In Pace Christi

Peretti Virgilio

Peretti Virgilio
Fecha de nacimiento : 27/03/1901
Lugar de nacimiento : Levico TN/I
Votos temporales : 01/11/1923
Votos perpetuos : 01/11/1930
Fecha de ordenación : 30/03/1929
Fecha de fallecimiento : 30/11/1982
Lugar de fallecimiento : Verona/I

Nella sua lunga vita, P. Virgilio Peretti ha sofferto molto, e non solo per la sua salute precaria, che gli ha impedito di andare in missione. Ma ha sofferto serenamente, perché ciò che per lui contava era il fare la volontà di Dio. Anche il non poter essere stato disponibile per la missione era per lui sofferenza; ma finché le forze glielo permisero volle dedicarsi con tanto impegno alle formazione dei futuri missionari.

Era nato a Levico (Trento) il 27 marzo 1901. A vent'anni, dopo un certo periodo trascorso a Brescia, entrò nel noviziato di Venegono, accompagnato da questa testimonianza del suo superiore: «Peretti s'è fatto sempre voler bene da tutti. Ha per tutti una buona parola suggeritagli dal suo buon cuore non senza giusto criterio». L'aver dovuto fare un corso troppo accelerato di studi non giovò certo alla sua salute. Emise la prima professione religiosa a Venegono il 1° novembre 1923. Venne subito inviato come prefetto ed insegnante a Brescia per quattro anni e poi a Riccione per altri due. Fu ordinato sacerdote a Verona il 30 marzo 1929.

Da allora svolse il suo ministero sacerdotale missionario come Padre Spirituale nelle Scuole Apostoliche di Riccione, Trento, Padova, poi di nuovo a Trento, Thiene, e poi come confessore a Firenze e Pordenone. E infine, bisognoso di cure e di riposo, trascorse i suoi ultimi anni ad Arco ed a Verona.

P. Giorigo Canestrari, che è stato assieme a P. Peretti a Trento per circa otto anni (dal 1945 al 1953), ci lascia di lui questo ricordo: «P. Peretti è un uomo che prese in serio la vita come servizio alla gloria di Dio; la sua preoccupazione era una sola: la volontà di Dio! Andava diritto per la sua strada: la vita religiosa. Coloro che ci stavano a seguire la sua marcia. .. trovavano in lui un amico su cui si potevano contare, allegro, buono, comprensivo, che sapeva dirti una parola buona, che ti dava coraggio a continuare nel cammino; gli altri - coloro che non accettavano il "suo" modo di vivere gl'impegni della vita religiosa - non lo potevano, non riuscivano a capirlo e quindi i difetti che c'erano in lui venivano presi di mira e diventavano montagne insormontabili».

A questo punto il P. Canestrari si chiede: «Fu un vero formatore?». E aggiunge: «Io penso che sì; era un uomo convinto di ciò che insegnava e un uomo convinto crea sempre profonde convinzioni in coloro che si lasciano formare». La risposta comunque non si può dare mettendo a confronto sistemi di formazione che col tempo sono cambiati, ma piuttosto ricordando l'impegno e lo spirito con cui, a suo tempo, si dedicò al suo compito di formatore. Da coloro che lo hanno avuto Padre Spirituale, si ricorda il suo senso di responsabilità nello svolgere il suo ufficio, la sua grande bontà e disponibilità nella direzione spirituale, la convinzione con cui inculcava certi principi fondamentali. Sapeva far amare ciò che insegnava, specialmente nelle meditazioni, che preparava con tanta cura. In molti ha lasciato un buon ricordo di sé, anche a distanza di tempo. Ha avuto certi suoi limiti. Ma non è il caso di soffermarci su ciò, se non per dare ancora una volta la parola a P. Canestrari, che anche a questo proposito cerca di impostare un giudizio equanime: «P. Peretti è un vero sacerdote che aveva un solo desiderio: portare tutti a Dio! Anche esagerando ... certo; e qui si possono dire tante cose. Cercava Dio dappertutto e quindi tutto ciò che sapeva di soprannaturale lo attirava fortemente e il suo entusiasmo lo portava ad accettare novità senza discussioni... ». «Dopo il 1953 - continua P. Canestrari - non ho saputo nulla di lui; l'ho trovato a Verona ammalato: era lo stesso P. Virgilio che avevo conosciuto a Trento: l'uomo dell'orazione, sempre con il Rosario in mano, assetato di Dio, gran devoto della Madonna ... e in più l'uomo in croce che la sofferenza purificava... Io posso testimoniare il suo amore alla Congregazione che voleva fosse una Congregazione Madre di santi!».

Da Mccj Bulletin n. 138, luglio 1983, pp.69-70