Giovedì 29 agosto 2019
Il 27 agosto 2019 ricorre il decimo anniversario della partenza di Padre Ivo Martins do Vale, un missionario comboniano portoghese molto stimato da quanti l’hanno conosciuto. P. Ivo è stato un comboniano che ricordiamo con nostalgia e affetto. Malgrado la sua giovane età (è morto a 56 anni) ha formato diverse generazioni di comboniani con la sua parola, il suo esempio e la sua gioia.
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Era un animatore missionario che attirava e trascinava con il suo entusiasmo. Profondamente identificato  con l’ideale comboniano,  ha abbracciato con passione e generosità la sua missione in Etiopia, “missione da lui da sempre sognata” (dal titolo del libro con le sue testimonianze dalla missione).

P. Ivo è deceduto all’inizio del nostro Capitolo Generale del 2009. Come un richiamo forte e una  testimonianza luminosa voluti dalla Provvidenza. Il Capitolo accolse questo segno di Dio. Infatti  i capitolari si dissero “pronti  a raccogliere l’eredità dalle mani di Comboni” e hanno professato solennemente: “Anche noi riaffermiamo con gioia la nostra identità comboniana e rinnoviamo il nostro “giuramento” di consacrazione totale alla missione, attingendo al tesoro della testimonianza luminosa di tanti nostri confratelli fortemente identificati con la loro vocazione” (Atti capitolari 2009, n.5).

Vogliamo oggi ricordare P. Ivo attraverso il suo necrologio.

Padre Ivo Martins do Vale

Il 27 agosto, alle 12.30 di mattina, abbiamo ricevuto la notizia della morte di P. Ivo Martins do Vale, notizia temuta ma anche aspettata, in quanto lo si vedeva consumarsi di giorno in giorno all’ospedale di Viseu.

Il giorno dopo, giorno del suo funerale, la famiglia comboniana era rappresentata dai Comboniani della provincia portoghese, dalle Comboniane e dalle Secolari, da giovani, laici e amici delle comunità dove P. Ivo era stato. Tutti sono accorsi “riconoscendo in P. Ivo il meglio dello spirito comboniano che anima questa nostra famiglia”.

Gli anni di studio

Nato nel 1952 a Vila Nova do Campo, in Portogallo, è entrato molto giovane dai Missionari Comboniani. Nell’agosto 1971, alla fine del noviziato a Moncada, emise i primi voti.

Nel 1976, in occasione dei voti perpetui, così scriveva: “Signore Gesù, tu sei il tesoro per cui vale la spesa di perdere tutto… A te che hai sedotto il mio cuore, io chiedo di sapere amare tutti gli uomini e accogliere l’amore di ciascuno come un dono che tu hai messo sulla mia strada. Fammi sensibile, soprattutto, verso i più poveri, i più emarginati e verso coloro che non hanno mai avuto la gioia di amare e di essere amati”.

Iniziato lo scolasticato a Moncada, fece poi tre anni a Maia e due anni a Roma per prepararsi anche alla specializzazione in Teologia Biblica. Dopo il primo anno a Roma, fu ordinato sacerdote nel luglio 1977. Il suo primo impegno in Portogallo lo svolse a Santarém come vice padre maestro (1978-1984).

Assegnato all’Etiopia

Nel 1984 fu assegnato all’Etiopia. Nell’apprendere la sua assegnazione tra i Sidamo dell’Etiopia per la sua prima esperienza missionaria, P. Ivo scrisse al Superiore Generale P. Salvatore Calvia: “Lodo il Signore per la terra promessa cui mi vuole inviare. Anche se dovrò aspettare un po’ di tempo prima di poter incominciare a lavorare, mi sento già come due fidanzati che hanno ormai fissato il giorno del loro matrimonio”.

La missione tra i Sidamo era iniziata alla fine del 1964 ad Awasa, nel sud dell’Etiopia. Con l’arrivo delle Suore Comboniane nel 1965, incominciò un lavoro intenso di evangelizzazione e di sviluppo. Awasa divenne prima Prefettura e poi Vicariato Apostolico, con a capo Mons. Armido Gasparini, a cui successe Mons. Lorenzo Ceresoli e, attualmente, Mons. Giovanni Migliorati (31 maggio 2009).

