Giovedì 15 maggio 2025
Tra l’Unione europea e l’Unione africana è necessario un partenariato che risponda al rischio che «i recenti cambiamenti nelle relazioni UE-UA» possano «mettere in secondo piano la promozione della solidarietà e dello sviluppo umano sostenibile a favore di alcuni interessi economici e geopolitici ben definiti».
A chiederlo sono la Commissione delle Conferenze episcopali dell’Ue (Comece) e il Simposio delle Conferenze episcopali di Africa e Madagascar (Secam) che, in una dichiarazione congiunta dal titolo Perché sappiamo che le cose possono cambiare, esprimono preoccupazione in vista della riunione dei ministri degli Esteri europei e africani, prevista a Bruxelles il prossimo 21 maggio. «L’Africa — si legge nel messaggio — non ha bisogno di carità, né di essere un campo di battaglia per interessi esterni. Ha bisogno di giustizia e di un partenariato fondato sul rispetto reciproco, sulla gestione dell’ambiente e sulla centralità della dignità umana».
I vescovi africani ed europei indicano ai responsabili politici di entrambi i continenti i punti sui quali basare la loro azione, partendo dalla richiesta di protezione degli ecosistemi e delle comunità africane dallo sfruttamento. Comece e Secam sollecitano la promozione di «agroecologia»; la protezione dei «sistemi di sementi gestiti dagli agricoltori»; il divieto di utilizzo di «pesticidi altamente pericolosi esportati in Africa». Chiedono poi di mettere fine all’accaparramento delle terre, di proteggere «i sistemi di proprietà comunale nel rispetto della sacralità della terra» e di «sostenere una visione di partenariato fondata sulla dignità di tutte le persone, sul rispetto reciproco e sull’ecologia integrale».