Notiziario mensile dei Missionari Comboniani del Cuore di Gesù

DIREZIONE GENERALE

Consulta di ottobre
Note Generali

Nomine
P. Antonio Guirao Casanova
è nominato superiore e primo formatore del CIF di Nairobi, dal 18 ottobre 2005.
Fr. Alberto Parise è nominato aiutante formatore del CIF di Nairobi, dal 18 ottobre 2005.
P. Enrique Javier Rosich Vargas è nominato aiutante del segretario del segretariato generale dell’evangelizzazione dal 1° gennaio 2006.
P. Giuseppe Frigerio è nominato incaricato della stamperia dal 1° novembre 2005.
Fr. Domenico Cariolato è nominato aiutante incaricato della stamperia dal 1° novembre 2005.

Piani Sessennali
Il Consiglio Generale (CG) ha esaminato le bozze delle programmazioni sessennali arrivate nei mesi tra giugno e ottobre. Ancora un ringraziamento ai consigli provinciali e di delegazione per il lavoro svolto con im-pegno e spirito comboniano. Le note particolari e osservazioni ai piani sessennali da parte del CG sono in cammino.

Ratio Missionis
I programmi si stanno svolgendo secondo le previsioni. Continuano i workshops nelle province/delegazioni. Il CG con soddisfazione prende nota della buona partecipazione e del clima che si sta formando nell’Istituto. Spera anche che questa rilettura della nostra vita diventi sempre di più grazia per Missione. Invitiamo i consi-gli provinciali e di delegazione perché aiutino tutti i confratelli ad entrare in questo processo chiesto dal XVI Capitolo Generale, ricordando anche che le attività richieste dalla Ratio Missionis non devono essere ridotte a qualche momento dell’assemblea provinciale e di delegazione. Un ringraziamento alle commissioni ristretta ed allargata, ai provinciali/delegati e consigli continentali e a tutti coloro che hanno aiutato e diretto questi wor-kshops.

Commissione Codice di Condotta
La commissione si è incontrata a Roma dal 17 al 24 ottobre. Dopo una settimana di intenso lavoro sul testo presentato nel Capitolo Generale 2003, il documento è già entrato nella fase finale, puntualissimo e nei tempi previsti. Il testo è stato riordinato ed arricchito con valide documentazioni. La bozza del nuovo testo sarà invia-ta, a suo tempo, ai provinciali/delegati per essere valutata ed arricchita.

Commissione per la Revisione del Sistema Formativo
Il GC ha esaminato le conclusioni dell’assemblea dei formatori dei noviziati, scolasticato e C.I.F. (vedi F.C. settembre 2005) di Palencia. Il CG è rimasto contento della partecipazione e dell’impegno dei formatori e degli invitati speciali. Ritiene che è stato fatto un serio lavoro. Il materiale prodotto è abbondante, ma utile. Ovvia-mente c’è da separare la paglia dal grano. La commissione per la revisione del sistema formativo porterà a-vanti il lavoro partendo dalle conclusioni di Palencia. La commissione ad hoc è stata scelta e sarà nominata in breve, previo dialogo con gli interessati.

Assemblea Intercapitolare
L’Assemblea Intercapitolare è un momento privilegiato dell’Istituto che favorisce l’ascolto e il discernimento su alcune priorità del Capitolo Generale precedente ed altri aspetti urgenti della vita dell’Istituto. Il CG, insieme ai segretari generali, ha riflettuto sui temi e sul metodo per l’Intercapitolare, tenendo conto anche delle urgen-ze segnalate nei verbali degli incontri dei consigli provinciali e di delegazione.
Saranno inviati con puntualità la lettera di indizione, l’agenda e le informazioni sull’Assemblea Intercapitola-re. Una commissione ad hoc aiuterà a preparare l’evento.

Prossima consulta: marzo 2006.

Papa Benedetto XVI ricorda San Daniele Comboni
Domenica 9 ottobre, all’Angelus, il Papa Benedetto XVI ha invitato i fedeli a pregare perché il Sinodo ordi-nario dei Vescovi approfondisca il legame fra Eucaristia e missione. Benedetto XVI, nella stessa occasione, ha voluto ricordare la figura di Daniele Comboni, di cui la Chiesa celebra la memoria il 10 ottobre, con le se-guenti parole: “Affidiamo questa intenzione all’intercessione di Maria Santissima e di San Daniele Comboni, che domani verrà ricordato nella liturgia. Egli, che è stato insigne evangelizzatore e protettore del continente africano, aiuti la Chiesa del nostro tempo a rispondere con fede e con coraggio al mandato del Signore Risor-to, che la invia ad annunciare a tutti i popoli l’amore di Dio”.

Lettera del Superiore Generale al Santo Padre
“Con il cuore pieno di gratitudine e di commozione, sono lieto di porgere a Vostra Santità i più vivi ringra-ziamenti per il messaggio missionario che ha comunicato alla Chiesa e al mondo, nell'Angelus domenicale di ieri, implorando per tutti l'intercessione del missionario e vescovo San Daniele Comboni ‘insigne evangelizza-tore e protettore del continente africano’.
Santità, a nome dei Missionari Comboniani del Cuore di Gesù, delle Pie Madri della Nigrizia e di tutta la Famiglia Comboniana, mi è grato poterLa assicurare che la Sua parola è stata accolta con fede e devozione, in modo particolare dai confratelli e dalle consorelle che vivono in situazioni missionarie difficili in varie parti del mondo, per annunciare a tutti i popoli l'amore di Dio.
Mi è grato cogliere l'occasione di questo 124° anniversario della morte del nostro Santo Fondatore (Khar-toum, 10 ottobre 1881), per invocare abbondanti doni dello Spirito sulla Sua Persona e sul Suo universale mi-nistero ecclesiale e missionario. Al tempo stesso, imploriamo la Sua paterna e confortatrice Benedizione Apo-stolica su tutti i membri della Famiglia Comboniana, compresi i laici e i benefattori, e sulle opere a noi affidate nelle diverse Chiese locali”.

Intenzioni di preghiera 2006
A metà ottobre sono state spedite le Intenzioni di preghiera 2006 della Famiglia Comboniana. Se entro la fi-ne di novembre non le avrete ricevute, siete pregati di informare il segretario generale.

