Notiziario mensile dei Missionari Comboniani del Cuore di Gesù

DIREZIONE GENERALE

Guida all’attuazione del XVI Capitolo Generale
La Guida all’attuazione del XVI Capitolo Generale e Programmazione del Consiglio Generale è stata spedita per posta elettronica a tutti i provinciali e delegati nell’edizione italiana verso la fine di luglio 2004.
Prossimamente ai provinciali, delegati ed ad alcune comunità saranno spedite copie stampate nelle diverse lingue (francese, inglese, italiano, portoghese, spagnolo e tedesco). I responsabili dovranno farne prevenire una copia ad ogni confratello e comunità della loro provincia o delegazione.

Annuario Comboniano
Una versione dell’Annuario Comboniano, aggiornata al 1 agosto 2004, è stata mandata per posta elettronica ai provinciali e delegati che ne hanno fatto richiesta. I confratelli che lo desiderano, pos-sono rivolgersi al loro provinciale o delegato per averne una copia. Questo è il primo tentativo di spedire l’Annuario Comboniano per posta elettronica. Se la reazione è positiva, lo si farà ancora a intervalli regolari.
All’inizio del prossimo anno, come programmato, sarà pubblicata l’edizione cartacea dell’Annuario Comboniano 2005. Il segretario generale, quindi, ricorda a tutti della necessita di comunicargli tempestivamente ogni aggiornamento o correzione da introdurre nell’Annuario.

Fotografie di case e di confratelli
Continuano ad arrivare al segretario generale fotografie delle nostre case e dei confratelli. Grazie di cuore a quelli che le spediscono. Incoraggiamo coloro che non l’hanno ancora fatto di mandare al più presto le fotografie richieste.

Nomine
P. Castrejana Fernández Felipe Andrés (E) è nominato consigliere tecnico per l’economia a partire dal 01.07.2004.
P. Danilo Castello (LP) è stato eletto presidente del Missionary Institute London (MIL).

Voti perpetui
Sc. Sodokin Jacob (T) São Paolo (BR) 12.06.2004
Sc. Waïbena Atama Mahoba Mellon (T) São Paolo (BR) 12.06.2004

Ordinazioni sacerdotali
P. Awuye Ruben Kwame Dodzi (T) Akatsi (GH) 10.07.2004
P. Kambo Paul Kithuku (KE) Machakos (KE) 17.07.2004
P. Paolino Tipo Deng Amayldh (KH) Malakal (SD) 25.07.2004
P. Djago Paul (T) Cotonou (BE) 07.08.2004
P. Megnihoue Codjo Bernard (T) Cotonou (BE) 07.08.2004
P. Ibarra Hernández Luis Enrique (M) Guadalajara (M) 14.08.2004

Opera del Redentore

Settembre 01 – 15 NAP 16 – 30 PE
Ottobre 01 – 15 P 16 – 31 RSA

Intenzioni di preghiera

Settembre - Perché il carisma di San Daniele Comboni e l’esempio di Sr. Giuseppa Scandola, sua prima missionaria di 100 anni fa, siano di sprone e di ispirazione alle Sorelle Missionarie Combo-niane che parteciperanno al Capitolo Generale. Preghiamo.

Ottobre - Perché l’esempio di San Daniele Comboni stimoli i membri delle nostre famiglie missio-narie a cercare con entusiasmo e creatività nuove forme di evangelizzazione e di animazione mis-sionaria nelle chie-se locali e nel mondo. Preghiamo.

Pubblicazioni
Camillo Ballin, The ways of the Spirit, Dar Ash-Sharqiyat, Cairo, 2004. “S. Pacomio è conosciuto nella tradizione monastica come il fondatore della vita cenobitica. Cosa intendeva S. Pacomio per vita cenobitica? È interessante notare che egli vedeva nella vita monastica cenobitica una delle vie per diventare cristiani, per cui accettava in monastero anche i pagani, i quali appunto vi entravano per diventare cristiani. Le caratteristiche fondamentali della sua spiritualità furono il servizio frater-no concreto e l’impegno quotidiano per la conversione a Cristo”. Il libro, a scopo divulgativo, è in arabo ed è stato molto apprezzato dal patriarca copto-cattolico per la profondità con cui viene tratta-to l’argomento.

Camillo Ballin, History of the Church, Dar Ash-Sharqiyat, Cairo, 2004. È una presentazione della storia della Chiesa dall’inizio fino al 15° secolo. Il testo, a scopo divulgativo, è in arabo e intende far conoscere al mondo arabo le varie vicende della Chiesa, con particolare interesse per i problemi della Chiesa Orientale.


