Linee Guida per la tutela dei minori e adulti vulnerabili

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MISSIONARI COMBONIANI DEL CUORE DI GESÙ

Linee Guida
per la tutela dei minori
e adulti vulnerabili

«Se un membro soffre, tutte le membra soffrono insieme» (1 Cor 12,26). Queste parole di San Paolo risuonano con forza nel mio cuore constatando ancora una volta la sofferenza vissuta da molti minori a causa di abusi sessuali, di potere e di coscienza commessi da un numero notevole di chierici e persone consacrate. Un crimine che genera profonde ferite di dolore e di impotenza, anzitutto nelle vittime, ma anche nei loro familiari e nell’intera comunità, siano credenti o non credenti. Guardando al passato, non sarà mai abbastanza ciò che si fa per chiedere perdono e cercare di riparare il danno causato. Guardando al futuro, non sarà mai poco tutto ciò che si fa per dar vita a una cultura capace di evitare che tali situazioni non solo non si ripetano, ma non trovino spazio per essere coperte e perpetuarsi. Il dolore delle vittime e delle loro famiglie è anche il nostro dolore. Perciò urge ribadire ancora una volta il nostro impegno per garantire la protezione dei minori e degli adulti in situazione di vulnerabilità.
(Papa Francesco, Lettera al Popolo di Dio, 20 agosto 2018)

La metafora della casa

In quasi tutte le culture la casa rappresenta un luogo intimo, dove le persone intessono relazioni profonde e legami di fiducia che durano nel tempo. È un luogo che va tutelato e curato.

In quasi tutte le culture la casa rappresenta un luogo intimo, dove le persone intessono relazioni profonde e legami di fiducia che durano nel tempo. È un luogo che va tutelato e curato.

Ci è sembrato opportuno usare questa metafora della casa nella stesura di queste Linee Guida per illustrare meglio la struttura del documento.

Il Vangelo di Giovanni dice: «Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi» (Gv 1,14). La presenza di Dio in Gesù Cristo si è fatta casa: Dio ha preso dimora fra di noi.

Nel cristianesimo del I secolo la casa è il luogo dove si origina la vita nuova: si annuncia il Vangelo, si fa comunità, si coglie la pienezza del battesimo; è il luogo dove nasce la vita cristiana e dove si testimonia il messaggio evangelico nei segni della condivisione, dell’ospitalità e del servizio reciproco. La casa, dunque, è luogo di preghiera, di spiritualità e di evangelizzazione.

Le singole parti di una casa, nel loro insieme, creano un luogo sicuro in cui tutte le persone, soprattutto i minori e gli adulti vulnerabili, possono vivere protette. Siccome siamo un Istituto religioso e missionario, sulla facciata di questa casa si trova la Croce di Gesù Cristo. Così, questo documento si conclude con una preghiera.

Le fondamenta di un edificio forniscono la base portante di una struttura stabile, sicura e duratura. Siamo convinti che la dignità di ogni persona umana – che si basa sull’essere creata a immagine e somiglianza di Dio (Gn 1,27) e deve essere rispettata e tutelata – costituisce uno dei principi guida (I) del nostro documento.

Le misure e le procedure delle Linee Guida hanno la finalità di stabilire e mantenere un ambiente rispettoso e consapevole dei diritti e dei bisogni dei minori e degli adulti vulnerabili. Il tetto tiene insieme i vari elementi che costituiscono la casa, ma per proteggere adeguatamente i suoi “abitanti” deve essere mantenuto o addirittura rinnovato; allo stesso modo, il nostro documento non è un lavoro “finito”, ma dovrebbe essere integrato in un processo di sviluppo continuo per creare una cultura della cura e della fiducia sempre più profonda.

Proprio come i muri portanti sostengono un edificio, la prevenzione (II), la protezione (III) e la partecipazione garantiscono che l’intera “casa” si consolidi e rimanga stabile. Più c’è partecipazione, più la casa diventa stabile. La prevenzione è anche un muro portante nell’ambito della tutela dei minori e degli adulti vulnerabili, in quanto mira a ridurre al minimo i rischi e a rendere la struttura stessa un luogo sicuro. Essa, quindi, non è solo una misura protettiva, ma anche include la creazione di una cultura della formazione, che ci renda consapevoli delle forme di violenza e dei fattori di rischio in una struttura comunitaria.