Segretariato generale per l’animazione missionaria

Corsi e Assemblee

Durante i mesi scorsi si sono tenuti due corsi di formazione per animatori missionari, due assemblee conti-nentali e una sub-continentale dell’animazione missionaria.
La prima assemblea continentale si è svolta a San José di Costa Rica dal 17 al 19 luglio, per il gruppo con-tinentale America/Asia. Hanno partecipato 18 confratelli e 6 Suore Missionarie Comboniane, coordinati da P. Giovanni Munari, provinciale del Brasile del Sud e incaricato del settore per quel continente. Ogni provincia e delegazione ha presentato un’ampia relazione delle proprie attività per un confronto e uno scambio fraterni. Si è cercato di chiarire che cosa intendiamo noi Comboniani per Animazione Missionaria. A conclusione, l’assemblea ha formulato sette proposte di azioni specifiche, inclusa l’elezione di un Segretario Continentale dell’AM.
L’assemblea sub-continentale, con un corso per animatori missionari, si è svolta dall’8 al 20 agosto nella casa del noviziato di Kimwenza, a Kinshasa, in Congo, per le province africane di lingua francese. I parteci-panti erano 28: 14 confratelli, 10 Suore Missionarie Comboniane e 4 Laici Missionari Comboniani del Congo. L’Assemblea è stata preceduta da un intenso corso per animatori missionari, di dieci giorni, durante il quale sono state affrontate, in modo contestualizzato, le tematiche delle missione oggi e le tecniche della comunica-zione, con l’aiuto di alcuni sacerdoti congolesi, tra cui P. Abbé Santedi e P. José Mpundu, molto ben prepara-ti. Le province hanno avuto modo di creare e discutere assieme una programmazione e l’assemblea si è chiu-sa con 6 raccomandazioni concrete, soprattutto riguardo alla produzione e allo scambio di sussidi per l’animazione missionaria.
La seconda assemblea continentale per il continente europeo, ancor più numerosa, ha avuto luogo dal 12 al 24 settembre nella casa di Palencia, in Spagna. Al corso per animatori missionari, di due settimane, hanno partecipato 37 tra confratelli e consorelle. All’assemblea continentale di tre giorni i partecipanti sono stati 43. La conferenza più apprezzata è stata quella del sociologo José M. Mardones che ha presentato, in maniera molto accurata, la situazione del continente europeo sotto il profilo sociale, politico, economico e religioso, al fine di dare una base concreta alla nostra animazione missionaria.
Viva riconoscenza è dovuta alle comunità e alle province che hanno ospitato queste assemblee.

Segretariato per l’evangelizzazione

Workshop a Città del Messico

Il workshop sulla Ratio Missionis ha avuto luogo nella casa provinciale di Xochimilco dal 3 al 7 ottobre. Era-no presenti i seguenti confratelli: P. Angelo Biancalana, P. Tesfaldet Asghedom Drar, P. Mario Malacrida (NAP); P. Miguel Pedro Andrés, P. Enrique Sánchez González, P. Giuseppe Moschetta (DCA); P. Domenico Guarino, P. Camilo Ortega Martínez, P. Jorge Oscar García Castillo (México); e gli animatori della commis-sione per la Ratio, P. Enrique Javier Rosich Vargas (E), P. Giacomo Palagi (I) e Fr. Joel Cruz Reyes (EC).
Domenica 2 ottobre, insieme ai confratelli dell’Anno Comboniano di Formazione Permanente, abbiamo con-celebrato una Messa nella Basilica della Madonna di Guadalupe. È stato un momento di preghiera in cui ab-biamo presentato alla Madonna tutto il cammino di rinnovamento che ci aspetta. Lunedì 3, dunque, dopo u-n'introduzione generale al cammino della Ratio Missionis, è iniziato il workshop che ha visto tutti i partecipanti attenti e impegnati. I contributi sono stati numerosi e interessanti e il gruppo dei partecipanti ne è uscito molto motivato ad intraprendere l'animazione nelle proprie province. L'accoglienza da parte della provincia del Mes-sico è stata splendida, anche se non è riuscita a regalarci un bel sole!

Workshop a Quito
Un secondo workshop sulla Ratio Missionis si è tenuto nella casa provinciale di Quito, dal 10 al 14 ottobre. Erano presenti i seguenti confratelli: P. José Luis Foncillas Bernáldez, P. Antonio Villarino Rodríguez, Fr. José Manuel Salvador Duarte (Colombia); P. Ernesto Vargas Vera, P. Rodolfo Coaquira Hilaje (Perú-Chile); P. An-tonio D’Agostino, P. Claudio Zendron, P. Daniel Magaña Chávez, P. Bruno Bordonali (Ecuador); e gli anima-tori della Commissione per la Ratio: P. Enrique Javier Rosich Vargas, P. Giacomo Palagi e Fr. Joel Cruz Re-yes.
Il 10, festa di San Daniele Comboni, abbiamo celebrato l’Eucaristia con tutti i Comboniani presenti a Quito, presieduta da P. Bruno Bordonali, provinciale dell'Ecuador.
Sia il 10 che il giorno seguente erano presenti anche confratelli rappresentanti di ogni comunità della pro-vincia dell'Ecuador, che hanno partecipato ad un momento di formazione permanente grazie alla conferenza di un professore dell'Università Salesiana di Quito sulla situazione sociale dell'America Latina e alla presenta-zione del cammino della Ratio Missionis da parte degli animatori.
La giornata di formazione permanente si è conclusa con un momento di preghiera in cui si è fatto memoria dei Comboniani più significativi delle province di Ecuador, Perú-Chile e Colombia. Il workshop è proseguito con gli animatori delle province e, anche qui, vi è stata un’attiva partecipazione e un grande interesse.

Incontro del gruppo di riflessione per il mondo islamico
Nei giorni 17-21 ottobre scorsi è stato realizzato al Cairo, nel centro di Moqattam, il primo incontro del grup-po di riflessione per una pastorale nel mondo islamico.
Erano presenti: P. Luigi Cignolini e P. Paul Annis (KH); P. Claudio Lurati e P. Giuseppe Scattolin (EG), P. Tesfaye Tadesse (ET), P. Austine Radol Odhiambo (ER), P. Antonio Campanini (MO), P. Edward Mayanja Kanyike (MZ), P. Renzo Piazza e Paolino Tipo Deng Amayldh (TC), P. Giovanni Zaffanelli (CA), Fr. Alberto Lamana Cónsola (SS), P. Cosimo Spadavecchia (I), P. Fernando Zolli (segretario generale per l’evangelizzazione). Per alcune sessioni hanno partecipato anche alcuni membri del DAR Comboni: P. Simon Mwaura Mbuthia, P. Achilles Kasozi Kiwanuka e P. John Richard Kyankaaga Ssendawula. Hanno preso parte come invitate due Suore Missionarie Comboniane della provincia dell’Egitto: Sr. Samiha Ragheb e Sr. Anna Maria Sgaramella.
L’incontro, preparato e coordinato da P. Cignolini, ha dato l’opportunità di prendere sempre di più coscienza della sfida dell’Islam, che con intensità variata e in grado minore tocca ormai tutta l’Africa e altri continenti.
Dopo l’ascolto dell’esperienza di ogni partecipante e della realtà della sua provincia, il gruppo, aiutato da al-cuni esperti, ha messo a fuoco l’importanza del dialogo/incontro che si realizza non solo ad alto livello tra e-sperti, ma soprattutto nella realtà quotidiana e nel rapporto interpersonale in occasione di festività, circostanze di prova e di dolore. È stata sottolineata la necessità di far crescere la coscienza di cittadinanza e di apparte-nenza ad una nazione prima di insistere sull’appartenenza ad un credo religioso.
Si è ribadito anche l’importanza della scuola, dei centri di salute e di altre attività di promozione umana co-me occasioni di incontro e di solidarietà, l’utilità di lavorare per abbattere i pregiudizi che musulmani e cristiani hanno gli uni nei confronti degli altri, attraverso la preparazione di strumenti adeguati che spieghino la fede dei cristiani ai musulmani e viceversa. Il gruppo ha sottolineato inoltre l’importanza di un lavoro fatto assieme ai musulmani per la GPIC, anche se è stato spesso sottolineato che dove l’islam è egemonico e aggressivo di-venta difficile per i cristiani trovare strade e mezzi per continuare il dialogo.
L’incontro è stato valutato positivamente e ha posto le basi per dare continuità a questa riflessione richiesta dal XVI Capitolo Generale (AC ’03, 45), indicando un gruppo di coordinamento, la necessità di creare una banca dati a livello di DAR Comboni e del segretariato generale per l’evangelizzazione, fissando ogni due an-ni la periodicità degli incontri.
Il gruppo si è dato appuntamento a N’Djamena nel 2007, con il proposito di aiutare tutte le provin-ce/delegazioni dell’Africa a restare in rete con gli altri continenti e a prendere coscienza di questo areopago che sfida oggi la nostra missione comboniana.
Il rapporto dell’incontro sarà proposto in CD e potrà essere richiesto al segretariato generale per l’evangelizzazione (evangmccj@comboni.org).

