Venerdì 13 giugno 2025
Il 10 giugno di ogni anno i portoghesi celebrano la “Giornata del Portogallo, di Camões e delle Comunità portoghesi”. Questa giornata commemora la morte del poeta nazionale Luís de Camões, il riconoscimento ufficiale della lingua portoghese come lingua nazionale, e le Comunità portoghesi all’estero. È l’occasione per organizzare eventi culturali in tutto il paese: spettacoli, concerti, mostre e parate per onorare la storia e l’identità portoghesi. È anche una festa di ogni comune, e i sindaci colgono l’occasione per onorare alcuni cittadini “degni di plauso”.
Padre José da Silva Vieira, in vacanze dalla sua missione in Etiopia, è stato uno dei nove cittadini prescelti dal sindaco del suo comune, Cinfães, situato nel distretto di Viseu, per essere omaggiati durante la cerimonia ufficiale tenuta nel centro culturale locale.
Nell’occasione, il sindaco Serafim Rodrigues ha spiegato il motivo di questo omaggio a padre José Vieira, sottolineando «l’eccezionale percorso compiuto dal missionario, sempre al servizio degli altri, soprattutto nelle missioni in cui si è recato, diffondendo il messaggio evangelico nei modi più svariati e facendo della sua stessa vita, totalmente spesa per gli altri, un chiaro messaggio di pace e di comunione». Ha poi aggiunto, rivolgendosi direttamente a padre Vieira: «Ma c’è anche un’altra ragione: il tuo profondo amore per la terra di Cinfães. Per questo, caro padre José, il Comune è grato che uno dei suoi figli porti in giro per il mondo non solo il messaggio della fede, ma anche il nome della terra che lo ha visto nascere».
Sulle prime, padre José Vieira era incline a rifiutare l’invito, poi, invece, ha accettato. E gli è toccato anche rivolgere la parola ai molti presenti. Ecco il suo brevissimo discorso.
«Confesso di essere contrario a ricevere queto tipo di onorificenze. Quando mi è stato proposta, ci ho pensato due o tre volte! Poi ho accettato per una semplice ragione: sono qui a nome della fede della gente di Cinfães, dove sono nato e cresciuto, imparando cos’è la vita e apprendendo la fede cristiana, che poi ho cercato di condividere con il gruppo etnico dei guji, del sud dell’Etiopia, per dodici anni, con i sud-sudanesi per altri sette anni, e con i messicani per poco più di nove mesi.
In tutta onestà, mi sento un umile testimone del Vangelo della grazia di Dio. Svolgo il ministero dell’annuncio evangelico a nome vostro e con la forza della vostra amicizia. Il servizio missionario è un privilegio unico e una fonte di gioia e vitalità. È un’esperienza umana unica poter condividere la vita con persone che non sapevo nemmeno che esistessero e che mi hanno accolto come uno di loro.
José Tolentino de Mendonça, grande faro della letteratura e della spiritualità contemporanea, ha scritto: “Quando dono la mia vita, ecco che essa si moltiplica. Quando mi abbandono agli altri, ecco che ritrovo me stesso. Quando dico a qualcuno ‘la mia vita è tua’, ecco che essa mi appartiene per davvero. La vita sarà un’avventura piena di frutti , se possiamo contare su questo tipo di amore”. La missione che sto svolgendo mi fa vivere questa realtà ogni giorno!
Sono un nativo di Cinfães e immensamente orgoglioso delle mie radici. Perfino del mio accento! Quando vivevo a Lisbona, molte persone che mi sentivano parlare mi dicevano: “Lei, padre, è del Nord, vero?”. Sono di Cinfães, e questo mi rende orgoglioso. Di più: mi sento responsabile di questo, perché sono il vostro ambasciatore in tutti gli angoli del mondo!
Molti della mia generazione vivono in diaspora per motivi di lavoro o di famiglia, oppure per seguire una vocazione, come me.
Abbiamo lasciato Cinfães, ma Cinfães non ci ha lasciato andare. Il richiamo della culla che ci ha accolto alla nascita e di questa terra magica incastonata tra il fiume e le montagne, ha forgiato il nostro carattere. Siamo resistenti e forti come il granito di Montemuro. Siamo calmi – oserei dire “poeti contemplativi” – come le tranquille acque del fiume Douro che scorrono ai nostri piedi.
Cinfães è più di un luogo sperduto su una cartina geografica e difficile da raggiungere: è una identità che ci forma, un marchio indelebile che ci accompagna sempre, un segno di appartenenza, di identificazione personale e comunitaria.
Sono profondamente grato per questo riconoscimento: grato soprattutto a Dio nel quale ci muoviamo, respiriamo ed esistiamo.
Desidero anche ringraziare il dottor Serafim Rodrigues, il sindaco in carica, soprattutto per l’amicizia che ci lega da molti anni. E dico grazie a ciascuno di voi per la vostra vicinanza.
Che il Signore della Vita e della Missione ci benedica tutti».
Padre José da Silva Vieira, mccj
Cinfães 10 giugno 2025