Date de naissance :
08/03/1918
Lieu de naissance :
Lavis
Premiers vœux :
07/10/1939
Vœux perpétuels :
07/10/1944
Date de l’ordination :
29/06/1945
Date du décès :
18/04/2004
P. Francesco Leali, penultimo di dieci fratelli, dopo le elementari ha lasciato il paese natale, Sabbio Chiese, Brescia, ed è andato ad abitare a Mompiano, dove suo fratello Don Primo era curato. Il suo destino sembrava quello di diventare ragioniere o geometra presso l’Istituto Nicolò Tartaglia di Brescia, al quale si recava ogni mattina in bicicletta. Don Primo, però, aveva avuto la vocazione missionaria, ma per le insistenze della famiglia, dei superiori e del suo vescovo, dovette rinunciare. Ciò non gli impedì di riversare la sua passione per l’Africa sul fratellino. Nel 1931 papà Alessio, che si era sempre dichiarato contrario alla vocazione missionaria dei figli, morì. Tre mesi dopo, Don Primo accompagnò il fratello Francesco all’Istituto Comboni di Viale Venezia dicendo: “Questo mio fratello ha la vocazione missionaria”. E lo lasciò lì.
P. Francesco emise i voti temporanei il 7 ottobre 1939 e il 29 giugno 1945 venne ordinato sacerdote a Como. Dopo un anno di rodaggio in Italia, partì con i primi missionari che potevano imbarcarsi per l’Africa nel dopo guerra. Fu destinato al Sudan meridionale. Qui P. Francesco mostrò la sua tempra di autentico missionario. Lavorò con impegno e dedizione, fino quasi a logorare le sue forze per cui, dopo cinque anni, dovette ritornare in Italia per un periodo di riposo che utilizzò per dedicarsi all’animazione missionaria. Dopo due anni era nuovamente in Sudan e vi rimase fino all’espulsione del 1964.
Dopo un breve periodo in Spagna (1964-1965), fu inviato in Uganda (1965-1972), in Kenya (1972-1974, e ancora in Uganda, tra i Karimojong (1974-1999) che diventarono “il suo popolo di predilezione”. Caratteristica fondamentale di P. Francesco è stato l’amore per gli africani. Nel 1998 fu mandato in Italia per rimettersi in salute. Egli vide quell’ordine come un'espulsione dalla terra dove avrebbe voluto lasciare le ossa. “Non è l’età e neanche un po’ di debolezza fisica che possano impedire in modo assoluto il ritorno in missione. Credo che le qualità essenziali per un missionario siano l’amore ai nostri fratelli Neri e la voglia di portare loro il messaggio di Gesù Cristo”. Non era una espulsione. P. Francesco era veramente malato. Ultimamente si muoveva con la sedia a rotelle finché sorella morte è venuta a prenderselo per presentarlo al Signore. Era il 18 aprile 2004. (P. Lorenzo Gaiga)