Martedì 11 ottobre 2022
Ieri le comunità della Curia generalizia hanno celebrato insieme la festa di san Daniele Comboni. La Messa è stata presieduta dal superiore generale, Padre Tesfaye Tadesse. A causa ancora del coronavirus, c’erano soltanto i confratelli di San Pancrazio, alcune comboniane e alcuni amici e benefattori. Pubblichiamo qui di seguito alcuni passaggi dell’omelia proferita da Padre Tesfaye.

Omelia proferita da Padre Tesfaye

Festa di San Daniele Comboni il 10 ottobre 2022 alla Curia generalizia a Roma.

Carissimi fratelli e sorelle, buona Festa di San Daniele Comboni. Il nostro Padre e Fondatore ha conosciuto e contemplato Gesù il Buon Pastore. Nel Vangelo di oggi, Gesù si presenta come il Buon Pastore. Non dice “faccio il Buon Pastore” o “mi impegno a fare il Buon Pastore”; Gesù è ciò che fa, non esiste divario fra il suo essere e ciò che Lui compie.

  1. Nella prima parte del passaggio di Giovanni 10, Gesù ci è descritto come la porta da cui entrano le pecore, Gesù si presenta come il Buon Pastore, il Pastore Buono-Bello, perché cura, dona e offre la sua vita, condivide la sua persona.
  2. Il Buon Pastore conosce le sue pecore ed è conosciuto dalle sue pecore, vuol dire che vive in mezzo a loro e si lascia avvicinare, si lascia conoscere e si lascia amare.
  3. Il Buon Pastore cerca anche quelli che sono considerati “fuori”, vuole che siano inclusi, così che anche loro possano partecipare; allora Gesù si impegna anche con loro, con pazienza e con fiducia, a condurli, affinché ascoltino ed entrino nell’unico gregge.

Gesù compie la profezia che abbiamo sentito nella prima lettura, perché sopra Gesù c’è lo Spirto del Signore (Luca 4,15), perché è lo Spirito del Signore che lo manda a portare il lieto annunzio ai poveri…, Lui, lo Spirito di Dio, è il Consolatore che consola tutti gli afflitti.

 San Paolo, come abbiamo sentito nella seconda lettura, fissando il suo sguardo su Gesù Cristo Crocifisso, contempla la grandezza di questo amore e ne trae forza per la sua predicazione del Vangelo. Fratelli, quanto a me non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo

San Daniele Comboni contempla questo Gesù, il Buon Pastore, che offre la sua vita sulla Croce, e il suo cuore compassionevole diventa un grande missionario di Cristo, il Buon Pastore, per far conoscere Gesù ai suoi fratelli e alle sue sorelle in Africa. Da questo incontro con Gesù, San Daniele Comboni ha imparato ad allargare il suo cuore fino ad arrivare a dire “io sono di già il vostro Padre, e voi siete i miei figli, e come tali, la prima volta vi abbraccio e vi stringo al mio cuore. Vi sono ben riconoscente delle entusiastiche accoglienze che mi faceste; esse dimostrano il vostro amore di figli e mi persuasero che voi vorrete essere sempre il mio gaudio e la mia corona, come siete la mia parte e la mia eredità” (Scritti 3157).

Quest’anno celebriamo la Festa di San Daniele Comboni accompagnati da due eventi. San Daniele Comboni è presente oggi, nella vita dei nostri confratelli e delle nostre sorelle, Suore Missionarie Comboniane, che continuano ad incarnare il Vangelo di Gesù Cristo, alla maniera di San Daniele Comboni, seguendo le sue orme di generosità nella missione. Anche le Secolari Comboniane e i Laici Missionari Comboniani portano avanti il carisma di San Daniele Comboni. Celebriamo San Daniele Comboni che, con la sua santità e passione, continua ad essere presente nella nostra vita quotidiana e la cui opera continua, così come aveva desiderato e profetizzato.