Dopo un anno di preparazione a Dublino in Irlanda per apprendere la lingua inglese, P. Ivo partì per l’Etiopia, dove trascorse un altro anno ad Addis Ababa per lo studio della lingua sidamo.Venne, quindi, mandato a Fullasa (1987-1991), prima come economo e poi come direttore incaricato delle scuole. Fullasa era stata aperta nel 1966 e portava avanti, come tutte le comunità del Vicariato, un lavoro di prima evangelizzazione ma anche iniziative di promozione sociale, come le scuole con numerosi studenti.

Dal 1991 al 1994 P. Ivo venne destinato alla parrocchia di Teticcia, fondata nel 1973. Impegnato soprattutto nel ministero pastorale, svolgeva il lavoro di prima evangelizzazione, mentre le Suore Comboniane svolgevano attività infermieristiche, di alfabetizzazione e di promozione della donna.

Roma, Portogallo e… di nuovo Etiopia

Nel 1994 a Roma completò la sua specializzazione in Teologia Biblica alla Pontificia Università Urbaniana. Fu poi assegnato a Santarém, in Portogallo, come vice padre maestro e superiore della comunità e, dal 1999 al 2003, come padre maestro.

Nel 2003 fu nuovamente assegnato all’Etiopia, a Teticcia dove rimase per un breve periodo. Qui sia i catechisti che la gente lo ricordavano con affetto per gli anni che vi era rimasto durante il suo primo periodo in Etiopia. Nel novembre del 2004, fu mandato nella nuova missione di Arosa, appena fondata. Un anno dopo fece ritorno a Teticcia per assumere la funzione di parroco in sostituzione di P. Nicolino Di Iorio, nominato economo provinciale, dalla cui testimonianza riportiamo quanto segue.

In quel periodo, per occuparsi del ministero, P. Ivo – racconta P. Di Iorio –, rinunciò non solo alle vacanze che gli spettavano ma anche ad essere presente al funerale del papà. Quando finalmente si decise a prendersi po’ di riposo, già non si sentiva bene e, infatti, gli fu diagnosticato il cancro.

Teticcia, con i suoi 2.800 m. di altitudine, il clima freddo e umido, con cappelle lontane che si possono raggiungere solo dopo due o tre ore di marcia, è la missione più dura del vicariato di Awasa. Ma la prima caratteristica che P. Di Iorio ricorda di P. Ivo è proprio la sua grande disponibilità ad andare ovunque era necessario e a caricarsi di impegni, anche imprevisti, pur di non dire di no a chi chiedeva il suo aiuto. Molto cordiale con la gente, aveva la capacità di vedere sempre il lato positivo delle cose. Assumendo l’incarico di parroco, prese accuratamente nota di come P. Di Iorio aveva organizzato la pastorale, per non fare tabula rasa, ma cercando di continuare fedelmente sulla stessa linea.

P. Ivo curava molto i gruppi specifici, i giovani, ad esempio, i catechisti e i chierichetti.

Come segretario dell’evangelizzazione (incarico, anche questo, nel quale sostituì P. Di Iorio) si distinse soprattutto per il desiderio costante, che aveva, di chiedere consiglio, di coinvolgere gli altri nelle decisioni, senza alcuna mania di protagonismo. La sua amabilità e generosità non erano una tattica ma una naturale conseguenza del suo grande spirito di fede.

Trasferito nel postulato di Asko Gulele, vi rimase per pochi mesi. Infatti, nel gennaio 2008, dovette ritornare in Portogallo per cure mediche.

Assegnato alla comunità di Santarém, P. Ivo è ritornato alla casa del Padre il 27 agosto 2009 a Viseu, pochi giorni prima del Capitolo Generale al quale avrebbe dovuto partecipare come delegato della provincia del Portogallo.