Abbonamenti Archivio Comboniano
Informiamo tutti i provinciali e delegati che sta per essere stampato il n° 84 della nostra rivista “Archivio Comboniano”. La rivista che ha visto la luce nel 1961, presenta in modo sistematico e scientifico le fonti del nostro carisma, studi e ricerche sulla storia del carisma, come il carisma si è sviluppato nella storia e, infine, tracce recenti della memoria comboniana. Questo strumento di ricerca e di approfondimento non deve man-care in nessuna delle nostre comunità, specialmente quelle di formazione di base e permanente e nei C.A.M. Da alcuni anni gli articoli e i vari contributi sono pubblicati nella loro versione originale (inglese, spagnolo, ita-liano e francese), per facilitarne la comprensione ad un numero maggiore di confratelli.
Invitiamo caldamente i provinciali/delegati a garantire l’abbonamento a tutte le comunità delle loro rispettive circoscrizioni.

Voti perpetui
Sc. Amaxsandro Feitosa da Silva (BNE) Kinshasa (RDC) 10.10.2005
Sc. Brisacani Giuseppe (I) Kinshasa (RDC) 10.10.2005
Sc. Kakule Muvawa Emery-Justin (CN) Kinshasa (RDC) 10.10.2005
Sc. López Pastor Luis Filiberto (DCA) Kinshasa (RDC) 10.10.2005
Sc. Ndjadi Ndjate Léonard (CN) Kinshasa (RDC) 10.10.2005

Ordinazioni sacerdotali
P. António Manganhe Natal (MO) Beira (MO) 04.09.2005
P. Huruwella Moses Samuel (MZ) Namulenga (MW) 08.10.2005
P. Marek Tomasz (PO) Źurowa (PL) 08.10.2005
P. Mumba Michael Nyowani (MZ) Lusaka (Z) 22.10.2005

Opera del Redentore

Ottobre 01 – 15 P 16 – 31 RSA
Novembre 01 – 07 SS 08 – 15 TC 16 – 30 T

Intenzioni di preghiera

Ottobre
– Perché possiamo annunciare il Vangelo con atteggiamenti di profondo e rispettoso ascolto dei valori e delle esperienze religiose concrete dei popoli che serviamo. Preghiamo.

Novembre – Perché San Daniele Comboni benedica i candidati e le candidate, i giovani confratelli e consorelle della Famiglia Comboniana, affinché con la loro creatività ed entusiasmo contribuiscano a rinnova-re e contestualizzare il carisma nelle nuove realtà. Preghiamo.

ECUADOR

Visita alla comunità di Guayaquil

Fr. Hernán Romero Arias condivide le impressioni riportate dalla sua visita alla comunità comboniana del “Centro Afroecuadoriano” di Guayaquil, in Ecuador, durante i primi giorni di settembre del 2005.
La comunità è composta di un sacerdote e quattro Fratelli e l’ambiente è sereno. Vorrei condividere soprat-tutto ciò che “si sente” e non solo ciò che si pensa o ciò che si fa. Molte volte parliamo dell’essere e del fare, ma mi sembra che ci sfugga un elemento essenziale, che è proprio quello che credo di aver percepito, un e-lemento che “non si pensa”, ma che si sente, si percepisce, si vive: è il “nostro essere”. Ebbene, questa co-munità ha la caratteristica di essere accogliente, gioiosa, viva e impegnata in un apostolato che porta avanti in armonia e collaborazione.
È meraviglioso vedere come 5 persone di nazionalità, cultura e formazione diverse (due messicani, due ita-liani e uno spagnolo), possano lavorare bene assieme. Una volta, in un raduno di Fratelli, dopo aver ascoltato la loro esperienza, qualcuno ha chiesto: “Come fate a vivere e a lavorare come Fratelli?. Il più anziano ha ri-sposto: “Noi predichiamo la fraternità come espressione della nostra consacrazione, ma più che predicarla, tentiamo di viverla”. Allora, un altro Fratello, non del tutto convinto, ha chiesto se vi era qualche altro elemento alla base di quella esperienza e la risposta è stata: “La preparazione accademica”.
Nelle mie visite vedo tanti missionari che dedicano la loro vita a Dio e alla missione, fanno cose lodevoli, la-vorano in situazioni di frontiera, però, si potrebbe aggiungere un po’ di più del nostro “essere”: il nostro cuore.
Oltre a questo, dobbiamo tener conto del fatto che i tempi sono cambiati e le nostre missioni richiedono nuovi contributi. In tale contesto, il Fratello deve essere formato come religioso che vuole donare la vita fino alla fine, per amore a Dio e deve avere una formazione accademica solida per rispondere alle sfide del nostro tempo.
Noi Comboniani abbiamo Fratelli e sacerdoti che hanno dato la loro vita per la missione, con tutto il cuore e con tutte le loro capacità. Tanti sono i Fratelli che si sono auto-formati e sono arrivati a costruire cattedrali, a scolpire e dipingere opere che ammiriamo nelle nostre chiese, altri hanno curato l’orto, con semplicità e umil-tà, dando amore nel loro modo di agire.
Descrivo brevemente l’apostolato di questi Fratelli di Guayaquil: Fr. Alberto Degan è responsabile della pa-storale afro.
Fr. Joel Cruz Reyes è responsabile della pastorale sociale, dà corsi di formazione sulla Dottrina Sociale del-la Chiesa e collabora con diverse parrocchie e associazioni.
Fr. Roberto Misas Ríos è responsabile della pastorale giovanile e del settore dei mezzi di comunicazione: ha già prodotto interessanti CD multimediali sulla figura di San Daniele Comboni e su altre tematiche.
Fr. Ivan Cremonesi è responsabile della manutenzione della casa e collabora con l’altra nostra comunità di Guayaquil nella gestione del dispensario medico e della mensa popolare per i bambini.
P. Gustavo Guerriero Zúñiga è responsabile dell’animazione missionaria e segue un gruppo di amici e be-nefattori. Come superiore della comunità, anima ed accompagna i Fratelli nelle loro attività.
Tutto ciò che essi fanno si chiama “Opera comboniana di promozione umana”. Non ho descritto molte altre cose che essi fanno, ma ci tenevo a sottolineare “l’essere” vissuto in questa comunità. Ringrazio Dio e la pro-vincia dell’Ecuador per questa bella e significativa esperienza.

EGITTO

124° anniversario del Dies Natalis di San Daniele Comboni

La sera del 10 ottobre, nella chiesa comboniana "Cordi Jesu", abbiamo avuto la veglia di preghiera sul tema "Testimoni della speranza". È seguita la solenne concelebrazione presieduta da Mons. Camillo Ballin, Vicario Apostolico del Kuwait. Hanno concelebrato tutti i Comboniani del Cairo assieme a sacerdoti di altri Istituti e quelli che studiano al Dar Comboni. Erano presenti il patriarca copto-cattolico Cardinal Stephanòs II Gatthas, che alla fine della concelebrazione ha rivolto un saluto a tutti, il vescovo siro-cattolico e il vescovo armeno-cattolico, nonché il Mons. Segretario della Nunziatura Apostolica. I canti e le danze sacre sono stati eseguiti dai sudanesi e dagli eritrei. Erano presenti anche numerose Suore Missionarie Comboniane, suore di altri Isti-tuti e molti fedeli. La veglia e la Messa sono state celebrate in arabo, e le letture e la preghiera dei fedeli an-che in altre lingue. Alla fine è stato offerto a tutti un piccolo rinfresco.
In mattinata, nella chiesa parrocchiale di Zamalek, si è celebrata la Messa in rito copto per tutte le ragazze dell’attigua scuola femminile diretta dalle Suore Missionarie Comboniane. Ha presieduto il Direttore Nazionale delle Pontificie Opere Missionarie.