Attraverso la porta di una casa entrano va­rie persone. È importante chiedersi: chi entra? Una finestra offre la possibilità di cambiare aria e di acquistare nuove prospettive. Attraverso una formazione e un aggiornamento regolari, gli abitanti vengono sensibilizzati su come affrontare le forme di violenza e su come ricevere nuove conoscenze, ad esempio nel campo della violenza digitale. Ovviamente, bisogna istituire strutture e procedure chiare per il trattamento degli atti e dei sospetti di abuso, in ogni sua forma. Con l’intervento e la gestione delle denunce (IV) ognuno ha la possibilità di presentare reclami o segnalazioni. Al fine di ottenere certezza e chiarezza nell’affrontare un caso sospetto, possono essere messe in atto procedure chiare e piani adeguati secondo le Linee Guida tracciate nelle pagine seguenti. Nella stesura del testo ci siamo ispirati a vari documenti che sono elencati alla fine di questo lavoro.

Preambolo

Visto che il nostro Istituto ha già il Codice Deontologico (CD), queste Linee Guida per la tutela dei minori e degli adulti vulnerabili non è un semplice adempimento di legge che impone un modello organizzativo di tutela, ma vuole essere realmente uno strumento di riflessione e di formazione, un percorso comune all’interno della Congregazione dei Missionari Comboniani del Cuore di Gesù per tutelare minori e persone in situazioni di vulnerabilità. Siamo consapevoli che questo cammino di crescita nella consapevolezza e nell’attenzione a tali realtà rimane sempre incompiuto e ci sfida continuamente a livello personale e istituzionale.

L’Istituto dei Missionari Comboniani fin dall’inizio ha promosso la cura dei più poveri e abbandonati, tramite opere pastorali, educative e caritative. Nel contesto della lotta contro gli abusi, l’Istituto si è sempre impegnato a promuovere procedimenti adeguati. Con questo documento, dunque, l’Istituto vuole aderire a quanto richiesto dal Santo Padre, per garantire al massimo grado la tutela dei minori e degli adulti vulnerabili. Nella Costituzione Apostolica Praedicate Evangelium si definisce la finalità della Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori il cui compito è quello «sviluppare strategie e procedure opportune, mediante Linee Guida, per proteggere da abusi sessuali i minori e le persone vulnerabili, e fornire una risposta adeguata a tali condotte da parte del clero e di membri degli Istituti di Vita Consacrata e delle Società di Vita Apostolica, secondo le norme canoniche e tenendo conto delle esigenze del Diritto civile» (Papa Francesco, Costituzione Apostolica Praedicate Evangelium, Art. 78 §§ 1-2).

Il presente documento si basa, in primo luogo, sulla necessità di manifestare il nostro convinto impegno a costruire ambienti sicuri e preventivi, agendo il più possibile sulle cause che generano situazioni di abuso; in secondo luogo, vogliamo sottolineare i principi guida che ci ha trasmesso San Daniele Comboni fin dall’inizio della sua opera missionaria nella Chiesa: questi principi ci aiuteranno a vivere con sempre maggior coerenza la nostra vita missionaria oggi.

I) Principi guida

1. Visione cristiana dell’uomo

Alla base delle Linee Guida, quasi come fondamento di una casa, sta la visione cristiana dell’uomo. Come congregazione religiosa e missionaria, siamo impegnati a vivere il Vangelo e i suoi valori. Siamo convinti che la dignità di ogni persona umana si basa sull’essere creata a immagine e somiglianza di Dio (Gn 1,27) e debba, pertanto, essere rispettata, tutelata e preservata. Ci impegniamo attivamente a contribuire allo sviluppo olistico delle persone e alla costruzione di una società sempre più umana. Mostriamo rispetto, apprezzamento e fiducia alle persone che incontriamo e/o con cui lavoriamo. Gli episodi di abuso di vario tipo costituiscono gravi offese alla dignità delle persone colpite.