CONGO

Congresso internazionale di missiologia (Kinshasa 11-17 luglio)
Il congresso è stato impostato alla luce dell’insegnamento del Santo Padre nella sua lettera aposto-lica Novo Millennio Ineunte e organizzato con il patrocinio della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli e con gli auspici del Simposio delle Conferenze Episcopali d’Africa e Madagascar e della Conferenza Episcopale Congolese.
Lo scopo del congresso era quello di fare il punto sulle condizioni della Missione della Chiesa e di suggerire nuove modalità per espletare l’attività missionaria.
Vi sono state molte proposte interessanti che sono state riprese nelle conclusioni del congresso. In primo luogo tutti i delegati hanno espresso il desiderio di far giocare un ruolo crescente ai giovani nelle Chiese di Africa, America Latina e Asia.
Un’altra esigenza molto sentita è quella di creare scambi e relazioni tra le diverse Chiese partico-lari. Scambi tra quelle del nord e del sud del mondo (Europa e America del Nord da una parte, Afri-ca, America Latina e Asia dall’altra), ma anche tra quello dello stesso continente.
Un’altra indicazione in questo senso è stata quella di creare contatti sistematici tra i teologi dei di-versi continenti, in modo da ottenere uno scambio proficuo tra nord e sud anche sul piano teologico e dottrinario.
A livello operativo è stato suggerito di organizzare ogni anno, in Africa, un incontro di missiolo-gia e di animazione missionaria della durata di una settimana in collaborazione con le Pontificie Opere Missionarie. Questi incontri dovranno tenersi la settimana che precede la Giornata Missiona-ria Mondiale.
È stato proposto, infine, di creare in Africa un centro di formazione e di studi sulle sfide e i pro-blemi della missione dedicato a San Daniele Comboni che più di 100 anni fa aveva avuto l’intuizione di formare i propri missionari direttamente in Africa.

CURIA

Castel Gandolfo (25 luglio 2004)
Il Santo Padre Giovanni Paolo II durante la recita dell’Angelus a Castel Gandolfo ha detto: “Da più di diciotto anni il Nord dell'Uganda è sconvolto da un disumano conflitto, che coinvolge milioni di persone, soprattutto bambini. Molti di loro, presi nella morsa della paura e privati di ogni futuro, si sentono costretti a “fare i soldati”. Mi rivolgo alla comunità internazionale e ai responsabili poli-tici nazionali perché si ponga fine a questo ormai tragico conflitto e si offra una reale prospettiva di pace all’intera nazione dell’Uganda”.
Il Santo Padre ha rivolto la Sua attenzione sull’altrettanto preoccupante situazione in cui si trova-no le popolazioni del Darfur, la regione occidentale del Sudan confinante con il Ciad. “La guerra, intensificatasi nel corso di questi mesi, porta con sé sempre più povertà, disperazione e morte. Un ventennio di duri scontri ha prodotto in Sudan un numero ingente di morti, di sfollati e di rifugiati. Come restare indifferenti? Rivolgo un accorato appello ai responsabili politici e alle organizzazioni internazionali, perché non dimentichino questi altri nostri fratelli duramente provati”.
In conclusione, il Papa ha fatto sapere che “la comunità cristiana si sta impegnando per far fronte a queste emergenze. In Uganda i vescovi, aiutati da altre diocesi del mondo e da organizzazioni di volontariato, operano con generosità per la riconciliazione nazionale e per i soccorsi alle persone in difficoltà. Nel Darfur ho voluto inviare proprio in questi giorni il presidente del Pontificio Consiglio “Cor Unum”, Mons. Paul Josef Cordes, perché rechi a quelle tribolate popolazioni la solidarietà spi-rituale e materiale della Santa Sede e della Chiesa universale”.

