzial einen Brief geschrieben.
Br. Georg antwortete ihm mit folgenden Zeilen: „Heute schreibe ich Dir, um Dir von Herzen zu danken für die vielen Opfer, die Liebe und die Geduld mit mir in letzter Zeit. Ich danke für die guten Wünsche zu meinem Geburtstag. Jeden Tag  brauche ich den reichen Segen Gottes und Gesundheit. Ich verspreche, für alle zu beten. Auch wenn ich es vergessen sollte, der Herr wird es nicht vergessen.
Ich habe nie auf den Versetzungsbrief geantwortet. Es tut mir leid. Es war keine böse Absicht, sondern vielmehr meine große Schwäche. Ich war ganz erschöpft gewesen und es war mir alles egal. Ja, ich wäre gerne gestorben. Ich glaubte, ich könnte nicht einmal mehr 100 km zurücklegen. - Wie konnte ich in diesem Zustand von Mellatz nach Ellwangen fahren? Ich möchte dem Pater danken, der in kürzester Zeit meine Koffer gepackt hat; Ich hätte zwei Tage gebraucht. Aber heute kann ich sagen: "Danke". Der allmächtige und barmherzige Gott segne Dich, schenke dir Gesundheit und Kraft für deine anstrengende Aufgabe. Ich fühle mich sehr glücklich hier. Es herrscht Frieden und Ruhe. Ich bin auf den Schönenberg gepilgert. Die Kirche ist wunderschön. Ich könnte dort einen halben Tag verbringen. Leider kann ich das Heiligtum zu Fuß nicht erreichen. Herzliche Grüße. Br. Georg Schmid".

  Am 29. Juni, am Fest der Apostel Petrus und Paulus, ist Br. Georg wieder auf den Schönenberg gepilgert. Dort hat er zum letzten Mal das Sakrament der Versöhnung empfangen und sein Missionsleben der himmlischen Mutter anvertraut. Am folgenden Tag, am Sonntag den 30. Juni, ist Br. Georg gestorben. Am 4. Juli ist er inmitten seiner verstorbenen Mitbrüder begraben worden, mit denen er seinen Lebensweg in diesem Tränental gegangen ist. Jetzt genießt er zusammen mit ihnen die himmlischen Freuden.  R.I.P. (P. Anton Maier, mccj)