San Daniele Comboni ci invita a essere esempi di luminosa virtù e di santità, testimoniando concretamente il Vangelo tra i più poveri ed abbandonati. La nostra vita non avrà senso se non è profondamente radicata in Cristo, come il tralcio è inserito nella vite. Per il missionario che vuole fare della sua vita una donazione totale, è fondamentale, rimanere unito alla persona di Gesù, unica e vera vite. Siamo dunque invitati a essere nella nostra missione testimoni dello “stile di Dio”, rimanendo in Cristo come punto di partenza e di arrivo della missione: «Senza di me non potete far nulla» (Gv 15, 5; CD 18).

2. Cultura del rispetto e della fiducia

San Daniele Comboni voleva missionari “santi e capaci”. Oggi la Chiesa ci invita a rafforzare la tutela e la cura dei minori e delle persone vulnerabili come parte integrante del messaggio evangelico: «Serve una conversione continua e profonda dei cuori, attestata da azioni concrete ed efficaci che coinvolgano tutti nella Chiesa, così che la santità personale e l’impegno morale possano concorrere a promuovere la piena credibilità dell’annuncio evangelico e l’efficacia della missione della Chiesa» (Lettera Apostolica in forma di motu proprio del Sommo Pontefice Francesco, Vos estis lux mundiVELM, Introduzione).

Le misure e le procedure contenute in queste direttive hanno l’obiettivo di contribuire a stabilire e a mantenere un ambiente rispettoso e consapevole dei diritti e delle necessità dei minori e degli adulti vulnerabili (cfr. VELM, art. 1 §1, a), in modo da evitare i rischi di sfruttamento, abuso di ogni tipo e maltrattamenti, nelle attività che si svolgono nell’ambito dell’Istituto e delle opere apostoliche e pastorali affidate alle singole circoscrizioni e a ciascun membro. Queste indicazioni sono rivolte a tutti i confratelli, in particolare a coloro che svolgono il servizio dell’autorità. Le direttive riguardano il rapporto dei membri dell’Istituto con tutte le persone che richiedono una speciale protezione e rispetto, ossia:

    1. minore”: si intende la persona di età inferiore a diciotto anni;
    2. persona che abitualmente ha un uso imperfetto di ragione”, ove questo sia dichiarato da una apposita perizia psichiatrica o sia legalmente soggetta a tutore;
    3. adulto vulnerabile”: si intende la persona in stato di infermità o diversamente abile o priva della libertà personale, tutti fattori che, di fatto, limitano anche occasionalmente la sua capacità di intendere o di volere o, in ogni caso, di resistere alle offese.

3. Finalità del documento

Le presenti Linee Guida del nostro Istituto comboniano rappresentano un’espressione concreta dell’impegno per la cura e la custodia dei più deboli. Alcune delle finalità che ci prefiggiamo sono:

  • promuovere la consapevolezza e il rispetto dei diritti e delle necessità dei minori e delle persone vulnerabili, e una formazione adeguata alla loro protezione;
  • prevenire qualunque forma di violenza: abuso fisico, psichico o spirituale, negligenza, abbandono, maltrattamento o sfruttamento;
  • rendere consapevoli dell’obbligo di portare a conoscenza gli abusi alle autorità competenti e di cooperare con loro nelle attività mirate alla loro prevenzione;
  • perseguire ogni abuso o maltrattamento nei confronti di minori e persone vulnerabili;
  • offrire alle vittime e alle loro famiglie un’attenzione pastorale adeguata, come anche, se necessario, un appoggio medico, psicologico e legale adeguato.

Sebbene le Linee Guida offrano indicazioni esplicite e operative, il loro scopo principale è orientare e guidare tutte le persone coinvolte nelle nostre attività, affinché ognuna di esse possa fare esperienza di relazioni positive, rispettose e capaci di nutrire umanamente e spiritualmente. Le istituzioni ecclesiali dove noi missionari comboniani lavoriamo devono diventare ambienti sempre più sicuri, capaci di promuovere la crescita, la maturazione e una libertà responsabile, in cui ciascuno possa sentirsi accolto, valorizzato e accompagnato con rispetto e cura.

