Natale 2023 a Castel Volturno: “Far rinascere la speranza e il futuro”

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Natale 2023
È già Natale! In effetti per molti il Natale è ormai una festa di compleanno in cui ci si dimentica di invitare il festeggiato. Col passare degli anni vedo che sempre di più il Natale vero è dimenticato, abbandonato. Meglio un Natale tradizionale, con qualche apertura alla modernità e politicamente corretto, diciamo così. [Vedi: Black and White]

A rileggere bene i testi del Vangelo, capisco che creano qualche disturbo appunto per non suscitare qualche inquietudine. Siamo onesti: non abbiamo fatto una gran bella figura in quel primo Natale. Il messaggio soggiacente ai racconti di Luca e di Matteo è espresso bene da Giovanni: la luce viene, ma le tenebre non l’hanno accolta (cfr. Gv 1,5).

Dio viene, ma l’umanità non se n’è accorta

Il Natale ribalta la concezione moderna dell’assenza di Dio: è l’uomo a essere assente, non Dio. Capisco, allora, che col passare dei secoli si sia aggiunto zucchero a tanta provocante verità. Quel bambino, è segno di contraddizione, è – da subito – il crocifisso. Ecco il vero volto di Dio: un Dio inerme, donato, bisognoso di tutto, come è fragile e bisognoso un neonato. A noi quel bambino non dovrebbe suscitare tenerezza ma inquietudine.

Dio viene, ma molti non se ne accorgono, altri rifiutano la sua venuta, pochi lo accolgono. Tra quanti lo rifiutano Luca pone il grande Cesare Augusto, che deve contare i suoi sudditi per ragioni fiscali. Egli possiede l’impero, le vite gli appartengono, anche quella di Dio. Cesare assomiglia ai tanti imperatori che ancora vivono in mezzo a noi, alle multinazionali, ai grandi responsabili delle istituzioni, a chi esercita un potere e si crede Dio. Ancora oggi Dio viene sottomesso e censito da quanti pensano di possederlo, di annoverarlo tra le proprie file. Lui, l’inconoscibile, è trattato come un suddito.

La brava gente di Betlemme non se la sente di accogliere una donna partoriente: la città brulica di persone scese per il censimento, l’affitto delle camere rende bene, meglio evitare scocciature. Alla fine solo qualcuno dei parenti di Giuseppe, inteneritosi, offre agli stremati coniugi di Nazareth il sottoscala della casa, là dove sono custoditi gli animali necessari alla sopravvivenza, perché il piano alto è occupato da altri parenti giunti a Betlemme per il censimento. Così Dio nasce in una mangiatoia.

Mi hanno sempre fatto riflettere i bravi abitanti di Betlemme. Brava gente, bravissima, che va in sinagoga e paga le tasse romane, ma che non riesce a riconoscere nel volto del viandante e dello straniero il volto di Dio.

Dio viene: nel nascondimento, nella povertà, nel disagio di nascere in una città straniera

Me lo vedo, Giuseppe, che cerca disperatamente un luogo per fermarsi e che deve – lui, spaventato a morte – rassicurare la sua piccola Maria. Sin dall’inizio Dio non vuole privilegi, accetta di vivere tutti i rischi e le fatiche dell’essere uomo, senza eccezioni. Maria e Giuseppe accolgono l’inaudito di Dio nella loro vita senza porre condizioni; la loro vita viene scavata provocata, continuamente messa alla prova. Il loro atteggiamento ci è proposto come modello di discepolato, come percorso di conversione.

Luca, nel racconto dell’infanzia, ci dice per due volte che Maria, da parte sua, conservava tutte queste cose meditandole in cuor suo (Lc 2,19; 2,51). Davanti al mistero della vita e della presenza di Dio, il modo migliore per coglierne l’ampiezza è la riflessione interiore, la meditazione, come fa Maria.

«Oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore» (Lc 2,11). È questo il grande messaggio per tutti noi!! Non per i bravi ragazzi e ragazze che se lo meritano, non per i devoti che già possiedono Dio, ma per i perdenti senza giustificazione, per gli sconfitti della storia, per i per sempre bastonati, per i miseri e gli umiliati, per i peccatori. Che grande notizia straordinaria e unica!

Se vi dicessi che Dio viene a premiare i buoni, che buona notizia sarebbe? Che novità sarebbe?

Da subito Dio scardina i nostri luoghi comuni, anche quelli religiosi. Dio viene proprio per chi non se lo aspetta, per chi, secondo noi, non se lo merita!
P. Daniele Moschetti, MCCJ
Black and White