Testimonianze

Dotato di una bontà naturale, P. Ivo ci ha insegnato a vivere la vita in pienezza nelle sue diverse dimensioni, a viverla tutta intera, in ogni momento, una vita focalizzata sull’essenziale. Lui è per tutti noi un testimone di una vita donata in oblazione totale, gratuita e generosa a Dio attraverso un servizio attento, umile e gioioso nelle situazioni concrete dove gli era toccato di vivere.

La sua affabilità e capacità di comunicazione serena e pacifica facevano sentire chiunque a suo agio accanto a lui, sia nella missione con la gente più umile dell’Etiopia, sia nella formazione con i novizi e, ultimamente, con i giovani. La sua apertura e nobiltà di spirito lo predisponevano in modo naturale al dialogo con tutti, con profondo senso di rispetto, ma anche con la sicurezza e fermezza dell’affermazione di quei valori che riteneva irrinunciabili. Uomo di fraternità e di comunità, amava teneramente i suoi confratelli e i suoi familiari, senza nessuna contraddizione o incoerenza, con un gran senso di verità, di esigenza ma anche di armonia che lasciava trasparire genuinamente dalla sua vita di consacrazione.

A quanti l’hanno conosciuto, già fin da seminarista, P. Ivo ha sempre manifestato un amore a Dio a tutta prova e una speciale sensibilità verso tutto ciò che si relazionava a Dio e al suo Regno. Uomo appassionato della Chiesa, ha sempre saputo stimolare la collaborazione di tutti ovunque ha lavorato, perché sapeva che ogni persona è un dono nella vita e nella missione della Chiesa, sempre con il profondo desiderio di fare conoscere la missione e la preoccupazione di tradurre il carisma comboniano in espressioni nuove, sempre più radicate nella comunione e varietà della Chiesa locale dove lavorava.

Il suo cammino di vita umana e di fede ben integrato ha fatto di P. Ivo un Missionario Comboniano di “spicco”, come quelli che Comboni desiderava – santi e capaci –, con un unico desiderio e obiettivo nella sua vita: servire con gioia coloro cui era inviato, ma con una speciale predilezione verso i più semplici, umili e poveri. Tutto vedeva e relazionava alla missione, sia quando condivideva la sua vita con il popolo dell’Etiopia, sia quando era chiamato a lavorare nella formazione dei nuovi missionari. È sempre vissuto con l’Etiopia sulle labbra, quella che lui chiamava “la mia Etiopia!”. In ciò, era molto vicino al nostro Fondatore.

Come lo ricordano in Etiopia

“Abba Ivo”, come veniva chiamato in Etiopia, era arrivato in questo paese per la prima volta nel 1984 e rimasto fino 1994. Nel secondo periodo era arrivato nel 2003 e ha servito fino al 2007, quando è rientrato in Portogallo per cure mediche. Amato dai confratelli, dalla gente e dal clero locale, ha sempre servito il Signore nella gioia. Aveva tempo per le persone, l’orecchio del cuore per ascoltarle e la comunione di preghiera per ricordarle davanti al Signore. Il giorno 4 settembre, nella parrocchia di Teticcia dove aveva fatto il suo ultimo servizio in Etiopia, è stata celebrata la Messa delle esequie alla presenza di Mons. Giovanni Migliorati, vicario apostolico, accompagnato da più di venti sacerdoti e religiosi e una grande folla di gente arrivata dalle varie cappelle dell’esteso territorio della parrocchia di Teticcia.

Durante la Messa il vescovo comboniano Mons. Giovanni Migliorati, che aveva conosciuto bene P. Ivo, ha ricordato alcune caratteristiche della sua figura, mettendo in risalto la sua bontà d’animo, il modo affettuoso e rispettoso di relazionarsi con la gente, la cura per la formazione dei catechisti e dei responsabili delle comunità cristiane nelle varie cappelle. Dopo la Messa, hanno parlato anche P. Nicolino Di Iorio, il parroco P. Giuseppe Detomaso e alcuni catechisti e leader. I giovani poi hanno preparato delle poesie e nei versi hanno tratteggiato la figura di P. Ivo, il suo lavoro, alcuni aspetti del suo carattere, l’amore che aveva mostrato alla gente e l’affetto che avevano per lui. Inutile dirvi che la gente ha pianto tantissimo quando alcune caratteristiche venivano menzionate, esprimendo così, e attraverso la preghiera, il loro dolore e affetto per P. Ivo.