II. Prevenzione

1. Regole di comportamento e di condotta

I membri dell’Istituto comboniano, nelle loro attività di evangelizzazione, di educazione e di servizio nelle situazioni di fragilità umana e sociale, si impegnano ad assicurare a ciascuno un ambiente sicuro di crescita personale, nella serenità e nella gioia di vivere. A tutela dello sviluppo integrale di ogni persona, ai responsabili delle comunità locali è richiesta un’attenta vigilanza, in modo da salvaguardare la dignità di ogni persona. Alcune regole di condotta vincolanti e specifiche potrebbero riguardare:

  • la strutturazione del rapporto vicinanza-distanza;
  • il linguaggio, la scelta delle parole e l’interazione non verbale;
  • l’adeguatezza del contatto fisico;
  • il rispetto della privacy e dell’intimità;
  • la gestione e utilizzo dei media e social network.

Nelle attività apostoliche con minori e adulti vulnerabili i comboniani e i loro collaboratori (educatori, catechisti, docenti, nostri formandi, ecc.) devono:

  • essere prudenti e avere un rapporto rispettoso con loro;
  • proporre modelli di riferimento positivi e moralmente ineccepibili;
  • mantenersi sempre alla vista di altri quando si è in loro presenza, evitando di appartarsi con loro;
  • informare i superiori e la persona incaricata della tutela dei minori di ogni comportamento potenzialmente pericoloso rilevato;
  • rispettare l’ambito di confidenzialità di queste persone, evitando domande indiscrete sulla propria intimità;
  • informare i genitori o i tutori delle attività e del metodo previsto;
  • usare la massima prudenza nella comunicazione con loro, anche per telefono e sulle reti sociali, evitando messaggi e foto equivoche, come pure la condivisione di immagini pornografiche;
  • evitare ogni contatto inadeguato e non necessario, fisico o verbale, che possa risultare ambiguo (carezze, baci o abbracci imprudenti, ingiustificati o che si possano interpretare male).

È vietato ai comboniani e ai loro collaboratori nel contesto di opere apostoliche alle quali partecipano minori e adulti vulnerabili:

  • infliggere castighi corporali di ogni tipo e/o rivolgersi a loro in maniera offensiva;
  • stabilire una relazione preferenziale con persone cui queste norme si riferiscono;
  • lasciare qualcuna di dette persone in una situazione potenzialmente pericolosa per la sua sicurezza fisica o mentale;
  • tenere condotte inappropriate o sessualmente provocatorie, o partecipare a esse;
  • discriminare una persona o un gruppo di persone cui si riferiscono queste norme;
  • chiedere ad alcuno di loro che mantenga un segreto sulla relazione con gli adulti;
  • dare a qualche persona cui si riferiscono queste norme regali esclusivi, bevande alcoliche, sostanze stupefacenti;
  • trasportare da soli in macchina qualcuna di dette persone;
  • fotografare o filmare qualche persona cui si riferiscono queste norme; se necessario, occorre munirsi del consenso scritto dei genitori o tutori;
  • pubblicare o diffondere, attraverso Internet o reti sociali, immagini nelle quali si riconosca qualche persona alla quale si riferiscono queste norme; se necessario, occorre munirsi del consenso scritto dei genitori o tutori;

Ogni condotta inappropriata o molesta nei confronti di persone cui si riferiscono queste norme, anche se non è configurabile come un abuso, deve essere segnalata al superiore per essere valutata con equilibrio, prudenza e delicatezza, informandone gli interessati.

2. Referente per la tutela dei minori e degli adulti vulnerabili

Il referente per la tutela dei minori e degli adulti vulnerabili è nominato dal superiore di circoscrizione con il consenso dei membri del suo consiglio ai quali deve rendere conto del suo lavoro. Egli ha il compito di coordinare e verificare l’attuazione delle Linee Guida, affinché l’Istituto comboniano sia sempre rispettoso e consapevole dei diritti e dei bisogni dei minori e attento a prevenire ogni forma di violenza o di abuso. I compiti più specifici sono:

  • promuovere e coordinare, con mezzi e iniziative adeguate, tutte le attività per la tutela dei minori e degli adulti vulnerabili nelle realtà e spazi pastorali affidati all’Istituto, affinché possano essere ambienti sicuri per tutto il popolo di Dio, specialmente per i più vulnerabili;
  • assicurare che le vittime di abusi siano accolte con rispetto e la dovuta attenzione, offrendo loro delle procedure trasparenti e affidabili;
  • proporre a tutto l’Istituto sussidi e programmi formativi che approfondiscano la dimensione teologica, pastorale e comboniana dell’ascolto delle vittime e della tutela dei minori e degli adulti vulnerabili.

