In Pace Christi

Salvano Renzo

Salvano Renzo
Date de naissance : 10/08/1931
Lieu de naissance : Serravalle di Carda
Premiers vœux : 09/09/1949
Vœux perpétuels : 15/08/1955
Date de l’ordination : 08/09/1956
Date du décès : 29/04/2004
P. Renzo Salvano fu davvero un uomo eccezionale: intelligente, creativo, intraprendente, indipendente, libero, saggio, buono e cordiale. Pensava alla grande. Ogni cosa che intraprendeva era all’insegna di una certa genialità. La sua ultima realizzazione fu lo SPACE (Spirituality Pastoral Centre) di Lodonga. Si tratta di una duplice struttura: una per la formazione di catechisti, e l’altra per corsi di formazione permanente e spiritualità. Seguiva personalmente i catechisti in lavori di gruppo nelle diverse parrocchie, senza badare a se stesso. Spesso si trascurava. Nel centro di spiritualità pianificava corsi per sacerdoti e religiosi. Organizzava ogni anno gli Esercizi Spirituali e una volta all’anno anche il Mese Ignaziano. Era generoso. Non riusciva ad esigere una tariffa fissa dai partecipanti. Chiedeva un libero contributo.
Ultimamente aveva espresso il desiderio di volere realizzare due altri sogni, ma che non riuscì a causa della salute che incominciava a minarlo. Una volta che avesse consegnato la direzione del centro di Lodonga a qualche altro confratello, pensava di andare a vivere con un sacerdote locale in una nuova parrocchia. Pianificava di usare mezzi semplici, andando, per esempio, a piedi o in bicicletta. Il suo ultimo sogno fu l’idea di una scuola di teologia per laici.
P. Renzo nacque a Sinio d’Alba il 10 agosto 1931. Corse il rischio di essere mandato via dal seminario perché sembrava indipendente e non tollerante delle regole e delle strutture che gli sembravano troppo anguste per la sua mente aperta e creativa. “P. Renzo era un tipo apparentemente molto libero, si sentiva un po’ stretto nelle varie regole e tradizioni, tanto che fu sul punto di essere dimesso dallo scolasticato di teologia”, dice P. Giuseppe-Zeno Picotti.
Venne ordinato sacerdote l’8 settembre del 1956. Lavorò in Italia per qualche anno. Prestò il suo servizio anche in formazione. Era apprezzato dai ragazzi per la sua giovialità e intraprendenza. Sapeva di musica, componeva canti. “Aveva un grande ascendente sui ragazzi e li sapeva intrattenere con gioia nei momenti di ricreazione”, commenta sempre P. Picotti, che lo ha conosciuto a Rebbio da prefetto durante l’anno scolastico 1951-1952.
P. Renzo raggiunse l’Uganda il 1962. Lavorò in varie missioni: Maracha (1962-1965; 1976-1979); Koboko (1965-1968;1985-1988), Oluvo (1970), Lodonga (1970-1975; 1989-2004). Spese anche qualche anno nello Zaire con i rifugiati ugandesi (1981-1985). Durante gli anni di insicurezza nel West Nile rischiò molto. Una volta gli spararono e lo ferirono. Il 2 febbraio 1997 mentre celebrava la Messa nella basilica di Lodonga fu rimosso dall’altare da un gruppo di 18 ribelli e a fucile spianato fu condotto nella casa dei missionari che fu completamente svaligiata.
P. Picotti, che lavorò con P. Renzo in parrocchia nel West Nile, descrive qualche tratto della sua personalità. “Era molto disordinato nelle sue cose. Ma era molto generoso, sempre pronto, instancabile, e, vedi il caso, molto organizzato nel suo lavoro. Da lui ho imparato molto per l’organizzazione della missione: con lui iniziammo a dare a tutti i catechisti il quaderno per la preparazione delle omelie domenicali di cui si facevano le prove durante la loro riunione mensile. Era esigentissimo nella tenuta del registro dei catecumeni, e ad ogni cappella c’era un registro delle entrate e delle spese che veniva controllato ogni mese”.
Durante gli anni di insicurezza nel West Nile, P. Renzo, in equipe con P. Picotti e P. David Baltz, visse un periodo in Congo (l’allora Zaire) al servizio di circa 250.000 rifugiati Logbara dall’Uganda. È sempre P. Picotti che dà testimonianza di quell’esperienza. “Fu un periodo bellissimo… Eravamo continuamente in giro in visita ai vari campi… Si doveva stare fuori per settimane intere, giacché alcuni campi erano distanti più di 150 km. Visitavamo ogni famiglia cattolica e prendevamo contatto con quelle sopraggiunte da poco. P. Renzo aveva organizzato il lavoro in maniera eccezionale: apertura di centri preghiera, incontri con catechisti e loro formazione, fondazione di scuole e formazione di maestri, celebrazioni solenni, ecc… Un’idea che si mostrò profetica fu la decisione di aprire un piccolo seminario che ospitammo in capannoni di pali, fango e paglia… Ora da questi 32 ragazzi sono usciti un Comboniano (P. Alexis Matua Asumi) e cinque o sei sacerdoti diocesani della diocesi di Arua”.
P. Renzo era un uomo che godeva delle gioie legittime della vita e sapeva rilassarsi. “Quando arrivavo a Lodonga mi dava sempre con gioia il benvenuto e non tardava ad offrire una birra fresca e a sedersi anche lui a bere la sua, mentre ci si intratteneva in conversazione sulle sue strategie pastorali, vari progetti e aspetti vari della vita comunitaria”, commenta il provinciale P. Guido Oliana. Era un fumatore spietato, ma durante la Quaresima interrompeva fino a Pasqua. Era un appassionato di riviste di pastorale, ma anche di Topolino e di libri gialli, segno della sua grande fantasia, che si manifestava in idee creative, originali e pastoralmente efficaci.
P. Renzo se n’è andato quand’era ancora sulla cresta dell’onda. Nonostante gli ultimi anni sentisse stanchezza ha portato avanti il suo impegno pastorale fino alla fine. Nel marzo scorso dovette interrompere a metà il suo lavoro con un gruppo di catechisti ad Arua. Febbre continua, mancanza d’appetito e una strana spossatezza furono i sintomi che qualcosa davvero non funzionava. Già da qualche mese le cose non andavano bene con la sua salute. Si era recato ad Angal per farsi vedere da un dottore, che non gli riscontrò nulla di preoccupante. Quest’ultima volta però accettò di andare a Kampala per un esame più approfondito. I controlli medici scoprirono una massa dura nello stomaco. Si recò immediatamente a Milano, dove fu subito esaminato, aperto e chiuso. Un tumore galoppante lo aveva invaso in modo irreparabile. P. Renzo rimase sereno fino alla fine. Aveva usato tutte le sue ricche energie d’intelligenza e di creatività. Sentiva che aveva dato tutto. Il 20 aprile 2004, quindi, se n’andò tranquillo, in punta di piedi, senza disturbare, indipendente come sempre. (P Guido Oliana)