Animazione missionaria
Alcune giornate di preghiera e di riflessione su temi missionari sono state tenute durante il mese di ottobre a Tahta nella diocesi di Sohag, a Mallawi nella diocesi di Minia e al “Cordi Jesu” del Cairo, in collaborazione con le Suore Missionarie Comboniane. La partecipazione è stata numerosa ed entusiasta.

Celebrazioni con Mons. Camillo Ballin
Oltre alla celebrazione comboniana, il nuovo vescovo Mons. Camillo Ballin ha presieduto la Messa domeni-cale in francese nella parrocchia di Zamalek, dove era stato parroco negli anni 1970. Ha presieduto anche la Messa domenicale in arabo per i sudanesi a Sakakini e una celebrazione solenne nella parrocchia del “Cordi Jesu” per tutte le comunità neo-catecumenali del Cairo, alla quale hanno partecipato più di 250 persone, compreso il vescovo greco-cattolico che, come Mons. Ballin, era stato "presbitero" di quelle comunità.

ERITREA

Apertura ufficiale del noviziato temporaneo

L’8 ottobre il noviziato temporaneo della delegazione dell’Eritrea, a Decameré, è stato aperto ufficialmente. Tre nostri candidati (Oqbamichael Yosief, Qaleab Abrehe, Tecleberhan Uqbu) e undici candidate Comboniane sono stati ammessi ai loro rispettivi noviziati nella stessa celebrazione che si è svolta ad Asmara.
Lo stesso giorno, i membri della Famiglia Comboniana della zona, gli aspiranti, i postulanti e alcuni parenti dei nuovi novizi e novizie hanno celebrato anche la festa del Comboni. È stata una bella opportunità per fare animazione missionaria. La celebrazione avrebbe dovuto svolgersi a Decameré, ma poi si è deciso di farla ad Asmara per dare la possibilità alle Suore e ai confratelli Comboniani anziani, impossibilitati a viaggiare, di prendervi parte. P. Sebhatleab Ayele Tesemma, superiore della delegazione, durante l’omelia, si è rivolto a questi missionari anziani dicendo: “La missione avrà consumato i vostri corpi, ma il vostro amore ed entusia-smo è rimasto sempre giovane”. I missionari anziani sono stati felici di vedere quattordici giovani, uomini e donne, decisi a seguire le loro orme.
Il rito della loro accettazione in noviziato era stato preparato da P. Tesfaghiorghis Hailè Berhane e Sr. De-hab Kidanemariam Berhane (i formatori) assieme ai nuovi novizi e novizie. I due noviziati svilupperanno as-sieme i programmi della liturgia e corsi di interesse comune. Il superiore di delegazione e la provinciale Com-boniana hanno presenziato alla cerimonia di accettazione dei candidati. Alla fine li hanno poi affidati alle cure dei rispettivi formatori.
La celebrazione eucaristica è stata semplice ma piena di gesti simbolici. Si è conclusa con le parole di Ge-remia 18,1-6 (il vasaio), sotto forma di rappresentazione, accompagnata da un bellissimo canto. Uno dei novi-zi aveva preparato delle tavolette di creta, sui cui erano incise delle iscrizioni, che sono state distribuite ai pre-senti. In una c’era scritto: “Anche se umani e fragili, iniziamo lo stesso il noviziato fiduciosi della misericordia di Dio”.
Al termine della cerimonia, i novizi e le novizie sono andati a salutare i confratelli e le consorelle anziani e disabili. L’agape fraterna, preparata secondo la tradizione locale, è stata organizzata nel salone del teatro con la partecipazione di tutti i membri della Famiglia Comboniana. Durante il pranzo, i nostri aspiranti e postulanti ci hanno intrattenuti con danze tradizionali religiose (wereb) e altri canti che si riferivano a Comboni, grande protagonista della nostra festa. Di certo, non potrà lamentarsi di come sono andate le cose. Noi ora gli chie-diamo di inviarci una benedizione speciale.
Auguriamo a P. Tesfaghiorghis, a Sr. Dehab e ai quattordici novizi e novizie la protezione del Signore e il coraggio di Comboni.

Celebrazione nella parrocchia dedicata a San Daniele Comboni
Per il secondo anno consecutivo, il 10 ottobre, la festa di Comboni è stata celebrata a Fode, nella parroc-chia a lui dedicata. Più di 800 persone provenienti dai villaggi e dalle comunità circostanti hanno preso parte alla celebrazione. Tra i principali invitati c’erano il superiore della delegazione dei MCCJ dell’Eritrea, la provin-ciale delle Suore Missionarie Comboniane, religiosi, clero, autorità civili, comandanti dell’esercito, seminaristi della zona e gli aspiranti Comboniani.
I Comboniani che lavorano in parrocchia, P. Mussie Abraham Keflezghi, P. Juan Martín Rodríguez Gonzá-lez e P. Radol Austine Odhiambo, hanno ben organizzato e coadiuvato i giovani e la comunità.
Fode è un piccolo villaggio remoto e isolato, 278 km a nord di Asmara, vicino al confine con l’Etiopia e il Sudan. Gli ultimi 11 km che portano alla missione di Fode sono un tratto di strada utilizzato praticamente solo dai Comboniani. Tuttavia è consolante notare come la gente abbia incominciato a capire che la presenza del-la missione in mezzo a loro è una benedizione divina. È una zona dimenticata dall’autorità governativa e dai leader politici. Sfortunatamente, una settimana prima della celebrazione, c’è stata una sparatoria nel presidio militare a circa 500 m. dalla missione che ha provocato paura e turbamento. Così la celebrazione è stata più sobria di quella dell’anno scorso. Tuttavia il popolo Kunama, attraverso l’offerta di doni simbolici, ha voluto mostrare il suo amore e la sua fiducia in Dio. Ha mostrato anche apprezzamento per la presenza dei missio-nari.
Il coro della parrocchia, per lo più composto da giovani, e gli aspiranti Comboniani hanno animato la cele-brazione eucaristica. Considerando che quest’anno è l’anno dell’Eucaristia, è stato bello vedere 25 bambini venuti per ricevere la prima comunione. Ciò che ha reso speciale la celebrazione è stata anche la processione dopo la Messa, durante la quale la gente ha sfilato fra le case che circondano la missione. Alla fine, il delega-to ha espresso la solidarietà dei Comboniani alle sofferenze della gente del posto.
La provinciale delle Comboniane, Sr. Libanos Ayele, ha presentato i progetti che i Comboniani vogliono im-plementare a Fode: la costruzione di una clinica, il potenziamento della scuola locale, la creazione di un cen-tro per la promozione della donna, un asilo, ecc. Ha sottolineato che i missionari aiuteranno la popolazione a fare di Fode un centro di sviluppo spirituale e culturale. La gente e l’autorità civile hanno mostrato di apprez-zare l’iniziativa e hanno offerto la loro piena collaborazione. Anzi, dopo l’agape fraterna, hanno invitato i mis-sionari a scegliere il terreno necessario per queste opere.
La gente del posto è povera in termini di sviluppo materiale e di istruzione scolastica, ma è ricca di risorse umane. Come ha giustamente fatto notare P. Mussie, il vero problema consiste nel fatto che le persone pen-sano che tutto vada bene, tanto da non sentire il bisogno di migliorare. Sarà una sfida convincerli diversamen-te e farli diventare protagonisti del loro sviluppo.