Il referente per la tutela dei minori e degli adulti vulnerabili – in dialogo con il suo superiore di circoscrizione – si fa aiutare da esperti locali. Il Capitolo Generale dei Missionari Comboniani del 2022 ha chiesto: «Tutte le circoscrizioni stabiliscano, in linea con il motu proprio Vos estis lux mundi, nº 13, una commissione di esperti – religiosi e laici – che ci aiuti ad affrontare eventuali casi di abuso, secondo le indicazioni del Codice Deontologico, nel pieno rispetto delle leggi della Chiesa e del proprio Paese. Qualora tali commissioni esistano già nel Paese in cui siamo presenti, il Capitolo incoraggia ad avvalersi di esse, in collaborazione con la Chiesa locale e le associazioni dei religiosi (AC ’22, 45.2).

3. Partecipazione

Tutti i confratelli, i dipendenti e le persone che ci accompagnano e sostengono sono chiamati a fornire al responsabile della tutela dei minori e degli adulti vulnerabili il feedback derivante dal dialogo diretto con le persone loro affidate, al fine di adeguare le Linee Guida di prevenzione. Questo per garantire che il concetto venga sviluppato in modo continuo e responsabile e rimanga sempre aggiornato. Il responsabile della prevenzione sottopone le Linee Guida anche alle persone colpite da qualsiasi tipo di abuso per una valutazione e un’attualizzazione. Nella scelta dei nostri collaboratori ci sono principi da seguire per garantire un reclutamento sicuro.

4. Formazione qualificata

Siamo consapevoli della nostra responsabilità nel garantire che le misure di prevenzione e intervento siano osservate a lungo termine e diventino parte integrante della cultura del nostro Istituto sin dalla formazione iniziale dei nostri candidati. La prevenzione e l’intervento nei casi di qualsiasi tipo di violenza richiedono una formazione. I corsi di formazione trattano in particolare i seguenti argomenti:

  • Prossimità e distanza adeguate
  • Capacità di comunicazione e di risoluzione dei conflitti
  • Competenza emotiva e sociale propria
  • Psicodinamica delle persone colpite
  • Strategie degli autori di reato
  • I media (digitali) come zona di protezione e di pericolo/competenza mediatica
  • Dinamiche in istituzioni con relazioni di potere asimmetriche e strutture istituzionali favorevoli
  • Reati e approcci criminologici, nonché altre disposizioni di legge pertinenti
  • Aiuto necessario e appropriato per le persone colpite
  • Violenza sessuale da parte di minori e persone vulnerabili contro altri minori o persone vulnerabili
  • L’educazione alla sessualità e alla sensibilità culturale
  • Opportunità di networking professionale

III. Protezione

1. Forme di violenza

La violenza può essere causata da negligenza, violenza psicologica, spirituale, fisica o sessuale, oltre che da violenza strutturale. La violenza ha luogo in larga misura anche nei media digitali (sexting abusivo (scambio di testi, immagini o video a contenuto sessuale esplicito attraverso strumenti digitali), cyber-grooming (adescamento di minori on-line), cyber-bullismo, esposizione a immagini pornografiche, pedopornografia, ecc.).

  • Per negligenza si intende l’omissione o il mancato soddisfacimento di bisogni fisici, emotivi, medici, educativi o anche spirituali di base da parte della persona o delle persone responsabili.
  • La violenza psicologica si riferisce ad abusi emotivi, tra cui intimidazioni, insulti e abusi verbali, umiliazioni, pressioni, minacce, strategie di isolamento, ecc.
  • La violenza spirituale si esercita quando la pressione, la mancanza di libertà e/o la dipendenza vengono create e/o sfruttate per mezzo di contenuti religiosi o invocando l’autorità personale, spirituale o istituzionale, e quando il diritto all’autodeterminazione spirituale viene limitato.
  • La violenza fisica comprende tutte le forme di abuso fisico come percosse, schiaffi, schiaffi in faccia, forti scosse, ecc.
  • La violenza sessuale comprende il linguaggio sessualizzato e offensivo, i termini o i nomi sessualizzati delle persone, il toccare in modo indecente il corpo di un’altra persona e persino lo stupro, masturbazione reciproca oppure davanti a un minore o adulto vulnerabile.
  • La violenza strutturale comprende varie forme di violenza – basate su relazioni di potere e autorità nelle istituzioni o nella società – che ostacolano o danneggiano le persone nel loro sviluppo.