DSP

Celebrazione giubilare dei Laici Missionari Comboniani (MaZ)
L’ultima settimana di luglio molte persone si sono radunate nella nostra casa di Josefstal per cele-brare un giubileo, cioè i 20 anni da quando la DSP ha iniziato a preparare i suoi “Missionari a tem-po limitato” (MaZ). Li ha poi inviati nelle missioni come laici missionari a collaborare con i Com-boniani nello spirito del Fondatore e per un periodo che va da uno a tre anni (o anche più). Il progetto come tale era stato sviluppato originariamente da altri Istituti missionari e religiosi in Ger-mania, i quali hanno reso possibile a persone interessate nel progetto missionario di lavorare come MaZ. In questi 20 anni, i nostri laici missionari hanno prestato servizio in varie nazioni.
Alcuni dei partecipanti alla celebrazione non si vedevano da parecchio tempo, così che il raduno è stato una bella opportunità per ritrovarsi e scambiarsi notizie. Hanno partecipato anche P. Bernhard Riegel e Fr. Hans Eigner, i primi due Missionari Comboniani incaricati dei MaZ. La bella celebra-zione eucaristica, fatta insieme ai fedeli di Josefstal, si è trasformata in un momento importante per riflettere su una più profonda visione e sulle nuove sfide dei MaZ.
I laici e le laiche che hanno collaborato con i Missionari Comboniani nel corso di questi ultimi 20 anni sono circa 90. Per la fine di quest’anno 2004 potrebbero salire a 100. Nel corso di questi anni, le strutture ed il processo di discernimento dei MaZ sono stati ritoccati. Indubbiamente tutte queste persone hanno acquistato una grande esperienza nella condivisione della fede e nell’impegno per la causa dei poveri.

Gruppi di Riflessione
I Comboniani e le Comboniane del gruppo europeo di riflessione si sono riuniti a Bamberga per una riflessione teologica. In questo momento così grave per l’umanità hanno continuato a riflettere su come annunciare il Dio della vita nell’attuale contesto di morte. In questa prospettiva, vorrebbero segnalarci un evento che ci tocca tutti da vicino e che avrà gravi ripercussioni soprattutto per i pove-ri.
Se il programma sarà rispettato, nel gennaio 2005 dovrebbe essere approvato dal WTO (Organiz-zazione Mondiale del Commercio) l’accordo generale sul commercio dei servizi (GATS) che priva-tizzerà più di 160 servizi pubblici, tra i quali le scuole, la sanità e i trasporti pubblici. Se questo do-vesse avvenire, sarebbe un altro disastro per i poveri del mondo, sia nel sud del mondo come nel nord.
Il gruppo europeo ci chiede di reagire unendoci alle varie campagne in atto in ogni nazione contro il GATS.


ECUADOR

Volontariato missionario giovanile
Anche quest’anno abbiamo fatto l’esperienza del “Volontariato Missionario Giovanile” con 5 giovani provenienti da varie zone dell’Ecuador, ma questa volta quattro di loro venivano dalle no-stre missioni, segno che stiamo prendendo sul serio la promozione vocazionale.
Dopo un periodo di formazione durato quasi due mesi nel centro giovanile di Carcelén, sono stati inviati per più di due mesi a due delle nostre missioni per un’esperienza missionaria, con un pro-gramma di lavoro, di accompagnamento e di riflessione.
Al termine dell’esperienza si sono riuniti per valutare quello che avevano vissuto e alcuni giorni di ritiro per decidere della loro vocazione. Tutti e cinque hanno scelto di entrare nel postulato. Il lo-ro, quindi, non è solo entusiasmo, ma il primo passo verso un impegno radicale e definitivo per Dio e la missione.

Raduno sulla giustizia, pace e integrità del creato (GPIC)
Come provincia ci siamo radunati nella casa provincializia di Quito i giorni 26 e 27 di luglio per un incontro di FP sulla GPIC. Tutte le comunità della provincia erano rappresentate.
All’inizio dell’incontro, il provinciale ci ha ricordato gli orientamenti del Capitolo Generale al ri-guardo. P. Claudio Zendron ha parlato dell’assemblea continentale (America e Asia) dell’evangelizzazione e di quella generale per la preparazione della Ratio Missionis tenutesi a Roma dal 17 al 29 maggio 2004.
Il giorno seguente Fr. Alberto Degan ci ha parlato della spiritualità e dei fondamenti biblici dell’impegno per la giustizia e pace, ricordando che il Vangelo della pace è la priorità missionaria di Dio.
Nella seconda parte del mattino Fr. Joel Reyes Cruz ha parlato della necessità di chiarire il concet-to di “promozione umana”, che dovrebbe essere inteso come umanizzazione e non come migliora-mento tecnico. L’umano è qualcosa di periferico alla missione o qualcosa di centrale?
Ci siamo poi divisi in tre gruppi per rispondere alle seguenti domande: 1) Dei punti che abbiamo discusso, quali sono le sfide che sentiamo più nostre come comboniani? 2) Come animare verso questo modo di pensare la Chiesa locale e la società?
Come conclusione si è chiesto all’assemblea che cosa richiede dalla commissione provinciale di GPIC, composta dai Fratelli di Guayaquil e dal responsabile dell’evangelizzazione, per continuare nella riflessione e per preparare un programma di formazione permanente di GPIC.

