Venerdì 31 dicembre 2021
La congregazione delle Pie Madri della Nigrizia, oggi conosciute come Suore missionarie comboniane, fa i suoi primi passi il 1° gennaio del 1872. [Vedi allegati: Lettera di Padre Tesfaye Tadesse, superiore generale dei Missionari comboniani, per il 150º Anniversario della Fondazione delle Suore missionarie comboniane; e il Programma dell'Anno Giubilare]

La congregazione delle Pie Madri della Nigrizia, oggi conosciute come Suore missionarie comboniane, fa i suoi primi passi il 1° gennaio del 1872. Il giorno prima, Maria Caspi aveva varcato la soglia della casa che Luigia Zago e Isabella Zadrich avevano in parte messo a disposizione a Montorio, un paese vicino a Verona, per preparare giovani «che seguano le tracce e adempiano le funzioni delle pie donne del Vangelo», come precisava Daniele Comboni in riferimento alle missionarie che lo avrebbero affiancato nell’Africa Centrale.

Poco dopo giunge Maria Teresa Scandola, originaria della Lessinia, e con l’arrivo da Padova di Pia Galli, loro formatrice, il cammino comincia. Altre giovani si aggregano nei mesi seguenti: è una realtà minuta e fragile, ma inondata dalla fiducia che Daniele Comboni riponeva nelle donne. Le traversie non mancano, ma il piccolo virgulto cresce e diventa un albero con tanti rami e frutti. Da allora sono trascorsi 150 anni, scanditi da tappe importanti del “percorso di fondazione” che nel suo naturale divenire continua ancora oggi.

Nel 1882, dopo appena un decennio dai primi passi, a causa della rivoluzione mahdista in Sudan la congregazione attraversa eventi drammatici segnati dal martirio. Altre demolizioni ne costellano l’esistenza, sempre però accompagnate da “nuove nascite”, che saranno raccontate nelle pagine riservate quest’anno allo sviluppo storico della congregazione: “Comboniane tra passato e futuro”.

150 sarà una nuova rubrica del nostro magazine, che apre con l’augurio della superiora generale, dedicata al passaggio di testimone tra generazioni di missionarie che hanno donato la loro esistenza per incontrare e condividere con persone di altri popoli e culture la ricerca di vivere in pienezza. È ciò che Gesù di Nazaret esprime per tutti e tutte con queste parole: «Sono venuto perché abbiano vita e l’abbiano in abbondanza» (Gv 10,10).

Oggi il cammino della congregazione si trova ancora una volta a un bivio: è tempo di scelte. Ma l’energia raccolta dal passato alimenta il presente e dissolve la paura dell’incognito. Quale futuro?

«La fede porta all’esistenza ciò che non esiste» (cfr. Rm 4,17), e lo conferma un’esperienza lunga 150 anni!

[Paola Moggi – Combonifem]