Padre Ayuso Guixot nuovo segretario del dicastero per il Dialogo Interreligioso

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Roma, sabato 30 giugno 2012
Il Rev. Padre Miguel Ángel Ayuso Guixot, missionario comboniano, è stato nominato oggi Segretario del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso di cui è presidente il Card. Jean-Louis Pierre Tauran e che conta fra i membri Mons. Lukudu Loro Paulino, Arcivescovo di Juba.

Il Rev. P. AYUSO GUIXOT MIGUEL ANGEL
è stato nominato oggi Segretario
del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso

Il Santo Padre ha nominato Segretario del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso il Rev.do Padre Miguel Ángel Ayuso Guixot, M.C.C.J., Preside del Pontificio Istituto di Studi Arabi e d’Islamistica.

Il Rev.do P. Miguel Ángel Ayuso Guixot, M.C.C.J., è nato a Sevilla (Spagna), il 17 giugno 1952. Il 2 maggio 1980 ha emesso la professione perpetua nell’Istituto dei Missionari Comboniani del Cuore di Gesù. È stato ordinato sacerdote il 20 settembre 1982 ed ha esercitato il ministero missionario in Egitto e Sudan fino al 2002.

Ha conseguito la licenza in studi Arabi ed Islamistica (P.I.S.A.I. Roma, 1982) e il dottorato in teologia dogmatica (Università di Granada, 2000).

È stato parroco al Cairo (Egitto), professore d’Islamistica in diversi istituzioni cattoliche sudanesi, direttore del Centro Catechetico della Diocesi di El-Obeid (Sudan), Direttore di Studi nel Centro Dar Comboni al Cairo. Dal 2002 è docente d'Islamistica presso il Pontificio Istituto di Studi Arabi e d'Islamistica (PISAI), di cui è Preside dal 2006.

Ha presieduto vari incontri di dialogo interreligioso in Africa (Egitto, Sudan, Kenya, Etiopia e Mozambico). Ha pubblicato due libri e alcuni articoli in riviste internazionali. Conosce, oltre la lingua madre spagnola, l'arabo, l'inglese, il francese e l'italiano.

Pontificio Istituto di Studi Arabi e d’Islamistica

A Roma esiste una istituzione della Chiesa cattolica che si dedica in particolar modo allo studio dell’Islam e al dialogo interreligioso e interculturale tra musulmani e cristiani. Si tratta del Pontificio Istituto di Studi Arabi e d’Islamistica (PISAI), di cui è Preside il missionario comboniano Miguel Ángel Ayuso Guixot dal 2006. Intervistato da ZENIT, padre Ayuso ha rivelato che a suo avviso più che “informazione” occorre una maggiore e più solida “formazione” sull’Islam.

Molte persone non sanno che esiste un Pontificio Istituto di Studi Arabi e d’Islamistica (PISAI): Da quanto tempo esiste e qual è l’opinione dell’attuale Papa su questa istituzione?
P. Ayuso: In effetti appare un po’ singolare che in certi settori, fatta eccezione per quello accademico, non si conosca l’esistenza dell’Istituto pontificio a Roma che si dedica specificamente allo studio oggettivo dell’Islam, in vista del dialogo interreligioso e interculturale tra musulmani e cristiani.
Sorprende anche il fatto che nell’ambiente islamico siamo ben conosciuti e apprezzati per la serietà e l’impegno nel conoscere oggettivamente l’Islam, a partire dallo studio delle sue scienze, attraverso lo studio intensivo della lingua araba, ritenuto uno strumento assolutamente necessario a tal fine.
Il PISAI è stato creato nel 1926 a Tunez (Tunisia), per opera della Società dei missionari d’Africa (Padri Bianchi). La sua finalità era la formazione specifica dei missionari per prepararli a vivere in un ambiente arabo-musulmano.
Nel 1949, il centro di studi è stato trasferito a Manouba, nei pressi di Tunez, dove veniva insegnata la lingua araba e le scienze islamiche, mentre il centro di Tunez è diventato ciò che oggi si chiama Istituto di letteratura araba (IBLA, dal francese Institut des Belles Lettres Arabes).
Nel 1960 il centro è stato costituito in Istituto pontificio e nel 1964, a causa della politica di nazionalizzazione, è stato trasferito da Tunez a Roma, dove ha ricevuto l’appoggio del Papa Paolo VI, come strumento prezioso per il dialogo interreligioso, secondo il nuovo spirito del Concilio Vaticano II. Da allora e per più di 50 anni, il PISAI è stata un’istituzione della Chiesa al servizio del dialogo interreligioso e interculturale di prestigio internazionale.
Non bisogna dimenticare che in questi ultimi anni le autorità accademiche dell’Istituto hanno cercato di risolvere talune difficoltà per poter assicurare la continuità e la permanenza del PISAI a Roma.
È stato in particolare l’intervento di Sua Santità Benedetto XVI, a favore di questo istituto di eccellenza, che ci ha permesso di continuare a prestare questo servizio alla Chiesa da qui a Roma, e di questo siamo enormemente grati. Il PISAI continuerà la sua missione di ponte tra culture e religioni.