Invio missionario a Patate
La parrocchia di Patate la domenica 8 agosto ha inviato solennemente allo scolasticato di San Paolo, Brasile, il neo professo e suo primo missionario Carlos Iván Cagpata Aponte.
Al termine della celebrazione è stata annunciata la grande missione popolare che inizierà il 10 ot-tobre in tutte le cascine e fattorie della parrocchia, da concludersi in novembre con la processione, l’inaugurazione e la benedizione del monumento a San Daniele Comboni che sarà collocato nel san-tuario di Nostro Signore del Terremoto.

Inaugurazione della nuova sede “Antorcha”
Sabato 14 agosto a Quinindé, alla presenza del provinciale, di varie autorità civili e dei leader del-le cooperative, c’è stata l’inaugurazione e benedizione della nuova sede della cooperativa di rispar-mio e credito “Antorcha”. La cooperativa era stata iniziata da P. Alberto Buffoni (utilizzando allora una delle classi della missione) e poi portata avanti da P. Modesto Llorente Pacheco e da P. Enea Mauri.
La data di fondazione è del 4 agosto 1968 con 41 soci e 2500 scudi ecuadoriani di capitale. Ora i soci sono 3200 con un capitale di un milione di dollari USA.
Al termine dell’eucaristia, presieduta dal provinciale P. Enea Mauri, è stato benedetto il centro, ri-cordando P. Alberto che è stato uno dei pionieri del cooperativismo nella provincia di Esmeraldas e, in particolare, di Quinindé, quando ancora non vi esisteva nemmeno una banca. È una delle poche cooperative ancora esistenti e che è riuscita ad aumentare il suo capitale, provvedendo l’aiuto finan-ziario necessario affinché molti umili e poveri contadini riuscissero a costruirsi la casa, l’officina e condurre una vita dignitosa.

La Messa afro in CD
Portando avanti il nostro impegno di servire il popolo afro-ecuatoriano affinché recuperi i suoi va-lori e cresca nel suo cammino di fede, la Comunità dell’Opera Comboniana per la Promozione U-mana (OCPH) di Guyaquil ha preparato un nuovo CD con la Messa Afro. Il CD contiene 14 canti ed è dedicato ai missionari afro-ecuatoriani.


KHARTOUM

Visita alle Montagne Nuba
Già dal gennaio 2001 le Montagne Nuba godono di una relativa pace per l’accordo sul cessate il fuoco nella zona e la presenza di osservatori internazionali. Solitamente una volta l’anno visitavo Dilling e Kadugli. L’anno scorso potei visitare anche due centri nella zona sotto il controllo del Movimento di Liberazione (SPLA). Quest’anno, in maggio, col permesso dell’autorità competente in El Obeid e del SPLA, sono entrato nel territorio in mano al SPLA per rendermi conto della situa-zione. Potei visitare parecchi centri. Sono state aperte 3 parrocchie da Mons. Max Gassis Macram con la collaborazione di 4 sacerdoti e un diacono sudanesi, 3 sacerdoti e un fratello degli “Apostles of Jesus” e una comunità di Suore Missionarie Comboniane.
In tutto il territorio si notano molte capanne nuove, segno della fiducia che sta tornando nella po-polazione. Alcuni sono tornati dal nord, altri sono scesi dalle montagne dove avevano trovato rifu-gio dai bombardamenti e dalla guerriglia, mentre altri, che si erano rifugiati in villaggi più grossi e meglio protetti, sono tornati ai loro antichi villaggi. La vita sta tornando alla normalità. I problemi da risolvere sono molti: sanità, educazione, scarsità d’acqua e di cibo, dovuto al mancato raccolto dell’anno scorso. La Chiesa ha aperto alcune scuole elementari e, per l’acqua, ha provveduto con delle pompe a mano. Ora, con il trattato di pace, la situazione dovrebbe migliorare.
È interessante notare che in molte località dove la Chiesa Cattolica prima della guerra non esiste-va o era agli inizi, ora ci sono centri con i propri catechisti in piena attività. Questo va sopratutto a onore di alcuni catechisti ben formati che sono rimasti in zona anche durante la guerra e che, prima della venuta dei sacerdoti, giravano di villaggio in villaggio per assistere gli altri catechisti, per e-saminare i catecumeni e battezzarli.
Si spera in un buon futuro per la Chiesa sui Monti Nuba, anche se i mussulmani non dormono e in certi villaggi cercano di frenare le attività dei cristiani. (Mons. Antonio Menegazzo)