2. Gradi di violenza

La violazione dei limiti, l’aggressione e l’abuso sono classificati in base alla loro gravità.

  1. Comportamento che viola i confini

Ognuno di noi ha un confine “percepito” intorno a sé che ritiene protettivo e necessario. Questo confine è individuale e varia anche nel corso della giornata o a seconda dell’ambiente. Una violazione dei confini si verifica quando le persone oltrepassano i confini personali degli altri con parole, gesti e comportamenti. Le violazioni dei confini possono avvenire anche involontariamente. Esempi di violazione dei confini sono: l’esposizione in pubblico, il contatto accidentale, un commento/una battuta inappropriata, ecc. L’esperienza personale della persona interessata è decisiva per valutare se si è verificata una violazione dei confini. Ad esempio, se qualcuno si sente ferito, umiliato o svalutato, il confine è stato superato. Per evitare una “cultura della violazione dei confini”, che potrebbe essere sfruttata da potenziali autori di reati mirati, le violazioni dei confini devono essere riconosciute come tali, affrontate e corrette.

  1. Comportamento aggressivo

Il comportamento aggressivo è un comportamento deliberato e intenzionale e si verifica quando le persone non cambiano il loro comportamento e lo ripetono deliberatamente. Il comportamento assillante non è casuale e non tiene conto delle reazioni difensive di chi lo subisce. Il comportamento viene definito assillante anche la prima volta che si verifica, se è più di una violazione dei confini in termini di portata. Le persone abusanti relativizzano e banalizzano il loro comportamento, così come quando terze persone affrontano e criticano il loro comportamento.

  1. Reato penale

Per reati penali si intende tutti gli episodi di negligenza, violenza psicologica, spirituale, fisica, sessuale o strutturale in cui si verifica una seria trasgressione dei confini, con conseguenze penali.

3. Analisi dei fattori di rischio e protettivi

Per proteggere i minori e gli adulti vulnerabili è necessario innanzitutto identificare i rischi di pericolo. L’analisi di questi rischi mira a massimizzare la sicurezza di tutti coloro che visitano o vivono nella struttura, nonché di tutti coloro che vi lavorano e hanno responsabilità. Bisogna individuare esattamente le aree “vulnerabili” di una istituzione e quali misure di protezione possono funzionare. L’analisi dei rischi – in ambito strutturale, spaziale e personale – affronta, tra le altre, le seguenti questioni:

  • Quali persone sono particolarmente a rischio?
  • Su quali situazioni della vita lavorativa quotidiana occorre concentrarsi per rispettare i confini e proteggere dagli abusi?
  • Quali situazioni/procedure potrebbero essere utilizzate dagli autori per preparare o realizzare le loro intenzioni?
  • Le procedure di candidatura e di selezione sono concepite in modo tale da scoraggiare gli autori dei reati?
  • In quali luoghi, in quali ambienti si deve prestare particolare attenzione alla sicurezza di minori e adulti vulnerabili?
  • Esistono regole trasparenti per gestire la vicinanza e la distanza?
  • Esiste una procedura funzionante di segnalazione delle accuse?
  • Esiste una procedura di intervento che può essere attivata rapidamente?
  • Quali forme di partecipazione esistono per i minori e gli adulti vulnerabili?

L’analisi del rischio comprende anche un esame della maggiore suscettibilità o del grado di vulnerabilità, ad esempio della struttura delle gerarchie e della leadership. I risultati dell’analisi dei rischi costituiscono la base per lo sviluppo di una politica di salvaguardia il più possibile personalizzata per la struttura in questione.

