Col carisma di fondatore.

P. Egidio Ramponi è nato a Bolca di Vestenanova l'11 novembre 1909 ed è morto nell'Ospedale di Negrar, Verona, il 3 gennaio 1982. A 17 anni, dopo il ginnasio, ha lasciato il seminario diocesano ed è entrato tra i Comboniani. Ordinato sacerdote nel 1933, è partito subito per l'Uganda dove si è dimostrato missionario zelante. Dopo pochi mesi di permanenza, avendo imparato a perfezione la lingua del posto, è diventato rettore del seminario maggiore di Gulu.
Ha studiato gli usi e i costumi della gente e ha scritto anche dei libri e un poderoso articolo sulla rivista ANTHROPOS, senza contare i numerosi articoli di costume e di esperienze missionarie pubblicati da NIGRIZIA. La malferma salute lo ha obbligato a rimpatriare dopo cinque anni di missione.
Passando per Roma nel 1938, è andato a pregare sulla tomba di San Pietro. Sembrandogli di essere un missionario fallito, ha cominciato a piangere sconsolato. Quella preghiera e quelle lacrime gli hanno fatto bene e lo hanno cambiato interiormente. Quando è uscito dalla Basilica era sereno e pieno si speranza, soprattutto sentiva in sé un rinnovato slancio per lavorare nella vigna del Signore come la Provvidenza gli avrebbe indicato. Era la premessa per accogliere il nuovo carisma che lo Spirito serbava per lui a vantaggio della Chiesa e che gli sarebbe costato molta sofferenza.
Intanto i superiori lo hanno mandato come padre spirituale e poi superiore nel seminario minore comboniano di Sulmona, L'Aquila.
Negli anni difficili della guerra, col suo bel modo di fare e grazie alla conoscenza del tedesco, ha salvato tanta gente dai campi di sterminio. Tra i soldati tedeschi ha trovato dei comboniani del ramo tedesco. Li chiamava in casa, li accoglieva e s'intratteneva con loro amichevolmente facendosi subito notare per la sua estrema capacità di instaurare rapporti di amicizia con le persone.


Inizio del cammino verso la fondazione

A Sulmona il Vescovo lo ha nominato assistente spirituale di un gruppo di Missionarie della Regalità (Istituto fondato da p. Gemelli e Armida Barelli): uno dei primi Istituti secolari. E proprio a Sulmona, considerando il fecondo apostolato nell'ambito dell'Azione Cattolica delle Missionarie della Regalità, p. Ramponi ha intravisto l'opportunità di un Istituto Secolare Missionario che si dedicasse all'animazione missionaria avendone fortemente avvertito la necessità, mentre svolgeva il compito di animatore missionario nei seminari. A quel tempo, infatti, l'azione missionaria era compito riservato ai missionari. Solo il Concilio Vaticano II ha dichiarato che la Chiesa è tutta missionaria. Ma al Concilio mancavano ancora tanti anni.
A Sulmona p. Ramponi ha tentato di dare inizio al suo Istituto Secolare Missionario, ma la persona che doveva essere la prima pietra dell'edificio, non ha avuto il coraggio di impegnarsi in un compito così importante. Teniamo presente che non era ancora stata emanata la Costituzione apostolica Provida Mater, il documento della Chiesa proprio sugli Istituti secolari che verrà emanato da Pio XII il 2 febbraio 1947.
Nel 1947 il Padre è stato inviato a Gozzano ad aprire quella casa di noviziato. Nello stesso anno aveva fatto un corso di esercizi spirituali di un mese a San Muro Torinese. “In tutto questo periodo ero sempre preoccupato delle missioni d'Uganda e di tutta l'Africa nera e sentivo tanta angoscia nel constatare la freddezza, l'ignoranza e l'indifferenza di molti, anche ecclesiastici, di fronte al problema missionario”.
Il particolare carisma di p. Ramponi di interessare il popolo cristiano ai problemi della missione trova la sua ragion d'essere in un vuoto esistente nella Chiesa, cioè nella mancanza di interesse del popolo per i problemi riguardanti la missione. Inoltre stava venendo avanti una sensibilità nuova nella Chiesa che si sarebbe concretizzata negli Istituti Secolari. La regalità è uno dei primi, e l'incontro tra p. Ramponi e questo Istituto, che sembrava casuale, è stato guidato dalla Provvidenza. Infatti quando è uscita la Costituzione apostolica Provida Mater, p. Ramponi era pronto a coglierne l'importanza perché il Signore lo aveva preparato.