Visita di Mons. Paul Josef Cordes al Sudan
Dal 22 al 25 luglio Mons. Paul Josef Cordes, Presidente del Pontificio Consiglio “Cor Unum”, è stato inviato dal Papa a Khartoum in Sudan al fine di esprimere la sua vicinanza di padre alla Chiesa in Sudan, specialmente agli sfollati e rifugiati della regione del Darfur.
Oltre alle baraccopoli nei dintorni di Khartoum, dove si trovano da più di dieci anni gli sfollati provenienti dal Sud a causa della guerra, Mons. Cordes ha svolto una visita al campo di Kalma, nei pressi della città di Nyala, regione del Darfur. Qui ha potuto anche incontrare alcuni rappresentanti di agenzie cattoliche di assistenza, che stanno preparando - insieme ad altre agenzie cristiane - un programma di aiuto per 17 milioni di dollari. Indescrivibili sono le condizioni di migliaia e migliaia di persone. Solo a Kalma si trovano circa 10.000 sfollati, accampati nel deserto sotto tende di paglia e teloni di plastica.
Il viaggio ha tratto l’attenzione dei mass-media arabi locali, i quali hanno dato molta importanza alla notizia. La Chiesa in Sudan e i rappresentanti del governo hanno espresso ripetutamente la loro sincera gratitudine al Santo Padre, preoccupato per il continente africano e per tutti coloro che sof-frono.
Nella mattinata di domenica, 25 luglio, Mons. Cordes, insieme al Cardinale Arcivescovo di Khar-toum e al Nunzio Apostolico in Sudan, ha concelebrato una liturgia eucaristica nella cattedrale di Khartoum.
Al termine della sua visita, l’inviato del Santo Padre ha voluto riaffermare la necessita che “le au-torità sudanesi, in collaborazione con la comunità internazionale, garantiscano l’assistenza e il ritor-no in sicurezza ai loro villaggi a quanti sono stati privati di tutto; essi sono stati costretti a fuggire e vivono in condizioni umane indegne. La Chiesa Cattolica, attraverso la Conferenza Episcopale loca-le, la Caritas e altre agenzie cristiane, dà il suo specifico ed ampio contributo per sostenere tutti co-loro che in più di venti anni di conflitto hanno abbandonato le proprie case. Si esprime altresì la cer-tezza che, con l’apporto di tutte le popolazioni del paese, si potrà costruire un futuro migliore per il Sudan”.

LP

Notizie dalla London Province
P. Danilo Castello è stato eletto presidente del Missionary Institute London (MIL). Congratula-zioni!
Quest’anno 12 nostri scolastici attendono corsi di teologia che sono riconosciuti dall’università di Middlesex. Alcuni studiano per il STB, un diploma dell’università di Lovanio alla quale il MIL è affiliato. Corsi di specializzazione in teologia applicata sono possibili. Presentemente uno dei nostri confratelli, P. Abraham Hailu, che lavora nella diocesi di El Obeid, si sta diplomando in GPIC.
Per informazioni riguardo brevi corsi (di un anno) in teologia applicata, come Leadership, Mis-sion Studies, Justice and Peace Studies, ecc., per favore scrivere a: The Registrar, Missionary Insti-tute, Holcombe House, The Ridgeway, London NW7 4HY. Oppure e-mail: mil@mdx.ac.uk. Con-sultare anche il nostro web-site: www.the-mil.org.uk


NAP

Primo raduno dei dipendenti comboniani
Dal 23 al 24 luglio le persone che lavorano negli uffici delle comunità della NAP, si sono riunite nella casa di Cincinnati per la prima volta nella storia della provincia. Sono venuti dalle zone di Chicago e Los Angeles, da Montclair (New Jersey) e dal Canada. Si sono uniti ai dipendenti di Cin-cinnati per un momento di riflessione, scambio di esperienze, preghiera e ricreazione. È stata una bella occasione per loro di avere una visione più ampia e per appezzare il carisma comboniano che li unisce. L’incontro era stato suggerito da Sr. Roseanne White, OSU, direttrice dell’economato provinciale.
Il provinciale, P. Tennis William Conway, ha dato il benvenuto agli ospiti nella casa provinciali-zia. I segretari dei vari dipartimenti hanno spiegato le attività dei loro settori e i partecipanti hanno a loro volta raccontato come sono venuti a conoscenza dei Missionari Comboniani e che ruolo svol-gono nelle parrocchie e nei centri dove lavorano. Si è anche discusso il modo di creare più collabo-razione tra gli uffici della provincia e quelli delle comunità. Alla chiusura dell’incontro si è riflettu-to su quale impatto il carisma di Comboni, com’è vissuto dai Missionari Comboniani oggi, ha avuto sulla loro vita. È stato un incontro molto gratificante e commovente. La cena sul fiume Ohio ha of-ferto una vista panoramica di Cincinnati molto apprezzata e un’occasione per rilassarsi. L’incontro si è concluso la domenica mattina con la S. Messa presieduta da P. Giuseppe Bragotti.