ETIOPIA

Inaugurazione dell’asilo e della chiesa a Gilgel-Beles

Il 24 settembre 2005, nella missione comboniana situata nella regione di Metekel-Gumuz, la popolazione locale della cittadina di Gilgel-Beles ha festeggiato l’inaugurazione del nuovo asilo costruito dai Missionari Comboniani. Erano presenti Mons. Berhaneyesus Demrew Suraphel, arcivescovo metropolita di Addis Abeba, il signor Ato Dilensaw Belew, vice amministratore della zona, le autorità del governo locale, Sr. Marisa Zorzan, superiora provinciale delle Comboniane, P. Tesfaye Tadesse, religiosi e sacerdoti che lavorano nei dintorni. Era stato invitato ed era giunto appositamente dall’Italia P. Corrado Masini, provinciale emerito, che durante il suo incarico aveva coordinato l’apertura della missione fra i Gumuz.
A nome dei Comboniani e, in particolare, dei tre confratelli che servono con grande generosità questa nuo-va missione, P. Giacomo Bellini, P. Marco Innocenti e Fr. Roberto Bertolo, P. Tesfaye ha ringraziato l’arcive-scovo per aver invitato i Missionari Comboniani a lavorare nella sua arcidiocesi, le autorità locali che hanno collaborato a trovare e a dare il terreno, le Comboniane, che hanno dato ospitalità nella loro comunità di A-mandre ai primi Comboniani arrivati nella zona, e tutti i presenti.
P. Tesfaye ha colto l’opportunità per parlare di San Daniele Comboni, dei Comboniani in generale e di quelli presenti nella missione. Le autorità locali hanno espresso parole di apprezzamento per l’impegno della Chiesa cattolica e dei Comboniani. Mons. Berhaneyesus ha parlato del servizio svolto dalla Chiesa nel campo dell’istruzione e della formazione e ha ringraziato i Comboniani che hanno aperto questa missione e la scuola fra i Gumuz, i quali non hanno mai avuto grandi possibilità di formazione scolastica.
Il nuovo asilo, che ha quattro classi, ha la possibilità di offrire formazione scolastica a 250 bambini. Le auto-rità locali hanno mostrato il loro interesse immediato a mandare i propri figli all’asilo San Comboni. Ci si augu-ra che i Gumuz che vivono nella piccola città e nei villaggi vicini siano disposti a mandare i loro. Dato che fra le famiglie Gumuz non vi è ancora molto interesse per la scuola, come c’è per l’agricoltura e la caccia, si spe-ra che l’apertura di questo asilo e di qualche altra scuola possa portare la gente del luogo a dare un’educazione scolastica ai propri figli. Il gruppo culturale e artistico dei Gumuz della zona ha presentato vari canti e alcune brevi rappresentazioni teatrali.
Il giorno dopo, il 25 settembre, era la data stabilita per la benedizione-dedicazione della chiesa-cappella del-la missione. Mons. Berhaneyesus l’ha benedetta e dedicata a Santa Maria Madre di tutti (Kidist Mariam Eme Buzuhan), alla presenza di numerosi sacerdoti, religiosi e autorità locali che, il giorno prima, avevano già par-tecipato all’inaugurazione della scuola. Mons. Berhaneyesus ha presieduto la liturgia della benedizione-dedicazione e la divina liturgia dell’Eucaristia secondo il rito etiopico. Ringraziamo tutti i Comboniani che han-no lavorato, con tanto impegno, per realizzare questa missione di prima evangelizzazione fra la popolazione Gumuz.
La missione di Gilgel-Beles non è che la prima tappa nell’evangelizzazione di questa popolazione.

ITALIA

Ordinazione sacerdotale

Daniele Zarantonello, il 10 settembre scorso, è stato ordinato sacerdote dal patriarca emerito di Venezia, Card. Marco Ce. La comunità cristiana di Favaro Veneto, preparata all’evento da momenti di animazione e preghiera, ha partecipato numerosa ed entusiasta sia all’ordinazione che alla prima Messa del giorno seguen-te.
Daniele proviene da un’esperienza in Perù (scolasticato e buona parte del diaconato) che lo ha arricchito enormemente e, come egli afferma con gioia, “convertido al Dios de la Vida”.
Adesso Daniele dovrà vivere per alcuni anni in Italia, più esattamente al G.I.M. di Venegono, tentando di far emergere in altri giovani il “roveto ardente della missione” che il Signore ha acceso in tutti i suoi discepoli. Ac-compagniamolo con la preghiera, affinché rimanga fedele alla vocazione missionaria ricevuta e al popolo che gli è attualmente affidato.

Laboratorio Sud-Nord
La cooperazione, i giovani, l’università, il mondo missionario: quante potenzialità, energie e sogni si dischiudo-no in ciascuna di queste realtà… Noi Comboniani siamo chiamati ad inserirci in esse, per animarle e per incon-trare i giovani che cercano motivi profondi per vivere e servire la vita.
Perché partire? Chi parte può dirsi “esperto in umanità”? Che tipo di formazione, ascolto e competenze chiede ai giovani la gente del sud del mondo? Cosa può offrire a noi la cooperazione intesa come scambio?A partire da queste domande, la Commissione Giustizia e Pace della provincia italiana, in collaborazione con P. Giulio Albanese, i GIM e il Centro Universitario di Bologna, hanno organizzato il Laboratorio Sud-Nord - I po-poli oppressi chiedono giustizia, quattro serate di confronto e approfondimento per circa 300 giovani.
Il Laboratorio è stato anche un punto di partenza per coinvolgere nel GIM giovani desiderosi di camminare su questa strada più in profondità vedi sito www.giovaniemissione.it

80° del Piemme
In occasione dell’80° anniversario della fondazione della rivista PM – Il piccolo Missionario, la redazione ha previsto una serie di eventi e iniziative da realizzarsi nel corso dell’intero anno 2006. Le celebrazioni prevedo-no: feste PM per bambini e ragazzi a Verona (evento principale), Venegono, Troia, Pesaro; una mostra itine-rante sui fumetti pubblicati negli ultimi 50 anni dal PM; partecipazione del PM al festival del cinema, premi let-terari ed eventi culturali per ragazzi; un’intensa attività di educazione alla mondialità e all’animazione missionaria in scuole, parrocchie e associazioni impegnate nel mondo dei ragazzi, anche con la collaborazio-ne delle comunità comboniane presenti in provincia (vedi sito pm@comboniani.org).

Premio giornalistico a P. Giulio Albanese
Sabato 15 ottobre, assieme ai giornalisti Lorenzo Cremonesi del Corriere della Sera, Giovanni Porzio di Pa-norama e Tiziana Ferrario del TG1, è stato assegnato a P. Giulio Albanese il Premio Giornalistico Nazionale “Antonio Russo”. Il Premio, giunto alla sua quarta edizione, è promosso dalla Fondazione Antonio Russo, cre-ata per volontà di Beatrice, madre del giornalista abruzzese ucciso in Cecenia il 16 ottobre del 2000. Il ricono-scimento viene assegnato a quegli operatori dell’informazione che si sono particolarmente distinti per la loro attività nei territori di guerra e per il contributo di verità dato tramite i loro servizi giornalistici. Congratulazioni a P. Giulio Albanese!