IV. Intervento – gestione delle denunce

Le informazioni su abusi sessuali e/o spirituali di persone vanno segnalate. Coloro che dichiarano, per iscritto o verbalmente, di essere stati vittime di abusi sessuali, così come le loro famiglie, hanno il diritto di essere accolti e ascoltati. Il confratello li ascolti, e li rassicuri circa le procedure canoniche previste dalla Chiesa, dalla nostra Regola di Vita e dal Codice Deontologico, proteggendone la buona fama e la confidenzialità dei dati personali.

Il superiore di circoscrizione e il referente per la tutela dei minori e degli adulti vulnerabili può affidare l’accompagnamento spirituale delle presunte vittime a una persona qualificata e, se necessario, può offrire assistenza medica e psicologica, dando ogni informazione necessaria circa le procedure canoniche.

I confratelli e i loro collaboratori che hanno notizia o fondato sospetto che una delle persone potrebbe essere vittima di qualche abuso in esame, informino il superiore competente, escludendo ogni violazione del sigillo sacramentale.

Il Superiore di circoscrizione e il referente per la tutela dei minori e degli adulti vulnerabili, dopo aver valutato la fondatezza della denuncia di abuso su minori, può adottare le opportune misure cautelari (cfr. CIC can. 1722) allontanando l’accusato dalle attività pastorali, sino alla conclusione del procedimento.

È fatto assoluto divieto di dissuadere la presunta vittima o la sua famiglia dal presentare denuncia alle autorità civili; il confratello responsabile del caso informi la presunta vittima o i suoi genitori o tutori su questo diritto e dovere, e li esorti a esercitarlo, garantendo che ciò risulti da un documento scritto e firmato dagli interessati. In questa materia i superiori maggiori si attengano a quanto previsto dalla locale legislazione vigente.

«Nel rispetto della reciproca autonomia degli ordinamenti ecclesiastico e civile, nonché della normativa canonica, civile e concordataria, si intende fornire una significativa collaborazione con l’autorità giudiziaria dello Stato nell’accertamento del fatto, nell’ottica della comune ricerca del bene dei soggetti deboli, della verità e della riparazione della giustizia, se lesa» (Linee Guida per la tutela dei minori e degli adulti vulnerabili, CEI e Conferenza Italiana dei Superiori Maggiori, 2023, p. 15).

Conclusione

L’Istituto dei Missionari Comboniani del Cuore di Gesù è chiamato a svolgere nel mondo «la missione evangelizzatrice della Chiesa» (RV 13), annunciando il Vangelo di Gesù ad gentes. Ciascuno dei suoi membri s’impegna volontariamente e pubblicamente a vivere in sintonia e coerenza con questa vocazione, con una vita consacrata a Dio per la missione, attraverso i voti religiosi di castità, povertà e obbedienza.

Per questo, siamo invitati a mettere in atto un serio lavoro di prevenzione e di aiuto fraterno affinché tali situazioni non si ripetano nella società, nella Chiesa e nel nostro Istituto. Per prevenirle è necessario vivere sempre di più la missione in maniera corresponsabile, utilizzando gli strumenti che la Chiesa e l’Istituto ci raccomandano, come la preghiera, la direzione spirituale, un accompagnamento specializzato e una vita comunitaria sana, in modo da aiutarci reciprocamente a essere fedeli alla nostra consacrazione religiosa e missionaria.

Siamo tutti invitati a essere più umili, a riconoscere le nostre fragilità, le nostre debolezze e il nostro peccato, coscienti che portiamo il tesoro del nostro ministero in vasi di creta (cf 2 Cor 4,7). Tutti abbiamo bisogno di aiuto, a livello personale e comunitario, e siamo invitati a portare i pesi gli uni degli altri, così da adempire la legge di Cristo e vivere la fraternità (cf. Gal 6,6; AC ’22, 16).

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Preghiera

Padre, fonte della vita,
con umiltà e umiliazione ti consegniamo
la vergogna e il rimorso per la sofferenza provocata
ai più piccoli e ai più vulnerabili dell’umanità,
e ti chiediamo perdono.

Signore Gesù, Figlio venuto a rivelare la misericordia del Padre,
ti affidiamo tutti coloro che hanno subito abusi di potere,
spirituali e di coscienza, fisici e sessuali;
le loro ferite siano risanate dal balsamo
della tua e della nostra compassione,
trovino accoglienza e aiuto fraterno,
i loro cuori siano avvolti nella tenerezza e ricolmi di speranza.