Solidarietà con l’Africa
Il 13 luglio P. John Baptist Keraryo Opargiw e P. Paulino Mondo Twesigye sono stati gli intervi-stati principali di una tavola rotonda sull’Africa, organizzata dal nostro ufficio missionario insieme all’ufficio missionario dell’arcidiocesi di Cincinnati e l’Ateneo dell’Ohio. La loro presentazione di come l’Africa sfida il mondo occidentale oggi è stata molto apprezzata. Sono state poste molte do-mande durante la discussione che n’è seguita. Il numero di partecipanti è stato buono, nonostante fosse una notte di tempesta. La presenza e testimonianza di alcuni africani che vivono a Cincinnati, e tra loro alcuni profughi sudanesi, hanno aggiunto una nota molto realistica all’incontro. La tavola rotonda faceva parte di un programma quinquennale di “Solidarietà con l’Africa”, sponsorizzato dall’ufficio missionario dell’arcidiocesi e da altre istituzioni, come i dipartimenti di teologia e scienza politica della Xavier University ed il nostro ufficio missionario.
P. John Baptist e P. Paulino hanno speso la maggior parte dell’estate negli Stati Uniti d’America dando una mano per le giornate missionarie della NAP. Altri Comboniani ugandesi hanno fatto lo stesso a Chicago e Montclair. La gente ha molto apprezzato la loro presenza nelle parrocchie, per-ché rappresentano la realizzazione del sogno di Comboni e sono segni dell’universalità della chia-mata missionaria.

PORTOGALLO

Corso di spiritualità comboniana per laici
Circa 70 persone, in maggioranza laici ed alcuni membri della famiglia comboniana, hanno tra-scorso il fine settimana (25-27 giugno) a Fatima per un incontro personale con San Daniele Com-boni, tramite una esperienza di comunione con la Famiglia Comboniana nel contesto di Chiesa. Par-tendo dagli Scritti di Daniele Comboni, i partecipanti hanno riflettuto assieme sui temi che riguardano l’Africa, l’Europa, la vocazione e la missione al tempo di Comboni e ai nostri giorni. È stato uno sguardo d’insieme sulla missione attraverso l’esperienza del Fondatore e dei suoi missio-nari e missionarie. Comboni continua a sfidarci con la stessa audacia di un secolo fa e gli Scritti co-stituiscono la sua parola viva.
P. Manuel Augusto Lopes Ferreira ha aperto l’incontro presentando alcune chiavi interpretative dei testi di Daniele Comboni, a partire dalla esperienza di Dio, della società, della Chiesa e della missione del Fondatore dei nostri Istituti comboniani.
I partecipanti hanno testimoniato che Comboni in quei giorni ha esercitato su di loro un fascino particolare, soprattutto la sua visione, la sua vita dedita ai fratelli e la sua passione per Cristo e per l’Africa. Hanno espresso il desiderio di continuare l’approfondimento della sua spiritualità ed espe-rienza di fede.
Questo è stato il terzo corso di spiritualità comboniana per laici organizzato per tutta la Famiglia Comboniana: Missionari, Missionarie, Secolari e Laici Missionari. La nostra animazione missiona-ria deve passare attraverso un più grande coinvolgimento dei laici e la formazione di un ambiente di riflessione e di incontro profondo con la missione di Gesù e della Chiesa.