LONDON PROVINCE

Ricordando il professor John Richard Gray

Il professor John Richard Gray, nato a Weymouth, Dorset, il 7 luglio 1929, è stato un pioniere nello studio della storia africana contemporanea. La sua morte è avvenuta il 7 agosto scorso, dopo una lunga e coraggio-sa lotta contro una grave forma di atrofia muscolare spinale progressiva.
È una grave perdita per chi ha avuto la fortuna di conoscerlo, sia personalmente sia attraverso i suoi nume-rosi studi sul Sudan e le sue campagne per l'avvento della giustizia e della pace in quel paese.
Il professor Gray era molto conosciuto e rispettato per le sue capacità di lettore e professore presso l’Università di Khartoum (1959-1961) e poi alla London University's School of Oriental and African Studies (1961-1989) oltre che per i numerosi studi sulla storia dell’Africa in generale e del Sudan in particolare, come direttore responsabile del Journal of African History (1968-1971). Vanno sottolineati il suo profondo interesse per le questioni religiose nel continente africano e l’impegno a favore di giustizia e pace in Sudan.
Tra le opere più note del professor Gray ricordiamo: Two Nations (1960, sulla Rodesia e Nyasaland con Philip Mason), History of the Sudan 1839-1889 (1961, divenuto ben presto un testo fondamentale, grazie al quale ottenne l’insegnamento alla SOAS), Materials for West African History in Italian Archives (1965, con D. Chambers, che offre anche un’analisi dei documenti conservati nella Libreria Vaticana), il volume The Cam-bridge History of Africa (1975), Christianity in Independent Africa (1978), Black Christians and White Missiona-ries (1990), Religion and Conflict in Sudan (2002). Nel 1982, iI professor Gray era stato anche membro della Pontifica Commissione di Scienze Storiche.
Più volte collaboratore di Nigrizia, è stato un grande amico dei Missionari Comboniani, molti dei quali incon-trati a Khartoum (Sudan). Nel 1998, accettò di scrivere la presentazione dello studio di Giampaolo Romanato, Daniele Comboni. L'Africa degli esploratori e dei missionari (Rusconi, Milano 1998).
Noi Missionari Comboniani lo ricordiamo con affetto e gratitudine e porgiamo le nostre sincere condoglianze alla moglie, ai suoi due figli e a tutti i suoi familiari.

MEXICO

50° di vita religiosa

Ore dodici, recita dell’Angelus. Questa volta, però, non si tratta di uno di quelli che Fr. Martin Ploner recita nelle fabbriche di San Francisco del Rincón. Quest’anno, infatti, lui e Fr. Enrico Massignani compiono 50 anni di vita religiosa.
Il 9 settembre hanno raggiunto questa meta benedetta. Tuttavia, la celebrazione si è svolta il 10 ottobre con una Messa di ringraziamento presieduta dal provinciale, P. Rafael González Ponce.
Il seminario comboniano di questa città si è riempito di gioia per questa celebrazione. La gente, come sem-pre, ha partecipato con fervore e grata per il dono di questi Fratelli Comboniani.
Il provinciale, nell’omelia, ha portato i partecipanti a ripercorrere il tempo trascorso, risalendo al giorno in cui i due Fratelli, separatamente, hanno emesso i voti. Certamente, in un tempo molto diverso da quello attuale, ma con le stesse sfide di oggi nel perseguire la santità di questa vocazione “ancora più difficile di quella del sacerdozio”.
Prima della benedizione finale, Fr. Martin e Fr. Enrico hanno rivolto all’assemblea alcune parole. Solenne-mente vestiti con il loro camice, hanno invitato tutti a ringraziare Dio per il dono ricevuto, chiedendo di conti-nuare a pregare per la loro perseveranza e “perché il Padrone della messe invii molti operai alla sua messe”.
Dalla Messa alla mensa. Subito dopo la benedizione finale, si è potuto gustare un autentico rinfresco mes-sicano: i due Fratelli, benché italiani, con il cuore appartengono al Messico, per cui non poteva mancare l’allegria e l’armonia del Mariachi.
Auguri e che Dio conceda a Fr. Martin e Fr. Enrico altri 50 anni e l’eternità. Maria di Guadalupe li accompa-gni sempre.

25° di vita sacerdotale
Il superiore provinciale, P. Rafael González Ponce il quale, il 3 settembre, ha celebrato il 25° di sacerdozio, attorniato dai suoi familiari e da alcuni dei nostri confratelli.
Congratulazioni e migliori auguri.

25° anniversario dei Comboniani a Monterrey
L’8 ottobre, la nostra famiglia comboniana ha celebrato i suoi venticinque anni di presenza nell’arcidiocesi di Monterrey. La celebrazione eucaristica, nella basilica di Guadalupe, è stata presieduta da Mons. José Lizáres Estrada il quale ha colto l’occasione per elogiare il lavoro dei Comboniani sia nella Chiesa locale, che in tutto il mondo.
Alla presenza di un centinaio di persone, amici, simpatizzanti e benefattori della nostra opera missionaria, guardando all’intrepida e audace figura del nostro santo fondatore, Mons. Lizáres ha incoraggiato i Combo-niani presenti a riprodurre, per la Chiesa di oggi, missionari della stessa levatura di San Daniele Comboni. Ecco le sue testuali parole: “Voglio vedere in ognuno di voi Comboniani San Daniele Comboni”.
Tra le altre cose, il vescovo ha sottolineato l’importante lavoro di animazione che il nostro Istituto ha realiz-zato, creando una coscienza missionaria e aprendo la strada alle vocazioni per la missione ad gentes. Grazie a questo, l’arcidiocesi può già contare su vari Comboniani in nazioni dove manca il primo annuncio del Vange-lo di Gesù Cristo.
Molti missionari, tra sacerdoti e Fratelli, a partire dal provinciale, P. Rafael González Ponce, hanno ascolta-to queste parole con grande attenzione e profonda emozione sia per la vicinanza e la simpatia che il vescovo ha mostrato per l’opera missionaria dai Comboniani, sia per la risposta della gente che ha riempito l’edificio. Tutto questo ha creato un clima di grande festa.
In questo momento non abbiamo alcun seminarista nel postulato per Fratelli; ma guardiamo al futuro con speranza; perché abbiamo la certezza che San Daniele Comboni continua a guardare a quell’apostolato, che tanto promosse, a favore dei più poveri e bisognosi. Auguri ai nostri missionari che lavorano in questa zona.

PERÚ-CHILE

Esercizi spirituali dei LMC

Ogni anno il gruppo dei Laici Missionari Comboniani (LMC) partecipa agli esercizi spirituali come parte del suo programma di formazione. Così, dal 23 al 25 settembre, più di venti persone si sono ritrovate in una casa di Esercizi per riflettere sul loro impegno di Laici Comboniani. Al gruppo di Lima, se ne sono aggiunti alcuni venuti da zone molto lontane per vivere questa esperienza. Molto positiva è stata la serietà con cui tutti hanno fatto propria la sfida di porsi davanti a Dio e prendere in mano la propria vita. Si è lavorato sul tema Principio e fondamento degli Esercizi Spirituali di S. Ignazio di Loyola, al fine di inserire nel proprio progetto di vita la pos-sibilità di condividere la fede tra i fratelli più bisognosi e scoprendo ciò che Dio aspetta da ognuno di loro.