Spirito Santo, fuoco di amore,
ti preghiamo per le nostre comunità ecclesiali
e per il nostro Istituto comboniano,
chiamati a impegnarci in un discernimento profondo
sulle nostre omissioni e inadempienze.
Che le nostre case siano accoglienti e sicure
e si rafforzi l’impegno di tutti
per tutelare i più piccoli e vulnerabili.

Trinità Santa, fonte di comunione e di tenerezza,
aiutaci a spezzare le catene della violenza e della colpa,
squarcia i nostri silenzi e facci ascoltare le grida di dolore
delle vittime di abusi e delle loro famiglie;
aiutaci ad accompagnarli facendo verità fino in fondo
nel cammino della giustizia e della riparazione,
affinché anche dal buio della terra, minacciata dal peccato,
ma avvolta dalla luce della Pasqua,
germoglino semi di guarigione e di rinascita.
Perché la vita del Regno si manifesti in noi.
Amen.

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Nota conclusiva sull’importanza
di contestualizzare questo documento

Ogni circoscrizione è chiamata a contestualizzare le indicazioni di queste Linee Guida, tenendo conto della varietà dei contesti in cui lavoriamo (cf. CD 9).

Le norme e procedure contenuti in questo documento hanno valore per tutto l’Istituto. Presentano, tuttavia, un quadro generale. È evidente, perciò, che esse debbano essere attualizzate e contestualizzate a livello di ogni circoscrizione, tenuto conto della particolare situazione sociale, ecclesiale, culturale dei singoli Paesi e, in particolare, dei codici civili delle varie nazioni in cui siamo presenti (cfr. CIC 22).

Il valore di quanto descritto qui non si riferisce tanto ai dettagli di ogni singolo provvedimento o procedura (specialmente per quanto riguarda questioni di pertinenza del foro civile), quanto piuttosto alla necessità di offrire orientamenti comuni circa il sentire e il vivere la missione, la comunione fraterna e la responsabilità verso le persone alle quali siamo stati mandati (RV 104.1 e 131).

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Approvazione e divulgazione

Il superiore generale, padre Luigi Fernando Codianni, con il consenso del suo Consiglio, approva e divulga questo documento, che entrerà in vigore il 10 ottobre 2025.

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Elenco dei documenti principali di riferimento

1) Lettera Apostolica in forma di motu proprio del Sommo Pontefice Francesco, Vos estis lux mundi (VELM), Roma, 7 maggio 2019, edizione aggiornata del 25 marzo 2023).

2) Francesco, Costituzione Apostolica Praedicate Evangelium, Roma, 5 giugno 2022.

3) Papa Francesco, Lettera Apostolica in forma di Motu Proprio Sulla Protezione dei minori e delle persone vulnerabili, Roma 26 marzo 2019.

4) Linee Guida per la tutela dei minori e degli adulti vulnerabili (Conferenza Episcopale Italiana e Conferenza Italiana Superiori Maggiori; Roma, 24 giugno 2019; edizione aggiornata alla normativa vigente, novembre 2023).

5) Regolamento quadro – Prevenzione contro la violenza a sfondo sessuale su minori e adulti sotto tutela e nell’ambito della Conferenza Episcopale Tedesca (Würzburg, 18 novembre 2019, aggiornato 2021).

6) Norme per il trattamento dell’abuso sessuale su minori e adulti bisognosi di protezione o di aiuto da parte di chierici e altri dipendenti della Chiesa (Würzburg, 18 novembre 2019, aggiornato al 24 gennaio 2022).

7) Safeguarding Children: Policy and Standards for the Catholic Church in Ireland, 2016.

8) Codice di Diritto Canonico (CIC), 1983; con nuova versione del Libro VI (in vigore dall’8 dicembre 2021)

9) Regola di Vita (RV) dei Missionari Comboniani del Cuore di Gesù (Roma, 1988).

10) Codice Deontologico (CD) dei Missionari Comboniani del Cuore di Gesù, edizione rivista, Roma, in vigore dal 1° gennaio 2025.