Roma, giovedì 29 settembre 2011
Il Consiglio Permanente della Conferenza Episcopale Italiana (CEI) si è radunato a Roma dal 26 al 29 settembre. Gli italiani si aspettavano dai pastori un messaggio chiaro e profetico sulla situazione sociale, politica ed economica del paese. Le attese non sono state deluse: il Card. Angelo Bagnasco, presidente della CEI, durante la sua prolusione ha parlato in modo forte e profetico. I media, non solo quelli italiani, hanno dato un’ampia diffusione al messaggio. Durante il suo intervento, il cardinale ha fatto un breve riferimento a Mons. Cesare Mazzolari (nella foto), missionario comboniano, deceduto a Rumbek (Sud Sudan) lo scorso 16 luglio 2011.

Nella prolusione del Card. Angelo Bagnasco all'inizio dell'incontro del Consiglio Permanente della CEI lunedì scorso, ha fatto riferimento ad un argomento caro ai comboniani: l’indipendenza del Sud Sudan e il ruolo centrale che in essa ha giocato il vescovo comboniano Cesare Mazzolari. Di seguito pubblichiamo i paragrafi che si riferiscono a Mons. Mazzolari (in allegato il testo completo della prolusione):

“In Africa, com’è noto, è nata la cinquantaquattresima nazione, il Sud Sudan, a cui va la nostra simpatia e la nostra amicizia. Protagonista primario di questa indipendenza è stato un nostro missionario e confratello, S.E. Monsignor Cesare Mazzolari: la sua improvvisa morte ha finito per dare ancor più rilievo all’opera di questo straordinario servitore del Vangelo che, per intelligenza e dedizione, è degno di figurare tra i più grandi missionari di ogni tempo. Purtroppo, l’amato Continente africano è sottoposto a tali pressioni e condizionamenti – interni ed esterni – da far temere per un suo realistico futuro di libertà e progresso. Ma guai ad arrendersi, e guai a non dare a tanti gesti di novità positiva – che pur non mancano – il loro giusto valore. Strategie di condizionamento stanno progressivamente intaccando anche gli esiti di quelle che sono state chiamate le primavere del Nordafrica, ciascuna delle quali – già lo sapevamo – va marcando un profilo proprio”.

P. Jorge García,
Combonipress