Come primo evento, quest’anno, celebriamo Comboni con le suore comboniane che celebrano 150 anni di vita, di presenza e di servizio generoso. Celebrano il loro Capitolo Generale in questi giorni accompagnate dal sacrificio di Sr. Maria De Coppi, uccisa la sera del 6 settembre scorso a Chipene, nel nord del Mozambico. Ecco la generosità e la santità missionaria vissute nella vita quotidiana, nella missione fra la gente, facendo causa comune, nella vita delle missionarie comboniane e dei comboniani. Sr. Maria aveva scritto tempo fa Mi sento parte di quella terra e di quel popolo” e nel 1992 aveva detto “Ricordo che erano otto o dieci giorni che era stato firmato l’accordo di pace. Ero nella missione di Meconta. L’ospedale era pieno di gente, anche di militari che venivano a curarsi… ‘La guerra è finita, la guerra è finita’. Sembrava un sogno... E subito dopo le donne che erano venute all’ospedale, presero i loro cesti con i piccoli pani preparati da loro per offrirli. Vedo un soldato che va a comprarne altri insieme ai fagioli e li offre ai guerriglieri. Poi tutti si abbracciano. Chi era scappato comincia a ritornare… è stato un momento bellissimo… Abbiamo danzato di gioia, danzato la pace. Che bella la Pace: tutti insieme. Tutti fratelli…”; però, dopo 30 anni, Sr. Maria è rimasta uccisa nella missione al nord del Mozambico, dove moltissimi cristiani sono stati uccisi nei mesi passati. Ecco la santità missionaria e il martirio di una figlia di San Daniele Comboni.

L’altro evento che ci parlerà di San Daniele Comboni è la prossima beatificazione di P. Giuseppe Ambrosoli, che, come bravo figlio di San Daniele Comboni, pregava il Buon Pastore, dicendo: “O Gesù, amante degli uomini, aiutami ad amare come tu vuoi i miei fratelli… l’amore di Gesù per noi deve essere la misura della nostra carità verso i fratelli. Saper scusare, saper considerare, saper comprendere! considerare gli altri sempre con occhio sereno e buono…

Come abbiamo visto nella vita di San Daniele Comboni, anche nella vita di P. Giuseppe Ambrosoli troviamo la forza dell’amore del missionario, la grandezza del suo impegno, la sua creatività di compassione e sacrificio per la liberazione della persona umana, tutte cose che nascono dalla contemplazione di Cristo. Così ci ha ricordato Papa Francesco quando ci ha ricevuti il 18 giugno scorso, durante il nostro Capitolo Generale.

“Invece, se siamo come tralci ben attaccati alla vite, la linfa dello Spirito passa da Cristo in noi e qualsiasi cosa facciamo porta frutto, perché non è opera nostra, ma è l’amore di Cristo che agisce attraverso di noi. Questo è il segreto della vita cristiana, e in particolare della missione, dovunque, in Europa come in Africa e negli altri continenti. Il missionario è il discepolo che è così unito al suo Maestro e Signore, che le sue mani, la sua mente, il suo cuore sono “canali” dell’amore di Cristo. Il missionario è questo, non è uno che fa proselitismo. Perché il “frutto” che Lui vuole dai suoi amici non è altro che l’amore, il suo amore, quello che viene dal Padre e che ci dona con lo Spirito Santo. È lo Spirito di Cristo che ci porta avanti” (Papa Francesco ai Comboniani, 18/6/22).

Come possiamo testimoniare e mostrare la cura del Buon Pastore nel nostro mondo che soffre, pensando a moltissimi fratelli e sorelle che soffrono a causa delle guerre in diversi paesi, alle persone maltrattate, marginalizzate, rifiutate, perseguitate, sofferenti a causa della crisi del creato che soffre…? Chiediamo attraverso l’intercessione di San Daniele Comboni che il Signore perdoni i nostri peccati, ci purifichi e ci converta, affinché possiamo continuare ad annunciare, testimoniare e servire il Vangelo di Gesù, il Buon Pastore.