IN PACE CHRISTI

P. Giuseppe Valente (27.09.1930 – 31.07.2004)

P. Giuseppe Valente nacque a Castelgoffredo, diocesi di Mantova, il 27 settembre del 1930. Emi-se i voti temporanei il 9 settembre 1950 e fu ordinato sacerdote il 15 giugno 1957. Fece il noviziato in Inghilterra e lo scolasticato a Venegono. Il suo primo campo di missione fu il Sudan, dove prestò il suo servizio nel seminario di Bussere dal 1959 al 1964, l’anno in cui venne espulso assieme a molti altri confratelli. Dal 1964 al 1970 fu mandato nella provincia del Nord America come padre maestro e, con lo stesso incarico, in Inghilterra dal 1971 al 1974. Il suo carattere calmo, gentile e paziente apparve subito come una qualità importante per un formatore.
Venne finalmente assegnato all’Uganda nel 1975, dove lavorò nella pastorale tra gli Alur per al-cuni anni. Passò pure qualche anno tra gli Apostoli di Gesù a Moroto come formatore. Spese poi il resto della sua vita nella formazione dei candidati comboniani a Jinja e a Namugongo. Qui rimase fino alla morte che lo colse improvvisamente durante le prime ore della notte del 31 luglio 2004.
P. Giuseppe era una persona calma e tranquilla, ma sapeva dire la sua quando ce n’era bisogno. Era molto ordinato. La sua scrittura nitida e regolare, oltre all’ordine e precisione che aveva nella sua stanza, ne sono una testimonianza. Amava la natura. Aveva passione per il parco del noviziato. P. Monella racconta: “Era un grande amante della natura, soprattutto di piante e di fiori, e così gli piaceva arricchire la comunità dove viveva con nuove varietà. Vedere e sentire che un albero era stato abbattuto diventava per lui una disgrazia. Probabilmente non era per caso che la croce che in-dossava abitualmente fosse un “tau”, un simbolo che lo metteva in sintonia con S. Francesco d’Assisi”. Fu proprio sepolto in quel parco del noviziato che tanto aveva amato, all’ombra di alcune piante da lui stesso piantate.
P. Giuseppe amava la missione. Dopo l’esperienza di padre maestro negli Stati Uniti e in Inghil-terra, poté finalmente ritornare con gioia in Africa per rendersi disponibile al servizio missionario.
P. Monella evidenzia l’impegno di P. Giuseppe nell’apostolato con i ragazzi di strada. “Durante gli ultimi 11 anni di lavoro come formatore nel noviziato di Namugogno. Il suo impegno pastorale era soprattutto rivolto al recupero di ragazzi e giovani di strada. In questo campo P. Giuseppe diven-tò presto una figura significativa in tutta Kampala.
La notizia della morte improvvisa di P. Giuseppe commosse molte persone, che lo conoscevano e lo apprezzavano, tra gli altri i bambini di strada, gli studenti delle elementari e delle secondarie e le varie case di formazione di Namugongo. La notte precedente al funerale la basilica dei Martiri di Namugongo si riempì presto di studenti per pregare. Le novizie e le formatrici comboniane passa-rono tutta la notte in veglia accanto alla bara. Il funerale di P. Giuseppe fu celebrato nella stessa ba-silica. Il Nunzio presiedette alla celebrazione accompagnato dal Cardinale di Kampala e molti sa-cerdoti. Vari Apostoli di Gesù, di cui fu formatore, erano presenti. Le molte testimonianze lette alla fine della Messa misero bene in risalto la disponibilità, la dedizione, lo spirito di solidarietà e sem-plicità di vita di P. Giuseppe. Egli doveva essere stato pronto all’incontro finale con il Signore. Nes-sun panico, nessun chiasso e non troppe parole a proposito delle condizioni della sua salute. Era una persona riservata. Ancora una volta, nel caso di P. Giuseppe si avverò il proverbio: “Si muore come si vive”.
(P. Guido Oliana)