Per lui è stato osservato il grande lutto tradizionale, con le tende preparate per accogliere la gente. I sentimenti di tutti erano di gratitudine per la persona, la vocazione e la vita di P. Ivo.

Le parole di P. Manuel Augusto

Nell’omelia funebre, P. Manuel Augusto Lopes Ferreira ha detto: “Non è facile, per tutti noi che lo abbiamo conosciuto e abbiamo vissuto con lui, accettare questo disegno di Dio, perderlo quando sentiamo di avere maggiormente bisogno di lui. Solo contemplando la passione di Cristo possiamo capire il senso di quest’amore più grande, il mistero di questo disegno di Dio, ed entrare in questa dinamica dell’amore che si dona senza limiti. Nella vita come nella morte di P. Ivo, riconosciamo quest’amore che si dona, si offre senza riserve, un amore che si è donato a tutti senza risparmiarsi, che si consegna in libertà e grazia. Tutti noi negli ultimi tempi abbiamo pregato perché il Signore lasciasse P. Ivo con noi. Il Signore, però, ha preferito chiamarlo a Sé, averlo accanto a Lui. Possiamo noi prendercela con il Signore? ‘No’, mi ha detto P. Ivo domenica scorsa, perché ‘sia che me ne vada o che rimanga più a lungo, siamo sempre nel Signore!’. E ha aggiunto con un sorriso: ‘Il Signore sta solo ritardando!’. È vero, non importa quanto ritardi il Signore e qualunque sia il percorso della nostra vita: per noi che abbiamo fede e viviamo di speranza, le cose propendono sempre verso il Signore! Tutti noi che abbiamo conosciuto P. Ivo e con lui abbiamo vissuto siamo stati toccati dalla sua gioia e semplicità.

“Il giorno dell’anniversario della morte del fratello, P. José Augusto Martins do Vale, pure lui comboniano, deceduto nel 1988 a solo quarantuno anni, P. Ivo, troppo debole per recarsi in chiesa, ha chiesto a noi suoi confratelli di prendere il suo posto e di stringerci vicino ai suoi familiari, come ogni anno: ‘Non drammatizzate la mia assenza e la mia situazione. Fatemi il favore di essere felici, datemi la gioia di essere felici!’.

“Dio l’ha voluto accanto a sé. Nonostante la sua assenza fisica, lui continua a essere una forza, una presenza stimolante anche per il nostro Capitolo Generale, al quale sperava di partecipare, essendo stato eletto delegato. Quanto di nuovo, per il suo spirito libero e creativo, avrebbe potuto apportare all’Istituto in questo momento particolare!”.

La lettera del Superiore Generale

Nella sua lettera al provinciale, P. Alberto de Oliveira Silva, il Superiore Generale, P. Teresino Serra, scriveva: “Grazie, Signore, per P. Ivo, manda all’Istituto e alla missione missionari come lui. Grazie, Signore, per gli esempi che il nostro confratello ci ha lasciato: la sua serenità e pazienza nella malattia, il suo amore per l’Africa e l’Etiopia, la passione e l’affetto per l’Istituto e i confratelli tutti… P. Ivo è stato un uomo mandato da Dio a seminare speranza nella vita di tutti”.

All’assemblea radunata per le esequie, P. Teresino aggiungeva: “Abbiamo perso quest’uomo di fede, un missionario di spicco, ma abbiamo guadagnato un intercessore, amante della vita, della missione e degli Africani, per i quali sino al suo estremo respiro ha vissuto e offerto le sue energie, fino all’ultimo. È questa fede che opera miracoli di trasformazione, perché quando il divino e l’umano s’incrociano, grandi cose accadono. Grazie, P. Ivo, per la tua gigantesca testimonianza a tutti noi”.

Da Mccj Bulletin n. 242 suppl. In Memoriam, ottobre 2009, pp. 48-54