Sabato 18 ottobre 2025
Viene da Gorno l’illustrazione che unirà simbolicamente tutte le chiese parrocchiali della diocesi di Bentiu, in Sud Sudan. Il progetto nasce dall’incontro tra monsignor Christian Carlassare, vescovo della diocesi, e il pittore Umberto Gamba. L’opera, che sarà riprodotta in ciascuna parrocchia, vuole rafforzare il senso di appartenenza della popolazione in un territorio segnato da grandi difficoltà.
Monsignor Carlassare, giovane missionario comboniano italiano, guida la neonata diocesi di Bentiu, una regione segnata da sfollamenti interni, povertà estrema e tensioni sociali. La sua figura è nota anche per l’aggressione subita nell’aprile 2021, poco dopo la nomina episcopale, quando rimase ferito alle gambe da colpi d’arma da fuoco, episodio che ha messo in luce i rischi del suo ministero.
L’opera, nata durante un breve periodo di riposo in Italia del giovane vescovo, si ricollega alla storia della prima missione cattolica del territorio, fondata nel 1925 e dedicata alla Madonna del Santo Rosario. All’epoca il beato Bartolo Longo aveva donato un’immagine venerata nel santuario di Pompei, raffigurante Maria con Gesù in braccio che dona un rosario a san Domenico e santa Caterina da Siena. Gamba ha voluto attualizzare quella devozione inserendo anche i santi della chiesa sudanese: Daniele Comboni e Giuseppina Bakhita.
«Nell’illustrazione – spiega il pittore – Maria tiene Gesù in braccio e lo porge ai fedeli. Il rosario rappresenta la preghiera e l’accoglienza del dono di Dio. In momenti difficili la Chiesa si è radunata insieme come comunità di fede e di resilienza che resiste alla miseria con la solidarietà, alla violenza con scelte che costruiscono la pace, all’insicurezza con la speranza. Daniele Comboni e Giuseppina Bakhita sono delle guide importanti e mostrano il volto di questa chiesa. Daniele Comboni vestito con abiti tradizionali insegna la Parola di Dio, un insegnamento quindi inculturato e che trasforma la vita delle persone».
Gamba aggiunge ulteriori dettagli: «Nel libro che tiene in mano, Daniele Comboni presenta il versetto di Gal 3,28: ‘Non c’è più giudeo né greco; non c’è più schiavo né libero; non c’è più uomo né donna, poiché tutti voi siete uno in Cristo Gesù’. Giuseppina Bakhita, accolta la Parola di Dio, alza la mano e spezza le catene della schiavitù, del pregiudizio, della divisione. Questa Parola la fa una creatura nuova che contribuisce nel costruire una società più umana e fraterna caratterizzata da relazioni rinnovate dal perdono, dal rispetto della dignità di ciascuno, e dal servizio». Il quadro originale è dipinto con inchiostri di china su cartamano.