Lunedì 22 settembre 2025
Domani, 23 settembre, dalle 16.30 alle 18.00, in via San Nicola dei Cesarini, accanto a Largo Argentina, si terrà un nuovo Digiuno di Giustizia in solidarietà con i migranti. Alex Zanotelli, missionario comboniano e voce profetica della coscienza civile, rinnova anche questo mese un impegno che dal 2018 viene portato avanti con costanza, raccogliendo religiosi, laici e cittadini in un gesto simbolico ma radicale: astenersi dal cibo per ricordare i diritti calpestati di chi cerca futuro e dignità.

«Continuiamo a digiunare per non abituarci all’indifferenza», scriveva Zanotelli il 18 giugno 2024 su FarodiRoma, denunciando la normalizzazione delle tragedie nel Mediterraneo. «Non possiamo restare muti davanti a questo mare che è diventato una fossa comune».

Ogni annuncio mensile è una tappa di un cammino che intreccia fede e impegno politico. Il 23 luglio 2024 ricordava che «il digiuno è un atto di resistenza spirituale contro leggi ingiuste e disumane». Poche settimane dopo, il 20 agosto, il missionario ribadiva che «digiunare significa fare memoria dei migranti respinti, torturati nei lager libici o lasciati affogare».

Parole che si intrecciano con la richiesta costante rivolta alle istituzioni. Già il 19 marzo 2024 Zanotelli aveva scandito: «Chiediamo con forza il superamento del Memorandum Italia-Libia e il rispetto del diritto internazionale». Il 23 aprile, a ridosso della Giornata della Liberazione, sottolineava che «la vera libertà non può convivere con i respingimenti e le catene dei lager».

Il filo conduttore è la radicalità evangelica, che lo spinge a un gesto povero ma eloquente. «Il digiuno è la nostra piccola arma nonviolenta» dichiarava il 21 maggio 2024, «un modo per dire no alla barbarie e sì a una società dell’accoglienza».

Oggi, a distanza di mesi, la sua voce non perde forza. «Non smetteremo di digiunare – scrive nell’annuncio del 23 settembre 2025 – finché non vedremo un’inversione di rotta nelle politiche migratorie europee e italiane. È in gioco la nostra umanità».

Così, il Digiuno di Giustizia non è solo un rito mensile ma un appello a ciascuno. Ogni data, ogni ora di silenzio e astinenza è un invito alla coscienza collettiva: perché, come ripete Zanotelli, «non possiamo girarci dall’altra parte davanti a chi bussa alle nostre porte in cerca di vita».

S.C. – Faro di Roma