Sabato 4 ottobre 2025
In questo mese si celebrano la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato (4-5 ottobre, Giubileo del mondo missionario) e la Giornata missionaria mondiale (Gmm, 19 ottobre). I rispettivi messaggi, di papa Leone (Migranti, missionari di speranza, del 25 luglio) e di papa Francesco (Missionari di speranza tra le genti, del 25 gennaio) rispecchiano il tema della speranza, cifra del giubileo 2025.
In questo mese si celebrano la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato (4-5 ottobre, Giubileo del mondo missionario) e la Giornata missionaria mondiale (Gmm, 19 ottobre). I rispettivi messaggi, di papa Leone (Migranti, missionari di speranza, del 25 luglio) e di papa Francesco (Missionari di speranza tra le genti, del 25 gennaio) rispecchiano il tema della speranza, cifra del giubileo 2025. Francesco richiama la vocazione di tutti i battezzati a essere, sulle orme di Gesù, «messaggeri e costruttori di speranza»; Leone rimarca che, in un mondo segnato da guerre e ingiustizie, «i migranti e i rifugiati si ergono a messaggeri di speranza».
Francesco evidenzia che la missione oggi si realizza «in un mondo che, nelle aree più “sviluppate”, mostra sintomi gravi di crisi dell’umano: diffuso senso di smarrimento, solitudine e abbandono degli anziani, difficoltà di trovare la disponibilità al soccorso di chi ci vive accanto. Sta venendo meno […] la prossimità: siamo tutti interconnessi, ma non siamo in relazione». Siamo centrati su noi stessi e incapaci di altruismo, scrive il papa. Va in questa direzione anche il tema della terza edizione del Festival della missione a Torino: “Il volto prossimo” (9-12 ottobre 2025).
Leone dal canto suo afferma che nel contesto mondiale attuale, che obbliga milioni di persone a lasciare la propria terra d’origine, «la generalizzata tendenza a curare esclusivamente gli interessi di comunità circoscritte costituisce una seria minaccia alla condivisione di responsabilità, alla cooperazione multilaterale, alla realizzazione del bene comune e alla solidarietà globale a vantaggio di tutta la famiglia umana». Di fronte a scenari così spaventosi – continua Leone –, «è importante che cresca nel cuore dei più il desiderio di sperare in un futuro di dignità e pace per tutti gli esseri umani. Tale futuro è parte essenziale del progetto di Dio sull’umanità e sul resto del creato».
Dire che «i migranti e i rifugiati si ergono a messaggeri di speranza» è una provocazione audace per un paese come l’Italia, che sembra aver esaurito la sua tensione missionaria, un invito a reagire positivamente, appunto da “pellegrini” che non si accontentano di stare ai bordi della strada guardando la storia passare. Siamo pellegrini, non “fuggiaschi”, chiamati cioè a fare la nostra parte «per diventare “artigiani” di speranza e restauratori di umanità».
Questo non si realizza solo informandosi, firmando appelli, protestando, ma anche pregando, intessendo una relazione profonda con Dio, per liberarci dalla nostra autoreferenzialità e dai condizionamenti delle società in cui viviamo, lasciandoci invece contagiare dal sogno di restaurare l’umanità che ha in Gesù il suo modello insuperabile. La vita, nella sua dimensione orante, ci fa capire chi veramente siamo, smascherando i nostri egoismi, le tentazioni di farla da padroni sugli altri e sui beni di questo mondo, oltre che guarirci dallo scoraggiamento e dalla paura.
Un sogno che può diventare realtà, se camminiamo davvero insieme, sinodalmente, come membra vive della Chiesa e della società civile, non da semplici spettatori, ma da artigiani di pace e restauratori di umanità, sempre dalla parte delle vittime, dei piccoli, degli scartati, degli ultimi. Vivere allora la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato e la Giornata missionaria mondiale vuol dire, sì, partecipare alla missione della Chiesa con gesti concreti di solidarietà nei confronti dei missionari e delle missionarie negli angoli più sperduti del pianeta, ma anche, e soprattutto, rinnovare il nostro impegno di missionari di speranza e artigiani di pace nella nostra realtà quotidiana.
FESMI (Federazione Stampa Missionaria Italiana)