P. Pietro Foletto (01.11.1915 – 15.08.2004)
La vita di P. Pietro Foletto si muove sulle orme di Comboni. Possiamo sottolinearne tre aspetti: La croce, la rigenerazione dell’Africa e la devozione alla Madonna.
La croce ha segnato l’inizio e la fine dell’esistenza di P. Pietro. Nato nel 1915 a Santo Stefano di Zimella, Verona, era gemello di una sorellina che morì quasi subito. Il papà Antonio, forte contadi-no, è chiamato in guerra (1915-1918) e muore.
La mamma Elisa, sorella del defunto confratello P. Luigi Molinaro, è una donna di grande fede e di coraggio. Porta avanti da sola il lavoro dei campi e cresce il figlio nel santo timor di Dio.
Nel 1928, aveva 13 anni, troviamo Pietro a Brescia, nell’Istituto Comboni. Vi rimane cinque anni, per le medie e il ginnasio.
Parlando della sofferenza di P. Pietro bisogna accennare alla sua malattia. Nel 1996 ha lasciato definitivamente l’Africa ed è andato a Gordola. P. David Kinnear Glenday, l’allora Superiore Gene-rale, gli ha scritto. “Non dubito che tu continuerai a portare l’Uganda nel cuore, particolarmente quando preghi e quando soffri. Questa mia lettera ti giunga mentre noi tutti viviamo con grande par-tecipazione spirituale l’attesa della beatificazione di Daniele Comboni”.
Poi è passato a Verona, nel Centro Ammalati. Immobilizzato sulla sedia a rotelle, veniva nutrito mediante un sondino. A vederlo si diceva: “Ma come è possibile che una creatura soffra in questo modo!” Eppure, mai una parola di lamento”. La missione era la molla che gli dava la carica quoti-diana per tirare avanti.
La rigenerazione dell’Africa. Nel 1933 Pietro inizia il noviziato a Venegono, sotto la direzione del padre maestro P. Giocondo Bombieri. Nel 1935 emette i primi voti e poi passa a Verona per il liceo e la teologia. Il 29 giugno 1940 è ordinato sacerdote.
A questo punto basta seguire il suo curriculum che egli stesso ha scritto prima di morire. Dopo un servizio nelle nostre scuole apostoliche di Trento, Carraia, Brescia come insegnante, nel 1948 i su-periori lo mandano in Inghilterra a studiare l’inglese. Lo impara benissimo. Nel 1949 è a Khartoum, nella terra di Comboni e nel 1954, dopo una breve vacanza in Italia, va in Uganda.
Ormai la sua missione è quella di insegnante. Prima con i Marian Brothers (Istituto di insegnanti africani) a Lodonga, poi nel seminario di Pokea (Arua). Nel 1969 lo troviamo a Warr, nella scuola superiore per ragazze, quindi a Moroto, nel Karamoja, con gli Apostoli di Gesù. Nel 1973 è ad A-boke, nel seminario di Lira e nel 1978 a Moroto, nel seminario diocesano. Nel 1986 è ad Aduku, in-segnante nella scuola superiore femminile.
P. Pietro ha preso l’insegnamento come una vera missione. Non lo ha fatto malvolentieri o “per obbedienza”, come qualche volta può succedere, ma ha capito che attraverso la scuola poteva rea-lizzare quella rigenerazione dell’Africa che Comboni aveva auspicato.
Nei momenti liberi, nei giorni di vacanza, andava nei villaggi per visitare gli anziani ed i malati. Portava loro coperte, sale, tabacco e medicine. Soprattutto s’intratteneva volentieri con tutti, non manifestando mai fretta. In ciò era favorito dal suo carattere cordiale, accogliente, improntato ad un grande amore verso gli altri. Era un uomo di forte volontà, con una grande energia interiore, anche se in un corpo piuttosto fragile. La guerra d’Uganda gli è stata motivo di sofferenza e di offerta del-le sue pene.
La devozione alla Madonna. P. Pietro aveva assorbito dalla mamma la devozione alla Madonna, specie alla Madonna di Monte Berico. In Uganda visse accanto a P. Bernardo Sartori, all’ombra del santuario della Mediatrice, quindi si può immaginare come questa devozione si sia raffinata in lui. Quando era in vacanza, faceva incetta di immaginette della Madonna che poi portava in Africa per distribuirle alla gente. Nelle sue lettere troviamo di frequente espressioni come: “Invoco spesso la Madonna, come mi ha insegnato mia mamma”.
Lunedì 9 agosto era stato rimandato a casa dall’ospedale “perché morisse tra i suoi”. Ha tirato a-vanti ancora una settimana, fino alla ore 5.00 del mattino della solennità dell’Assunta, quando la Madonna è venuta a prenderlo per introdurlo in paradiso.
Martedì, 17 agosto, la comunità di Verona, arricchita da tanti confratelli venuti da altre case, ha affidato questo nostro confratello nelle mani misericordiose del Signore.
Dopo il funerale in casa Madre, la salma è stata traslata nel cimitero di Santo Stefano di Zimella do-ve riposa nella cappella riservata ai sacerdoti.
(P. Lorenzo Gaiga)


Preghiamo per i nostri defunti

IL PADRE: Jérome di P. Joseph Musanga Mumbere (CN); Nicolás di Fr. Martín Ramirez Falcón (SS).

LA MADRE: Esther di P. Norbert Lucaz Erasmo Bautista (M); Denisse dello Sc. Ghislain Comlan Amoussou (TG).

IL FRATELLO: P. Costantino (ex-comboniano) di P. Rocco Maliardi (†); Elias dello Sc. Tadesse Siyume Natnael (ET); Luigi di P. Venanzio Milani (I).

LA SORELLA: Maria Sabina di P. Giovanni Battista Zanardi (I).

LE SUORE MISSIONARIE COMBONIANE: Sr. Pier Teresa Gallarotti; Sr. Elisa Ischia; Sr. M. Rita Pasqualoni; Sr. Adelma Bagattin; Sr. Alma Sista Moranduzzo; Sr. M. Monica Chini; Sr. Luisanna Cucchetti; Sr. Palma Luigia Mantovani.
Familia Comboniana n.612