Incontro di famiglie
L’8 ottobre, alla vigilia della festa del nostro Padre e Fondatore, si è sentito suonare, più spesso del solito, il campanello della casa provinciale. E sono comparsi i volti dei familiari dei nostri Comboniani peruviani che, con il passare delle ore, acquistavano maggiore serenità e fiducia.
Sono state circa cinquanta le persone che ci hanno accompagnato quel giorno e alle quali P. Gaetano Bel-trami ha parlato dell’importanza di sostenere i loro figli, la maggior parte dei quali si trovano fuori della provin-cia, prendendo esempio dall’esperienza di San Daniele Comboni nel rapporto con la sua famiglia, con le ne-cessarie “croci” che ci accompagnano sempre. Inoltre, li ha informati della situazione delle nazioni in cui i nostri Missionari lavorano e abbiamo visto le lacrime nei loro occhi quando sono stati letti i messaggi che al-cuni di loro avevano inviato per l’occasione. La comunità di Monterrico ha condiviso con questi familiari un buon pranzo e la giornata si è conclusa con la celebrazione dell’Eucaristia e le foto-ricordo.
Senza dubbio si è trattato di un’esperienza che rafforza i nostri vincoli familiari e ci aiuta a stare più vicini al-le famiglie peruviane che ci hanno dato un loro figlio.

Giornata comboniana
Il 10 ottobre, festa di San Daniele Comboni, i rappresentanti di tutte le comunità di Lima si sono riuniti per ringraziare il Signore per aver donato alla Chiesa il nostro Fondatore.
Con alcune tracce di riflessione preparate da P. Lorenzo Bergantin, i partecipanti hanno potuto scoprire la forza e l’attualità della sua figura. Momenti di preghiera, di riflessione e di convivenza hanno caratterizzato questa giornata comboniana.
Nel frattempo, a Huánuco, sede del noviziato comboniano, il consiglio provinciale e fratelli di altre comunità vicine, come i Laici Missionari Comboniani (LMC) che lavorano nella zona, hanno assistito alla celebrazione liturgica, durante la quale cinque nuovi giovani, provenienti da tre province del Sudamerica, iniziavano il novi-ziato. Abbiamo concluso con una bella celebrazione eucaristica nella parrocchia di San Pedro e un pasto fra-terno con i vari gruppi parrocchiali.

Attività di animazione missionaria
Sono due le attività straordinarie di animazione missionaria che vogliamo sottolineare: la prima è l’incontro di animazione missionaria (AM) preparato dai partecipanti al corso di Costa Rica.
Il 22 settembre sono stati invitati i confratelli delle comunità comboniane più direttamente legati a questo settore per condividere tutti insieme il prezioso materiale che era stato preparato. Con immagini in “power point” si è approfondito la natura dell’AM, i soggetti, i contenuti e i destinatari del messaggio. È stata un’iniziativa interessante che ci aiuta a sentirci più Comboniani.
Vogliamo anche mettere in rilievo l’esperienza che da qualche tempo i novizi del secondo anno stanno por-tando avanti, come parte del loro programma di formazione: hanno passato due settimane nella parrocchia di Cerro de Pasco (4.300 m. di altitudine) e altre due in quella di Santo Domingo di Palca e Tarma visitando scuole e gruppi parrocchiali, per diffondere le pubblicazioni comboniane. Di certo, in nessuna provincia le no-stre pubblicazioni arrivano così in alto come in questa zona della sierra centrale del Perù.

IN PACE CHRISTI

Fr. Agostino Stocco (01.06.1936–26.09.2005)

Fr. Agostino Stocco è morto lunedì 26 settembre nella nostra casa di Milano dove, da quattro anni, soffriva per le conseguenze di un ictus che gli aveva paralizzato il viso.
Terminata la quinta elementare il 21 aprile 1951, il 4 ottobre dello stesso anno era già nella scuola apostoli-ca di Thiene per prepararsi a diventare Fratello missionario.
Il 10 settembre 1954 entrò nel noviziato di Firenze dove era padre maestro P. Giovanni Giordani che trovò il nuovo arrivato “attento e diligente ai suoi doveri, attaccato alla vocazione, caritatevole, equilibrato, fedele, sin-cero e umile”.
Dopo nove mesi di permanenza a Firenze, fu mandato in Inghilterra, a Sunningdale, per completare il novi-ziato. Qui, inizialmente, ebbe una forte crisi, tanto che voleva tornare a casa, ma poi, come scrive P. Guido De Negri “si è rimesso e va avanti bene. È puntuale in tutte le sue cose e si mostra contento”. Il 9 settembre 1956 emise i primi voti. Il 15 gennaio 1957 Fr. Agostino era già in missione. Aveva 20 anni.
Il suo primo appuntamento fu Kitgum, in Uganda, dove, il 26 novembre 1961, emise i voti perpetui, dopo soli cinque anni di voti temporanei. La ragione ce la spiega P. Igino Albrigo che in una lettera scriveva: “Siccome da un anno Fr. Agostino sta lavorando per rinnovare la vecchia chiesa di Kitgum e sta compiendo un magnifi-co lavoro, avrei piacere che gli si permettesse di fare i voti perpetui il giorno dell’apertura e della consacrazio-ne della medesima chiesa, cosa che egli desidera intensamente”. E così avvenne.
Terminate le prime vacanze in Italia (1965-1967) tornò in Uganda per essere assegnato alla missione di Ka-longo. Lavorò a fianco di P. Giuseppe Ambrosoli per l’ampliamento e la manutenzione dell’ospedale. Anche se era un lavoratore indefesso, metteva sempre al primo posto la preghiera e le sue pratiche di pietà. Al mat-tino lo si vedeva in chiesa, raccolto per fare la meditazione e, durante il giorno, non tralasciava mai la sua visi-ta al Santissimo Sacramento né il rosario.
Nel 1972 fu assegnato alla procura di Nairobi, ma questo impegno durò pochi mesi, perché non era adatto a lui. Così fu mandato alla procura di Kampala come aiutante del procuratore. La sua salute però cominciava a vacillare, per cui dovette tornare più volte in Italia per curarsi.
Il 30 agosto 1988 era di nuovo a Kalongo, con l’incarico di tecnico generale dell’ospedale. Il buon andamen-to dell’ospedale, per quanto riguardava manutenzione e lavori, dipendeva da lui. Il 7 aprile 1992 ricevette dal dipartimento dell’immigrazione il certificato di “residenza a vita” in Uganda.
All’età di 62 anni, Fr. Agostino ebbe un ictus cerebrale e fu portato all’ospedale di Nairobi. Alla fine di agosto fu sottoposto ad un intervento chirurgico.
Nel 1998 tornò in Italia, a Milano, per sottoporsi ad ulteriori esami medici. Dopo un periodo di cure intense si sentì meglio e insistette per essere rimandato in Uganda. Ormai il suo mondo era là. Ottenne il permesso di partire e il provinciale lo assegnò alla casa di Kampala come incaricato della manutenzione della casa e degli ospiti. Qui Fr. Stocco dimostrò le sue doti di accoglienza: era sempre pronto e disponibile affinché i confratelli di passaggio si trovassero a loro agio.
Nel 2001 tornò definitivamente in Italia, dove ebbe inizio il suo lungo calvario. Alla notizia della morte, il Su-periore Generale ha scritto ai confratelli di Milano e d’Uganda: “Assieme al Consiglio Generale desidero unir-mi a voi tutti nel momento in cui Fr. Agostino ci ha lasciati per andare ad occupare il posto che il Signore gli ha preparato. Voglio essere in mezzo a voi per aiutarvi a dire grazie a Dio per il dono della vocazione missionaria di Fr. Agostino. In 44 anni di professione e 42 di servizio instancabile alla missione di Dio in Uganda, egli ha vissuto la parabola del chicco di frumento immerso nella vita dei più bisognosi e, ultimamente, quella combo-niana della “pietra nascosta” che non si vede, ma che è preziosa agli occhi di Dio. Sono sicuro che Dio e il Comboni sono contenti di lui. La sua testimonianza e la sua comunione con noi come Fratello Comboniano ottenga grazie e vocazioni per l’Istituto e per la Chiesa d’Uganda. Vi porto sempre con me all’altare e vi rin-grazio per la forza che mi date col vostro esempio e la vostra comunione di preghiera. Fraternamente nel Cuore di Cristo, P. Teresino”.

