Sabato 3 febbraio 2024
Papa Francesco desidera «incontrare i bambini e le bambine per ascoltare il Vangelo che freme in loro nella stagione iniziale della vita». Lo ha detto il cardinale José Tolentino de Mendonça, prefetto del Dicastero per la cultura e l’educazione, presentando la prima Giornata mondiale dei bambini, che si svolgerà il 25 e 26 maggio 2024. Il porporato ne ha parlato con i giornalisti durante l’incontro svoltosi stamane nella Sala stampa della Santa Sede, attualmente in via dell’Ospedale, moderato dal direttore Matteo Bruni. [L’Osservatore Romano]

Una delle caratteristiche straordinarie dei piccoli, ha spiegato il porporato, «è la loro dirompente novità: la loro stessa nascita è un evento, arriva una nuova vita, una nuova persona, una nuova presenza così intensa da rinnovare l’identità della gente che la circonda». Al suo arrivo, «un uomo e una donna diventano papà e mamma, nonno e nonna». I bambini, ha aggiunto, «sono il commento più bello e vivace scritto in carne, sangue e spirito al passo dell’Apocalisse dove Cristo afferma di sé: “Ecco faccio nuove tutte le cose”». Certo, è «il Verbo di Dio pieno di maestà a pronunciare queste parole; eppure quel mistero mozzafiato diviene carne nella completa novità portata e scoperta nel Bambino nato a Betlemme e cresciuto a Nazareth». Per questo motivo il Papa ha scelto come tema della Giornata proprio le parole di Gesù: «Ecco, io faccio nuove tutte le cose (Ap 21, 5)». È un invito a diventare come i bambini, «agili nel cogliere le novità suscitate dallo spirito di Cristo in ogni uomo e ogni donna nella storia e nella Chiesa».

Il prefetto ha ricordato anche l’incontro dello scorso 6 novembre, quando intorno al Papa si sono stretti migliaia di bambini dai 6 ai 12 anni, provenienti soprattutto dall’Italia, insieme a gruppi rappresentanti gran parte del mondo. «Sembrava — ha osservato — di guardare una sorgente, il cui getto vivace rinfrescava di speranza terra e Chiesa». Per questo, il Papa ha voluto che questo diventasse «un momento che abbracci effettivamente la Chiesa intera con cadenza regolare, incaricando il Dicastero per la cultura e l’educazione di organizzare la prima Giornata mondiale» e affidando al contempo al francescano conventuale Enzo Fortunato «il compito di coordinare l’evento, avvalendosi di tutte le collaborazioni e gli apporti ritenuti necessari».

L’appuntamento del 25 e 26 maggio, ha spiegato poi il porporato, si svolgerà a un duplice livello: universale, con sede in Vaticano, dove confluiranno le diverse delegazioni nazionali; e diocesano, lasciando l’organizzazione alle singole Chiese locali.

Da parte sua, il coordinatore della Giornata, padre Fortunato, ha detto che la Giornata è come un cammino osservato con occhio francescano: uno sguardo, ha aggiunto, che aiuta a puntare sulle realtà fragili, invisibili, ultime che si vogliono portare al centro. La cosa più bella, ha evidenziato, è partire dai bambini. Quanto all’articolazione, ha spiegato che in preparazione alla Giornata ci saranno tre percorsi: uno legato alla spiritualità, uno alla solidarietà e uno alla cultura. Il coordinatore ha anche specificato che il ritrovo di tutti i partecipanti sarà il 25 maggio alle 15. È stato presentato il sito www.worldchildrenday.org disponibile in tre lingue — italiano, inglese e spagnolo — alle quali se ne aggiungeranno presto altre. Sul sito già da oggi è disponibile il modulo di iscrizione.

Il creatore del logo della Giornata, Marco Capasso, ne ha illustrato le caratteristiche. Nell’immagine è rappresentata una moltitudine di impronte di mani di vari colori inserite in un semicerchio. Esse richiamano i gesti caratteristici dell’infanzia dell’umanità. Le diverse tinte simboleggiano la varietà delle culture che si compongono in un’unità capace di accogliere e valorizzare le differenze. Nel logo non poteva mancare un riferimento a quella che il Papa ha voluto fosse la sede permanente della Giornata: per questo «un tratto grafico minimalista raffigura il profilo stilizzato della cupola di San Pietro, con la croce e la lanterna». La cupola «abbraccia, accoglie e protegge i più piccoli», la lanterna è una metafora dei cristiani “portatori di luce”, mentre la croce ricorda la passione e resurrezione del Figlio di Dio.

Successivamente Marco Impagliazzo ha illustrato il contributo che la Comunità di Sant’Egidio — di cui è presidente — offrirà alla Giornata mondiale attraverso l’opera su cui si fonda il suo servizio ai bambini, cioè la Scuola della pace. Questo appuntamento, ha detto, parla di vita e di futuro e sarà un’iniezione di gioia nella vitalità della Chiesa. Si tratta di un cammino che porterà all’incontro con Gesù, visto dai più piccoli come un amico buono e un Maestro. Altra grande prospettiva, ha aggiunto, è quella del “sogno” di un mondo nuovo, diverso, dove c’è posto per tutti.

Impagliazzo ha anche annunciato la partecipazione di alcuni bambini provenienti da zone di guerra e la presenza di non cattolici. Il contributo di Sant’Egidio, ha assicurato, sarà quello di aiutare a far convergere in questa giornata soprattutto i piccoli delle periferie e dei territori in conflitto. «In un tempo di guerra e scarsa attenzione per l’ambiente — ha commentato — c’è bisogno di dare la parola alle giovani generazioni, come dimostra il felice svolgimento dell’incontro nell’Aula Paolo vi con Papa Francesco e migliaia di bambini provenienti da tutto il mondo, lo scorso 6 novembre», considerato un po’ come l’«edizione zero» della Giornata. Occorre, ha aggiunto, «ascoltare i bambini perché la loro voce è un convinto ed esplicito “no” alla guerra e alla distruzione della natura».

Alla presentazione hanno preso parte anche Domenico Alagia, della cooperativa sociale Auxilium, e Maria Luisa Grilletta, direttrice della pianificazione industriale di Trenitalia, la quale ha annunciato che per la Giornata sono stati predisposti oltre trentamila posti su treni speciali e su carrozze riservate nei convogli commerciali dalle principali città italiane, soprattutto, dal Lazio e regioni limitrofe.

[L’Osservatore Romano]