Comincia l'opera

A Gozzano il Padre ha incontrato un gruppo di signorine, animate spiritualmente dai Gesuiti, che erano alla ricerca di un Istituto secolare che le accogliesse. P. Ramponi ha compreso che quelle brave ragazze erano il segno di Dio per dare inizio al suo Istituto. E così, col permesso e la benedizione del superiore generale (p. Antonio Todesco) ha dato inizio alla sua opera, tanto più che il Vicario generale, p. Gaetano Briani, gli aveva detto: “Organizzi qualche cosa”.
Per una fondazione è indispensabile il mandato della Chiesa: p. Ramponi lo ha avuto sia dal Superiore generale come dal Vicario generale. Accanto al fondatore non è mancato “il gruppo fondante” cioè quei confratelli che, attraverso la loro opera di assistenti, di padri spirituali e di consiglieri hanno animato i gruppi in Italia e all'estero.
Dopo un paio di anni di preparazione (noviziato) il 22 agosto 1951 le prime cinque Missionarie Secolari Comboniane hanno emesso i Voti di Povertà, Castità e Obbedienza. In un primo tempo si sono chiamate Zelatrici dell'Immacolata, poi Ausiliarie Comboniane e, in fine, Missionarie Secolari Comboniane.
Per mettere la basi al suo Istituto, oltre alla Provida Mater, p. Ramponi si è ispirato a San Francesco di Sales, profeta della spiritualità dei laici, a San Grignon de Montfort e a San Massimiliano Kolbe, per conferire all'Istituto un'impronta mariana. Il 6 gennaio 1969 il nuovo Istituto ha avuto l'approvazione dal vescovo di Rimini e, nel 1983 quella pontificia. Nel decreto di nomina era scritto. “L'Istituto Secolare Missionarie Comboniane si ricollega, attraverso l'impulso originario di p. Egidio Ramponi, alla spiritualità e al dinamismo operativo di Mons. Daniele Comboni”.


Confessore e p. Spirituale

Nel 1948 p. Ramponi ha lasciato Gozzano ed è stato incaricato dell'animazione missionaria nei seminari d'Italia, sulle orme di altri grandi missionari (ricordiamo p. Beduschi), poi è passato a Verona (1953) come rettore della chiesa di San Tomio. Il suo confessionale è diventato un centro di attrazione per tante anime, soprattutto professionisti, sacerdoti e intellettuali, ma anche gente semplice. P. Egidio accoglieva tutti con uguale disponibilità.
Nel 1965 lo troviamo a Venegono Superiore in qualità di p. spirituale dei chierici comboniani. Nel 1970 è dovuto ritirarsi in Casa madre per un fastidioso tremito alle mani. Ma le sue sofferenze non sono state solo quelle fisiche. Le più lancinanti sono state quelle morali derivategli proprio da chi cercava di intralciare in ogni modo lo sviluppo del suo Istituto, anzi negando che egli ne fosse il fondatore. Egli si mise in disparte, in silenzio, senza mai difendersi, sicuro che, se l'opera era di Dio, Dio sarebbe intervenuto a tempo opportuno per chiarire le cose. Nel 2002 Roma ha parlato una seconda volta dichiarando che p. Egidio Ramponi era il vero fondatore dell'Istituto che si fondava sul suo specifico carisma, che poi era quella che deriva dalla Provida Mater.
Nonostante le lotte, p. Ramponi ha continuato fino alla fine il suo ufficio di direttore spirituale, di confessore e di consigliere. Ha scritto un confratello: “Fu un uomo di equilibrio negli anni duri della contestazione; fu sempre attaccato alle direttive della Chiesa e alle norme dell'autorità. Potrebbe essere definito: l'uomo di tutti che ha fatto del bene a tutti. S'interessava delle persone, e quando qualcuno arrivava in casa, egli si alzava anche da tavola per andargli incontro. Con il suo buon senso di uomo della montagna, valorizzato da spirito soprannaturale e da un'acuta intelligenza, seppe risolvere tanti casi difficili e portare la pace in tante famiglie”.
Il pensiero della morte gli era così familiare che, quando è arrivata, l'ha accolta col sorriso sulle labbra tanto che il professore dell'ospedale ha detto: “Accidenti, come sanno morire questi missionari!”. P. Ramponi ha scritto un libro, inedito, che si trova nell'archivio di Roma nel quale traccia il futuro dell'Africa dopo il Concilio Vaticano II. Sembra addirittura un'opra profetica, tanto ha indovinato ciò che sarebbe successo. Indubbiamente p. Egidio Ramponi è una figura eminente nella costellazione dei missionari comboniani e come tale va riconosciuto.

(P. Lorenzo Gaiga)
(1909-1982)