P. Igino Benini (18.02.1916-28.09.2005)
Ultimo di undici figli, P. Igino Benini proveniva da una famiglia profondamente cristiana, di lavoratori della terra.
E proprio nell’ambito della famiglia e della parrocchia ha avuto origine la sua vocazione. “Avevo undici anni quando vinsi il premio Roma nella gara catechistica dell’Associazione Fanciulli Cattolici d’Italia e fui scelto a rappresentare la diocesi di Verona davanti al Papa Pio XI. Tornato da Roma, sentivo in me un intenso deside-rio di diventare sacerdote. Allora terminai le elementari ed entrai nel seminario diocesano. Quanti sacrifici dei genitori e di tutta la famiglia! Però imparai la lezione che per aver qualcosa dalla vita occorreva tanto sacrifi-cio, tante rinunce”.
In seminario, col tempo, maturò la vocazione missionaria: “Invidiavo i seminaristi comboniani che venivano a scuola con noi e mi parevano tutti dei santi che custodivano nel cuore l’ideale più grande che si possa im-maginare: portare Gesù agli uomini che non lo conoscono. Il loro ideale finì per affascinarmi. Per alcuni anni resistetti alla voce del Signore, poi mi arresi e la diedi vinta alla voce dello Spirito”. Nel suo diario, P. Igino continua: “Un giorno di fine aprile 1946, mentre la banda del paese suonava in un clima di festa, a bordo di un calesse ornato con fiori e bandierine, mi accingevo a partire per l’Africa. Ci fu l’ultimo pianto e l’ultimo abbrac-cio con la mamma e poi la mia benedizione con la percezione che non ci saremmo più rivisti su questa terra - come di fatto avvenne”.
Dopo un periodo di rodaggio nella missione di Mupoi, P. Igino fu dirottato a Naandi e il 19 gennaio 1952 a Nzara come superiore di quella missione che era appena agli inizi. La fondazione della missione, infatti, porta la data del 31 ottobre 1951.
Notiamo che Nzara si trovava nella zona riservata ai protestanti, ma P. Igino, con il suo carattere cordiale, convinse le autorità a fargli spazio e trasformò l’umile cappella in una bella chiesa con una casa per i missio-narie e le suore.
Contemporaneamente iniziarono le conversioni. Le prime a chiedere il battesimo furono le mogli dei cristiani che vivevano il matrimonio more pagano. Il lavoro fra i ragazzi fu più difficile perché frequentavano le scuole protestanti. Ma ben presto i gruppi di battezzandi si susseguirono a breve distanza facendo aumentare il lavo-ro dei missionari.
Il diario di missione riassume l’attività di P. Igino e dei confratelli con queste parole: “Lavorano di comune accordo e con tanta gioia insistendo sulla formazione dei catechisti, sulla spiegazione del catechismo, sulle visite ai villaggi e ai lebbrosi e nell’esercizio della carità”. “L’amore al catechismo - prosegue P. Igino - mi è stato inculcato da P. Ernesto Firisin, l’uomo della Parola di Dio, uno dei più grandi interpreti del carisma com-boniano, umile, zelante apostolo, d’intensa vita spirituale, che sapeva davvero fare causa comune con tutti”.
Una delle prime iniziative che P. Igino introdusse a Nzara fu la Legio Mariae, sicuro che la Madonna avreb-be fatto prodigi. E così fu. Poi fondò il Bino Eklesia (il campo della Chiesa). Ogni cristiano doveva ritagliare un pezzetto del suo campo per coltivare prodotti per i poveri. L’arrivo delle suore, il 22 maggio1954, contribuì a risolvere il problema della formazione delle donne e delle ragazze. La Peregrinatio Mariae, che P. Igino volle in tutti i villaggi, servì ad incrementare la fede e la devozione alla Madonna.
Nel 1960 P. Igino fu espulso dal Sudan meridionale. Tuttavia ebbe il privilegio di potersi fermare a Khartoum dove continuò la sua vita missionaria come se fosse appena arrivato dall’Italia, senza mai pronunciare una parola di rammarico per l’espulsione dal Sud. Era sicuro che se Dio lo aveva voluto a Khartoum, aveva i suoi buoni motivi. Infatti la Provvidenza gli preparò un’abbondante messe da coltivare.
Nel 1977 lo troviamo parroco nella parrocchia di San Giuseppe, eretta canonicamente in quell’anno. Per 25 anni, P. Igino diresse anche i gruppi di giovani (nadi) che fuggivano dal Sud a causa della guerra. Ad essi in-segnava le preghiere e il catechismo e, quando erano pronti, venivano battezzati. Oltre che evangelizzatore fu l’uomo della carità con tutti quei poveri bisognosi di tutto.
Il bene che P. Igino fece fu immenso perché non era mai stanco di catechizzare. Tradusse anche il catechi-smo e un paio di libri di preghiere in varie lingue per venire incontro alle esigenze dei giovani del Sud che non conoscevano l’arabo e parlavano le loro lingue.
Quando nel 1990 si presentò l’occasione di tornare in Sud Sudan, fu il primo a partire, nonostante l’età a-vanzata e la situazione ancora pericolosa a causa della guerra. Nel 1994 dovette rimpatriare per motivi di sa-lute. Andò a Gozzano dove consumò gli undici anni che gli restavano nel ministero (era affamato di ministero) e nella coltivazione dell’orto.
Qualche mese prima della morte, P. Igino si era recato a Milano per delle cure. Qui, durante la celebrazione dei vespri del 28 settembre 2005, il Signore è venuto a prenderlo. Dopo il funerale a Milano, la salma è stato portata a Verona, dove riposa nella cappella dei Comboniani nel cimitero cittadino.

P. Giorgio Stefani (12.05.1965 – 20.10.2005)
Il suo necrologio sarà pubblicato sul prossimo numero di Familia Comboniana.


Preghiamo per i nostri defunti

LA MADRE
: Perpetua di P. Leo Tibenda (U).

IL FRATELLO: Nilo di P. Aldo Chistè (RSA); Rino di P. Piergiorgio Rossi (U); Cesar Bokoyo dello Sc. Mboka Ngere Faustin (CN); di P. Sandoval Luiz Dutra da Luz (BS); Cosma Wasswa di P. John Richard Kyankaaga Ssendawula (EG).

LA SORELLA: Letizia di P. Cesarino Donati (BNE).

LE SUORE MISSIONARIE COMBONIANE: Sr. M. Assisia Gigola; Sr. M. Filomena Di Nello; Sr. M. Cal-lista Cozzi; Sr. Alodia Terpolilli.


Familia Comboniana n. 625