Su che cosa incentrerà il suo mandato di Rettore?
P. Ayuso: Semplicemente nel dare continuità a tutto il lavoro che è stato fatto finora, ovvero lavorare seriamente in tre campi fondamentali: l’insegnamento, le pubblicazioni scientifiche e la ricerca.
Per questo, disponiamo di: una gruppo di 25 professori per la formazione dei nostri studenti; tre pubblicazioni scientifiche, una sugli studi arabi e le altre sul dialogo islamico-cristiano dal punto di vista delle scienze e della pastorale dell’incontro; e infine, per la ricerca disponiamo di una biblioteca specializzata con più di 31.000 volumi e più di 450 titoli di riviste, e una sala di consultazione per i nostri studenti, per gli studenti di altre università ed atenei romani e per un nutrito numero di ricercatori provenienti da ogni parte del mondo.
È poi un mio grande desiderio, come Rettore, di promuovere tra i nostri ex alunni migliori e più motivati la necessità di uno studio serio e continuativo per la specializzazione in questo campo così importante per la missione della Chiesa, al fine di creare un nuovo gruppo di professori che possano in futuro sostituire il gruppo d’eccellenza che il PISAI ha avuto sin dalle sue origini.
Considero una necessità urgente anche quella di continuare il processo di collaborazione tra il PISAI e le congregazioni religiose, le istituzioni diocesane e accademiche in vista di un arricchimento di questa istituzione della Chiesa.
Questa collaborazione si svolgerà per mezzo di un’offerta di personale docente e di possibili collaboratori, nonché con interscambi accademici nel campo dello studio delle religioni e delle culture.
Credo che a livello della Chiesa abbiamo bisogno di “globalizzarci”, per essere veramente cattolici e dare consistenza ad un lavoro prioritario della Chiesa. Per questo abbiamo bisogno di collaboratori.
Infine, bisogna ricordare che la collaborazione si traduce anche in termini economici. Dobbiamo creare un’ “Associazione degli amici del PISAI” per raccogliere fondi che ci consentano di promuovere attività extra accademiche di natura interreligiosa e interculturale che arricchiscano le attività dell’Istituto. Abbiamo quindi bisogno di donazioni.

Alcuni professori - molti di loro Padri Bianchi - sono apprezzati a livello mondiale come esperti di Islam. Secondo lei sono sufficientemente conosciuti anche nell’ambiente cattolico?
P. Ayuso: Come stavo dicendo, abbiamo una serie di professori che hanno fatto la storia di questa istituzione. Il merito credo che sta nella serietà e nel rigore scientifico che hanno saputo coltivare e promuovere durante il loro servizio accademico. Questo sforzo, realizzato nel corso di lunghi anni, ha aperto autorevolmente le porte dell’interreligiosità e interculturalità verso i nostri amici e amiche musulmani.
Molti di loro sono Padri Bianchi. Per citarne uno, vorrei ricordare Padre Michel Lagarde, M. Afr., Premio UNESCO 2005 per la Cultura araba. Sono persone ben note nell’ambiente cattolico, ma probabilmente la loro notorietà è maggiore nell’ambito arabo-musulmano.

Ha notato un aumento del numero degli studenti, da quando l’Islam si è imposto all’attenzione dell’opinione pubblica?
P. Ayuso: Non in quanto a quantità, ma sì in quanto a varietà di provenienza. Oggi continuiamo ad avere un gruppo di circa 50 studenti per i cicli II e III (laurea e dottorato). Bisogna tenere conto che il PISAI è un centro di eccellenza, di studi altamente specializzati.
L’opera della Chiesa nel campo del dialogo ha fatto sì che da ogni parte del mondo alcuni studenti siano inviati a studiare al PISAI come preparazione pastorale, per esercitare una funzione nel campo del dialogo, nelle proprie diocesi di origine o nelle proprie comunità.
È una grande soddisfazione incontrare, nei nostri spostamenti per il mondo, ex alunni del PISAI che sono responsabili di centri per il dialogo, sia a livello locale, diocesano, regionale o nazionale, ecc.
Sin dalle sue origini, il PISAI conta su circa 1.300 studenti che si sono formati nel campo del dialogo interreligioso e interculturale.
Evidentemente, l’attualità sull’Islam, oggi al centro dell’attenzione dell’opinione pubblica, dovrebbe essere oggetto di un maggior numero di studiosi, ma a volte si ha l’impressione che l’interesse si concentri più sull’informazione che sulla formazione. Oggi la formazione è assolutamente necessaria.

In che modo il PISAI può contribuire al dialogo interreligioso e interculturale?
P. Ayuso: Il PISAI continua ad essere un punto di riferimento nell’ambito del dialogo tra le culture e le religioni con un rinnovato impulso agli studi arabi ed islamici, al fine di contribuire ad una maggiore conoscenza e comprensione reciproche, sempre più necessarie nel mondo che viviamo.
Come istituzione della Chiesa e memori delle parole di Benedetto XVI, secondo cui il nostro futuro risiede nel dialogo con l’Islam, il contributo del PISAI continuerà a dare i suoi frutti, come è sempre stato sin dalla sua umile ma significativa istituzione.